Caratteristiche linguaggio P.A. A. sostantivi derivati da verbi (per esempio: bonifico, subentro, storno, condono, ecc.); B. verbi derivati da sostantivi (per esempio: disdettare, referenziare, attergare, ecc.); c. termini arcaici (per esempio: testè, altresì, all’uopo, codesto, ecc.); D. termini dotti (per esempio: pervenire, ottemperare, espletare, istanza, sede stradale, ecc.);
Caratteristiche linguaggio P.A. E. eufemismi e attenuazioni (per esempio: mancato accoglimento, non deambulante, non vedente, seppellitore, ecc.) F. formule impersonali ricorrenti (per esempio: si fa presente la necessità di..., si fa obbligo di...., ecc.); G. espressioni stereotipate (per esempio: netto rifiuto, in ossequio a..., ecc..) H. sostantivi che sostituiscono intere frasi (per esempio: è vietata la balneazione invece di è vietato fare il bagno; si prevede il riordinamento delle norme invece di si prevede che le norme vengano riordinate, ecc);
Caratteristiche linguaggio P.A. I. tecnicismi giuridici (per esempio: ammenda, oblazione, rogito, delega ecc.); L. periodi lunghi e complicati, caratterizzati da connessioni complesse come premesso che..., preso atto di..., ove, in deroga a .., ecc.; frasi complesse, con più subordinate (per esempio: La fissazione di un termine, dalla cui scadenza, difettando l’emanazione del provvedimento amministrativo, è possibile esplicare lecitamente l’attività, permette all’amministrazione di valutare il tipo di iniziativa prospettata dall’amministrato e di adottare le misure che possono salvaguardare le esigenze collettive, pregiudicabili da iniziative incompatibili,);
Caratteristiche linguaggio P.A. M. incisi (per esempio: la sentenza afferma - a prescindere dal caso di specie - l’esigenza che...,ecc.); N. verbi in forma passiva (per esempio: la data è stabilita dalle autorità competenti invece di le autorità competenti stabiliscono la data, ecc.); o. verbi in forma impersonale (per esempio: si fa presente, si allega, si certifica, ecc.) r. largo uso del participio presente con funzione di verbo (per esempio: la circolare avente per oggetto, al posto del più comune la circolare che ha per oggetto);
Caratteristiche linguaggio P.A. Q. uso del gerundio al posto di proposizioni dipendenti esplicite (per esempio: .. .difettando l’emanazione del provvedimento amministrativo, è possibile esplicare lecita-mente l’attività.., invece di . . .se non è stato emanato un provvedimento amministrativo, è possibile esplicare lecitamente l’attività...); R. uso del futuro con valore di imperativo (per esempio: ciascun ente vorrà inviare, in cui vorrà inviare sta per deve inviare); s. doppia negazione (per esempio: non è inammissibile invece di è ammissibile; non si può non considerare invece di si deve considerare).
Principi generali di strutturazione e di impostazione grafica del testo 1. Scegliere un maggiore o minore grado di articolazione dei documenti in base al tipo di testo e alla sua complessità; in particolare, suddividere i testi lunghi e complessi in capitoli e paragrafi. 2. Nei documenti lunghi introdurre sempre un indice analitico numerato degli argomenti. 3. Articolare il testo in capitoli e paragrafi di contenuto omogeneo, disposti in sequenza logica, numerati e dotati di un titolo strettamente correlato al contenuto. 4. Raccogliere in allegati, estrapolandole dal testo di carattere generale, le informazioni/prescrizioni che interessano un numero limitato di soggetti tra i destinatari del testo o che trattano argomenti secondari. 5. Predisporre schemi introduttivi per i testi lunghi ed articolati.
Principi generali di strutturazione e di impostazione grafica del testo 6. Limitare i riferimenti a codifiche informatiche (in quanto di esclusivo utilizzo dell’amministrazione) e, se ritenuti indispensabili, fornirne di seguito anche la descrizione per esteso. 7. Eliminare, quanto più è possibile, i rimandi ad altri testi, citando per esteso, o in note numerate, quanto necessario per la completezza dell’informazione. 8. Evitare di chiedere più volte la stessa informazione nello stesso modulo. 9. Evitare di scrivere a mano gli avvisi al pubblico e mantenere sempre uno stile rispettoso degli utenti. 10. Utilizzare criteri grafici e tipografici simili per esprimere idee coordinate e per trattare argomenti collegati. 11. Utilizzare quanto più è possibile caratteri di stampa leggibili e corpi tipografici grandi. 12. Preferire la stampa in nero su fondo bianco, correlando l’uso del colore a effettive esigenze di evidenziazione di parti di testo.
Interventi sulla forma linguistica usare, a parità di senso, termini di uso comune, al posto di termini troppo ricercati, arcaici, assenti o troppo lontani dall’uso comune e quindi poco comprensibili; spiegare con parole di uso comune (contestualmente o a parte, a seconda della maggiore funzionalità rispetto al testo) i termini estranei o troppo lontani dall’uso comune o assunti in un’accezione tecnica o specialistica, ogni volta che questi vengano inseriti in un testo; scrivere frasi brevi (non più lunghe di 20-25 parole); preferire, quando è possibile, la coordinazione alla subordinazione; in caso di ricorso alla subordinazione, evitare accuratamente di incastrare subordinate tra di loro per evitare di allontanare sempre più il soggetto dal predicato verbale e il predicato verbale dal complemento oggetto;
Interventi sulla struttura logica prendere nota dei punti più o meno oscuri (e/o indecifrabili); reperire le informazioni necessarie per capire il testo, sia quelle esplicitamente segnalate, sia quelle che richiedono ulteriori ricerche; prendere nota dei punti che fanno riferimento implicito a conoscenze presupposte, ma necessarie per la comprensione del testo; recuperare il materiale relativo alle informazioni assenti, ma esplicitamente segnalate, e a quelle implicitamente presupposte.
Interventi sul contenuto formulare ipotesi di (ri)distribuzione delle informazioni, attingendo da quelle già presenti nel testo e da quelle recuperate da fonti esterne ad esso, secondo un ordine sequenziale logico che lasci meno margini possibili all’incomprensibilità o all’ambiguità; segnalare chiaramente le informazioni principali e quelle di supporto, attraverso ausilii linguistici e, dove possibile, grafico-tipografici; verificare su piccoli gruppi di controllo l’ipotesi di ridistribuzione delle informazioni, cioè la loro sequenza logica e la trasparenza dei collegamenti tra dì esse.
Controllo finale del testo Ordine Semplicità Essenzialità Leggibilità materiale