Progetto "Area a rischio" La nostra classe, la 3° A della scuola media Armando Diaz, ha aderito al progetto “Area a rischio” in collaborazione col Liceo classico Antonio Gramsci di Olbia con l’obiettivo di progettare un curricolo per competenze in continuità tra scuola media e scuola superiore. L’ unità di apprendimento concordata dalla nostra scuola è stata “L’acqua”. Sia in Matematica e Scienze che nelle Materie letterarie sono state svolte lezioni sull’importanza che l’acqua ha rappresentato nel passato e attualmente ricopre sotto il profilo biologico, educativo e culturale. A conclusione delle ricerche e dei lavori svolti è stata effettuata una visita guidata alla diga del Liscia; con documentazione fotografica si riportano di seguito le fasi essenziali della struttura e della funzionalità della stessa.
L’acqua La diga del Liscia Progetto "Area a rischio" L’acqua La diga del Liscia
L'acqua L'acqua è un composto chimico di formula molecolare H2O, in cui i due atomi di idrogeno sono legati all'atomo di ossigeno con legame covalente. Si presenta come un sistema bifase – costituito da un liquido incolore e insapore (strettamente chiamato acqua) e da un gas incolore (detto vapore acqueo), ma anche come un solido (detto ghiaccio). Le acque naturali contengono disciolte moltissime altre sostanze, ed è per questo motivo che con il termine "acqua" si intende comunemente sia il composto chimico puro di formula H2O, sia la miscela (liquida) formata dallo stesso, con altre sostanze disciolte al suo interno.
L'acqua in natura è tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è alla base di tutte le forme di vita conosciute, uomo compreso; ad essa è dovuta anche la stessa origine della vita sul nostro pianeta ed è inoltre indispensabile anche nell'uso civile, agricolo e industriale; l'uomo ne ha inoltre riconosciuto sin da tempi antichissimi la sua importanza, identificandola come uno dei principali elementi costitutivi dell'universo, attribuendole un profondo valore simbolico. Sulla Terra l'acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta e più o meno con la stessa percentuale è il maggior costituente del corpo umano. Vai al menù
La diga del Liscia 9 conci Scarico di superficie Scarico di fondo La diga del Liscia, realizzata tra il 1958 e 1962 dall’ing. Marcello, è una diga a gravità alleggerita formata da: 9 conci Scarico di superficie Scarico di fondo
Sono degli elementi cavi, del tipo “Marcello”, di 22 m di lunghezza ciascuno, per un totale di 198 m oltre lo scarico di superficie in sponda destra. Gli elementi numerati da 1 a 9, sono costituiti dall’accoppiamento di due speroni a testate solidali con sezione orientale tale da realizzare una cavità interna. La tenuta dei giunti tra i conci è affidata ad una trave armata, ad una colonna di bitume e da un lamierino in rame seguito dalla canna di drenaggio. Le perdite dai giunti (tra i conci) sono raccolte da pozzi triangolari.
Come dice la parola, tali scarichi sono posizionati sulla superficie del bacino creato dalla diga, arrivando in una diga, sono le prime opere che anche il neofita riesce a individuare, per dirla tutta sono le uniche cose che uno vede a parte la diga e la casupola del custode. Posto nella sponda destra è costituito da 4 luci. Ciascuna di esse dalla lunghezza di 10 m, delimitata da pile dallo spessore di tre metri. Lo scivolo è realizzato regolarizzando la superficie rocciosa con integrazione di calcestruzzo e consolidando la roccia con iniezioni cementizie, rivestita da calcestruzzo armato.
Lo scarico di fondo è organo di manovra di una diga, costituito da una o più paratie (paratoie), le quali fungono da scarico dell'invaso. Posto in prossimità del fondo dell'invaso, è utile per il dissabbiamento dell'invaso e per la regolazione di emergenza della diga. Comunemente possono essere (a seconda del carico di acqua da sostenere) piane o a settore circolare, comunemente con sistemi di tenuta a gomma o a lamierino, sostenuti da apparati striscianti per l'apertura. Costituito da una galleria circolare costruita in calcestruzzo del diametro interno di 3.40 m intercettata a progressiva da una coppia di paratoie piane in serie. L’imbocco, protetto da una griglia in barre di ferro speciale, a maglie molto larghe e opportunamente raccordate, ha la soglia di 115 m e restituzione a quota 113 m.