Percorsi a Sud Sardegna.

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Percorsi a Sud Sardegna

Carta Sardegna

La scheda A Est è bagnata dal Mar di Sardegna, su tutti gli altri versanti dal Mar Tirreno. Il territorio è in prevalenza collinare (68%), mentre è pianeggiante al 18% e montuoso solo al 14%. Le coste hanno una lunghezza di oltre 1800 Km, oltre all'isola principale ve ne sono altre abbastanza estese, come le isole di Sant'Antioco e San Pietro a sud-ovest e l'isola Asinara a nord-ovest, rispettivamente al quarto, sesto e settimo posto nella classifica nazionale. La vetta più elevata è Punta La Marmora (1834 metri), nei Monti del Gennargentu; il Tirso, con i suoi 150 Km, è il fiume più lungo. La Sardegna è una delle cinque regioni a statuto speciale. Cagliari è la città principale e capoluogo regionale, Sassari è l'altro centro di una certa rilevanza, seguono Nuoro ed Oristano CArbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio. L’isola è divisa in 21 sub-regioni (da sud a nord Iglesiente, Sulcis, Campidano…. Gallura, Nurra, Anglona L'economia basata per lungo tempo sulla pastorizia e sullo sfruttamento delle risorse del sottosuolo, è in fase di mutamento. L'allevamento degli ovini (carne e lana) costituisce ancora una delle risorse più importanti, in crescita il numero di bovini e suini; l'agricoltura ha invece impatto economico minore, i prodotti di punta sono il sughero ed il sale; la pescosità dei mari non è sfruttata adeguatamente. L'industria di trasformazione ha affiancato quella estrattiva (piombo, zinco, carbone) e la buona disponibilità di energia elettrica sta permettendo un suo progressivo miglioramento. Il turismo ha un ruolo determinante e sfrutta le bellezze del paesaggio ed i numerosi monumenti preistorici presenti sull'isola.

Sistema economico incompleto Sardegna Mezzogiorno Italia Manca il valore aggiunto dei beni e servizi

I motivi La società sarda si vede altro dal Sud Antica autoreferenziazione Diversità culturale dovute alle dominazioni Aragonese-spagnola Sabauda Nelle carte ottocentesche il Piemonte veniva indicato Stati di terra di S. M. il Re di Sardegna

La realtà dell’isola La Sardegna, nel Mezzogiorno, appare immobile in un mondo immobile ? La struttura dell’economia regionale si basa su 3 grandi settori L’ agricoltura - 8% di occupati L’industria - 24% di occupati I servizi - 68% di occupati

Differenze Solo i servizi esprimono una partecipazione crescente con significativi incrementi di produttività

I livelli di analisi riguardano La perdita di produttività Il ritardo dell’importazioni La contraddizione rappresentata da una economia che si chiude in se stessa ma che chiede aiuto al potere centrale Rapporto dipendenza periferia-centro

Che succede? Accresciuta necessità di valorizzare le risorse locali Modelli di produzioni basati su linee di crescita più che di sviluppo

Storia dell’industrializzazione Negli anni Settanta, più che alle piccole imprese dei settori tradizionali, la grande scommessa relativa al decisivo sviluppo industriale dell’isola fu affidata ai nuovi impianti delle grandi produzioni di base, soprattutto petroliferi, energetici e chimici, realizzati con massicci apporti del settore pubblico (Cagliari, Sarroch, Sulcis, Iglesiente, Porto Vesme, Villacidro, Porto Torres, Ottana, Assemini, Isili, Lula, Macomer, Tortolì, Arbatax, Olbia.)

Le aspettative Alla creazione dei grandi impianti e delle relative infrastrutture non corrispose se non in minima parte l’attesa ricaduta a pioggia di un indotto attivo e ben differenziato. Le iniziative realizzate sono risultate a bassa intensità di lavoro e l’intero settore industriale della regione è rimasto particolarmente esposto a pesanti periodi di crisi che hanno comportato, tra l’altro lo smantellamento del comparto produttivo del piombo-zinco e hanno reso necessaria la riconversione di quello del carbone.

Fasi dell’industrializzazione I poli di sviluppo sono stati concepiti solo per le prime lavorazioni I semilavorati non venivano impiegati nell’Isola L’esperienza dell’industrializzazione non è pervenuta a una fase di maturità e pienezza Tempo breve dell’esperienza dalla crisi arabo-israeliana del 1973/74 alla crisi iraniana del 1979

Riconversione Inadeguato sotto il profilo tecnico qualitativo Nessuna specializzazione Slittamento dei lavoratori dalle grandi unità di prima lavorazione a nuove e piccole e medie industrie Difficile tentativo di modernizzazione.

Cambiamenti della grande industria La fisionomia dell’industria cambia con la crisi sia sotto il profilo tecnico produttivo - Ridimensionamento degli indirizzi produttivi - Dei programmi di investimento Sia dal punto di vista economico –societario - Dai grandi gruppi alle Partecipazioni Statali -Rottura dei rapporti funzionali instaurati con le aziende piccole e medie (fornitura di servizi, manutenzioni, assorbimento e inserimento dei semilavorati nel mercato locale)

Situazione Declino dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Principale regione mineraria è l’Iglesiente, con il Sulcis dove lo sfruttamento dei giacimenti carboniferi (litantrace, lignite, antracite) ha determinato la creazione di una vera città mineraria: Carbonia.

Il carbone fossile del bacino eocenico del Sulcis Risorsa dalla fruibilità economica alquanto controversa Sia per le caratteristiche merceologiche (essendo un combustibile ricchissimo di zolfo e ceneri ne limitano ai fini della tutela ambientale l’inserimento nei comuni processi di combustione) Sia per gli alti costi connessi con l’estrazione

Il Sulcis come aree-problema Processo di gassificazione del carbone Sulcis dà luogo ad un prodotto simile al metano Importanza per la generazione di energia elettrica

Le risorse naturali La bauxite: materia di partenza nella filiera dell’alluminio - da questa con un primo processo chimico si ottiene l’allumina e attraverso la dissociazione elettrolitica, l’alluminio primario. Un notevole giacimento individuato nel nord-ovest dell’isola a breve distanza da Alghero (il polo dell’alluminio opera a Porto Vesme nel sud-ovest)

I costi I costi di estrazione di questo minerale e del processo di lavorazione confrontati con quelli delle bauxiti d’importazione dall’Australia e dalla Guinea sono risultati fino a oggi perdenti. La bauxite di Alghero è più lontana da Porto Vesme di quanto lo siano l’Australia e la Guinea

Criticità dei giacimenti Problema ambientale Abbandono delle strutture minerarie Mancanza dei presidi del territorio che le attività minerarie gli abitati relativi rappresentavano. Il disagio delle comunità minerarie che si sono viste private dell’attività sulla quale avevano costruito tutti i modi d’essere

Forestazione industriale Il gigantesco impianto cartario di Arbatax, nell’Ogliastra, creato nel 1964 era alimentato dal Pinus radiata La crisi ha interrotto la produzione e ha danneggiato sia l’economia locale che le aziende editoriali giornalistiche sarde.

Nuovi percorsi Nuovi percorsi di formazione della forza lavoro regionale, Contributo per il rafforzamento delle quote di mercato anche internazionale della regione Decentramento delle imprese (fattore positivo e allo stesso tempo negativo visto le carenze ambientali e la mancanza del supporto degli enti locali

Settori decentrati in espansione Prodotti per l’abbigliamento (Olbia) Prodotti di derivazione petrolchimica (Olbia) Lavorazioni di metalli preziosi (Cagliari e Macomer) Prodotti del campo elettrico ed elettronico (Cagliari) Prodotti per hardware informatico (Marrubiu)

I poli industriali (Sardegna centrale) Cagliari -Ottana - Porto Torres (polo petrolchimico) (Sardegna orientale) Arbatax (cartario) (Sardegna sud-occidentale) Porto Vesme (lavorazione alluminio piombo-zinco)

Il ruolo delle città Cagliari e Porto Torres risultano iscritti in due importanti distretti di nodalità e prossimi ai due maggiori centri urbani dell’Isola. Sassari offre una vasta gamma di servizi e si integra con Porto Torres e Alghero in una area urbana tripolare Gli altri non appaiono inseriti in trame di relazioni territoriali complesse

Trama urbana Conurbazione di Cagliari da est a nord ovest Crescita di città in cui la polarizzazione si evidenzia candidandole a ruolo di capoluoghi di provincia. (Olbia)

I problemi Manca una armatura urbana La debole trama poggia su due sistemi il cagliaritano e il sassarese Nordorientale gallurese e quello sudoccidentale iglesiente-sulcitano

La percezione che ha di sé la società sarda Impersona un uomo cui è stata sottratta la sua fortuna, o che ha perso il grande amore della sua vita: ancora è capace di sperare; ma una parte si sé è rimasta con quel che ha perso.

La reazione Tentativo di modernizzazione Conservare gli ideali presenti nella cultura Un esempio di integrazione innovazione/tradizione: l’Inglesiente come grande museo di archeologia mineraria

Prodotti di esportazione Sughero (distretto di Calangianus) Granito (concentrato nelle attività galluresi) Lattiero-caseario

Identità - tradizione Pastorizia (Nuoro, Oristano e Sassari) Agricoltura (promuovere lo sviluppo del bosco e adottare tecniche più razionali per le risorse idriche) Si può trovare nella “tradizionalità” una strada locale allo sviluppo? La regione sembra assomigliare a tanti paesi ex coloniali che ancora dipendono economicamente dal paese dominante

Le contraddizioni e le incongruenze del turismo L’impresa turistica è così diffusa che non avendo individuato un preciso target di domanda, non ha commisurato a esso i correlativi fattori dell’offerta. Non esente da intenti di pura speculazione e orientato ad attirare una clientela d’élite, il settore si è rivelato poco inserito nella realtà economica dell’isola e incapace di costituirne un determinante elemento propulsivo.

Caratteristiche del distretto turistico Elevate specializzazioni delle strutture Presenza di elementi ambientali e di elementi organizzativi del territorio. Il distretto più noto su scala internazionale è quello nord-orientale gallurese (Costa Smeralda) Seguono Alghero, Villasimius, Pula Il turismo sembra lo strumento idoneo a coniugare tradizione e modernizzazione (l’agriturismo)