LA RELATIVITÀ DEL TEMPO E DELLO SPAZIO IL FUTURISMO LA RELATIVITÀ DEL TEMPO E DELLO SPAZIO
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni, Severini a Parigi nel 1912
LA ROTTURA CON IL PASSATO Il futurismo è un’avanguardia storica di matrice totalmente italiana. Nato nel 1909, grazie al poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, il futurismo divenne in breve tempo il movimento artistico di maggior novità nel panorama culturale italiano. Si rivolgeva a tutte le arti, comprendendo sia poeti che pittori, scultori, musicisti.
Nascita del Futurismo Nasce nel 1909, quando Marinetti pubblica sul giornale francese “Figarò” il “Manifesto dei Futuristi”. A differenza degli altri movimenti gli esponenti del Futurismo non fanno una mostra delle loro opere ma prima sottoscrivono un manifesto con delle regole.
1-Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2-Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3-La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. 4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità [...] 5-Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. 6-Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. 7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. 8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! [...] poichè abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. 9-Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igiene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore [...] 10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. 11-Noi canteremo [...] le locomotive dall'ampio petto, [...] il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo[...] Con queste parole Filippo Tommaso Marinetti fonda il 20 Febbraio 1909 a Parigi il manifesto futurista nelle pagine del "Le Figarò"
NASCE UNA NUOVA POETICA FONDATA: SUL DINAMISMO E LA VELOCITA’, SULLA SINTESI E SULLA FORZA, CIOE’ SU VALORI ISPIRATI ALLA VITA CONTEMPORANEA E AL SUO NUOVO E AFFASCINANTE SCENARIO; SU UN TOTALE RIFIUTO DELLE FORME E DEI VALORI TRADIZIONALI, CONSIDERATI COME DEI FRENI AL PROGRESSO IN UN MONDO IN VIA DI ESTINZIONE, AL PUNTO DI ESALTARE LA GUERRA QUALE MEZZO PER RISANARE L’INTERA SOCIETA’
I Futuristi si scagliano contro il classicismo in arte e nella cultura in generale; la retorica; il sentimentalismo. Da qui anche il disprezzo della donna, non della donna in sé, ma dell’immagine intrisa di sentimentalismo. La nuova estetica deve essere legata alla TECNOLOGIA e allo strumento che sta trasformando il mondo: LA MACCHINA, vista come il prolungamento della forza dell’uomo e come un meccanismo dotato di energia propria e capace di movimenti e forme sconosciuti
La manifestazione più clamorosa della macchina è l’automobile, il mezzo di trasporto che trasforma radicalmente la relazione tra l’uomo e l’ambiente, con il suo rumore e soprattutto con la velocità. A differenza della altre avanguardie internazionali, Il Futurismo persegue una visione estetica che oltrepassa i campi dell’arte e della letteratura per coinvolgere tutte la varie forme di espressione e di comunicazione. Dal campo pittorico (con il manifesto della pittura futurista e il manifesto tecnico della pittura futurista) e letterario l’impegno futurista investe tutte le altre discipline. Vengono pubblicati altri manifesti: dei musicisti futuristi, dei drammaturghi futuristi, della donna futurista, della cinematografia futurista, della danza futurista, il manifesto tecnico della letteratura futurista e poi quello dell’architettura futurista ad opera dell’architetto Antonio Sant’Elia
I GRANDI TEMI LA VELOCITÀ LA METROPOLI L’INDIVIDUO LA GUERRA
LA VELOCITA’ G. Balla: Velocità di motocicletta "Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un'automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo [...] un'automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia è più bello della Vittoria di Samotracia [...]" F.T Marinetti G. Balla: Velocità di motocicletta F. Depero: Treno partorito dal sole
Dinamismo di un automobile di Luigi Russolo
La velocità è il parametro estetico della modernità. Del resto il mito della velocità per il futurismo ha degli impeti quasi religiosi. Disse Marinetti in un suo scritto: «Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera». Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l’idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell’atto di correre («Bambina che corre sul balcone»). Dinamismo di un cane al guinzaglio
[a] Le figure e gli oggetti riconoscibili sono un cane bassotto…
[b] il suo guinzaglio…
[c] e i piedi di una figura femminile.
[d] Il guinzaglio è descritto fissando quattro posizioni successive del suo movimento.
Velocità d’automobile di Balla
LA METROPOLI "Noi canteremo le grandi folle agitate del lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; la stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano [...]" F.T. Marinetti A. Sant'Elia: Schizzo per la nuova stazione di Milano
". la Casa e la Città Futuriste. [. ] "... la Casa e la Città Futuriste. [...]. Questa architettura non può essere soggetta a nessuna legge di continuità storica. Deve essere nuova come è nuovo il nostro stato d'animo [...]. Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca [...]. L'architettura futurista è l'architettura del calcolo, della audacia temeraria e della semplicità [...]. .. i caratteri fondamentali dell'architettura futurista saranno la caducità e la transitorietà. LE COSE DURERANNO MENO DI NOI. OGNI GENERAZIONE DOVRA' FABBRICARSI LA SUA CITTÀ'..." (A. Sant'Elia, L'architettura futurista, Milano, 11 luglio 1914.)
La città nuova di A. sant’Elia
[a] L’architetto concepisce una pista di atterraggio…
[b] collegata a una sottostante stazione ferroviaria…
[c] mediante sette funicolari a cremagliera…
[d] e quattro imponenti blocchi di ascensori.
L’INDIVIDUO "[...] I nostri cuori non sentono alcuna stanchezza, poichè sono nutriti di fuoco, di odio e di velocità! [...] Ve ne stupite? [...] E' logico, perchè voi non vi ricordate nemmeno di aver vissuto. Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle! [...]" F.T. Marinetti I futuristi negavano l'individualismo come soggettivismo, ma credevano nell’oggettività della risposta emotiva di fronte alla realtà. Altrettanto, infatti, negavano la tradizionale centralità dell'uomo nell'universo. Nel Manifesto tecnico della pittura futurista è detto espressamente: "La nostra nuova coscienza non ci fa più considerare l'uomo come centro della vita universale."
Ritratto di Marinetti, Sintesi plastica di Prampolini M. Sironi: Autoritratto U. Boccioni: Dinamismo di una testa di donna
LA GUERRA "Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. [...] Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il pattriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore [...]" F.T Marinetti Nel manifesto futurista essi esaltavano "la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo“. Quando nel 1914 ha inizio la I guerra mondiale, i futuristi vedono in essa la grande occasione per rigenerare la società. Marinetti evidenzia la continuità tra impegno artistico e impegno interventista, sostenendo: "La guerra attuale è il più bel poema futurista apparso finora: il futurismo segnò appunto l'irrompere della guerra nell'arte". Nel settembre del 1914 i futuristi organizzano a Milano alcune manifestazioni interventiste. La guerra è per loro una grande esperienza di vita e fonte di d'ispirazione. La guerra viene dipinta oppure rappresentata sulle scene.
O. Peruzzi: Battaglia aeronavale M. Menin: Combattimento