A.A. 2013/2014 LINGUAGGI DELL’IMMAGINE
L’IMMAGINE-SEGNO L'elaborazione di una teoria semiologica sull’immagine cinematografica è opera soprattutto di Christian Metz. L’immagine in movimento, egli afferma, stabilisce con la realtà una relazione analogica il cui funzionamento implica l'attivazione dei codici che intervengono nella decodifica dell'oggetto reale. Con la messa in evidenza di questa pluralità di codici "tecnici", "misti", "antropologici" che determinano l'analogia, Metz insiste sulla necessità di andare oltre l'analogia stessa, considerando la valenza linguistica dell'i. filmica.
«Rispetto alla lingua scritta, il linguaggio cinematografico è caratterizzato da una maggiore eterogeneità compositiva: essendo un oggetto audiovisivo, il film è fatto di componenti visive e di componenti sonore. Più precisamente, dal punto di vista materiale – cioè dal punto di vista delle cosiddette sostanze dell’espressione, le materie grezze di cui è fatto un film, non ancora modellate da un investimento operato su di esse da una forma – possiamo individuare cinque sostanze: immagini, scritte, parole, rumori e musica». A. Sainati, M. Gaudiosi, Analizzare i film. CINEMA: UN OGGETTO COMPLESSO / 1
«A livello del film complessivo, la sostanza dell’espressione (o piuttosto le sostanze dell’espressione, poiché il film è un linguaggio composito), sono l’immagine in movimento, il rumore, il suono fonetico, il suono musicale, con tutte le conseguenze che comporta per il film il fatto di essere ricorso a certe sostanze piuttosto che a altre […]; la forma dell’espressione, è l’insieme delle configurazioni percettive riconoscibili in queste quattro sostanze». C. Metz, Essais sur la signification au cinéma, IL SINCRETISMO DEL LINGUAGGIO
Secondo la classica teorizzazione di Christian Metz, il cinema presenta cinque tipologie di materie dell’espressione: -l’immagine in movimento -il suono musicale -il suono fonetico delle parole -il rumore -il tracciato grafico delle diciture scritte La forma dell’espressione cinematografica è composta, per esempio, dall’insieme dei “giochi” di montaggio o dal taglio dell’inquadratura. IL SINCRETISMO DEL LINGUAGGIO
ESPRESSIONE CONTENUTO CINEMA, UN OGGETTO COMPLESSO / 2
CINEMA: UN OGGETTO COMPLESSO / 2
«La sostanza del contenuto è il contenuto sociale del discorso cinematografico; la forma del contenuto è la struttura semantica profonda […] che ordina quel determinato contenuto all’interno di quel determinato film». C. Metz, Essais sur la signification au cinéma, LA SOCIALITÀ DEL CONTENUTO
ContenutoEspressione Sostanza Insieme del contenuto culturale a cui il film può fare riferimento (semantica fondamentale, narrativa e discorsiva) Sostanza Immagine in movimento, rumore, suono fonetico, suono musicale, traccia grafica Forma Articolazione sintattica del contenuto (figure del contenuto) Forma Articolazione sintattica dell’espressione (figure dell’espressione IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
«Nell’eterogeneità della componenti filmiche, alcune […] appartengono stabilmente e direttamente al mezzo, mentre altre vengono espressamente accolte dall’esterno […]. Da qui una prima grande distinzione di base: quella tra elementi che sono parte tipica e integrante del linguaggio cinematografico[…], ed elementi che, pur dotati spesso di un ruolo determinante, non sono affatto legati al cinema in quanto tale […]. Un film nasce dall’intreccio degli uni e degli altri: esso, se così di può dire, è cinema in quanto attiva la possibilità peculiari del mezzo; e nondimeno porta in sé anche qualcosa di non cinematografico». F. Casetti, F. Di Chio, Analisi del film, 1990 UN OGGETTO COMPLESSO / 3
I CODICI CINEMATOGRAFICI
Codici che caratterizzano il cinema come mezzo (o «macchina») prima ancora che come mezzo d’espressione: - Il supporto - Lo scorrimento - Lo schermo CODICI TECNOLOGICI DI BASE
Pellicola -Sensibilità (rapidità) -Formato (8mm, Super8, 16mm, 35mm, 70mm, IMAX) Digitale -DCI Standard -Risoluzione: 2K (2048×1556) o 4K (4096×2160) IL SUPPORTO
Le pellicole con rapidità ISO/ASA da 25 a 64 sono lente. Le pellicole con rapidità ISO/ASA da 125 a 400 sono moderate a medie. Le pellicole con rapidità ISO/ASA superiore a 500 sono rapide. SENSIBILITÀ
Barry Lyndon (S. Kubrick, 1975)
LENTI «SUPER-FAST 50MM» John Alcott
IL FORMATO
A. MARAZZI, 2002
Cadenza: -Cinema delle origini: fot./sec. -Cinema «istituzionale»: 24 fot./sec. Direzione di marcia LO SCORRIMENTO
Superficie riflettente/trasparente Luminosità Ampiezza LO SCHERMO
10x8 AMPIEZZA
CINERAMA 28x10
CINEMASCOPE 20x8
IMAX 22x16
Formati di proiezione: -Academy silent (1,33: 1) -Academy (1,37: 1, 1932) -Cinemascope (2,55:1, 1954) -Panavision (2,40:1, 1959) -Cinerama (2,85:1, 1952) RAPPORTO D’ASPETTO
The Robe (1954)
PANAVISION
LENTI ANAMORFICHE
IL COLORE -Colorazione «artigianale» a pennello o a tampone -Colorazione «industriale»: Imbibizione o viraggio
IL COLORE PATHE’ 1905
IL COLORE URBAN-ECLIPSE, 1907
IL COLORE Jephtah’s Daughter (Stuart Blackston, 1909)
IL COLORE Il testamento (1912)
Process 1 Process 2 due colori (verde e rosso) Process 3 Process 4 tre colori (ciano, magenta, giallo) TECHNICOLOR
FILM ANIMATO Biancaneve e i sette nani (1937)
FILM STORICO Via col vento (V. Fleming, 1939)
FILM FANTASY Il mago di Oz (V. Fleming, 1939)
ANNI ‘50 Gli uomini preferiscono le bionde (H. Hawks, 1953)
ANNI ‘60 How the West Was Won (1962) KODAK EASTMAN COLOR
Iconicità Fotograficità Mobilità CODICI DELLA SERIE VISIVA
Codici della denominazione e del riconoscimento iconico Codici della trascrizione iconica Codici della composizione iconica Codici iconografici Codici stilistici L’ICONICITÀ
Codici della denominazione e del riconoscimento: Sistemi di corrispondenza fra tratti iconici e tratti semantici delle lingue che permettono agli spettatori dei film di identificare le figure sullo schermo e di definire ciò che queste rappresentano. L'ICONICITÀ
Codici della trascrizione iconica: Codici che assicurano una corrispondenza fra tratti semantici e artifici «grafici» attraverso cui si restituisce l’oggetto con le sue caratteristiche. L'ICONICITÀ
DENOMINAZIONE E TRASCRIZIONE ICONICA
Codici della composizione iconica: Codici che organizzano i rapporti tra i diversi elementi all’interno dell’immagine, e che dunque regolano la costruzione dello spazio visivo. L'ICONICITÀ
LA COMPOSIZIONE ICONICA
Codici iconografici: Codici che regolano la costruzione di figure complesse, ma fortemente convenzionalizzate e con un significato fisso. L'ICONICITÀ
LA FIGURAZIONE ICONOGRAFICA
Codici stilistici: Codici che rivelano la personalità e l’idiosincrasia di chi ha operato la riproduzione. L'ICONICITÀ
CODICI STILISTICI
Prospettiva L’inquadratura L’illuminazione Bianco&Nero / Colore CODICI DELLA FOTOGRAFICITA’
La nozione di prospettiva è apparsa nel Rinascimento. La si può definire come l’arte di rappresentare gli oggetti su una superficie piana in modo che questa rappresentazione sia simile alla percezione visiva che si può avere, nella realtà, di questi stessi oggetti. LA PROSPETTIVA
Anonimo Fiorentino, c.a 1480 LA PROSPETTIVA
La prospettiva filmica è l’esatta riproposizione di questa tradizione rappresentativa ed è grazie ad essa che l’immagine cinematografica può dar vita a un’illusione di profondità. Quel che la prospettiva fa guadagnare sono la naturalezza e la stabilità delle strutture visive di riferimento. LA PROSPETTIVA