Ricchezza Economica e Felicità Gianfranco Atzeni Università di Sassari e CRENoS UTE – 2 maggio 2013
I ricchi piangono? E’ un luogo comune che i cittadini dei paesi più ricchi siano anche più infelici. La soddisfazione per la propria vita dipende dal reddito pro capite. La felicità cresce rapidamente al crescere del reddito, e via via meno rapidamente per i più ricchi.
Paradosso di Easterlin Ciò che si osserva è che la felicità dipende poco dalle VARIAZIONI della ricchezza. Prendiamo l’Italia negli ultimi 40 anni: Il livello di soddisfazione cresce col reddito, ma negli ultimi 20 anni, nonostante il reddito sia aumentato, la felicità non segue lo stesso andamento. ITALIA
Perché? All’aumentare del reddito è un po’ come se ci trovassimo su un tapis roulant: per mantenere la posizione dobbiamo correre sempre più. Almeno 3 spiegazioni ADATTAMENTO: il livello di soddisfazione di un nuovo acquisto aumenta solo temporaneamente. Ci si abitua a star bene.
Abitudine alla soddisfazione Aumento dell’aspirazione al consumo al crescere del reddito. Nonostante la felicità oggettiva aumenti, si richiedono continui e più intensi piaceri dal consumo per mantenere lo stesso livello di soddisfazione.
Valore relativo Il benessere derivante da ciò che consumiamo dipende dal valore relativo del consumo stesso, cioè da quanto differisce da quello degli altri con cui ci confrontiamo
Se il danaro non compra la felicità… …vuol dire che state spendendo male i vostri soldi! Studi recenti mostrano la differenza di soddisfazione personale derivante tra il danaro speso per se stessi e quello speso per gli altri. Esperimenti: il grado di soddisfazione raggiunto non dipende dalla somma di danaro spesa, ne’ dalla ricchezza del paese, ne’ dal tipo di spesa effettuata. «Le tasse sono una cosa civilissima» Tommaso Padoa-Schioppa, 2007
Cosa abbiamo sbagliato? Se il livello di soddisfazione dei cittadini dei paesi ricchi non cresce con il reddito cosa non funziona nel nostro sistema economico? Che tipo di economia vorremmo? Esistono innumerevoli proposte: in generale si pensa che occorra mettere l’enfasi sulla soddisfazione dei bisogni primari degli individui nel modo più ampio possibile ALIMENTAZIONE SANITA’ ISTRUZIONE CULTURA RICERCA
Una modesta proposta Un esempio: ripensamento della produzione agricola. La globalizzazione della produzione ha portato ad una elevata standardizzazione anche nei prodotti agricoli. Nel prezzo finale dei prodotti alimentari incidono molto i costi di trasporto, di conservazione, refrigerazione, imballaggio. Solo il 10% va al produttore, il resto, il c.d valore aggiunto, serve solo a rendere disponibile il prodotto sul banco del supermercato.
Localizzazione Come risposta alla globalizzazione. La produzione agricola non si presta molto alla globalizzazione. Perché dovremmo produrre miliardi di pomodori tutti uguali in Cina? La produttività agricola può aumentare rispettando la natura, adattandosi alla biodiversità, alle diverse stagioni.
Mercati dei contadini I produttori possono avere una retribuzione maggiore se possono accedere facilmente ai mercati locali senza intermediari e vendere direttamente i prodotti freschi. Si tagliano i costi di: trasporto conservazione, irraggiamento imballaggio pubblicità. Si riducono inquinamento e rifiuti Si mangiano prodotti più sani
Altri settori Ciò che si può fare per i prodotti agricoli si applica anche ad altri settori, come l’allevamento di bestiame e di pesce, la pesca, la produzione di legname, la produzione di derivati di questi settori. Anche nel settore bancario piccoli cooperative creditizie (Credit Unions) riescono a fare maggiori profitti dei grandi gruppi bancari.
L’economia per la felicità C’è chi ripensa al modo di produrre di certi beni. SMALL: piccole produzioni SLOW: rispettare il tempo (stagioni) LOCAL: localizzare per trasportare meno ed inquinare meno. Accorciare le distanze Infine accrescere le relazioni tra le persone a livello locale. Reti
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