La scuola ecologica di Chicago

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Transcript della presentazione:

La scuola ecologica di Chicago

Chicago come laboratorio sociale 1840-1850: rapida espansione delle industrie Aumento dell’importanza della città come centro di spedizioni e di trasporti commerciali (posizione geografica strategica a sud-ovest del lago Michigan) 1860-1920: notevole crescita demografica (nel 1920, Chicago contava circa 2.700.000 abitanti, di cui 800.000 non erano nati in America e altri 800.000 erano figli di immigrati) Immigrazione (intorno alla metà del 1800 arrivarono Irlandesi e Tedeschi; a fine secolo Russi, Italiani, Polacchi) Molteplicità di gruppi etnici: a Chicago si potevano contare più di 25 etnie europee alla fine del 1800

CHICAGO DOVENTA L’EMBLEMA DEI CAMBIAMENTI NELLE CITTA’ DEGLI STATI UNITI: Rottura della tradizione rurale americana e imposizione del modello di vita urbano Nuova scansione spazio-temporale della città, affermazione del fordismo e nuova mobilità che si riflettono sulla forma urbana Dilatazione di ogni settore di attività economica e sociale Nuove forme di stratificazione sociale Nei primi anni Venti si affermano trasformazioni contraddittorie: da un lato le opportunità di mobilità sociale verticale e dall’altro processi di marginalizzazione delle fasce più deboli Affermazione dell’INDIVIDUALISMO

L’Università di Chicago L’Università nasce nel 1892, con un dipartimento di sociologia (il primo nella storia delle Università americane) I sociologi dell’Università conducono fino all’inizio degli anni ‘30 una serie di studi sulla loro città, che possono essere considerati i primi studi urbani moderni e diedero inizio ad una nuova tradizione di indagine

I sociologi di Chicago si propongono di riflettere sulla realtà e sulla problematicità della città americana all’interno dei cambiamenti storici che si stavano realizzando Comprendere la città significava comprendere alcuni aspetti della società moderna: i cambiamenti nei codici comportamentali, i mutamenti nei legami familiari, l’influenza dell’opinione pubblica, la società di massa… I sociologi di Chicago hanno sempre mantenuto un intenso rapporto con le associazioni e le istituzioni sociali della città Per studiare la città bisognava percorrerla e osservare direttamente i protagonisti della vita urbana Gli stessi metodi accurati di osservazione utilizzati dagli antropologi per gli studi sulla vita e i costumi di altre culture possono essere usati per studiare le pratiche sociali e la vita a Little Italy o in altri quartieri di Chicago Queste riflessioni hanno riguardato anche gli aspetti spaziali della città

Due personalità hanno dato inizio a questo percorso di studi: William Isaac Thomas Robert Ezra Park

William Isaac Thomas (1863-1947) All’epoca la sociologia americana si divideva in due orientamenti: una filosofia sociale speculativa e una serie di studi empirici sulla società Thomas cerca di superare entrambi gli orientamenti attraverso un approccio umanistico Elaborò una nuova metodologia di indagine, basata sull’importanza del punto di vista dei soggetti (“la definizione della situazione”), attraverso lo studio dei documenti personali, lettere, diari, autobiografie… Sperimentò la sua metodologia negli studi sui gruppi immigrati europei, in particolare sui Polacchi con il filosofo sociale Florian Znaniecki

Robert Ezra Park (1864-1944) Formazione giornalistica Formazione filosofica (entrò in contatto con le correnti intellettuali europee e seguì le lezioni di George Simmel a Heidelberg) Principali interessi: Questione delle relazioni razziali Impatto dell’immigrazione e delle minoranze etniche sulla società americana Fenomeno urbano

Il pensiero di George Simmel ha influenzato profondamente gli studi di Robert Park: La città è una forza capace di plasmare e liberare la natura umana in forme nuove Nella città l’economia monetaria diventa la sostanza di tutte le relazioni

Visione problematica della metropoli: La città è un organismo sociale che cresce e si modifica Profonda eterogeneità etnica e sociale dei quartieri urbani: la città è un mosaico di piccoli mondi che si toccano ma non si interpenetrano Crescente divisione del lavoro e varietà dei modi di vita: ciascuna occupazione dà una sua forma alle persone Nuovi processi di aggregazione, nuove relazioni e nuove forme di controllo sociale Modificazione delle forme tradizionali di organizzazione della società basati sulla parentela e sui legami di vicinato (“corruzione” della dimensione etica) Concetto di “superficialità delle relazioni sociali” (le persone non si conoscono e lo status dell’individuo è determinato da segni convenzionali quali la moda e l’apparenza)

Ecologia umana: teoria dell’adattamento delle società umane all’ambiente Prospettiva di analisi che trova ispirazione nel darwinismo sociale: la città viene interpretata attraverso le idee della biologia evoluzionista Nell’agire umano ci sono due livelli: uno biotico, per cui gli individui entrano in competizione, e uno culturale, in cui gli attori sociali condividono ideali e ordini morali L’agire e il dislocarsi sul territorio delle diverse popolazioni vengono interpretati alla luce di concetti quali la lotta per la sopravvivenza e il conflitto: gli abitanti più forti di un contesto urbano tendono ad occupare le posizioni più vantaggiose, mentre gli altri si adattano Secondo questa impostazione le relazioni tra gli individui hanno un carattere oppositivo (competizione, conflitto, selezione)

Il processo di assimilazione è inteso adattamento di un gruppo al contesto sociale di inserimento ed è un percorso graduale e irreversibile:

Esiste un rapporto tra la forma fisica della città e i suoi caratteri sociali:

Ideagramma ideal-tipico della città secondo Burgess: la città è costituita da una serie di cerchi concentrici e le attività si distribuiscono secondo i valori del terreno All’interno del primo cerchio si situa la zona degli affari con i più elevati valori immobiliari Il secondo cerchio comprende la zona di transizione (uffici, industria leggera, quartieri di immigrati e comunità di artisti) Il terzo cerchio comprende le zone degli immigrati di vecchia generazione e le aree residenziali modeste L’ultimo anello comprende le aree suburbane delle classi medie e le zone residenziali dei quartieri alti Al di là dei confini della città c’è la zona dei lavoratori pendolari

I processi economici creano delle AREE NATURALI, delle zone che si sviluppano spontaneamente La vita economica, politica e culturale della città si svolge principalmente nel centro (ACCENTRAMENTO) L’espansione della città avviene per cerchi concentrici (ESTENSIONE) L’immigrazione produce l’effetto di aumentare l’estensione della città, in quanto influisce dapprima sulle colonie di immigrati (le vie d’accesso alla città), rimuovendo migliaia di abitanti che fluiscono nella zona successiva e determinando il ricambio della popolazione (INVASIONE) Ogni zona tende ad estendere la propria superficie, invadendo la zona esterna immediatamente successiva e determinando un ricambio della popolazione (SUCCESSIONE) Gli individui e i gruppi sono classificati secondo la residenza e l’occupazione (DIFFERENZIAZIONE IN GRUPPI NATURALI, ECONOMICI E CULTURALI). La separazione assegna un posto e un ruolo agli individui e ai gruppi nell’organizzazione della vita cittadina.

Questa visione della città è stata oggetto di critiche: La crescita urbana non avviene esclusivamente per cerchi concentrici, ma si può sviluppare anche per settori o per nuclei specializzati Lo schema presuppone una divisione molto netta del lavoro e una separazione tra luoghi di lavoro e luoghi di residenza Inoltre, non tiene in considerazione le caratteristiche fisiche del suolo urbano Tuttavia, questo schema ben si adatta al caso di Chicago, in quanto città nuova e città piatta

IL QUARTIERE EBRAICO IN EUROPA E IN AMERICA: “Il Ghetto” di Louis Wirth Analisi del fenomeno del ghetto in Europa (dalla diaspora al XIX° secolo) e del ghetto ebraico di Chicago IL GHETTO IN EUROPA: All’inizio era una concentrazione volontaria di ebrei in alcuni quartieri Con il tempo la segregazione è stata regolamentata ufficialmente All’interno della comunità si sviluppavano istituzioni religiose, giuridiche, educative che univano i membri del gruppo e li separavano dal mondo esterno Differenziazione progressiva tra i ghetti ebraici nelle città tedesche e i ghetti ebraici nelle città dell’Europa orientale

2) IL GHETTO EBRAICO DI CHICAGO (West Side) All’inizio gli ebrei a Chicago non erano dispersi, ma nemmeno isolati nel contesto urbano (per la maggior parte di origine tedesca) Si erano insediati nella parte occidentale di Chicago (West Side), area con facile accesso a un mercato e alle relazioni con altri gruppi etnici Dalla fine del XIX° secolo, la comunità continuava a crescere (ebrei dell’Europa orientale, ebrei russi, romeni e polacchi) Negli anni ’20, si sviluppa un vero e proprio ghetto (West Side) con 250.000 abitanti Il ghetto aveva però caratteristiche simili ai quartieri ebraici europei: era circondato da un muro, si parlava l’yiddish, c’erano molte sinagoghe Non tutti gli ebrei vivevano nel ghetto: quelli che erano meglio integrati (soprattutto ebrei di origine tedesca) e coloro che intraprendevano un’ascesa sociale tendevano ad allontanarsi dal ghetto e a disperdersi

La segregazione è un fenomeno naturale che coinvolge un gruppo di nuova immigrazione e comporta la concentrazione spaziale in una zona della città: IL GHETTO E’ UN’AREA NATURALE COME LITTLE ITALY Il grado di segregazione etnica e residenziale è associato al grado di integrazione nella società, al tempo di permanenza e allo status economico LA RESIDENZA E’ UN INDICATORE DELLO STILE DI VITA ALL’INTERNO DEL CICLO DI RELAZIONI RAZZIALI, IL GHETTO RAPPRESENTA L’ADATTAMENTO E L’USCITA DA ESSO RAPPRESENTA L’ASSIMILAZIONE Il percorso di inclusione nella società ospitante si conclude con l’ASSIMILAZIONE della minoranza allo standard culturale della maggioranza (classe media americana, bianca, protestante, di origine anglosassone) e con la DISPERSIONE sul tessuto urbano. Il gruppo si adatta al contesto di accoglienza con il passare delle generazioni (importante è la variabile TEMPO) WIRTH HA PERO’ NOTATO CHE MOLTI INDIVIDUI CHE HANNO LASCIATO IL GHETTO SI SONO COLLOCATI A CAVALLO DI DUE MONDI E NON SONO STATI COMPLETAMENTE ASSIMILATI NELLA SOCIETA’ DI ACCOGLIENZA. QUESTA CONSTATAZIONE HA MESSO IN LUCE CHE L’ABBANDONO DEL GHETTO NON TERMINA NECESSARIAMENTE CON L’ASSIMILAZIONE.

Negli anni ‘60 e ‘70, si sono sviluppate critiche al modello assimilazionista della Scuola di Chicago: la mancanza di una tassativa corrispondenza tra l’avvio di processi dispersivi e tempo di permanenza nella società di accoglienza l’indipendenza dei fattori etnici da quelli economici disomogeneità dello spazio sociale nelle città degli Stati Uniti, in particolare sulla forte concentrazione in alcuni quartieri della popolazione nera complessificazione sociale e culturale in alcune città europee, in seguito alle migrazioni internazionali forme peculiari di segregazione e di povertà come le bidonvilles, le favelas, le barriadas, gli slums nelle città del Terzo Mondo, come Rio de Janeiro, Nairobi, Città del Messico Questi studi hanno messo in luce nuove forme di concentrazione residenziale e di mixité e hanno dimostrato che il processo di inserimento non è lineare e irreversibile