INTERAZIONE SOCIALE E VITA QUOTIDIANA

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INTERAZIONE SOCIALE E VITA QUOTIDIANA
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INTERAZIONE SOCIALE E VITA QUOTIDIANA

Contenuti della lezione Lo studio della vita quotidiana e dell’interazione sociale La comunicazione verbale e non verbale Spazio, tempo ed interazione sociale

Parte I: l’interazione sociale

La microsociologia presta particolare attenzione all’INTERAZIONE SOCIALE, ossia al processo attraverso il quale agiamo e reagiamo nel rapporto con altri soggetti sociali. Nello studio della VITA QUOTIDIANA si presta attenzione: alle routine: ripetizione di modelli di comportamento che conferiscono forma e struttura alla nostra attività; alla costruzione sociale della realtà: la realtà non è fissa o statica, ma viene creata continuamente attraverso le interazioni sociali; alle forme di socialità: modelli di interazione sociale tipicizzati, reiterati e situati in archi spazio-temporali determinati al modo in cui i modelli di interazione sociale influenzano i sistemi e le istituzioni di più ampie dimensioni (processi sociali “informali” e processi sociali “formali” – o sistemi).

Modello drammaturgico Goffman equipara la vita sociale a una rappresentazione teatrale, in cui il comportamento dell’individuo dipende dal ruolo che sta interpretando in un dato momento. Modello drammaturgico Ribalta Retroscena È costituita da quelle circostanze sociali in cui gli individui agiscono secondo ruoli formalizzati e codificati, allestendo delle “rappresentazioni sceniche”. È costituito da quegli spazi in cui gli individui approntano gli arredi scenici e si preparano all’interazione che avverrà nel contesto più formale della ribalta.

Erving Goffman distingue fra: Interazione non focalizzata Interazione focalizzata È regolata dalla disattenzione civile e si verifica ogni volta che, in un dato contesto, gli individui si limitano a mostrare reciproca consapevolezza dell’altrui presenza. Si verifica quando un individuo presta direttamente attenzione a ciò che altri dicono o fanno. Incontro è una ‘unità di interazione focalizzata’.

Le caratteristiche dell’incontro: prende avvio da un’apertura, che segnala il superamento della disattenzione civile ed è un momento che può risultare rischioso in quanto possibile fonte di fraintendimenti; necessità di parentesi, cioè di segnalatori che distinguono ogni episodio di interazione focalizzata dal precedente e dal successivo, nonché dall’interazione non focalizzata che avviene sullo sfondo.

Di grande interesse è l’interazione sociale che Erving Goffman ha definito: “disattenzione civile” l’interazione in cui ciascuno segnala all’altro di aver preso atto della sua presenza, ma evita qualsiasi gesto che potrebbe essere interpretato come troppo invadente.

Parte II: la comunicazione verbale e non verbale

La maggior parte delle interazioni sociali ha luogo attraverso lo scambio verbale occasionale nel corso di conversazioni informali. Il mezzo attraverso il quale questo scambio si realizza è il linguaggio e molti sociologi hanno incentrato i propri studi sul linguaggio. Il significato di una comunicazione verbale risiede sia nelle parole, sia nel modo in cui il contesto sociale struttura ciò che viene detto.

Harold Garfinkel è il fondatore dell’etnometodologia: lo studio degli etnometodi, cioè le pratiche di uso comune, radicate in una certa cultura, di cui ci serviamo per conferire senso a ciò che gli altri fanno, in particolare a ciò che gli altri dicono. La comprensione di ogni forma di conversazione quotidiana presume: comprensione condivisa aspettative inespresse supposizioni tacite che sorreggono lo scambio verbale condivisione di convenzioni culturali inespresse su quanto si dice e perché

Nelle situazioni interattive ci si aspetta costantemente quella che Goffman chiama la prontezza controllata: una dimostrazione di competenza nelle routine della vita quotidiana. Un tipico esempio di ‘prontezza controllata’ sono i gridi di reazione: espressioni linguistiche che hanno la forma di esclamazioni inarticolate (es. Oplà), che segnalano una capacità di controllo sui dettagli della vita sociale. Il significato e il modo di utilizzo dei gridi di reazione può variare al variare del contesto sociale, nonché della cultura di appartenenza.

Durante la comunicazione verbale si può incorrere in lapsus linguae: errori non accidentali di linguaggio o pronuncia commessi nel parlare e inconsciamente motivati. I lapsus linguae rivelano, per un breve attimo, cose che desideriamo tenere nascoste e mettono a nudo i nostri autentici sentimenti.

La comunicazione non verbale è lo scambio di informazioni e significati attraverso: le espressioni facciali; i gesti; le posture; i movimenti del corpo. Tutti questi comportamenti sono usati per integrare e verificare la veridicità della comunicazione verbale. Infatti i gesti e le posture del corpo possono: amplificare le parole; contraddire il significato manifesto delle parole. Per questo motivo, nell’interazione con gli altri, tutti noi manteniamo abilmente, quasi senza accorgercene, uno stretto e continuo controllo della mimica facciale, dei gesti e della postura.

L’espressione facciale, i gesti e le posture sono fenomeni innati o ricondcibili all’individuo e alla sua cultura? Gli studi condotti da Paul Elkman con il ‘sistema di codificazione dell’attività facciale’ (Facs) e quello di Eibl-Eibesfeld su bambini ciechi e sordi hanno rilevato che i movimenti dei muscoli facciali sono innati negli esseri umani, poiché è possibile rintracciare le stesse espressioni in tutti gli individui. PERÒ altri studi hanno anche sottolineato che l’espressione finale del volto è fortemente condizionata da fattori culturali e individuali. In tutte le culture si sorride, ma variano ampiamente il modo in cui le persone sorridono, il preciso movimento delle labbra e dei muscoli facciali, la rapidità del sorriso.

Parte III: spazio, tempo e interazione sociale

Le forme della vita sociale sono strettamente legate alla gestione dello spazio e del tempo  le interazioni sociali sono situate, ossia: si svolgono in un luogo particolare; hanno una specifica durata. Nell’analisi delle interazioni è importante tenere conto: della convergenza spazio-temporale: fenomeno per cui lo spostamento nello spazio è associato a quello nel tempo (le distanze “si accorciano” se diminuisce il tempo necessario a percorrerle); della regionalizzazione: il modo in cui la vita sociale si colloca nello spazio-tempo.

Le distanze tra soggetti considerate “opportune” nei diversi tipi di interazione variano da cultura a cultura. Edward T. Hall distingue quattro tipi di distanza tra individui: distanza intima: (fino a 50 cm.) riservata ai soggetti con cui si ha una regolare confidenza fisica (es. genitori, amanti); distanza personale: (dai 50 ai 120 cm.) riservata agli incontro con amici e buoni conoscenti; distanza sociale: (dai 120 ai 350 cm.) riservata ai contesti formali di interazione (es. interviste); distanza pubblica: (oltre i 350 cm.) adottata da coloro che agiscono di fronte a un pubblico di spettatori.

Nelle società moderne la delimitazione delle attività è fortemente influenzata dal tempo cronometrico. Il sistema di riferimento temporale su scala planetaria fu introdotto nel 1884, quando il globo fu suddiviso in 24 fusi orari di un’ora ciascuno. Oggi la misurazione del tempo con orologi è standardizzata in tutto il mondo  è possibile quel complesso sistema di trasporti e comunicazioni che caratterizza la nostra vita.

Internet ha avuto un enorme impatto sulla gestione dello spazio e del tempo nella vita sociale. Questo cambiamento tecnologico ha provocato una: ristrutturazione dello spazio: da casa possiamo interagire con persone che si trovano in ogni angolo del mondo; diversa percezione del tempo: enorme facilitazione della comunicazione a distanza in tempo reale.

I rapidi sviluppi delle telecomunicazioni (posta elettronica, Internet, commercio elettronico) stanno accrescendo la tendenza a favorire interazioni di tipo “indiretto”. La lettura di questo fenomeno non è univoca: - alcuni osservano come la nuova tecnologia accresca l’isolamento degli individui; altri sottolineano le opportunità che la nuova tecnologia offre, permettendo una maggiore libertà di espressione, una maggiore attenzione al contenuto del messaggio e, soprattutto, lo sviluppo delle c.d. RELAZIONI SOCIALI TERZIARIE