PLATONE (428/27 – 348/47).

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PLATONE (428/27 – 348/47)

Platone: Cronologia Nasce ad Atene 428/27 Conosce Socrate 410 ca 399 398-88 388 367-64 361-60 348-47 Nasce ad Atene Conosce Socrate Morte di Socrate, fuga a Megara Viaggi in Africa (Egitto e Cirene) e in Italia meridionale (Taranto e Siracusa: Dionisio il Vecchio) Torna ad Atene e fonda l’Accademia Secondo viaggio a Siracusa, governata da Dionisio il Giovane Terzo viaggio a Siracusa Muore ad Atene

Platone, cronologia dei dialoghi 36 testi diversi (9 tetradi) I gruppo (prima della fondazione dell’Accademia) Critone, Apologia, Carmide, Eutifrone, Ippia Minore, Ione, Lachete, Eutidemo, Ippia Maggiore, Liside, Menesseno, Protagora, Gorgia, Menone, Repubblica (L. I) II gruppo (tra la fondazione dell’Accademia e il 367) Cratilo, Fedone, Simposio, Repubblica (II-X), Parmenide, Fedro, Teeteto III gruppo (dopo il viaggio a Siracusa) Timeo, Crizia, Sofista, Politico, Filebo, Leggi, Epinomide, Lettere

“La dottrina delle Idee, nella mente dei suoi primi sostenitori, sorse come conseguenza della loro accettazione delle dottrine eraclitee della realtà, secondo le quali tutte le cose sensibili sono soggette ad un perenne fluire. Pertanto, se ci deve essere scienza e conoscenza di qualche cosa, dovranno esistere, oltre quelle sensibili, altre realtà che permangono immutabili, perché delle cose che sono soggette a perenne flusso non c’è scienza”. (Aristotele, Metafisica, M [XIII], 4: Bk 1078 b 13-18)

PLATONE: Temi fondamentali Tentativo di mediazione tra l’osservazione del perpetuo divenire (Eraclito, Cratilo) e l’esigenza razionale di stabilità dell’Essere (Parmenide) Distinzione di due piani della realtà: Realtà sensibile Realtà intelligibile → Mondo delle Idee Le Idee non sono concetti, ma sono una realtà più vera di quella sensibile, sono la causa e la spiegazione della realtà sensibile La scienza (= conoscenza stabile) è possibile perché è conoscenza delle cause soprasensibili, che sono un realtà stabile, eterna

Platone: La conoscenza (I) Il valore della conoscenza dipende dal valore della realtà che viene conosciuta: quanto più la cosa è intelligibile tanto più la conoscenza che la riguarda sarà perfetta Per “scienza” Platone intende una conoscenza fondata, cioè non solo la conoscenza che le cose stanno così, ma anche del perché le cose stanno così. Se c’è un motivo per cui le cose stanno così, allora le cose non possono stare diversamente da come stanno. Per questo la scienza è una conoscenza necessaria, e quindi stabile. La scienza è sempre vera. Ma noi abbiamo scienza, dunque la realtà sensibile non può essere l’unica realtà

Platone: La conoscenza (II) Realtà (Sfera dell’essere) Sensibile Immagini sensibili Oggetti sensibili Intelligibile Oggetti matematici Idee e Idea del Bene Conoscenza Dòxa (opinione) eikasìa (immaginazione) pistis (credenza) Epistème (scienza) diànoia (ragione, conoscenza discorsiva) nòesis (intelletto, intellezione, conoscenza intuitiva)

Platone: La conoscenza (III: scienza e opinione) Opinione (doxa): una conoscenza che può essere vera o falsa. L’opinione vera è una conoscenza a cui accade di essere vera, ma che potrebbe essere falsa. È la conoscenza di uno stato di cose il cui contrario è possibile. Scienza (epistème): la conoscenza di un fatto accompagnata dalla conoscenza delle sue cause (es. conoscere le proprietà del triangolo insieme ai teoremi che le dimostrano). E’ la conoscenza che le cose stanno in un certo modo e che non possono stare altrimenti = conoscenza necessaria.

La conoscenza (IV): Terminologia Impossibile: ciò che è contraddittorio in sé stesso e non può mai essere (es.: un cerchio che non abbia tutte le proprietà del cerchio). Ciò che è impossibile è necessariamente falso Possibile: ciò che può essere vero o falso e rispecchia qualcosa che può essere o non essere (es.: io posso esistere o non esistere → ‘io esisto’ può essere vera o falsa) Necessario: ciò il cui contrario è impossibile (es.: è necessario che un triangolo abbia gli angoli interni = 2 retti – è impossibile che un triangolo non abbia gli angoli interni = 2 retti). Una proposizione necessaria è sempre vera: non può succedere nulla che la renda falsa

La scienza: ragione e intuizione (I) Per dimostrare una verità scientifica è necessario dedurla (= ricavarla) da un principio superiore Es.: a) Ho di fronte una figura sensibile b) Riconosco che essa è un triangolo c) attribuisco a questa figura tutte le proprietà del triangolo b a c È la conoscenza del Triangolo (= Idea, modello del triangolo) che mi permette di avere conoscenze scientifiche riguardo ai triangoli

La scienza: ragione e intuizione (II) La conoscenza del Triangolo precede l’esperienza: se non conoscessi già il Triangolo non potrei sapere che quelle figure sensibili che vedo sono dei triangoli: “È impossibile per Platone credere che l’anima acquisisca una qualsiasi conoscenza delle forme attraverso i sensi” (Armstrong, p. 57) La conoscenza delle forme, precedente l’esperienza sensibile, è detta intuizione (= nòesis, contatto diretto dell’anima con gli intelligibili) Il procedimento con cui dai principi deduco le conseguenze è opera della ragione (= diànoia, conoscenza discorsiva), tipica dei ragionamenti matematici.

La conoscenza: REMINISCENZA L’esperienza degli enti sensibili non genera la conoscenza delle forme, ma suscita il ricordo delle forme già conosciute nell’intuizione Per questo Platone dice che la conoscenza (= la scienza, epistème) è ricordo (= reminiscenza, anàmnesis) La realtà intelligibile, perfetta ed eterna, è anche massimamente bella e desiderabile: per questo l’uomo nasce con un desiderio innato di bellezza, che Platone chiama EROS L’EROS a) spinge a desiderare tutte le cose belle (che sono copie della bellezza del mondo intelligibile) b) non può mai essere pienamente soddisfatto da nessuna cosa sensibile; è una forza che ci spinge a ricercare continuamente il mondo delle Idee; è la forza che ci spinge a fare filosofia, cioè a ricercare conoscenze pienamente scientifiche

Platone: conoscenza e realtà La realtà intelligibile (= il mondo delle Idee) è una realtà che non si potrà mai “vedere”. Come Platone può affermarla? A) Noi abbiamo conoscenze scientifiche B) Se esistesse solo la realtà sensibile non potremmo avere tali conoscenze C) Dunque: oltre alla realtà sensibile esiste anche un’altra realtà, fatta di enti perfetti ed eterni: la realtà intelligibile La realtà intelligibile (come l’essere di Parmenide) è affermata in base ad un’esigenza razionale e non in base all’esperienza (sensibile) La scienza è quella cosa stabile che si trova in mezzo alla mutevole realtà sensibile e che ci testimonia l’esistenza di una realtà stabile

Realtà Intelligibile e Realtà Sensibile Le Idee sono I MODELLI delle cose sensibili LE CAUSE delle cose sensibili Le cose sensibili sono COPIE delle Idee PARTECIPANO delle Idee Es.: tutti i cavalli partecipano dell’Idea del Cavallo – l’Idea di cavallo è universale, è presente in tutti i cavalli. A ogni cavallo posso attribuire tutti i predicati del Cavallo ideale Ogni cavallo è realmente cavallo in quanto partecipa dell’Idea di cavallo Le Idee esistono veramente, sono più reali delle cose sensibili; esse sussistono

Difficoltà della filosofia platonica Le Idee sono separate dalle cose: non si capisce bene come esse possano essere cause delle cose Platone non fornisce mai una risposta chiara a questo problema, ma la suggerisce attraverso il mito del Timeo: un “Demiurgo” (= artigiano) contemplando le Idee del mondo intelligibile imprime le forme in una “materia” preesistente. Non “crea” ma “ordina” il cosmo Il “Demiurgo” è probabilmente una metafora che indica una “anima del mondo”: l’anima è infatti proprio quella realtà che è capace di contemplare le Idee ordinare, reggere un corpo materiale

PLATONE: L’anima L’anima è una realtà particolare, al confine tra due mondi: è simile al mondo delle Idee, e capace di conoscerle, ma ha il compito di governare un corpo L’uomo è la sua anima (= Socrate), cioè una realtà di tipo intelligibile, preesistente, imprigionata nel corpo (oltre Socrate) Dualismo anima-corpo La conoscenza (= scienza) è reminiscenza, cioè ricordo delle realtà intelligibili conosciute intuitivamente (è per questo che Socrate, con la maieutica, poteva portare altri a “trarre da sé” la verità) Non vi sono solo le anime dei singoli uomini, ma anche una “anima del mondo”, perché solo una realtà come l’anima è capace di compiere il passaggio tra la realtà intelligibile e la realtà sensibile

PLATONE: L’ANIMA E LE VIRTU’ (FEDRO, REPUBBLICA)

Platone: la Giustizia e la Città In alcuni uomini prevale la parte razionale, in altri la parte irascibile, in altri quella concupiscibile Nella città ideale vi saranno tre classi corrispondenti alle parti dell’anima I produttori (an. concupiscibile) I guerrieri (an. irascibile) I governanti (= i filosofi, an. razionale) La formazione dei governanti prevede ginnastica e musica, poi le matematiche e la dialettica (= filosofia) Avendo dato una risposta alla domanda ‘cos’è l’anima’, Platone può anche definire la giustizia: un uomo è giusto quando la sua parte razionale conosce la verità (saggezza) e le altre parti, educate dalle proprie virtù, si fanno guidare dalla ragione. Analogamente, la città è giusta quando è guidata dai filosofi, che guidano tutti i cittadini ad essere virtuosi e quindi felici Ogni allontanamento da questa costituzione ideale è una decadenza

Il mondo delle Idee e il Bene Ciascuna idea unifica molti oggetti sensibili. Anche il mondo intelligibile è ordinato e unificato. Specie nella sua vecchiaia, Platone pensava che al vertice del mondo ideale vi fosse l’Idea del Bene dalla quale, attraverso le Idee-numeri, derivano tutte le Idee (influsso del Pitagorismo)