La storia della pesca La pesca insieme alla caccia, ha accompagnato la civiltà umana sin dall'antichità e ha sempre rappresentato una delle fonti principali.

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Transcript della presentazione:

La storia della pesca La pesca insieme alla caccia, ha accompagnato la civiltà umana sin dall'antichità e ha sempre rappresentato una delle fonti principali del suo sostentamento.

Il pesce nella preistoria veniva catturato e consumato fresco a causa del clima caldo dei paesi del Mediterraneo, oppure veniva sottoposto a rudimentali processi di essiccazione.

Nei banchetti romani dell'età imperiale, (cefali, rombi, murene, grosse cernie) venivano consumati cotti sulla brace con erbe selvatiche e poi serviti assieme a "salse di pesce", quasi sempre salamoie piccanti ricavate da pesciolini e molluschi macerati nel sale, nel vino o in aceti aromatici.

La richiesta di pesce aumentò enormemente con l’avvento del Cristianesimo e con le ferree leggi sull'osservanza dei giorni di magro imposta dalla Chiesa nel Medio Evo . Si arrivò dai 100 ai 150 giorni all'anno di astinenza dalla carne. Nacque così la contrapposizione tra carne e pesce e una divisione di ruoli netta. la carne divenne l'alimento del "Carnevale", il pesce della "Quaresima".

Nel 1417 Bukelt raffinò la tecnica della salagione inventò anche la disposizione a "raggera" dei pesci nel barile. L'aringa salata ed affumicata detta “saura” divenne così l'unita commerciale (come oggi il dollaro o l'oro) per stabilire i prezzi delle merci, inoltre questi pesci, raggruppati in enormi banchi, si catturavano con facilità nei mari del Nord.

Nel Mare del Nord abbondava anche un altro pesce, molto più grande e nutriente: il merluzzo. Furono i norvegesi ad accorgersi che lo si poteva far essiccare esponendolo al freddo vento glaciale e al pallido sole dei fiordi, trasformandolo in stock-fish, (pesce-bastone).

Nel 1540 si ebbe una svolta decisiva, con l'inizio dello sfruttamento dei Banchi di Terranova in Canada. Non essendo possibile far essiccare migliaia di merluzzi sui battelli da pesca si ricorse alla salagione del merluzzo, e lo stockfish divenne il più morbido baccalà.

In Italia, le Repubbliche Marinare adottarono questo strano pesce dedicandogli ricette particolari, dal baccalà mantecato veneziano a quello accomodato ligure, e non dimentichiamo il pescestocco alla messinese. Anche Spagna e Portogallo, scelsero il “bacalao” come piatto tradizionale.

All'inizio dell’800, approfittando della sconfitta militare francese, gli inglesi Donkin e Hall rubarono al francese Appert i suoi "segreti" di conservazione dei cibi in barattolo di vetro iniziarono la produzione industriale dello scatolame. Nasceva così la sardina e il tonno in scatola, che cotti nell'olio, arrivarono nei negozi, e si conquistarono ben presto il mercato mondiale.

L’ultimo passo fu fatto dall'americano Birdseye che nel 1930 iniziò l'era dei surgelati. Oggi la surgelazione del pescato avviene direttamente in mare nelle stive dei grandi pescherecci attrezzati per questo scopo.

Le Tonnare

Levanzo Grotta del Genovese

I Fenici Costruirono la prima industria per la lavorazione del tonno sotto sale

Cartaginesi Coniarono le prime monete con l’effige del tonno Iniziava il commercio del tonno salato in giare di terracotta

I Greci Fondarono delle località nel cui nome è contenuta la parola “cete” che significa tonno Eschilo nella tragedia I Persiani descrive la pesca del tonno attraverso una metafora Aristotele ipotizza la migrazione del tonno rosso che sarà in parte sostenuta in futuro

I Romani Costruirono la prima rudimentale tonnara utilizzando la magna rezia, l’attuale “rizza” dei nostri pescatori “Si calano nelle acque reti, la cui disposizione assomiglia a quella di una città. Vi sono camere e porte profonde, gallerie, atri e cortili. I tonni arrivano veloci, serrati come falangi d’uomini che marciano schierati: ve ne sono di giovani, vecchi, adulti. E nuotano innumerevoli dentro le reti e il movimento si ferma solo quando si vuole o quando non vi è più posto per i nuovi arrivati; allora si tira la rete e si fa ricca preda di eccellenti tonni” Oppiano di Cilicia poeta naturalista II sec. d.C. Denominarono costa cetaria una parte del golfo di Trapani Consumavano il garum condimento costituito da interiora di tonno salate e olio di cedro

Gli Arabi Con la dominazione araba nell’807 d.C. nasce a Favignana la prima tonnara Introducono i canti religiosi ancora attuali, “ le cialome”

I Normanni Incrementarono l’attività delle tonnare appaltandole ai privati che a loro volta restituivano le “decime” una sorta di percentuale sul pescato

Gli Angioini Istituirono l’immunità per i reati penali e civili compiuti dai lavoratori delle tonnare Subirono le incursioni dei corsari che trovavano rifugio nelle isole Egadi

I Florio Nel 1874 le Egadi, con annesse le tonnare e il mare circostante, divennero proprietà di Ignazio Florio. Poi del figlio Vincenzo che si dimostrò degno successore. Infine tutto passò al nipote Ignazio che non seppe reggere a lungo le redini dell’immenso impero economico e ben presto casa Florio fallì.

I Parodi Nel 1937 con l’uscita di scena dei Florio, la tonnara passa nelle mani della famiglia Parodi di Genova

SI DEFINISCE PESCA UN PRELIEVO DI ORGANISMI MARINI UTILIZZATI A FINI ALIMENTARI

TIPI DI PESCA PESCA PROFESSIONALE PESCA SPORTIVA

PESCA PROFESSIONALE LICENZA DI PESCA GOVERNATIVA STRUTTURA AZIENDALE QUANTITA’ DI PESCATO ILLIMITATO COMMERCIALIZZAZIONE DEL PESCATO ATTREZZATURE IMPONENTI

LA PESCA SPORTIVA QUANTITA’ DI PESCATO REGOLAMENTATO DIVIETO DI COMMERCIALIZZARE IL PESCATO NESSUNA LICENZA DI PESCA (a mare) ATTREZZATURE MODESTE

LA FIGURA DEL PESCATORE

Professionista possiede una licenza di pesca governativa utilizza strumenti professionali non ha limitazioni di pescato assolve agli oneri fiscali commercia il pescato emette fattura paga i contributi riceve l’indennità regionale per fermo pesca.

Dilettante opportunista non possiede una licenza utilizza sistemi semiprofessionali non si attiene alle limitazioni di pescato non può onorare gli obblighi fiscali commercia il pescato Non può emettere fattura non paga i contributi non riceve indennità per fermo pesca

Amatoriale non ha bisogno di licenza (a mare) utilizza attrezzi modesti pescato limitato (max. 5 kg) non commercia il pescato Consumo personale.

Sportivo possiede la licenza di pesca provinciale (acque interne) utilizza attrezzi molto limitati pescato limitato non commercia il pescato libera il pesce catturato.

Occasionale turista di transito in zona usa la canna da riva.

Bracconiere del mare Cerca sempre di ricavare il massimo profitto economico con ogni mezzo non rispetta le più elementari regole sulla pesca distrugge il mondo marino con : bombe, cianuro di potassio, reti a strascico sotto costa, ecc).

Il pescato mondiale supera oggi gli 80 milioni di tonnellate e il 25% è occupato dal solo Giappone.

I NUMERI DELLA PESCA IN ITALIA 16.292 natanti 226.000 tonnellate di stazza lorda 78.000 operatori del settore 44.000 i pescatori 536.000 tonnellate produzione annuale 3 miliardi di €uro di fatturato 116 tonnellate esportato 22 kg il consumo medio individuale 6 €/kg prezzo medio del prodotto sbarcato

PESCA PROFESSIONALE PICCOLA PESCA PESCA D’ALTURA PESCA OCEANICA

PICCOLA PESCA (SOTTO COSTA) RETI PALAMITI ( CONZI O PARANGALI ) LENZE NASSE ARPIONE

Schema di rete da pesca Corda con sugheri Corda con piombi

L’evoluzione delle reti da pesca Filati di lino impregnati di resina di pino Filati di canapa colorati Filati di cotone colorati Filati di nylon colorati Monofilo di nylon Monofilo in fluorocarbonio

TIPI DI RETI RETI DA POSTA RETI A CIRCUIZIONE RETI A DERIVA

RETI DA POSTA IMBROCCO TREMAGLIO TONNARA PAURARA (t. d.) BALESTRE (t. d.)

RETI A CIRCUIZIONE SCIABICA RAUSTINA (t. d.) CIANCIOLO (t. d.) SPARVIERO RAGNO (t. d.)

SCIABICA

RETI A DERIVA SPADARA MANAIDA SCOLMARA ( MODULARA t. d.) SCHETTARA (t.d.) SURICIARA (t. d.)

RETE A DERIVA

L’amo Punta Ardiglione Collo Gambo Paletta o Anello

PALAMITI – CONZI - PARANGALI DI FONDO (ANCORATO) MISTO (FONDO / SUPERFICIE) DI SUPERFICIE (DERIVANTE E ANCORATO)

PALAMITO DI FONDO

PALAMITO DI SUPERFICIE

LENZE A MANO lenza a mano da fondo (bolentino) lenza a mano da traino lenze derivanti da superficie (sugherelli) lenza da cefalopodi pelagici dotata di richiamo luminoso (totanara) lenza da cefalopodi bentonici (polpara)

TOTANARA LUMINOSA

NASSE DESTINATE ALLA CATTURA DI: PESCI CROSTACEI MOLLUSCHI

PESCA CON ARPIONE FELUCHE (ONTRO) LAMPARA

PESCA D’ALTURA E OCEANICA QUESTO TIPO DI PESCA RAPPRESENTA OLTRE L’80% DEL PESCATO NAZIONALE

SISTEMI UTILIZZATI: RETI A STRASCICO RETI A CIRCUIZIONE RETI DA POSTA PARANGALI SISTEMI IDRAULICI DI ASPIRAZIONE

La flotta a strascico italiana conta 3.724 imbarcazioni. Questo tipo di pesca è presente in tutti i litorali italiani, anche se è più praticata in Adriatico ove operano 2.107 barche, pari al 56 % della flotta a strascico nazionale, e in Sicilia con 684 battelli (18 % della flotta nazionale). Le principali specie catturabili con questo tipo di pesca sono: triglie, naselli, cernie, pagelli, saraghi, sogliole, rane pescatrici, razze, scampi, gamberi rossi, aragoste, pannocchie, moscardini, seppie e calamari.

Il rapido è un attrezzo caratterizzato da una rigida intelaiatura in ferro su cui sono montati dei denti arcuati che penetrano nel fondo marino. Viene usato principalmente per la cattura delle sogliole, che sono obbligate a sollevarsi ed entrare nella rete fissata all'intelaiatura. E' molto usato in Adriatico e limitatamente in Tirreno per la cattura di sogliole, seppie e moscardini.

LA SFOGLIARA è una rete da traino a bocca fissa, formata da un'asta che la tiene aperta, fissata a due slitte che ne permettono lo scivolamento sul fondo.

Altri TIPI DI RETI A STRASCICO PARANZA (CON DUE PESCHERECCI) TARTANA(UN PESCHERECCIO PER PESCE AZZURRO) NAPOLETANA (NOME LOCALE DELLA TARTANA) COGOLLO( LUNGO SACCO AD IMBUTO CON CERCHI) TRABBACCOLARE(VARIANTE PROFONDA DELLA TARTANA) BRAGAGNA (USATA NELLE LAGUNE) RABBIO( VARIANTE CON UNCINI IN FERRO – RABBI) OSTRGHERO O CARPASFOGLIE(RASTRELLO IN LEGNO) DRAGA( A MAGLIE LARGHE PER MOLLUSCHI BIVALVI) ECC…

CIANCIOLO rete usata per la pesca delle acciughe e delle sardine può raggiungere gli 800 metri di lunghezza e i 300 metri d'altezza. I motopesca italiani usano generalmente reti non troppo profonde, comprese tra i 30 e i 100 metri. Le barche che effettuano questo tipo di lavoro in Italia hanno dimensioni che variano dalle 30 alle 100 tonnellate di stazza. Molto redditizia è la pesca con fonti luminose, le quali permettono di richiamare in prossimità delle barche i banchi di pesce. In questo caso, due o tre piccole barche sono di appoggio al peschereccio principale. La rete è manovrata dai pescatori in modo da accerchiare rapidamente il pesce, per poi tirare con tempestività il cavo di chiusura della rete. La flotta italiana con reti a cianciolo è costituita da 388 battelli. Questo tipo di pesca viene fatto essenzialmente in Tirreno, Adriatico e dai motopescherecci siciliani (169 imbarcazioni).

RETE A CIRCUIZIONE (CIANCIOLO)

RETE A CIRCUIZIONE (CIANCIOLO)

Parangali pelagici sono attrezzi che impiegano simultaneamente più ami. Sono costituiti da un cavo principale chiamato trave, lungo anche diversi chilometri. I braccioli con gli ami sono fissati al trave a distanza regolare. I parangari per i grandi pelagici sono impiegati dalle marinerie delle isole e nel Tirreno meridionale specialmente con natanti classificati come polivalenti, che arrivano anche a 100-120 tonnellate di stazza lorda. Con i parangari pelagici si catturano tonni, pesci spada e verdesche.

Le Dragne idrauliche o turbosoffianti sono attrezzi che penetrano nel fondo marino per raccogliere, avanzando, tutti gli organismi presenti nel substrato. Il sistema consente di trattenere i molluschi espellendo con una serie di getti d'acqua la sabbia e il fango. La flotta italiana conta 835 imbarcazioni equipaggiate con draga idraulica, che rimane l'attrezzo più usato per la pesca dei molluschi in Italia, in particolar modo in Alto e Medio Adriatico, dove si contano 784 imbarcazioni operative, per la pesca di vongole, longoni e fasolari e nel litorale campano e laziale, dove operano non più di 60 turbosoffianti per la cattura dei cannolicchi.

Fine