LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI MARIO FRACCARO
VERIFICA E VALUTAZIONE VERIFICA = rilevazione ( scritta,orale,osservativa, pratica)degli apprendimenti VALUTAZIONE = giudizio globale che fa riferimento non solo alle competenze acquisite ma tiene conto di altri aspetti: situazione di partenza, metodo di studio, interesse, impegno e partecipazione, autonomia personale, ecc…
Nella scuola dell’Obbligo in questo senso sono stati fatti grandi passi in avanti Non si può dire lo stesso per le Superiori dove esiste scarso accordo tra i docenti sulle modalità di verifica – valutazione e dove ( a causa di curricoli frammentati) non viene posto l’accento sulle competenze acquisite nel percorso formativo, ma si dà maggior peso alla memorizzazione di informazioni, misurata tramite prove di verifica periodiche Il fatto che si pensi di risolvere la questione con corsi di recupero di una settimana o 10 giorni, indica che il problema c’è …
I PRINCIPI DI RIFERIMENTO ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva la valutazione, che è espressa in decimi, ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni la valutazione concorre ai processi di autovalutazione degli alunni, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al loro successo formativo le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal P.O.F.
COSA VALUTARE La valutazione concerne “il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo” degli alunni. L’apprendimento è riferibile alle conoscenze e alle competenze riconducibili ai fondamenti delle discipline. Il comportamento, definito attraverso indicatori, riguarda la qualità degli atteggiamenti e delle relazioni. Il rendimento complessivo attiene alle competenze personali,disciplinari e trasversali che l’alunno acquista tramite un percorso di apprendimento personalizzato.
LA VALUTAZIONE NON È ALTRO DALLA DIDATTICA La valutazione accompagna la programmazione didattica 1)nella fase iniziale, come valutazione diagnostica che definisce, anche attraverso test d’ingresso, il livello di partenza per avviare il processo formativo del singolo allievo e della classe DUNQUE, MISURA L’INPUT
LA VALUTAZIONE DIAGNOSTICA Una volta stabiliti i prerequisiti da rilevare si procede a rilevarne la presenza o meno, preferibilmente mediante una prova oggettiva di profitto si registrano gli esiti in apposite griglie di sintesi (lista dei descrittori dell’apprendimento) che consentono di avere un quadro chiaro della situazione si raggruppano gli allievi a seconda delle necessità di intervento: recupero o rinforzo/consolidamento non richiede l’assegnazione di punteggi. 7
2) nella fase intermedia, come valutazione formativa che: • indica il grado di assimilazione delle conoscenze • registra il ritmo dell’apprendimento • permette di apportare le dovute modifiche all’azione didattica DUNQUE, MISURA I PROCESSI
LA VALUTAZIONE FORMATIVA Per la sua specifica funzione di raccolta dei dati utili al miglioramento del processo di apprendimento, non richiede l’assegnazione di punteggi se non ad uso e consumo del docente L’errore in questo tipo di prove non viene penalizzato, in quanto viene considerato momento normale del processo di apprendimento La presa di coscienza della tipologia di errore commesso assume valore altamente formativo, in quanto non solo orienta il processo di insegnamento del docente ma stimola anche e soprattutto forme di autovalutazione ed autodeterminazione da parte dell’allievo 9
DUNQUE, MISURA L’OUTPUT 3) nella fase finale, come valutazione sommativa che: si colloca al termine del processo di apprendimento, evidenziando gli effettivi risultati conseguiti dallo studente esprime un giudizio complessivo sulla qualità delle conoscenze, competenze ed abilità costituisce il bilancio della programmazione, fungendo da verifica dell’efficacia dell’azione didattica DUNQUE, MISURA L’OUTPUT
VALUTAZIONE SOMMATIVA Viene effettuata dal docente al termine della propria sequenza di insegnamento; tiene conto delle valutazioni interattive; dei risultati delle verifiche; dei comportamenti dell’allievo.
LE DISTORSIONI VALUTATIVE PIÙ FREQUENTI L’EFFETTO ALONE si ha quando il valutatore considera rilevante qualche caratteristica dell’alunno, come tratti di personalità, particolari abilità, affinità o divergenze di opinioni, per cui il risultato viene, a seconda delle circostanze, sopravvalutato o sottovalutato; • L’EFFETTO DI STEREOTIPIA, noto come Pigmalione. La valutazione viene influenzata da particolari aspettative di successo o di insuccesso, con una inesorabile aderenza del risultato alla profezia.
ALCUNE APPARENTI OVVIETÀ 1. La valutazione deve essere trasparente Dunque, è “contra legem” l’omessa comunicazione del voto. Tale condotta contraddice, inoltre, la natura orientante della valutazione. 2. Le verifiche debbono essere ripetute e non occasionali. L’alunno ha bisogno, per progredire, di feedback sull’impegno, di aiuto nell’insuccesso e, di fronte a buone performance, di ricompense gratificanti.
Comunicare gli esiti delle prove con ritardo 3. La valutazione deve essere tempestiva Comunicare gli esiti delle prove con ritardo • vuol dire ignorare la funzione di supporto all’apprendimento della valutazione; • ostacola il recupero in tempo utile delle lacune; • attenua il ricordo della prova cosicché lo studente non è in grado di risalire alle cause che l’hanno indotto in errore.
UNA CONSUETUDINE DISCUTIBILE Le “interrogazioni programmate”, quando riguardano parti cospicue del programma e sono concentrate in prossimità degli scrutini, rivelano importanti limiti: • penalizzano gli studenti più vulnerabili, che dovrebbero essere sostenuti in progress; • negano in radice qualsiasi approccio modulare; • limitano gli spazi per la didattica compensativa e il recupero; • eludono la valutazione formativa; • riducono il controllo del docente sul processo di apprendimento.