I metodi di analisi Che cosa è “metodo” in scienza politica

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Transcript della presentazione:

I metodi di analisi Che cosa è “metodo” in scienza politica I metodi secondo Lijphart L’osservazione partecipante Il metodo comparato Gli studi di caso Il metodo sperimentale

Esiste un solo metodo in scienza politica? Che cosa è un metodo? Secondo Marradi, il metodo «consiste essenzialmente nell’arte di scegliere le tecniche più adatte ad affrontare un problema cognitivo, eventualmente combinandole, apportando modifiche e al limite proponendo qualche soluzione nuova» Esiste un solo metodo in scienza politica? No, la complessità dei fenomeni politici richiede, per essere indagata correttamente, anche una PLURALITÀ DI METODI che dovranno essere utilizzati in base: all’oggetto di studio alla natura delle variabili al numero dei casi analizzati alle finalità che si pone il ricercatore

Arend Lijphart, nel 1971, sostiene che per fare ricerca e teorizzazione in scienza politica esistano, oltre agli studi di caso, 3 tipi di metodi, l’utilizzo o meno dei quali va valutato in relazione al NUMERO DEI CASI e delle VARIABILI: 1) il metodo sperimentale; 2) il metodo comparato; 3) il metodo statistico. Tuttavia, il metodo statistico NON ha una sua precisa e chiara autonomia: sarebbe più corretto considerarlo UNA TECNICA, cioè una procedura specifica di analisi ed elaborazione dei dati, a disposizione di diversi metodi di analisi.

I METODI DELLA SCIENZA POLITICA

L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE È possibile applicare questo metodo quando, grazie a un insieme di circostanze favorevoli, spesso da lui stesso create, lo studioso si trova nella condizione di osservare direttamente e personalmente, dall’interno, i fenomeni politici che intende studiare. VANTAGGIO: raccolta di materiale difficilmente raggiungibile da studiosi esterni. SVANTAGGIO: il ricercatore rischia di essere coinvolto politicamente ed emotivamente nei fenomeni ai quali assiste o partecipa.

ESEMPIO Roberto Michels (Colonia 1876 – Roma 1936), sociologo politico tedesco, socialdemocratico iscritto al partito, decide di osservare dall’interno il funzionamento dell’SPD per valutare se la democrazia sia a) possibile; b) realizzabile. Analizzando il funzionamento concreto del partito socialdemocratico tedesco, con particolare attenzione alla distribuzione interna del potere e alla selezione della candidature, Michels giunge alla formulazione della celebre LEGGE FERREA DELL’OLIGARCHIA: «Chi dice organizzazione dice tendenza alla oligarchia…» La fallacia nell’analisi di Michels consiste nella trasposizione di una generalizzazione prodotta a un livello sottosistemico al livello del sistema politico.

IL METODO COMPARATO Il metodo comparato «serve a controllare – verificare o falsificare – se una generalizzazione (regolarità) tiene a fronte dei casi ai quali si applica» (Sartori 1991). La comparazione è, perciò, un METODO DI CONTROLLO delle ipotesi, cioè delle relazioni empiriche generali tra due o più VARIABILI. Esistono 3 tipi di variabili: Indipendente, è la causa (una delle cause) che influenza il fenomeno politico indagato; Dipendente, è il fenomeno che si intende studiare e spiegare; Interveniente, è la variabile che potrebbe interferire nel rapporto tra variabile dipendente e indipendente.

La comparazione può essere: SINCRONICA La comparazione avviene considerando un unico punto o periodo di tempo nel quale si situa il fenomeno indagato DIACRONICA La comparazione avviene in un arco più lungo di tempo e studiando un determinato fenomeno politico in più e diversi periodi o punti del tempo Strategia della comparazione (Przeworski e Teune, 1970) “Most different systems” Mette a confronto casi o sistemi molto differenti tra loro, che mantengono solo qualche elemento in comune (in funzione di variabile indipendente) “Most similar systems” Mette a confronto i casi più simili, permettendo di parametrizzare o di tenere sotto controllo altre variabili

ESEMPIO DI RICERCA COMPARATA Gabriel Almond e Sidney Verba, 1963, The Civic Culture. Political Attitudes and Democracy in Five Nations, Princeton, Princeton University Press. Variabile dipendente: i diversi tipi di democrazie (i paesi studiati erano: Usa, Gran Bretagna, Germania, Messico e Italia). Variabili indipendenti: gli orientamenti dei cittadini nei confronti del sistema politico, le loro conoscenze delle modalità con le quali vengono espresse domande e sostegni e delle modalità attraverso le quali vengono prodotte e/o influenzate le decisioni. Ne risultano tre possibili configurazioni di CULTURA POLITICA: 1) i SUDDITI: che riconoscono il peso del sistema politico sulla loro vita; 2) i PROVINCIALI: che sanno molto poco o nulla del loro sistema politico; 3) i PARTECIPANTI: che sanno abbastanza di ciò riguarda il sistema politico e del ruolo che vi possono svolgere.

GLI STUDI DI CASO Lo studio di caso prevede l’analisi di un caso, di un fenomeno o di un sistema politico preso singolarmente e può svilupparsi: senza un quadro di riferimento teorico che ne sorregga o guidi la ricerca, oppure - prendendo ispirazione da una teoria preesistente, con l’obiettivo di controllarla (verificandola o falsificandola).

TIPI DI STUDI DI CASO 1) Lo studio di caso IDEOGRAFICO/DESCRITTIVO ha come obiettivo non tanto quello di analizzare un problema specifico già formulato teoricamente, bensì quello di fornire informazioni e raccogliere materiali relative a un fenomeno o un sistema politico di cui si vuole fare semplicemente una descrizione.

2) Lo studio di caso EURISTICO ha come obiettivo quello di individuare e generare ipotesi interpretative riguardanti un determinato fenomeno, stimolandone una possibile, futura teorizzazione. 3) Lo studio di caso INTERPRETATIVO tenta di spiegare un fenomeno politico facendo ricorso a generalizzazioni e teorie già esistenti nella letteratura scientifica, con l’obiettivo di approfondirle, spiegarle o perfezionarle. 4) Gli studi di un caso DEVIANTE o CRUCIALE vengono condotti con il preciso intento di controllare empiricamente generalizzazioni o teorie preesistenti. ESEMPIO: Arend Lijphart cerca di confermare, cioè controllare, la propria teoria sulle democrazie consociative analizzando un caso cruciale: l’INDIA, dove il regime democratico si accompagna a uno spiccato pluralismo sociale ed etnico.

IL METODO SPERIMENTALE Il metodo sperimentale viene solitamente considerato il più potente metodo attraverso cui stabilire e controllare rapporti di causalità tra due o più variabili. Infatti permette di modificare lo stato di una variabile senza mutare gli stati di tutti le altre variabili. Tuttavia questo metodo ha una limitata applicabilità alla scienza politica ed è adatto unicamente allo studio di micro-fenomeni o in presenza di piccoli gruppi di persone.

ESEMPI DI RICERCHE SPERIMENTALI Sydney Verba (1961): variabile indipendente: caratteristica ed esercitazione della leadership politica (democratica o autoritaria). variabile dipendente: conseguimento dell’obiettivo del gruppo o grado di soddisfazione dei componenti del gruppo. ESPERIMENTO: un gruppo, composto da un piccolo numero di persone, viene esposto all’azione di un leader “democratico”, mentre un altro GRUPPO DI CONTROLLO viene diretto da un leader “autoritario”. RISULTATI Le persone componenti i due diversi gruppi esibiscono un livello di soddisfazione variabile che dipende dalla loro personalità e dalle loro aspettative. Se sono potenzialmente “partecipanti”, non gradiscono una leadership autoritaria; se hanno inclinazioni “decisioniste”, sono, al contrario, inclini a valutare positivamente una leadership autoritaria. Verba conclude che non esiste una struttura di leadership politica “ottima” in assoluto.