ETA’ DEI METALLI (in Italia: circa a.C.)

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ETA’ DEI METALLI (in Italia: circa 4000-750 a.C.) Generica, come tutte le periodizzazioni decontestualizzate, quindi necessita di precisazioni: geografiche tecnologico-culturali rapporto continuità/mutamento, dopo Darwin e Marx Nozione: Thomsen 1836, pietra-bronzo-ferro

L’ambito si giustifica per: 1) problematiche; 2) metodi di studio 1.Problematiche nuove metalli come: - beni di prestigio, poi armi e strumenti > innovazioni tecnologiche - specialisti, distinti e spesso visti come diversi da tutti gli altri: fabbri per guerrieri-dei, come Efesto, zoppo, per Zeus; o nani (v. fiabe) per Thor; Ciclopi; maghi - possibilità di accumulare ricchezza - maggiore circolazione (specialmente per ricerca dei minerali e distribuzione manufatti) e più intensi rapporti fra comunità (già dal Paleolitico, ma ora di più) complessificazione sociale (abitati fortificati, indizi di conflittualità, necropoli differenziate) influenza delle società urbane orientali

2. Metodi di studio tipologia su oggetti metallici fatti in serie analisi di strutture socioeconomiche complesse etnografia e tradizioni popolari (molti elementi di continuità in più rispetto al Paleolitico - Mesolitico - Neolitico) linguistica DNA Per Bronzo e Ferro: documenti scritti (fonti classiche e di altre culture dotate di scrittura, es. “Lineare B” micenea). Protostoria (Dechelette 1908): - in Francia comprende anche il Neolitico - in Italia e Europa occidentale: Bronzo e Ferro (ca 2300 – 750 a.C.)

Sviluppo sociopolitico Renato Peroni distingue 3 livelli 1. Paleolitico-Eneolitico: società egualitarie o non stabilmente differenziate, riguardo a persone dello stesso sesso ed età; infatti anche le società più semplici e omogenee distinguono funzioni e ruoli a seconda dell’età e del sesso. Per l’esattezzain tali società c’è un’unica differenziazione ed è spesso legata a differenziazioni fisiche macroscopiche (persone sciancate, gobbe, cieche, epilettiche o affette da altre malattie neurologiche): quella dello sciamano, che è sacerdote, guaritore, insomma l’unico operatore nei “servizi” o terziario (importante la divisione nelle tre categorie di attività). 2. Protostoria: società complesse, con differenziazioni sociali stabili 3. Società urbane, con divisione in vere e proprie classi, a causa della proprietà dei mezzi produzione e dei particolari modi di produzione.

PLUSPRODOTTO La quantità di prodotto accantonato dopo che sono state soddisfatte le esigenze primarie dei produttori, esigenze relative ad ogni cultura. Il plusprodotto può essere investito in beni “superflui” o in attività di interesse economico. SETTORI ECONOMICI - primario: sfruttamento delle risorse della natura (agricoltura, allevamento, pesca, miniere ecc.) - secondario: trasformazioni dei prodotti naturali (metallurgia, edilizia, industria alimentare ecc.) - terziario: attività che sostengono e rendono possibile la produzione nel primario e secondario (scuola, trasporti, commercio, turismo ecc.)

Obiezioni a tale schema (Anna Maria Sestieri): 1. Società neolitiche differenziate: Natufiano ( 10° - 9° millennio a.C.), con abitati stabili, incremento demografico, differenze di rango,centri preurbani (come Čatal Hüyük, 7° millennio). Vs: Ma Čatal Hüyük non è una vera città: v. Liverani. Inoltre già società mesolitiche di cacciatori e raccoglitori avevano raggiunto livelli di complessità straordinarie (v. Gőbekli Tepe, nell’alto corso Tigri e Eufrate, con enorme santuario, statuaria megalitica, 10°-9° mill) 2. Sviluppo della complessità spesso è contrastato da resistenza (di parte) della comunità al potere di un capo. 3. La nascita dello stato è l’eccezione, non la regola. Vs: in realtà una volta nata la città innesca un processo a catena, moltiplicatore e difficilmente arrestabile. La sua stessa origine (imperi idraulici in Mesopotamia e Egitto) è l’unica soluzione per lo sfruttamento di determinati territori.

+ plusprodotto sostentamento artigiani + produttività agricola + specializzazione e innovazioni + strumenti e + efficienti necessità di amministrazione nuove specializzazioni autorità politica, economica e religiosa necessità di sinergie tra artigiani strumenti per artigiani residenze e sedi amministrative necessità di lavorare vicini (laboratori, botteghe) riuniti e organizzati in un unico luogo: la città sviluppo del terziario (trasporti, commercio, scribi, magazzinieri ecc.) versus campagna

V. Gordon Childe Le variabili che caratterizzano la città: 1 forte crescita dimensionale e demografica 2 eterogeneità occupazionale della popolazione, specializzazione a tempo pieno 3 concentrazione della ricchezza mediante tributi 4 investimento di eccedenze in edifici pubblici: templi, magazzini, palazzi 5 sviluppo di classi dominanti mantenute dalle eccedenze 6 sistemi di registrazione delle informazioni, calcolo e scrittura 7 sviluppo scienze esatte per esigenze pratiche ed economiche fondamentali: matematica, geometria, astronomia 8 arti figurative 9 importazione e commercio su lunghe distanze per materie prime di lusso 10 gruppi e associazioni legate da vincoli non di parentela.