L’INTEGRAZIONE EUROPEA 50 anni di storia
Unita nella DIVERSITA’ 27 paesi dal 1° gennaio 2007 Diverse culture, ma comune matrice Diverse lingue (23 lingue ufficiali) Diverse religioni (prev. protestanti a nord e prev. cattolici a sud escl. Grecia) Diversi livelli di sviluppo socioeconomico Diverse tipologie di organizzazione politica
UNITA nella diversità Mercato unico e libera circolazione di merci, persone, capitali, servizi. Regole comuni in materia di mercato, concorrenza, moneta, economia e tanti altri settori. Rapporti economici e politici con i paesi terzi. Status dei cittadini europei: diritti e tutela. Contatti strettissimi di carattere politico fra paesi membri per definire insieme posizioni e azioni comuni. Spazio di libertà, sicurezza, giustizia. Istituzioni comuni. Parola chiave: INTERDIPENDENZA
I simboli dell’Ue Bandiera Motto Inno Festa http://europa.eu/abc/symbols/index_it.htm
Il progressivo ampliamento dell’Ue 1973 1981 1986 1995 2004 2007
I Trattati istitutivi (1) Il Trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), firmato il 18 aprile 1951 a Parigi ed entrato in vigore il 23 luglio 1952, è giunto a scadenza il 23 luglio 2002. Il Trattato di Roma, che istituisce la Comunità economica europea (CEE), firmato a Roma il 25 marzo 1957 ed entrato in vigore il 1º gennaio 1958, è stato firmato contemporaneamente al trattato che istituisce la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). Si fa pertanto riferimento ai due trattati come ai trattati di Roma. Il Trattato di fusione, firmato a Bruxelles l’8 aprile 1965 ed entrato in vigore il 1º luglio 1967, ha istituito una Commissione unica ed un Consiglio unico delle allora tre Comunità europee. L’Atto unico europeo, firmato a Lussemburgo (17 febbraio 1986) e all’Aia (Italia e Danimarca, 26 febbraio 1986) ed entrato in vigore il 1º luglio 1987, ha disposto gli adattamenti richiesti per completare il mercato interno.
I Trattati istitutivi (2) Il Trattato sull’Unione europea, firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore il 1º novembre 1993. Il Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre 1997 ed entrato in vigore il 1º maggio 1999. Il Trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001 ed entrato in vigore il 1º febbraio 2003. Il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, firmata a Roma il 29 ottobre 2004, non è stata ratificata da tutti gli Stati membri e quindi non entrerà in vigore. Il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007, entrerà in vigore dopo le ratifiche di tutti gli Stati membri. Per leggere il testo integrale dei trattati: http://europa.eu/abc/treaties/index_it.htm
L’integrazione europea durante la II guerra mondiale Manifesto di Ventotene (1941), redatto da Spinelli, Colorni, Rossi. Movimento federalista europeo (1943). Nascita di analoghi movimenti federalisti in tutti i paesi europei. Movimento Europeo come unione dei vari movimenti federalisti. 1948: Congresso dell’Aja e “messaggio agli Europei”. Aprile 1948: OECE (Piano Marshall) e UEO. Londra, 5 maggio 1949: Consiglio d’Europa. Federalismo vs. funzionalismo.
L’avvio dell’integrazione europea: dalla CECA alla CED 9 maggio 1950: Dichiarazione Schuman (Ministro degli esteri francese). Parigi 18 aprile 1951: CECA (6 paesi). Libero scambio di prodotti carbosiderurgici. Durata cinquantennale (1952-2002). Problema della Germania (Konrad Adenauer, cancelliere RFT 1949-1963). 14 ottobre 1950: Piano Pleven (Ministro degli esteri Francia). 17 maggio 1952: Trattato CED. Proposta CPE prima ancora delle ratifiche CED: fallimento agosto 1954. 1954: Italia e RFT nell’UEO (e RFT anche nella NATO). 14 maggio 1955: Patto di Varsavia.
La dichiarazione Schuman 9 maggio 1950 (estratto dal testo) La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania. Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La dichiarazione Schuman 9 maggio 1950 (estratto dal testo) La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime. La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica. Per leggere il testo integrale della dichiarazione: http://europa.eu./abc/symbols/9-may/decl_it.htm
La Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) Trattato con durata cinquantennale (fino al 27 luglio 2002). Preambolo, 100 articoli, alcuni allegati. Mercato comune carbosiderurgico (merci, trasporti, lavoratori, regole di concorrenza). Alta Autorità (fino al 1965) composta di 9 membri indipendenti nominati da Consiglio Ministri: decisioni, raccomandazioni e pareri a maggioranza. Sovranazionalità. Amplissimi poteri. Jean Monnet primo presidente dell’Alta Autorità. Assemblea parlamentare (funzioni consultive, ma con potere di votare mozione di censura nei confronti dell’Alta Autorità). Elezioni in secondo grado. Consiglio dei Ministri: armonizza politiche nazionali con decisioni Alta Autorità. Corte di Giustizia per ricorsi fra Stati membri e fra Stati e CECA.
Federalismo vs. Funzionalismo I Trattati di Roma (1957) Giugno 1955: conferenza di Messina. Rapporto del gruppo di lavoro presieduto da Spaak (Min. Esteri belga). Funzionalismo. Roma, 17 marzo 1957: CEE e CEEA (Euratom) Problemi di ratifica in Italia e Francia per opposizione comunista. Posizione di Spinelli. Federalismo vs. Funzionalismo
La Comunità economica europea (CEE) Trattato perpetuo. No possibilità di recesso. Personalità giuridica. Preambolo, 240 articoli, protocolli e allegati. Istituzioni: Commissione, Consiglio, Parlamento, Corte di Giustizia, CES, BEI, Corte dei Conti (dal 1975), CdR (dal 1993). Mercato comune da instaurare in 12 anni, con libera circolazione di merci, servizi, persone (lavoratori), capitali. Unione doganale con TDEC (dal 1° luglio 1968). Politica agricola (PAC) e FEOGA. Trasporti. Concorrenza. Politica economica e monetaria (in embrione). Politica commerciale comune verso i paesi terzi. Politica sociale (in embrione) e FES. Associazione dei PTOM. Disposizioni finanziarie. Bilancio. Risorse proprie (dal 1970).
Il difficile avvio dell’integrazione comunitaria Ampliamento delle competenze ex art. 235 Cee (poteri impliciti) Resistenze alla sovranazionalità e ostacoli al voto a maggioranza. De Gaulle in Francia (1958-68). Impasse. Avvio del dialogo sulla cooperazione politica: piani Fouchet 1961 e 1962. Limitate aperture. Respinte per due volte (1963 e 1967) le richieste di ingresso di UK. Posizione inglese. Aprile 1965: fusione degli esecutivi (in vigore dal 1° luglio 1967). Gennaio 1966: Compromesso di Lussemburgo (veto per interesse nazionale vitale). 1° luglio 1968: realizzata unione doganale con 18 mesi di anticipo. 1969: De Gaulle esce di scena.
Gli anni settanta Consiglio europeo de L'Aja (dicembre 1969): avvio della cooperazione politica (in RFT Willy Brandt) e conclusi negoziati PAC. Risorse proprie (decisione 1970) e direttiva su IVA (1977). Allargamento a UK, Irlanda e DK (1973) e poi Grecia (1981). Piano Werner per unione monetaria (1971), Serpente monetario (1972) dopo crisi di Bretton Woods e SME (da marzo 1979). Cooperazione politica: rapporti Davignon (1971 e 1972) e Tindemans (1975). Prima riunione a Dublino del Consiglio europeo (marzo 1975), istituzionalizzato a C. E. Parigi dicembre 1974. Paesi ACP: prima Convenzione di Lomè (febbraio 1975). Istituita la Corte dei Conti (1975, in funzione da ottobre 1977) e il FESR (1975).
Allargamento e approfondimento Primo allargamento 1973: UK, Irlanda, Danimarca. No Norvegia per esito referendum. Posizione britannica: speciale legame con USA, anche militare; relazioni economiche con Commonwealth; tentativo di creare zona di libero scambio (EFTA 1959); desiderio di contrastare alleanza franco-tedesca; desiderio di entrare nella CEE per benefici economici (aumento reddito CEE 75% vs. UK 35%). P. E. eletto a suffragio universale diretto (decisione del 20 settembre 1976, rapporto Patijn 1978 e prima elezione giugno 1979). No procedura elettorale uniforme. Secondo allargamento: Grecia 1981 (dopo fine regime colonnelli 67-74). Benefici economici + stabilità politica + apertura Mediterraneo. Terzo allargamento: Spagna e Portogallo (dal 1986).
Gli anni ottanta Giugno 1983: Dichiarazione solenne di Stoccarda (Piano Genscher-Colombo). 14 febbraio 1984: il P. E. approva il Progetto Spinelli. Maggio 1985: Accordi di Schengen (Convenzione applicativa del 1990, in Italia in vigore dal 1997). 12 giugno 1985: firma atti di adesione di Spagna e Portogallo (in vigore dal 1° gennaio 1986: dimensione euromediterranea). Consiglio europeo di Milano (28-29 giugno 1985): decisa riforma del Trattato CEE attraverso CIG. Atto unico europeo (17 e 28 febbraio 1986): gigante economico e nano politico. In vigore dal 1° luglio 1987.
L’Atto Unico Europeo (AUE) Modifiche istituzionali: Consiglio europeo e possibilità per la Corte di Giustizia di accogliere ricorsi individuali. Procedura decisionale di cooperazione e di parere conforme (per adesione nuovi membri e per associazione). Crescono i poteri del P.E. Aumento decisioni a maggioranza anziché unanimità. Completamento del mercato interno entro il 1992. Coesione economica e sociale e FESR. Ricerca e sviluppo tecnologico. Ambiente (sussidiarietà). Cooperazione politica.
Verso Maastricht Primo “pacchetto Delors” per il completamento del mercato interno (febbraio 1987). Carta sociale (C. E. Strasburgo, dicembre 1989). No UK. Piano Delors per l'UEM (aprile 1989). 9 novembre 1989: caduta del muro di Berlino. Dicembre 1989: il C. E. di Strasburgo decide la convocazione di una nuova CIG di riforma dei Trattati. Maggio 1990: istituita la BERS (in funzione dal settembre 1991). 3 ottobre 1990: riunificazione della Germania. 15 dicembre 1990: si aprono a Roma due CIG, una sull'unione politica e una sull'unione monetaria. 1° luglio 1991: sciolto il Patto di Varsavia. Dicembre 1991: accordi europei con PECO.
Il C. E. di Maastricht 9-10 dicembre 1991: Consiglio europeo di Maastricht . 7 febbraio 1992: firma del Trattato di Maastricht Esito negativo del referendum danese del 2 giugno. Dopo negoziazione di opting-out in materia di GAI, di difesa, di UEM, esito favorevole del secondo referendum danese del 18 maggio 1993. Referendum francese del 20 settembre 1992: vincono i SI per pochissimi voti. 2 maggio 1992: firma ad Oporto del Trattato SEE (no Svizzera). 1° novembre 1993: il TUE entra in vigore. Ratifica tedesca. 30 marzo 1994: firma di accordi di adesione di Austria, Svezia, Finlandia e Norvegia (la Norvegia però dice NO con referendum). Quarto allargamento in vigore dal 1° gennaio 1995: Europa a 15 membri.
Il Trattato istitutivo dell’Unione Europea (TUE) UE = tre “pilastri” (CE, PESC, GAI). CE (non più CEE) = materie economiche compresa UEM. Opting-out UK e DK per Uem. Pesc = sicurezza comune, event. anche difesa, rapporti con Nato e UEO. Opting-out DK per difesa e Irlanda per coinvolgimento suo territorio. GAI = immigrazione, visti, cooperazione giudiziaria e di polizia. Opting-out DK per visti.
La Comunità Europea (CE): le nuove politiche Cittadinanza europea. Libera circolazione dei capitali e realizzazione UEM in tre tappe. Nuove regole per politica economica e monetaria. Opting-out UK e DK. Politica sociale (opting out UK), istruzione, formazione professionale, gioventù. Cultura, sanità, protezione consumatori. Reti transeuropee. Ampliamento di competenze comunitarie per coesione economica e sociale, ricerca e sviluppo tecnologico, ambiente. Cooperazione allo sviluppo.
La Comunità Europea (CE): le modifiche istituzionali Sussidiarietà, trasparenza, proporzionalità. Procedura di codecisione. Ampliamento di decisioni a maggioranza. Nuova procedura di bilancio. Commissione: mandato di 5 anni e approvazione del PE. Istituzionalizzazione della Corte dei Conti. Mediatore europeo. Tribunale di primo grado. Poteri sanzionatori alla Corte di Giustizia. Comitato delle Regioni. BCE e SEBC.
Dopo Maastricht: la revisione del TUE C. E. Copenaghen (giugno 1993): allargamento UE a PECO. 1994: Piano Delors “crescita, competitività, occupazione”. Art. N TUE: clausola di revisione (CIG nel 1996). Giugno 1994: il C. E. di Corfù istituisce il Gruppo Westendorp “di riflessione” sui seguenti temi: UEM Allargamento Revisione istituzionale Politica sociale Europa dei cittadini PESC Torino, marzo 1996: si apre una nuova CIG. Maggio 1997: in UK vincono i laburisti.
Il Consiglio europeo di Amsterdam Consiglio europeo di Amsterdam (giugno 1997): Progetto di Trattato. Patto di Stabilità. Agenda 2000: per un’Unione più forte e più ampia. Nuovo Trattato firmato il 2 ottobre 1997. In vigore dal 1° maggio 1999. Non particolari problemi di ratifica, ma lentezza. Molte critiche. Risultato inferiore alle aspettative. Critiche al metodo della CIG.
Il Trattato di Amsterdam: le modifiche al TUE Mantiene la struttura a tre pilastri. Nuova numerazione. TUE = preambolo + 53 artt. + protocolli. CE = preambolo + 320 artt. + protocolli. Art. 6: rif. al rispetto dei diritti umani. Art. 7: procedura per violazioni gravi e persistenti (sospensione). Cooperazione rafforzata. Flessibilità PESC: definizione più precisa del quadro normativo, apertura limitata a decisioni a maggioranza, Alto Rappresentante, incertezze sulla difesa e sui rapporti con UEO e NATO. Opting-out UK e DK per difesa. III pilastro: non GAI ma “cooperazione giudiziaria e in materia penale”: ammissibilità del sindacato della Corte. “Comunitarizzazione” dell’acquis di Schengen (no per UK e Irlanda). Europol.
Il Trattato di Amsterdam: le modifiche al Trattato CE Nuovo Titolo IV: visti, asilo, immigrazione. Opting-out DK, Uk, Irl. Nuovo Titolo VIII: occupazione. Ampliamento competenze CE in materia di politica sociale, istruzione, formazione professionale, gioventù. Recepito contenuto della Carta Sociale (UK ritira opting-out) Rafforzamento di poteri di coordinamento del Presidente della Commissione. Aumento di poteri di codecisione del P.E. Semplificazione della procedura di codecisione. Max 700 membri al P. E. Lotta alla frode e alla corruzione. Tutela privacy. Protocollo sui principi di sussidiarietà e proporzionalità.
Dopo Amsterdam (1) Approvazione di misure attuative di Agenda 2000: strategia di pre-adesione. 3 maggio 1998: vertice di BERLINO, decisione di passaggio a III fase UEM. Adottati nuovi programmi di azione sociale, di tutela ambientale, di R&ST, di cultura. Piena liberalizzazione delle telecomunicazioni. Rinnovo Convenzione di Lomè. Avvio politica comune immigrazione. Vertice di Cardiff giugno 1998: apertura nuova CIG secondo art. 2 TUE (CIG prima di allargamento). Problemi della CIG: politica estera e di difesa, cooperazioni rafforzate, adeguamento di istituzioni ad allargamento.
Dopo Amsterdam (2) Entrata in vigore Trattato di Amsterdam (1° maggio 1999) Vertice di Helsinki dicembre 1999: Avvio negoziati di adesione con paesi candidati. Riconoscimento di Turchia come paese candidato. Esercito europeo operativo dal 2003 (teoricamente). Riforma della Commissione europea (Prodi) dal 1999. Regolamenti di riforma dei Fondi strutturali (1999) Vertice di Colonia del giugno 1999: patto per l’occupazione e proposta Carta dei diritti (testo della Carta) Deciso trasferimento di competenze dall'UEO all'UE al vertice di Marsiglia (novembre 2000) entro il 1° luglio 2001 (non ancora completato).
La Carta dei diritti fonda- mentali dell’Unione europea. Proposta al C. E. di Colonia (giugno 1999). Istituzione di una Convenzione presieduta da Roman Herzog (ex presidente Germania) al C. E. di Tampere (dicembre 1999). Composizione Convenzione: 62 membri di cui 16 rappr. del P.E., 30 rappr. dei Parlamenti nazionali, 15 (+ supplenti) rappr. dei governi, 1 rappr. Commissione europea (Vitorino). Testo della Carta presentato al C. E. di Biarritz (ottobre 2000) e promulgato al C. E. di Nizza (dicembre 2000). Preambolo + 54 articoli divisi in 7 Capi: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, giustizia, disposizioni generali. Documento privo di valore giuridicamente vincolante. Proposto inserimento nei Trattati.
Il Trattato di Nizza (1) Consiglio europeo di Nizza 7-8 dicembre 2000. Nuovo Trattato firmato il 26 febbraio 2001. Preambolo, 70 articoli, dichiarazioni e protocolli. Problemi con le ratifiche in Irlanda: NO al primo referendum di giugno 2001, ma bassissima percentuale votanti. Secondo referendum ottobre 2002, con prevalenza di SI. Problemi con l’impegno militare. Trattato di Nizza in vigore dal 1° gennaio 2003. Al C. E. di Nizza approvata anche una “dichiarazione sul futuro dell’Europa” (n. 23), che ha aperto il dibattito culminato al C. E. di Laecken.
Il Trattato di Nizza (2) Avviso preventivo in caso di violazione grave e persistente dei principi dei trattati (modif. art. 7). II Pilastro: eliminazione di riferimenti all’UEO; cooperazioni rafforzate anche per la PESC; possibilità di concludere, a maggioranza qualificata, taluni tipi di accordi internazionali nel settore PESC; il Consiglio può nominare a maggioranza qualificata rappresen-tanti speciali per problemi politici specifici. III Pilastro: istituzione di unità europea di cooperazione giudiziaria (Eurojust); abolito il potere di veto degli Stati dissenzienti per cooperazioni rafforzate nel terzo pilastro.
Il Trattato di Nizza (3) I pilastro (materie): abolito potere di veto per Stati dissenzienti circa le cooperazioni rafforzate nel primo pilastro; scompare anche l’elenco di materie in specifiche in cui le cooperazioni rafforzate sono autorizzate; graduale passaggio dall’unanimità alla codecisione nel settore visti, asilo, immigrazione; in genere, ampliamento significativo di materie da decidere a maggioranza qualificata; adeguamento della politica commerciale al WTO; più ampie competenze comunitarie in materia sociale e di protezione dei lavoratori; nuovo titolo: cooperazione economica, finanziaria e tecnica con paesi terzi;
Il Trattato di Nizza (4) Modifiche istituzionali: massimo 732 membri per il P.E., nuova ripartizione dei seggi, statuto del Parlamentare europeo; nuova ponderazione dei voti in seno al Consiglio (in previsione dell’allargamento) e nuove regole per la maggioranza qualificata; Commissione europea: 1 cittadino per Stato e rafforzamento poteri del Presidente; Presidente Commissione nominato dal Consiglio europeo e Commissari dal Consiglio a maggioranza qualificata; Corte di giustizia: un cittadino per Stato; il Consiglio può istituire camere giurisdizionali specializzate; la stessa cosa può fare la Corte dei Conti (un membro per Stato); il P. E. può presentare ricorsi alla Corte solo per salvaguardare le proprie prerogative; max 350 membri per CES e CdR.
L’allargamento dell’UE C.E. di Copenaghen (giugno 1993): prospettiva del raddoppio degli Stati membri entro la fine del millennio. C. E. di Essen (dicembre 1994): “accordi europei” (associazione dei PECO) e strategia di preadesione. Parallelo allargamento della NATO: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca dal 2001; Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Repubbliche baltiche dal 2004; Albania e Croazia da aprile 2009. Agenda 2000 prende in considerazione allargamento UE a 13 paesi, con problemi riguardanti la Turchia. C. E. di Copenaghen (dicembre 2002): si stabilisce allargamento a 10 paesi a decorrere dal 1° maggio 2004, Romania e Bulgaria dal 1° gennaio 2007. Croazia, ex R. I. di Macedonia e Turchia sono ufficialmente paesi candidati all’adesione. I paesi balcanici per ora sono associati.
Una Costituzione per l’Europa (1) C. E. di Laeken (dicembre 2001): Dichiarazione sul futuro dell'UE. Decisione di istituire una Convenzione per preparare un progetto di Trattato-Costituzione, che si è insediata a Bruxelles nel febbraio 2002. Composizione della Convenzione: 15 rappr. dei governi UE, 30 rappr. dei Parlamenti nazionali, 16 rappr. del P. E., osservatori (rappr. di altre istituzioni comunitarie) rappr. e dei paesi candidati all’adesione (senza diritto di veto). Presidente Giscard D’Estaing, Vicepresidenti Amato (PSE) e Dehane (PPE), Presidium di 9 membri (due rappr. P.E., due rappr. Commissione europea, due rappr. Parlamenti nazionali, tre rappr. di governi di Spagna, Danimarca, Grecia). Sono stati presentati vari progetti di Costituzione da forze politiche, parti sociali, governi degli Stati membri, istituzioni UE fra cui partic. quello della Commissione europea presieduta da Romano Prodi.
Una Costituzione per l’Europa (2) La Convenzione ha iniziato a lavorare nel febbraio 2002. Il 14 marzo 2002 ha approvato un documento sul metodo di lavoro (coinvolgimento della società civile). I lavori della Convenzione si sono chiusi con la presentazione di un progetto di Trattato Costituzionale al C. E. di Salonicco del 19 giugno 2003, poi trasmesso alla Presidenza Italiana del Consiglio dell’UE il 18 luglio 2003. Il 4 ottobre 2003 si è aperta a Roma la CIG, con mandato di concludere i lavori entro la fine dell’anno e comunque prima delle successive elezioni del P.E. nel giugno 2004. Nonostante i difficili negoziati Cig, il nuovo trattato è approvato il 18 giugno 2004 e firmato a Roma il 29 ottobre 2004, con alcune modifiche rispetto al progetto elaborato dalla Convenzione. Dopo l’approvazione del nuovo Trattato da parte del C. E., esso doveva essere sottoposto a ratifica negli Stati membri ed entrare in vigore il 1° novembre 2006 oppure due mesi dopo il deposito dell’ultima ratifica. Una clausola prevedeva che, se il 1° novembre 2006 il Trattato fosse ratificato dai 4/5 dei membri e uno o più Stati avessero incontrato difficoltà, la questione doveva essere deferita al C. E.
Il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa (1) Scompare la struttura a tre pilastri. Struttura del Trattato: Parte I: principi generali. Parte II: Carta dei diritti. Parte III: politiche e funzionamento dell’Unione. Parte IV: disposizioni generali e finali L’Unione ha personalità giuridica. Esplicita suddivisione delle competenze fra Unione è Stati membri (competenze esclusive dell’Unione, competenze concorrenti, coordinamento). Clausola di flessibilità.
Il Trattato-Costituzione (2) Modifiche istituzionali. Semplificazione del quadro normativo (legge, legge-quadro, regolamento, decisione, raccomandazione, parere). Semplificazione/razionalizzazione delle procedure decisionali. Estensione delle decisioni a maggioranza, pochi settori (es. Pesc) ancora all’unanimità. Modifiche procedura di bilancio (quadro finanziario pluriennale e bilancio annuale).
Il Trattato-Costituzione (3) Possibilità di recesso volontario dall’Unione. Inclusione Carta dei diritti. Clausola di solidarietà (per terrorismo o calamità). Cooperazioni rafforzate (non più obbligo di almeno 8 partecipanti). Procedura di revisione dei Trattati che istituzionalizza il metodo della Convenzione.
Le mancate ratifiche: cosa fare? La Costituzione per l’Europa è stata ratificata da 15 Stati membri: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Nei referendum in Francia e nei Paesi Bassi, svoltisi rispettivamente il 29 maggio e il 1º giugno 2005, la maggioranza degli elettori ha votato “no” al testo della Costituzione. Il Consiglio europeo del 16 e 17 giugno 2005 ha ritenuto la scadenza del 1º novembre 2006, che era stata inizialmente prevista per l’entrata in vigore della Costituzione, non più perseguibile. Tutti gli Stati membri, che abbiano o non abbiano ratificato la Costituzione, si sono così presi una pausa di riflessione, da utilizzare anche per dibattiti e chiarimenti. La presidenza tedesca, portoghese e slovena hanno preparato un programma congiunto di lavoro per i tre semestri, in cui prevedevano che la decisione finale sulla “sorte” della Costituzione europea venisse presa entro il 2008.
Verso il Trattato di Lisbona Il Consiglio europeo del 21-22 giugno 2007 (Presidenza tedesca), in seguito a difficili negoziati, è riuscito a convocare una CIG incaricata di redigere un “trattato di riforma” (prendendo come base il Trattato-Costituzione), che doveva rispettare un mandato dettagliato. Il Trattato di Lisbona che modifica il TUE e il TCE è stato firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 dai Rappresentanti dei 27 Stati membri. Il Trattato doveva essere ratificato dagli Stati membri e sarebbe entrato in vigore il 1º gennaio 2009, se tutti gli strumenti di ratifica fossero stati depositati; altrimenti, il primo giorno del mese successivo all'avvenuto deposito dell'ultimo strumento di ratifica.
Tutte le informazioni sul Trattato di Lisbona http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1296&lang=it
Il Trattato di Lisbona in sintesi Non un unico Trattato ma due: Trattato sull’Unione europea Trattato sul funzionamento dell’Unione (ex TCE) I due nuovi Trattati si sostituiranno, abrogandoli, a quelli ora esistenti. Scompare completamente il termine “Costituzione” ed ogni riferimento ai “simboli” dell’Ue (bandiera, inno, motto, festa).
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa scompare (1) Scompare il preambolo del Trattato-Costituzione tranne il punto 2 (eredità culturali, religiose ed umanistiche). Scompare l’articolo riferito al primato del diritto dell’Unione (ma dichiarazione n. 29). Scompare la nuova nomenclatura degli atti legislativi (ma resta la gerarchia delle fonti). Scompare riferimento alla libera concorrenza fra gli obiettivi dell’Unione (ma il protocollo n. 6 consente di usare a tale scopo la clausola di flessibilità) Scompare la menzione esplicita dello “Spazio di libertà, sicurezza e giustizia” (ma ne rimane il contenuto e l’eliminazione dello strumento della decisione-quadro). Tuttavia le nuove regole sul ruolo della Commissione e della Corte si applicheranno solo dopo 5 anni dall’entrata in vigore e UK ha opt-out per altri 5 anni.
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa scompare (2) Procedure di voto a MQ rinviato al 2014 o più tardi. Rafforzato ulteriormente ruolo dei Parlamenti nazionali. Estrema cautela in materia di politica estera e soprattutto di difesa. Il Ministro degli esteri riprende il nome di “Alto Rappresentante”. Il suo ruolo però resta lo stesso ed è affiancato da una “diplomazia” europea. Carta dei diritti non inserita, ma riferimento al suo pari valore giuridico (art. 6). Tuttavia riserve di UK e Polonia. La Corte di Giustizia non sarà competente sui diritti di proprietà intellettuale.
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa rimane (1) Rimangono molte delle positive acquisizioni del Trattato-Costituzione, e cioè: Eliminazione della CE. Solo UE con personalità giuridica. Invariate le disposizioni istituzionali, salvo piccoli dettagli. Scomparsa dei pilastri (ma dubbi sulla reale scomparsa del III pilastro). Aumento di materie soggette alla codecisione legislativa (dal 60% al 90%). Nuove politiche (es. turismo, sport, protezione civile, energia, politica spaziale, cooperazione amministrativa, aiuto umanitario, diritti di proprietà intellettuale).
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa rimane (2) Criteri di separazione delle competenze fra Ue e Stati membri. Clausola di flessibilità (poteri impliciti), ma non per raggiungere obiettivi PESC. Principi democratici (fra cui la democrazia rappresentativa, la democrazia partecipativa e l’iniziativa legislativa dei cittadini). Obbligo di informare il PE anche per la Pesc. Anche per la Pesc si utilizzano i comuni strumenti legislativi. Cooperazione rafforzata e clausole di solidarietà. Adesione dell’Ue alla CEDU (ma con necessaria ratifica di tutti gli Stati membri!!) Diritto di recesso dall’Unione.
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa è aggiunto (1) Aggiunto uno specifico riferimento all’Euro come moneta unica dell’Unione. Potenziato il ruolo dei Parlamenti nazionali dando loro più tempo per effettuare il controllo (da 6 ad 8 settimane). Un solo Parlamento nazionale può impedire l’adozione di misure sul diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali. Se un solo Governo si oppone, non possono essere proposti atti legislativi in materia di cooperazione giudiziaria e penale. Possibilità di cooperazione fra servizi segreti.
Il Trattato di Lisbona in sintesi: cosa è aggiunto (2) Maggiore trasparenza: porte aperte quando il Consiglio legifera. Più semplice attuare una cooperazione rafforzata: solo 9 membri. Possibile farlo anche per cooperazione di polizia e per combattere reati finanziari. Esplicitazione: le competenze non attribuite all’Unione appartengono agli Stati membri. Riferimento esplicito ai criteri di Copenaghen per ammissione nuovi membri. Solidarietà nel settore dell’energia. Aggiunte moltissime affermazioni pleonastiche che denotano una certa sfiducia nell’Unione.
Il difficile percorso di ratifica (1) L’Irlanda è l’unico paese in cui la ratifica del Trattato tramite referendum è obbligatoria per Costituzione. Il referendum in Irlanda si è svolto il 13 giugno 2008. Il "No" ha vinto con il 53,4% dei voti, contro il 46,6 del "Sì". L'affluenza è stata di poco superiore al 50% degli aventi diritto. Frattanto, gli altri Stati membri, tranne la Polonia e la Repubblica ceca, hanno depositato a Roma gli strumenti di ratifica. In nessun altro Stato si è svolto un referendum.
Il difficile percorso di ratifica (2) Dopo una campagna di informazione più accurata, un secondo referendum si è tenuto in Irlanda il 2 ottobre 2009. Stavolta hanno prevalso i SI (67,13%). Si attendono ora le ratifiche di Polonia e Repubblica ceca (i parlamenti hanno approvato il Trattato, ma i Presidenti devono ancora ratificare). Poi il Trattato di Lisbona potrà entrare in vigore, sostituendosi ai trattati esistenti.