Alla ricerca della bellezza
Ogni giorno siamo chiamati a scegliere, a dire cosa per noi sia bello, cosa ci piaccia... Ma che cosa è bello? Che cos’è la bellezza? Esiste veramente? Vogliamo capire se la bellezza può essere qualcosa di soggettivo oppure un insieme di canoni.
Nel corso del tempo la bellezza è stato un tema intorno al quale molti filosofi si sono interrogati. In Platone la bellezza gioca un ruolo fondamentale. Per lui l’idea del bello esiste ed è bello ciò che la rispecchia. Non solo, il Bello coincide con il Bene e, attraverso la scala dell’amore, a partire dall’amore per un corpo bello si arriva a contemplare l’idea stessa del bello.
Nella sua riflessione, però, non coinvolge l’arte, o meglio, sottolinea come essa si allontani dalla verità. Un’opera artistica risulta un ritratto della realtà sensibile, a sua volta copia imperfetta del mondo delle idee
“E come un soffio di vento o un'eco, rimbalzando da superfici levigate e solide, viene rinviata al punto di emissione, così il flusso della bellezza, arrivando nuovamente al bell'amato attraverso gli occhi, che sono la via naturale per arrivare all'anima, come vi è giunto e l'ha eccitata al volo, irrora i condotti delle ali, stimola il formarsi delle ali e colma d'amore l'anima, a sua volta, dell'amato.” Platone
Il punto di vista opposto è espresso da Kant Il punto di vista opposto è espresso da Kant. Il filosofo sostiene che il vero bello sia il “bello libero”, che non segue canoni, regole o modelli, mentre il “bello aderente” non è universale, perchè è giudicato in base a dei criteri che possono variare nel tempo.
Se consideriamo un’opera d’arte, possiamo intendere la parola “bello” con due diversi significati È bella perché piace, suscita emozioni in chi la osserva; È un capolavoro, cioè una bella opera d’arte perché rispecchia i canoni del periodo, porta con sé un significato, rappresenta una svolta per l’arte stessa;
La storia dell’arte ci insegna che molte volte, per capire il vero significato di un’opera, per comprenderne al massimo la sua bellezza, dobbiamo andare oltre rispetto a quello che si coglie a prima vista o ai canoni, l’idea di bello che la società del tempo propone. Non è raro infatti il caso di artisti, filosofi, letterati incompresi per la loro epoca, che però hanno segnato una svolta per l’arte stessa.
Non possiamo negare che un elaborato eseguito a rigore formale sia privo di bellezza ma ciò che fa di un’opera d’arte un’opera d’arte è anche ciò che suscita nell’osservatore.
Caravaggio, per esempio, rappresenta una svolta nella propria epoca: non segue più gli schemi tipici del Rinascimento perché non vuole rappresentare una realtà idealizzata ma vuole riportarla così come essa è. Un simile impiego della luce esprime un’emozione del tutto nuova e indiscussa. Tutto questo coinvolge l’osservatore.
Uscendo dal contesto artistico, il concetto di bello viene applicato a quello che apprezziamo di più in base a criteri personali. Quando una cosa è bella? Ecco allora perché la bellezza è qualcosa di soggettivo: non esistono regole precise per definire quello che ci piace. La bellezza deriva dall’interpretazione che ognuno dà alle cose.
Se ammettiamo un’interpretazione soggettiva della realtà, consideriamo l’uomo come “misura di tutte le cose”, dando validità alle tesi relativistiche di Protagora. Quello che può sembrare bello e originale ad una persona, può essere brutto e banale per un’altra, oppure per la stessa persona in un momento diverso. Questo anche perché osservando la realtà tendiamo in modo diverso a dare importanza a certi aspetti piuttosto che ad altri. La bellezza si trova nelle cose che suscitano emozioni in chi le osserva, è dunque qualcosa di soggettivo
Sono due facce… …o un vaso?
“La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva” David Hume Bibliografia: www.filosofando.net www.portalefilosofia.it www.filosofiablog.it www.filosofico.net Grazie per l’attenzione!