Corso di Economia Responsabilità Sociale d’Impresa

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Corso di Economia Responsabilità Sociale d’Impresa Docente Maria Olivella Rizza Ricercatore nell’Università di Catania II semestre A.A. 2011/12

Riduzionismo dell’approccio mainstream L’imprenditore come residual claimant Tuttavia 2007 report on SRI trend in the US riferisce che l’11% dei gestori di fondi di investimento privati e istituzionali presta attenzione agli elementi di RSI

L’impresa e la RS Le imprese che sono RS esibiscono una f obiettivo più complessa. KLD così descrivono il processo di determinazione dei criteri per la valutazione del grado di RSI: Selezione degli ambiti di attuazione Specificazione all’interno degli ambiti di attuazione dei comportamenti dell’impresa suscettiibli di una valutazione in termini di RSI Rapporto con le comunità locali Rapporti con i dipendenti Ambiente Qualità del prodotto Corporate governance Dritti umani Tutela della diversità Attività dell’impresa in settori controversi

L’impresa RS è sostenibile? RSI= costi certi e benefici potenziali Voto con il portafoglio Segnale sulla qualità del prodotto Abbattimento dei costi di transazioni legali Innovazione ambientale Aumento della produttività dei lavoratori

L’impresa RS è sostenibile? Risultati di bilancio Non c’è unicità di letture ma la stima dei risultati dipende dall’indicatore prescelto: i dati dei dividendi azionari sono inferiori, mentre quelli del fatturato per addetto aumentano

L’impresa RS è sostenibile? Performance delle imprese quotate in borsa Costi per il risparmiatore che investi in titoli di IRS: -si riduce la diversificazione del portafoglio escludendo i titoli di I non RS -costi per il reperimento dell’informazione sulla RS - se l’impresa RS abbassa lo standard, il gestore del fondo deve venderne i titoli e ciò può non essere conveniente.

L’impresa RS è sostenibile? Performance delle imprese quotate in borsa I fondi etici non hanno redditività inferiore Presentano profili di rischio inferiori il rendimento aggiustato per il rischio è superiore nei fondi etici

L’impresa RS e l’informazione Asimmetria informativa Tentazione del bluff da parte dell’Impresa Difficoltà di controllo per i consumatori Marchi (costi e ricavi) reputazione

Le imprese sociali di nuova generazione L’impresa RS modifica la gerarchia dell’impresa tradizionalmente massimizzante, basata sul principio che i principali portatori d’interesse siano gli azionisti, le cui remunerazioni vanno salvaguardate in via prioritaria. L’impresa RS propone di valorizzare gli interessi dei portatori diversi dal azionisti Se immaginiamo uno spettro che descriva ordinandole da sinistra a destra le imprese a partire dal grado 0 di RS, troveremo a sinistra l’impresa massimizzante e all’estremo opposto le IMPRESE SOCIALI PIONIERE

Le imprese sociali di nuova generazione: not for profit Le IMPRESE SOCIALI PIONIERE sono quelle che partite da un’esperienza di cooperazione a fini mutualistici, evolvono verso l’opzione di allargare la base dei beneficiari aldilà dei soci. Possono arrivare a estendersi fino a includere come beneficiari comunità svantaggiate, esterne al territorio dell’impresa Attivano l’opzione RS e attivano fenomeni di contagio Innescano fenomeni virtuosi di imitazione SR, facendo leva sul voto di portafoglio e trasformando la RS in vera e propria leva competitiva

Le imprese sociali di nuova generazione: not for profit Il microcredito ha come obiettivo quello di estendere la “bancabilità” a soggetti tipicamente esclusi, perché sprovvisti del tipo di garanzie che le banche richiedono. Muhammad Yunus è il fondatore della Grameen Bank, istituzione not for profit che mira a massimizzare il valore sociale. Bancosol ha invece un orientamento for-profit. La differenza sta da un lato nei più alti tassi attivi richiesti, dall’altro nella maggiore disponibilità di fondi per il credito. J. Tirole obietta che le IRS corrono il rischio di essere sottoposte a scalate; non è necessario che rinuncino alla forma di spa, purché si trovino opportuni vincoli negli statuti societari.

Le imprese sociali di nuova generazione: not for profit Il commercio equo e solidale nasce negli anni ‘50 nel settore agricolo dei coloniali. Obiettivo è stato offrire ai produttori un prezzo più dignitoso e una remunerazione stabile rispetto a quella prevalente. I piccoli produttori agricoli sono generalmente sovraesposti al potere economico dell’industria di trasformazione (che spesso domina tutta la catena verticalizzata) o degli intermediari con gli importatori, dai quali spesso dipendono anche per il credito. Inoltre il CES si occupa di: Liquidità Formazione e fornitura di beni pubblici Ambiente Assistenza tecnica

Le imprese sociali di nuova generazione: not for profit Obiezioni della teoria standard al commercio equo e solidale: Il prezzo equosolidale è un prezzo artificioso(come il prezzo amministrato) e crea distorsioni nel segnalare la scarsità relativa del bene, in particolare determina eccesso di offerta È più efficiente rispetto agli obiettivi sociali perseguiti e all'equilibrio di mkt pagare il prezzo di mkt e lasciare che i soggetti che hanno preferenze conformi agli obiettivi del fair trade accompagnino una donazione l'acquisto del bene.

Risposte alle obiezioni sul fair Trade 1 Il mkt in questione non è concorrenziale, ma si configura quale monopsonio o tuttalpiù quale oligopsonio. In un mkt del lavoro di monopsonio, il w e l'occupazione sono più bassi che in concorrenza perfetta e l'intervento di politica economica che aumenti il w migliora il benessere dei lavoratori. Il prezzo equosolidale va dunque nella corretta direzione.

Risposta alle obiezioni sul Fair Trade 2 Non parliamo di un bene venduto a due prezzi diversi (quello normale e quello equosolidale), ma di due beni diversi, dei quali il secondo ha un contenuto simbolico e caratteristiche immateriali che colmano una lacuna del mkt rappresentata dalla domanda da parte di consumatori etici di prodotti etici. Il circuito tradizionale+beneficenza non è in grado di rompere l'equilibrio perverso che mantiene l'ineguale potere fra produttori agricoli e intermediari, mentre il fair trade, creando contagio, rompe il cartello degli intermediari. Inoltre, promuove non l'assistenzialismo della beneficenza ma l'autosostenibilità. Il fair trade sta aumentando le potenzialità del mkt e contribuendo a migliorare la sua reputazione.