il mare come via di comunicazione

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Transcript della presentazione:

il mare come via di comunicazione SUCCESSIVA il mare come via di comunicazione Il mare inteso come via di comunicazione è certamente il primo passo compiuto dall’uomo marinaio; la prima spinta attraverso l’acqua fu senza dubbio dovuta alla necessità di spostarsi dalla riva per potersi procacciare il cibo in zone non ancora sfruttate, in seguito la curiosità portò l’uomo ad esplorare le terre vicine, a stabilirvi una nuova dimora,a conoscere altre genti, a comunicare con esse e ad effettuare i primi scambi di cose,il primo commercio. La prima notizia di una imbarcazione risale a ben 3500 anni a.C. ,in Mesopotamia, dove ci fu il primo traffico marittimo lungo le coste.2000 anni prima della nascita di cristo gli Egiziani trafficavano lungo le rive del mar Rosso e lungo le rive del golfo Persico.Le navi, dapprima mosse quasi esclusivamente dalla sola forza dei rematori, vennero via via perfezionate, ingrandite ed irrobustite e ai vogatori si aggiungevano vele,sempre più ampie, che garantivano una buona velocità con venti favorevoli. I Persiani ed i Greci,già nemici sulla terraferma, si scontrarono in quella che fu senza dubbio la più rovinosa delle battaglie che la storia ricordi (mille navi persiane contro 310 galee da guerra greche), la battaglia di Salamina, nel corso della quale i greci inflissero una dura sconfitta ai Persiani. Verso il 320 a.C.anche i Romani, fino ad allora quasi esclusivamente contadini e allevatori di bestiame, soldati di fanteria, non certo marinai, si affacciarono al mare con le prime navi nel 256 a.C., benché inesperti, sconfissero la flotta cartaginese, nella battaglia di Ecnomo, sulle coste siciliane.Le dimensioni di queste navi,mediamente, raggiungevano e talvolta superavano la lunghezza di 54 m, erano pontate e a poppa era ricavato l’alloggio per il comandante e per qualche altra persona di riguardo. Sempre a poppa era ricavata la cucina dove venivano cucinati i pasti.Queste navi armate con una grossa vela quadra, inferita di un pennone e le manovre erano agevolate da un’altra vela più piccola chiamata ARTIMONE.

PRECEDENTE Nel mare del nord, soprattutto predoni e guerrieri, furono i vichinghi; in origine nomadi che si spingevano al largo favoriti al fatto che in quel epoca si attraversava una fase climatica relativamente calda, a caccia di foche, di delfini e di balene, lungo le coste della Danimarca della Norvegia e della Svezia, spingendosi fin oltre il circolo polare artico, divennero più tardi popolazioni stanziali che abitarono nella penisola scandinava.Nell’885 due re vichinghi risalirono con le loro navi addirittura la Senna;le loro navi erano snelle, veloci, leggere e adatte ad affrontare il mare aperto. Le navi si costruivano con il fasciame del tipo fasciame sovrapposto ,chiamato oggi clinker o all’inglese, ed erano caratterizzate dall’avere la poppa e la prua aguzze ed erano armate con un’unica vela quadra sostenuta da un pennone messo in croce con l’albero. Nel 1291 Vadino e Ugolino Vivaldi navigarono lungo le coste dell’Africa a bordo di due galee.Nel 1487 il portoghese Bartholomeu Dias partì da Lisbona navigando verso sud, doppiò l’estremo sud dell’Africa, risalendo verso nord fino a giungere nell’oceano Indiano. Ma fu il 1492 l’anno che segnò in modo indelebile la storia della navigazione e delle esplorazioni; è l’anno in cui Cristoforo Colombo effettuò il viaggio attraverso l’oceano Atlantico fino alle coste del nuovo continente, l’America , con tre caravelle Nina ,Pinta e Santa Maria. Sono da citare anche i viaggi dell’italiano Amerigo Vespucci, compiuti nel 1501 a sud del Brasile, forse in Patagonia , e l’esplorazione spintosi lungo lo stretto istmo di Panama. Magellano attraversò lo stretto della Terra del Fuoco come scrive Pigafetta, il mercoledì 28 novembre 1520. Dalla fine del 1600 fino a tutto il 1700 vi furono parecchie spedizioni nell’oceano Pacifico, spettò a James Cook l’esplorazione e lo studio dei mari del sud, della Nuova Zelanda e dell’Australia.