LA SPESA LE GRANDI CENE IL VINO CURIOSITA LE CUCINE
Molti romani facevano la spesa al mercato. Ogni settimana contadini e pescatori si recavano in città per vendere frutta, verdura, pesce e carne. Al mercato i cittadini potevano persino comprare gli schiavi che venivano trattati come oggetti.
Per le famiglie ricche avere ospiti a cena era un occasione importante. Si servivano tre portate: l'antipasto consisteva in insalata, crostacei e uova seguito da vino dolcificato con miele. La portata principale poteva essere composta anche da sette piatti. Si mangiava con le mani. I romani mangiavano semisdraiati su divani da tre posti. Gli schiavi fra una portata e l'altra pulivano le dita dei padrone.
Nelle famiglie più ricche gli schiavi passavano la maggior parte del tempo in cucina a preparare il cibo per i padroni. Ogni schiavo era specializzato in un piatto diverso.
Il vino era molto importante nella vita dei romani, ma anche molto annacquato e solo pochissime persone potevano permettersi del buon vino. I vini venivano generalmente tenuti nel "tabulatum", un locale fresco. Il vino di maggio, ancora giovane, veniva versato in anfore dal collo sottile e cilindrico infilato in appositi buchi nella sabbia in modo da mantenere la posizione verticale. Tali anfore avevano una capacità di trenta litri e su di esse veniva riportata l'annata "consolare", il nome del vino e del produttore. Le anfore, chiuse ermeticamente con tappi di sughero o coperchi di cotto saldati con la pece, venivano impiegate sia per il trasporto marittimo che per l'invecchiamento.
I romani amavano molto mangiare e per mangiare di più, quando erano pieni, si ficcavano le dita in gola per vomitare e poi ricominciare a mangiare. Notizia curiosa da non far leggere ai troppo schizzinosi!