Anno 2050… Quale sarà lo scenario sulla Terra?
Oggi l’informazione fornisce dati estremamente allarmanti… E la grave crisi economica che stiamo vivendo, certo non rasserena gli animi…
Ma la possibilità di risalire la china c’è, ed è stata tracciata dal premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus. Lui è soprannominato il banchiere dei poveri, per il suo impegno nella Grameen Bank, da lui fondata nel 1983.
Muhammad Yunus è un musulmano del Bangladesh di famiglia benestante che dopo gli studi in economia negli Stati Uniti ritorna al suo paese nel 1972 per assumere l’incarico di direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong. L’esperienza decisiva della vita di Yunus è la tremenda carestia del 1974. "Mentre la gente moriva di fame per strada, io insegnavo eleganti teorie economiche. Cominciai ad odiarmi per la mia arrogante pretesa di avere una risposta. Noi professori universitari eravamo tutti molto intelligenti ma non sapevamo assolutamente nulla della povertà che ci circondava. Decisi che proprio i poveri sarebbero stati i miei insegnanti. Cominciai a studiarli e a domandargli delle loro vite".
Analizzando i meccanismi che generano e perpetuano la povertà delle zone rurali, Yunus si rende conto che la povertà non era dovuta a pigrizia o a scarsa intelligenza ma alla mancanza di capitale e all’impossibilità di risparmiare una somma da investire. In tal modo ogni iniziativa, ogni volontà di riscatto, ogni progettualità veniva spenta sul nascere. Occorreva portare il credito anche a quelle persone che per la loro povertà non avevano accesso alle banche perché non potevano offrire garanzie.
Dapprima l’economista cerca di convincere gli istituti di credito tradizionali ad aprire i loro sportelli ai poveri, ma si trova di fronte a un muro di rifiuti. Le banche ritenevano che i poveri non avrebbero mai restituito i soldi. Dopo aver studiato i meccanismi economici delle banche, ebbe un’idea straordinaria, decise di fondarne lui stesso una, appunto la Grameen Bank, in cui sovvertiva tutte le regole vigenti, facendo esattamente il contrario.
Le banche facevano credito ai ricchi, lui faceva credito solo ai poveri. Le banche chiedevano garanzie patrimoniali, lui chiedeva solo garanzie personali (l’impegno a restituire la somma ricevuta). Le banche facevano finanziamento solo a uomini, lui preferiva fare credito alle donne. Si trattava di piccole somme ($ 25), in gergo, di un microcredito che dava la possibilità ai poveri di acquistare un bene che potesse rendere subito, come cotone da filare, animali da cortile.
Il primo microcredito fu fatto ad una donna, che intrecciava mobili in bambù.
“Com’ è che tutte le banche sono fallite e la sua no?” In una recente intervista da Fabio Fazio a Che tempo che fa, il conduttore ha chiesto a Muhammad Yunus: “Com’ è che tutte le banche sono fallite e la sua no?” E Yanus: “Nel 1976 gli dissero che i poveri non erano AFFIDABILI per ottenere credito, oggi, nel 2009, quelli veramente inaffidabili sono i ricchi, sono loro che non ripagano, perché sono diventati troppo avidi”. Nella sua banca il 98-99% di coloro ai quali è stato fatto un microcredito, restituisce la somma, e la sua banca è in attivo!!!
I paesi “ricchi” insistono sul senso della solidarietà, lui invece sostiene, che la beneficenza è a senso unico e per questo non risolve il problema, invece il microcredito crea il senso di responsabilità e cambia la vita del povero che si stupisce di sé perché si scopre creativo, capace di avere idee produttive, capace di risollevare le sorti della sua vita e quelle della sua famiglia.
Yanus sostiene che le teorie economiche hanno erroneamente interpretato l’uomo, come una macchina per far soldi, lui invece sostiene che nell’uomo c’è sicuramente questa capacità, ma c’è anche l’aspirazione a far del bene agli altri, e se si crea benessere per sé, lo si crea anche intorno a sé e tutti stanno meglio. Il concetto è semplice, e anche realizzabile se si rinuncia all’avidità! Su questo si fonda l’idea del business sociale, produrre non con lo scopo di fare profitto, ma avendo come fine la soluzione di problematiche sociali, e ciò crea inevitabilmente anche ricchezza.
Ci eravamo chiesti all’inizio: nel 2050 cosa accadrà? Yanus nella sua ottica prevede un mondo senza povertà, senza più malattie incurabili, un mondo in cui ci sia la condivisione delle risorse, cultura, un mondo in cui regni finalmente la pace… “Ci daremo appuntamento al 2050…e metteremo in un museo finalmente la povertà!”
Sitografia http://www.peradam.it/peo/ipercorso/globalizzazione/Glob-800/sud/grameen-bank.htm http://it.wikinews.org/wiki/Nobel_per_la_Pace_2006_a_Muhammad_Yunus http://www.chetempochefa.rai.it/R2_HPprogramma/0,,303,00.html