CORSO DI SCIENZA DELLE FINANZE (6 crediti) A. A Prof

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CORSO DI SCIENZA DELLE FINANZE (6 crediti) A. A. 2004-05 Prof CORSO DI SCIENZA DELLE FINANZE (6 crediti) A.A. 2004-05 Prof.ssa Veronica Polin I. PRESENTAZIONE DEL CORSO II. ECONOMIA DEL BENESSERE E SCELTE SOCIALI

Lezione 1 I. PRESENTAZIONE DEL CORSO 1. Che cos’è la Scienza delle finanze 2. La struttura del corso 3. I testi di riferimento 4. Aspetti organizzativi

1. CHE COS’E’ LA SCIENZA DELLE FINANZE La Scienza delle finanze o Economia pubblica è la disciplina economica che studia il ruolo dello stato nelle economie di mercato Con particolare riguardo alle entrate e alle spese pubbliche rappresentate nel bilancio dello stato

La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una giornata Usiamo elettricità, gas, acqua gestititi da imprese pubbliche o private ma regolate dallo stato o da enti pubblici Giriamo per strade costruite dallo stato Consumiamo benzina, il cui prezzo è fortemente influenzato dalle imposte indirette

La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una vita... Nasciamo in un ospedale (spesso pubblico) e ci registrano all’anagrafe Da giovani passiamo molti anni in scuole (pubbliche o sovvenzionate dallo stato) Lavoriamo: il nostro compenso è gravato in misura rilevante da oneri sociali

La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una vita... Costruiamo una famiglia, abbiamo figli e in molti casi ci sono sussidi dallo stato Ci ammaliamo e siamo curati quasi sempre in istituzioni pubbliche Cessiamo di lavorare e viviamo di una pensione, quasi sempre pubblica Si muore e saremo sepolti in un cimitero costruito dal comune.

La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Tutte le attività descritte richiedono un volume elevato di mezzi finanziari in gran parte raccolti con imposte, prelievi coattivi a carico dei cittadini. La descrizione delle spese e delle entrate è condensata nel Bilancio dello Stato, o meglio nei bilanci dei moltissimi enti pubblici che compongono ciò che chiamiamo stato.

Richard Musgrave The Theory of Public Finance Mc Graw Hill, New York 1959 Le funzioni del bilancio pubblico: Allocazione Redistribuzione Stabilizzazione

Le funzioni del bilancio pubblico: ALLOCAZIONE persegue modalità efficienti di offerta dei servizi pubblici e di prelievo fiscale attraverso: Produzione pubblica Regolamentazione di attività private

Le funzioni del bilancio pubblico: REDISTRUZIONE corregge la distribuzione delle risorse realizzata dal mercato attraverso: Trasferimenti monetari Imposte Offerta di servizi reali (trasferimenti in kind)

Le funzioni del bilancio pubblico: STABILIZZAZIONE regola il livello dell’attività economica, garantendo il pieno impiego e il controllo dell’inflazione attraverso: La manovra delle spese e delle imposte Misure che incentivano l’attività produttiva

2. LA STRUTTURA DEL CORSO I parte: La funzione allocativa, redistributiva e di stabilizzazione Economia del benessere: efficienza ed equità Un quadro della finanza pubblica italiana Fallimenti di mercato e intervento pubblico: beni pubblici, esternalità, monopolio e asimmetrie informative

2. LA STRUTTURA DEL CORSO Beni meritori (cenni) La sicurezza sociale (pensioni, sanità, ammortizzatori sociali, assistenza) Processi e regole di decisione collettiva (cenni)

2. LA STRUTTURA DEL CORSO II parte: Il finanziamento della spesa pubblica: tasse, imposte, debito pubblico I principi generali della tassazione: equità ed efficienza La scelta dell’imposta, la determinazione della base imponibile, la graduazione delle aliquote Eccesso di pressione Effetti economici delle imposte Il sistema sistema tributario italiano: IRE, IRES, DIT, IVA, IRAP, ICI

3. I TESTI DI RIFERIMENTO P.Bosi (a cura), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, Bologna, 2000 (capitoli indicati nel programma) P.Bosi, M.C.Guerra, I tributi nell’economia italiana, Il Mulino, Bologna, Quinta edizione 2004 (capitoli indicati nel programma)

Attenzione! La trattazione degli argomenti nei testi indicati è talvolta svolta ad un livello di approfondimento superiore a quello richiesto da questo corso. Gli studenti sono quindi invitati a regolarsi sulla base delle spiegazioni e delle indicazioni fornite nelle lezioni.

4. ASPETTI ORGANIZZATIVI RICEVIMENTO E INFORMAZIONI Lunedì 12.00-13.00 email: veronica.polin@univr.it programma del corso, testi consigliati e materiali didattici: www.univr.it esame: prova scritta con eventuale integrazione orale (a discrezione del docente)

II . ECONOMIA DEL BENESSERE E GIUSTIFICAZIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO Richiami teorici di Economia del benessere necessari per spiegare le motivazioni teoriche dell’intervento pubblico

TEORIA POSITIVA E TEORIA NORMATIVA TEORIA POSITIVA: spiega le cause di un fenomeno economico Esempi: Perché.. esiste la disoccupazione? la difesa è sempre gestita dallo stato e mai da imprese private? la sanità è quasi sempre gestita dallo stato? in autostrada si paga un pedaggio e nelle strade normali no?

TEORIA POSITIVA E TEORIA NORMATIVA TEORIA NORMATIVA: Individua gli obiettivi di politica economica e gli strumenti idonei per il loro raggiungimento Esempi: Quali sono le politiche migliori… per ridurre la disoccupazione o l’inflazione? per distribuire tra i cittadini il carico tributario? per gestire il servizio di trasporto ferroviario?

EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE WALRASIANO DEF: Una situazione in cui esiste un vettore di prezzi con queste proprietà: Tutti i consumatori massimizzano la loro funzione di utilità Tutte le imprese massimizzano il loro profitto Tutti i mercati sono in equilibrio

L’ Economia pubblica si occupa sia dell’aspetto positivo sia di quello normativo Il contesto teorico più appropriato per discutere gli aspetti normativi è la ECONOMIA DEL BENESSERE in cui assumono un rilievo particolare i concetti di: EFFICIENZA e di EQUITA’

PRIMO TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE In questa fase storica è molto diffusa la convinzione che un’economia di mercato decentrata sia più efficiente che un’economia in cui l’intervento pubblico è ampio. Da quali principi teorici trae origine questa affermazione? Dai risultati dell’Economia del Benessere e in particolare dal c.d. PRIMO TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE

L’idea di fondo dell’Economia del benessere individuare le condizioni di efficienza economica (ottimo Paretiano): Partendo da una data distribuzione iniziale di risorse Accettando giudizi di valori minimali Questa ricerca di solito non consente di individuare un solo ottimo sociale, ma infiniti. Interviene allora un principio di equità sulla base del quale è possibile pervenire ad una scelta

ECONOMIA DEL BENESSERE Presupposti “filosofici” Visione individualistica: gli individui sono i migliori giudici di se stessi e scelgono secondo criteri egoistici Visione non organicistica della società: non esiste un bene della “società” diverso da quello degli individui che la compongono Principio di Ottimo Paretiano: c’è un miglioramento di benessere solo se almeno un individuo migliora e nessun altro peggiora.

I presupposti “filosofici” dell’Economia del Benessere sembrano ragionevoli, ma.. • Visione individualistica: non sempre gli individui agiscono nel proprio interesse o hanno un orizzonte temporale abbastanza ampio • Visione non organicistica della società: molti pensano che esistano valori comunitari (il senso dell’identità nazionale, la protezione dell’ambiente come valore al di sopra delle scelte individuali) • Principio di Ottimo Paretiano: induce a legittimare lo status quo.

OTTIMO PARETIANO: una definizione formale una situazione in cui non è possibile, attraverso modificazioni delle condizioni di produzione e scambio, migliorare il benessere di un individuo senza diminuire quello di qualche altro. Es: (5,3) (1000,3) P.E (3,3) NO P.E (6,3) P.E

OTTIMO PARETIANO Poiché le possibili allocazioni iniziali delle risorse tra gli individui sono infinite, esistono infiniti punti ottimo-paretiani, uno per ogni allocazione iniziale. Essi possono essere rappresentati, nel caso di due individui, dalla frontiera delle utilità. Posizioni di First Best

Funzione del benessere sociale Per definire un ottimo sociale è necessario disporre di un criterio di scelta tra i punti della frontiera dell’utilità (=tutte le combinazioni dei livelli di utilità individuali che rappresentano situazioni P.E). Funzione del benessere sociale W = W (U1, U2) è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali. Rappresenta i giudizi di valore di una società sulla distribuzione delle utilità.

Primo teorema dell’economia del benessere Un equilibrio generale competitivo walrasiano produce una configurazione di prezzi e quantità che rispetta tutte le condizioni di ottimalità paretiana (=un eq di conc. Perfetta è P.E) L’intervento dello stato può essere giustificato dall’esigenza di correggere l’esito del mercato per avvicinarlo alla condizione di concorrenza perfetta

IPOTESI SOTTOSTANTI Completezza dei mercati Assenza di esternalità Assenza di beni pubblici Assenza di potere di mercato Assenza di asimmetrie informative

Secondo teorema dell’economia del benessere Ogni allocazione Pareto-ottimale può essere raggiunta con un equilibrio concorrenziale mediante l’uso di imposte o trasferimenti in somma fissa (lump sum). lump sum: imposta (o trasferimento) sul cui ammontare il contribuente (o beneficiario) non può influire modificando i propri comportamenti. Es: Imposta commisurata al colore degli occhi Imposta commisurata al QI

Se valgono entrambi i teoremi dell’Economia del Benessere esiste separazione tra efficienza ed equità Si ragiona in condizioni di First Best

Nella realtà …. non esiste un sistema di imposte e trasferimenti lump sum in grado di svolgere i compiti redistributivi richiesti dal Secondo teorema perché questo richiede informazioni troppo elevate

Se… l’esito del mercato concorrenziale, pur essendo un ottimo Paretiano, definito per una data distribuzione iniziale delle risorse, è socialmente inaccettabile dal punto di vista dell’equità, tentativi di correggere la distribuzione producono inefficienze Soluzioni di Second best Trade-off tra efficienza ed equità

IMPORTANTE Le condizioni di concorrenza perfetta, presupposto per l’applicazione del Primo Teorema dell’Economia del benessere, si realizzano ben difficilmente Anche se la concorrenza perfetta fosse realizzata, l’intervento dello stato può essere giustificato dall’esigenza di effettuare redistribuzioni coerenti con la Funzione del benessere sociale

Ogni intervento dello stato parte sempre da uno status quo che non è un First Best ma un Second Best. In questi casi i trade-off tra efficienza ed equità risultano di più difficile valutazione.

Può verificarsi il caso in cui maggiore equità comporti anche maggiore efficienza Esempio: Lottare contro l’esclusione sociale può portare a ridurre la criminalità e quindi ad aumentare il benessere e ridurre i costi per la difesa della proprietà privata

Un provvedimento inefficiente può migliorare il benessere se corregge un’altra inefficienza Esempio: Agevolare con sussidi un’impresa è distorsivo, ma può consentire maggiore crescita nel medio periodo allentando le inefficienze dei mercati finanziari

Spesso le alternative sociali si pongono sotto forma di trade-off tra maggiori sacrifici oggi in cambio di maggiori vantaggi domani Esempio: Accetti di essere licenziato oggi, al fine di consentire ristrutturazioni che comporteranno maggiori posti di lavoro domani

Cosa abbiamo imparato: ECONOMIA DEL BENESSERE E SCELTE SOCIALI • Teoria positiva e normativa • Presupposti teorici dell’Economia del benessere • Primo e Secondo teorema dell’economia del benessere • La Funzione del Benessere sociale • La distinzione tra Ottimo sociale e Ottimo paretiano • Il trade-off tra efficienza ed equità