Roma potenza mediterranea

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Transcript della presentazione:

Roma potenza mediterranea la conquista le trasformazioni interne le guerre civili

Roma potenza mediterranea in quattro tappe 1. Guerre puniche 264 - 146 a.C. 2. Guerre macedoni 219 - 167 a.C. 3. Conquista Gallia Transalpina 125 a.C. 4. Eredità di Attalo III 133 a.C. Le due guerre puniche 264-241 e 218-202 a.C., trasformarono Roma da potenza terrestre a potenza marittima e la distruzione di Cartagine nel 146 a.C. tolse di mezzo l’unica rivale capace di fronteggiare l’egemonia commerciale e militare di Roma sul Mediterraneo occidentale. Un’ulteriore estensione del dominio romano sul Mediterraneo avvenne a Occidente: verso la Spagna e la Gallia Transalpina, ossia il territorio tra le Alpi e i Pirenei, per garantirsi i collegamenti militari con la Spagna. a Oriente: nel 133 a.C. grazie al fatto che Attalo III re di Pergamo, morto senza eredi, donò a Roma amica e alleata il suo vasto regno che si era rafforzato proprio grazie ai romani quando, nel 189 avevano sconfitto il regno ellenistico di Siria. Alla fine del II secolo a.C. il dominio sul Mediterraneo era pressoché incontrastato. Solo i pirati, non più gli stati, erano in grado di nuocere ai commerci romani che ormai avevano allacciato tutte le sponde di quello che a Roma si cominciò a chiamare Mare Nostrum.

La trireme romana: strumento del dominio sul Mediterraneo ereditata dalla cantieristica greca con rostro per lo speronamento affusolata con tripla fila di remi per maggiore velocità e facilità di manovra fu adattata alla tattica di combattimento sulla terra ferma con l’aggiunta del “corvo” in alto una trireme raffigurata in un bassorilievo nel disegno, il suo funzionamento La trireme romana, evoluzione della cantieristica greca, fu lo strumento del dominio sul Mediterraneo. I romani, potenza militare terrestre, con poca esperienza sui mari, nel corso della prima guerra punica dotarono la trireme da combattimento di un ponte levatoio con un grosso uncino, il corvo, che lasciato cadere durante l’abbordaggio sul ponte della nave nemica l’agganciava. Grazie a questo geniale adattamento poterono trasformare il combattimento sul mare in uno scontro simile a quello sulla terra ferma, nel quale i legionari erano più esperti.

Le guerre di conquista… … trasformano Roma dall’originaria città-stato socialmente ed etnicamente omogenea nel centro di un vasto “impero” multietnico Le guerre di conquista ebbero come risultato un ingrandimento dello stato romano che nello spazio di un tempo relativamente breve assunse dimensioni enormi. Ciò determinò a sua volta un profondo mutamento interno che riguardò non solo l’economia e la politica ma anche le istituzioni e la società. La piccola città-stato divenne centro di un vasto impero suddiviso in province dove molti governatori utilizzano il potere per costruirsi la loro fortuna economica e politica.

I mutamenti strutturali interni Agricoltura: dalla piccola proprietà contadina al latifondo lavorato dagli schiavi Società: crisi dell’aristocrazia senatoria emerge la classe dei cavalieri Stato i nuovi domini organizzati in PROVINCE governati da proconsoli e propretori con imperium affidato a singole persone e per più anni Le guerre avevano allontanato dalle loro terre i contadini i quali, rientrati dopo anni di servizio militare, le trovavano impoverite o devastate. Per contro le conquiste avevano aumentato enormemente l’estensione delle terre pubbliche, che furono occupate e sfruttate dai ricchi proprietari terrieri. Si ridusse così, fino quasi a scomparire, la piccola proprietà contadina a favore del latifondo sul quale lavoravano gli schiavi: la conquista portava a Roma non solo terre e bottino, ma anche una grande quantità di uomini e donne che con la guerra avevano perso anche la libertà personale. Roma mutò la sua composizione sociale: la sua popolazione aumentò sia per l’affluire di “gente nuova” proveniente dalle terre conquistate sia, al livello più basso della scala sociale, per l’affluire in città di masse di contadini nullatenenti perché, immiseriti dalla crisi della piccola proprietà e dall'affermazione del latifondo schiavile, avevano perso la terra. Al livello più alto invece, la vecchia aristocrazia senatoria vide il suo peso ridimensionato dalla classe dei cavalieri. le magistrature perdono il carattere originario della collegialità e annualità che costituiva garanzia contro la personalizzazione del potere

Un secolo di guerre civili ottimati la battaglia di Azio pone termine alle guerre civili mancata riforma agraria riforma dell’esercito guerre di fazione Mario vs. Silla Pompeo vs. Cesare Antonio vs. Ottaviano 133 a.C. 31 a.C. transizione dalla Repubblica al Principato il primo omicidio politico: Tiberio Gracco popolari

Le tappe del completamento della conquista 125-121 a.C. Gallia narbonese 66-63 a.C. Siria e stati vassalli in Anatolia 58-52 a.C. Gallie settentrionali - Britannia nel 30 a.C. Egitto provincia romana I secolo d.C. stabilizzazione dei confini: nord: Reno e Danubio e Britannia; est: area balcanica dall'Adriatico al mar Nero oriente: Mesopotamia Il periodo nel quale furono più acute le guerre interne tra fazioni coincise con un’ulteriore spinta alla conquista: tra il 125 e il 121 a.C. fu conquistata la Gallia narbonese (il sud dell’odierna Francia, così detta da Narbo Martius, l’attuale Narbonne); tra il 66 e il 63 a.C. Pompeo sottomise la Siria e creò una serie di stati vassalli in Anatolia; fra il 58 e il 52 a.C. Giulio Cesare estese il dominio romano nelle Gallie settentrionali e avviò la conquista della Britannia; nel 30 a.C. Ottaviano ridusse l'Egitto da stato vassallo a provincia romana; nel I secolo d.C. la conquista si stabilizzò a nord lungo i fiumi Reno e Danubio e in Britannia; ad est in tutta l'area balcanica dall'Adriatico al mar Nero e si spinse fino alla Mesopotamia, l’attuale Iraq.

Il Mediterraneo alla morte di Cesare la fase più acuta della guerra civile tra Cesare e Pompeo coincise con il completamento del controllo sul Mediterraneo: guerra contro i pirati, per rendere sicure le rotte commerciali conquista o sottomissione delle terre costiere ma i mutamenti interni alla società romana descritti il degenerare dello scontro politico in guerre di fazione il potere personale acquisito da Cesare acuirono la crisi delle istituzioni repubblicane: al programma “monarchico e popolare” di Cesare rispose la congiura di Bruto e Cassio: 15 marzo 44 a.C. Il completamento della conquista e del controllo delle coste del Mediterraneo avvenne nella fase più cruenta delle guerre civili tra Pompeo e Cesare. Anzi, la gloria e la popolarità acquisite nelle province con campagne militari che avevano come effetto l’ingrandimento del territorio soggetto all’IMPERIUM della REPUBBLICA ROMANA, furono usate dai più abili generali come strumenti nella lotta politica interna per il potere in Roma. Ma la lotta politica interna era ormai degenerata in guerre di fazione e tra bande rivali. Il tentativo di riorganizzazione dello stato operato da Cesare che univa misure finalizzate a un ampio consenso di popolo alla assunzione di prerogative e poteri personali che ricordavano il modello delle monarchie orientali, fu interrotto dalla congiura delle Idi di marzo del 44 a.C.

La controversa congiura in una immagine simbolo il berretto frigio indossato dai servi nel giorno della liberazione dalla loro schiavitù la moneta fatta coniare da Bruto e circolante in Roma dopo l’uccisione di Cesare il messaggio: i romani tornavano liberi da schiavi che erano o stavano diventando i due pugnali = il tiranno è stato ucciso La “moneta di Bruto”. Bruto e Cassio, i due più noti congiurati, e i loro mandanti nel senato, si illusero con l’uccisione di Cesare di aver estirpato la causa della deriva verso uno stato monarchico e di aver posto fine alle guerre interne. Il conio di una moneta con valore legale che ricordava l’evento ne è una tangibile prova. Ma questo atto non era che la premessa per l’ultima guerra civile che aprì la strada al principato di Gaio Ottaviano. la data: Idi di marzo