Dai romani al Risorgimento. L agricoltura rappresenta una delle attività più estese e congeniali della popolazione veneta e in particolar modo vicentina,

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Dai romani al Risorgimento

L agricoltura rappresenta una delle attività più estese e congeniali della popolazione veneta e in particolar modo vicentina, come ci viene descritto da storici del tempo, quali Plinio, Rutilio Emiliano, Varrone e altri. Estesa è la coltivazione del farro, da cui si producono farine per il pane e per una specie di polenta, precorritrice della polenta di mais, giunta nelle nostre terre solamente dopo la scoperta dell America e dopo lunghi e difficili tentativi per introdurre questa nuova cultura. Non meno importanti poi sono le coltivazioni dell orzo e dellavena, alle quali si affianca il frumento. Le macine da farina ritrovate dimostrano che in ogni insediamento si provvedeva anche alla macinazione dei cereali, forse con una organizzazione corporativa. Vengono coltivati i legumi, mentre i frutteti occupano notevoli estensioni di terreno. La vite, tradizionale coltura dell antica Roma, si estende sempre di più verso i territori del nord. Lungo le pendici dei nostri monti e colli è esteso l allevamento degli ovini, mentre il bovino è utilizzato sfruttandone latte, carne, zoccoli, pelle e allevato sia in pianura che in montagna.

Gli insediamenti di comunità monastiche proprio durante il turbinoso periodo delle invasioni barbariche, rispettati in parte anche dagli invasori, divengono centri autonomi di civiltà, baluardi di difesa della cultura locale, scuole di vita e di laboriosità. Sono interessati e attivi nel campo dell agricoltura, costituiscono centri di organizzazione agricola attraverso intelligenti bonifiche territoriali, valide ed esistenti ancor oggi. Organizzano persino monopoli del sale, articolo così prezioso e raro a quei tempi, ma importantissimo nell alimentazione e anche nella conservazione dei cibi. Programmano allevamenti organizzati di ovini, bovini e pollame, coltivano cereali e legumi, introducono e migliorano la lavorazione del latte. Estendendo la coltivazione della vite, migliorano le tecniche della lavorazione dell uva, si comprende l importanza dell ambientazione di questo lavoro in fresche cantine, ancor oggi veri e propri monumenti di arte agraria. Anche la coltivazione di piante da frutto non viene tralasciata e viene praticata la tecnica della potatura razionale delle piante.

L origine dei vitigni del vicentino risale all epoca romana prima e longobarda poi. Il secolo scorso è stato triste per i vini, perché la peronospera e la filossera, malattie fito-patologiche frutti di un microfungo che aggredisce le piante, hanno distrutto intere coltivazioni delle nostre zone estinguendo così il vitigno originale. La scienza botanica è riuscita a riportare in auge la viticoltura. In alcune vallate isolate, però lontane dalla pianura, a ridosso dei monti, con una variazione climatica modesta, poco umida, sono sopravissuti alcuni vitigni originali. Il nome Clinton non è, come si potrebbe pensare, quello dei portainnesto, bensì in luogo da cui è stata fatta la spedizione dellAmerica, cioè dal porto di Clinton. Quando questi vitigni, immuni da malattie, arrivavano, sulle casse era riportata la scritta Clinton, cosicché il nome Clinton è rimasto, e anche accentato alla veneta; e il vino che ne viene prodotto è stato per molti anni proibito dalla nostra legge, a causa del suo forte profumo caratteristico, che può contaminare anche tutta una grande produzione, e per il basso grado alcolico che raggiunge.

Il Vespaiolo, dall uva vespaiola prodotta nella vallata che si diparte da Breganze e va verso nord e che conserva ancora degli antichi vitigni originali, che non hanno mai subito innesti e che, secondo un grande esperto di botanica, ling. Meneghettì, ha quasi 300 anni. Esiste ancora oggi una vite con un tronco di 29 cm di diametro, con una lunghezza di tralci di oltre 30 m.

E un vino dolce, da dessert, ma non sciropposo. E stato per secoli il vino usato nelle mense pontificie a Roma; a documentare ciò, le bolle di trasporto che venivano utilizzate attraverso una assicurazione fatta a Firenze. Proprio il Torcolato di Breganze, sorseggiato poi nella Roma papale, testimonia una delle prime forme assicurative dei trasporti.

Il Garganega è estremamente profumato, adatto per il pesce. I Pinot: bianco, grigio o nero, sono altri vini giunti nelle nostre zone dopo la perdita dei vigneti autoctoni a causa della filossera e della peronospera.

Altro vino tipico del vicentino è il Tocai rosso, la cui zona di produzione DOC comprende la zona sud dei colli Berici e non scende in pianura. La pianta del Tocai rosso deve produrre poco, in quantità limitata, ha un alto grado di acidità fissa e una capacità di resistenza di 1 o 2 anni, ragion per cui è un vino che va bevuto relativamente giovane e che si presta moltissimo nell abbinamento con il baccalà alla vicentina. Da non dimenticare il Cabernet Franc Sauvignon e il Merlot.