Strumenti e metodi dell’osservazione in educazione Prof. Angelo Lascioli Università di Verona
Differenza tra metodi e strumenti Osservare l’educando Differenza tra metodi e strumenti
Cos’è metodo? Il termine méthodos indica “via”, percorso che si deve compiere per raggiungere uno scopo; In senso generale, si tratta di un insieme di regole consciamente ordinate, che dirigono una determinata attività; Secondo la metodologia della ricerca, si tratta della “teoria” che guida e finalizza l’attività.
Cos’è strumento? In senso generale, si tratta di un arnese o dispositivo idoneo al compimento di determinate attività e operazioni; Secondo la metodologia della ricerca, riguarda la modalità concreta attraverso cui si opera per raggiungere un determinato obiettivo: in tal senso metodo e strumento sono “facce” della medesima medaglia.
Metodi e strumenti dell’osservazione Abbiamo già visto che NON esiste l’osservazione neutrale: esiste sempre una qualche relazione tra osservazione e teoria (oggetto e soggetto, quantità e qualità, educando ed educatore, ecc…).
A proposito di “distinzione tra dato e deduzione” Osserva C. G. Hempel che “Il concetto di osservazione può venire inteso in modo ampio così da includere non solo la percezione (da intendersi il DATO), ma altresì la sensazione (da intendersi il VISSUTO EMOTIVO) e l’introspezione (da intendersi l’analisi del DATO = DEDUZIONE), oppure …
Continua Hempel … in un modo più ristretto implicante unicamente la percezione (il DATO) di ciò che in linea di principio è pubblicamente accertabile, ossia percepibile anche da altri (nel medesimo modo o similmente)”. I contenuti tra parentesi sono mie specificazioni.
Avere o fare un’osservazione? Precisa K. R. Popper che NON “abbiamo” mai un’osservazione (così come quando si dice di avere una determinata sensazione) MA “facciamo” sempre un’osservazione. Un’osservazione, infatti, è SEMPRE preceduta da una qualche aspettativa o da una determinata teoria.
Osservazione: problema/sintomo Per tali ragioni parlare di osservazione implica necessariamente confrontarsi con i limiti (problema)dell’osservazione, nonché del conflitto(sintomo)tra i diversi approcci metodologici.
Osservare l’educazione Quale metodo (o metodi)? Quale strumento (o strumenti)?
Una scelta di “campo” Il metodo per eccellenza per un’osservazione in educazione è quello dell’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE. Vediamo perché …
L’educazione richiede “contatto” L’osservazione partecipante è un modo di guardare, sentire e ascoltare che implica il contatto con la realtà osservata; Coinvolge tutti gli organi di senso (vista, udito, gusto, tatto, olfatto).
L’educazione è un’esperienza di “prima mano” L’osservazione partecipante pone direttamente in contatto con la realtà che si vuole osservare; Non prevede “mediazioni” fatta eccezione per la soggettività di chi osserva.
L’educazione richiede “coinvolgimento” L’osservazione partecipante implica l‘inserimento in un contesto; Chi osserva entra a far parte (non è in dis-parte) del contesto ambientale ed umano che sta osservando.
L’educazione richiede “relazione” L’osservazione partecipante avviene all’interno di una relazione tra il chi dell’osservante ed il chi dell’osservato; Nella e con la relazione si possono vedere cose che “da fuori” non si vedono perché avvengono dentro la relazione.
L’educazione è “educ-azione” L’osservazione partecipante è più di un pensiero, è più di una teoria; La partecip-azione è una modalità di agire: non ci si limita a guardare ma ci si lascia coinvolgere, ci si muove con gli altri, si fanno cose insieme agli altri.
L’educazione richiede chiarezza di “ruoli” L’osservazione partecipante richiede di “scoprirsi”; Mentre si osserva e si entra in “scena”, ci si incontra/scontra con gli altri “personaggi”, si “recita” un ruolo in cui la propria “parte” è solo parzialmente già data dal “copione”.
L’educazione attiva cambiamenti Nell’osservazione partecipante l’osservatore “modifica” il sistema delle relazioni in atto; Chi osserva “sporca” la scena: la sua presenza provoca reazioni a catena, attiva nuovi processi o blocca processi che sono in atto durante la sua assenza.
L’educazione genera innovazione Chi fa l’osservazione partecipante influisce positivamente su chi osserva; Lo sguardo NON giudicante di chi osserva, dona all’altro il bene prezioso dell’attenzione, dell’ascolto, del rispetto, della comprensione, della condivisione.
Strumenti dell’osservazione partecipante Strumento per eccellenza dell’osservazione partecipante è la personalità dell’osservatore.
Altri strumenti Il diario; Schede/griglie di osservazione; Audio e video registrazioni Il questionario; L’intervista; Test.
Il diario Il diario è uno strumento di introspezione che si basa, per la sua redazione, sulla osservazione di fatti ed avvenimenti. Il diario - chiamato anche journal, o field notes (vedi Nunan, 1989) non è altro, per usare la definizione di Kenmis & McTaggart (1982), che un racconto personale eseguito su basi regolari su un preciso argomento di interesse. Le annotazioni possono essere costituite da osservazioni, idee, sensazioni, reazioni, interpretazioni, riflessioni, ipotesi, spiegazioni, convinzioni, percezioni, ecc., tutti inerenti l’argomento d’interesse prescelto dalla ricerca. Sostanzialmente, quindi, il diario ci rappresenta dati così come questi sono visti da chi scrive.
Note per la compilazione Dato che è difficile che poche annotazioni possano rivelare informazioni interessanti, è necessario specificare i tempi della sua compilazione. Questi tempi sono di due tipi: il quando bisogna fare una annotazione: ogni giorno? ogni due giorni? ogni volta che si fa una certa attività? E per quanto tempo si continuerà a fare le annotazioni (un mese? due mesi? un trimestre?); Tuttavia è bene tener in mente che meno annotazioni vengono effettuate, più difficile sarà rilevare patterns, avvenimenti, episodi o tematiche ricorrenti, significative per l’osservazione.
Inoltre… Le annotazioni del diario vanno fatte temporalmente il più vicino possibile all’avverarsi dell’espisodio interessato. La vicinanza temporale permette di registrare con immediatezza, franchezza e onestà le proprie impressioni, idee, ecc. Il diario è uno strumento a due fasi: la prima fase è privata e la seconda fase (opzionale) è pubblica. Per trasformare il diario privato in un documento pubblico va fatta una revisione e ad una riscrittura da parte di chi lo ha compilato. Questa riscrittura, oltre a rendere il testo più comprensibile e leggibile, aiuta chi ha tenuto il diario ad interpretare e valutare i dati che ha registrato eliminando aspetti ritenuti superflui.
Schede/griglie di osservazione La scheda/griglia di osservazione propriamente detta è uno strumento che cattura informazioni, di norma non linguistiche, fornendo una fotografia di una certa situazione. È utile per riportare informazioni su attività, comportamenti, azioni e la loro distribuzione, durata e intensità. La scheda di osservazione può essere molto semplice (4-5 voci) o molto complessa, e può presentarsi sotto varie forme, ad esempio: un grafico, una lista, una tabella, ecc.
Una delle caratteristiche della scheda di osservazione è che molte informazioni devono poter essere annotate in breve tempo. Per questo motivo la scheda di osservazione può rassomigliare ad un checklist o talleysheet i cui items vanno ticked off durante l’osservazione. Infatti ticking consuma meno tempo che il dover annotare per iscritto la cosa osservata. Un’altra caratteristica della scheda di osservazione, che la contraddistingue dal diario e altri strumenti, è la sua dimensione chiusa. La scheda è costituita da un numero vario di voci o items, e l’osservatore riporta dati richiamati da queste voci.
Registrazione audio/video La registrazione audio e video sono tutte e due strumenti ideali per catturare informazioni ulteriori sul contesto verbale e non verbale delle relazioni e delle comunicazioni che le caratterizzano. Si può dire che, più di ogni altro strumento, la video registrazione fornisce al ricercatore un quadro “veritiero” di come operano i soggetti senza il filtro della presenza dell’osservatore esterno.
Il questionario Il questionario può contenere quesiti aperti o quesiti chiusi. I quesiti aperti, sono utili per esplorare le caratteristiche di un campione, chiedono informazioni sulle opinioni, idee, giudizi degli intervistati. Il questionario a quesiti chiusi - chiamati scelte multiple/binarie - richiede che l’intervistato scelga, fra una serie di items dati, quello che più riflette le sue idee, opinioni, giudizi. Si prestano meglio all’analisi comparativa.
L’intervista L’intervista può essere più o meno aperta a seconda del modello adottato: Intervista libera: in questo modello non ci sono delle domande predeterminate. La direzione che prende l’intervista non è prevista ed è dettata dalle risposte dell’intervistato; Intervista strutturata: in questo modello viene predisposta prima dell’intervista una lista di domande nonchè l’ordine stesso delle domande. Con questo modello si è in grado di paragonare le risposte di più intervistati dato che le stesse domande sono strutturate e vengono poste nello stesso ordine a tutti; Intervista semi-strutturata: in questo modello, più flessibile del precedente ma più guidato del primo, anziché una lista di domande predeterminate, vengono individuati degli argomenti o fatti da discutere. L’intervistatore conosce a grandi linee il tipo di informazioni che gli servono ma non impone un ordine rigoroso e limitante all’intervistato.
Test Si distingue tra: Test strutturati: il test strutturato misura un costrutto psicologico e tratti di personalità presenti nel soggetto e osservabili apertamente; Test proiettivi: evidenziano aspetti della personalità latenti e spesso inconsci.