La Secessione Fenomeno di scissione di gruppi artistici dalle tendenze e organizzazioni ufficiali che ebbe particolare importanza nei paesi tedeschi nella seconda metà dell'Ottocento e all'inizio del Novecento. Non si trattò in effetti di un movimento unitario con precisi indirizzi, ma piuttosto di una corrente di rinnovamento del gusto artistico, aperta a problematiche di ordine generale. Tra gli elementi comuni dei gruppi sorti a Monaco, Berlino e Vienna, la tendenza al superamento delle istanze naturalistiche e realistiche, la polemica contro l'accademismo della cultura ufficiale, attraverso la presa di contatto con le nuove tendenze internazionali, l'adesione al gusto intellettuale ed elegante del simbolismo, l'esigenza di allargare il discorso artistico ai campi della decorazione e delle arti applicate.
La Secessione di Vienna (1897) presenta aspetti particolari. Olbrich, Palazzo della Secessione La Secessione di Vienna (1897) presenta aspetti particolari. Essa da un lato, attraverso l'opera pittorica di Klimt, fornì la più elegante e raffinata versione del simbolismo, dall'altro nei campi della decorazione e dell'architettura elaborò una tendenza al geometrismo lineare e alla essenzialità strutturale che anticipa le successive soluzioni dell'architettura razionale.
Gustav Klimt (1862-1918) fu uno dei maggiori promotori della Secessione viennese. Pittore e incisore austriaco, fu figlio di un orafo e cesellatore originario della Boemia. Frequentò dal 1873 al 1883 la Scuola statale d'arte e mestieri di Vienna. In seguito, con Franz Matsch e con il fratello minore Ernst, aprì un atelier di pittura decorativa. Nel 1897 partecipò alla fondazione dell'associazione degli artisti austriaci, nota come Secessione viennese, di cui divenne anche il primo presidente. A partire da quegli anni iniziò la sua attività più importante, con le allegorie della filosofia, della medicina e della giurisprudenza destinate al soffitto dell'aula magna dell'università di Vienna. Nel 1903 visitò Ravenna in due occasioni, riportandone una suggestione profonda che influenzerà notevolmente il suo stile. È molto significativo che nei suoi dipinti ci sia una forte carica erotica, visto che la sua attività artistica si sviluppa parallelamente alle ricerche psicanalitiche di Freud, nelle quali l’eros è visto come uno dei più potenti propulsori dell’esistenza umana.
Idillio di Klimt Il dipinto è costruito guardando con ogni evidenza al Rinascimento italiano. Infatti, il tondo e i nudi sono un adattamento di analoghi elementi della volta della Cappella Sistina. Ma l'atteggiamento sognante, languido, ambiguo e malizioso dei due giovani ignudi svuota la monumentalità michelangiolesca, riducendola a puro pretesto decorativo.
Carattere peculiare del suo stile è la tendenza al simbolismo e ad evocare piuttosto che a rappresentare la realtà. La conoscenza diretta dei mosaici di Ravenna lo indusse a prediligere larghe e splendide superfici cromatiche isolate e messe in risalto da una linea di contorno ora morbida e flessuosa, ora più angolosa e secca: Giuditta, il Bacio e Le tre età della donna. Il viaggio a Parigi del 1909 chiuse il periodo aureo della sua arte; alla raffinatezza del colore si sostituì una vivacità di intonazione folcloristica: la Vergine, Adamo ed Eva. Gustav Klimt rappresenta quasi l'anima della Secessione, movimento che si proponeva di riportare l'arte austriaca al livello della grande Europa. La sua arte, di cui oggi colpisce la ridondanza decorativa, è, a suo modo, per i tempi, rivoluzionaria.
Le figure sono asciutte, sintetiche e il decorativismo geometrico si materializza in forme che ricordano oro, sete raffinate e pietre preziose. Il tema è una rivisitazione, in chiave simbolica, delle tre fasi della vita femminile: l'infanzia,la maternità e l'inevitabile declino della vecchiaia. Le tre età
Quest'opera rappresenta la maturità del pittore austriaco: è considerata come la prima opera del periodo aureo, contraddistinto da un linguaggio di forte astrazione simbolica e dall'uso massiccio dell'oro. Racchiusa in una cornice di rame sbalzato, che è parte integrante del dipinto, Klimt dipinge la bella eroina biblica. Il corpo seminudo dell’eroina, appena coperto da un sottile velo azzurro con ornamentazioni dorate è un inno alla bellezza femminile e al potere incantatore del suo sguardo. Il soggetto è stato sempre utilizzato quale metafora del potere di seduzione delle donne, che riesce a vincere anche la forza virile più bruta. In clima simbolista la figura di Giuditta si presta ovviamente alla esaltazione della femme fatale cioè di una personalità femminile seducente, crudele, forte e dominatrice, che porta alla rovina e alla morte il proprio amante. Il pittore raffigura la protagonista come una donna moderna, con il volto di Adele Bloch-Bauer, esponente dell'alta società viennese.
L'immagine ha un taglio verticale molto accentuato con la figura di Giuditta, di grande valenza erotica, a dominare l'immagine quasi per intero. La testa di Oloferne appare appena di scorcio, in basso a destra, tagliata per oltre la metà dal bordo della cornice. Da notare la notevole differenza tra gli incarnati della figura, che hanno una resa tridimensionale, e le vesti, trattate con un decorativismo bidimensionale molto accentuato. Giuditta è splendidamente agghindata e vista in perfetta frontalità dal basso verso l'alto, immobile, con gli occhi socchiusi e le labbra appena dischiuse, in atteggiamento di sfida, mostrando la testa mozzata di Oloferne che a stento si intravede in basso a destra. Il volto della donna è incorniciato dall’alto collier di gusto art nouveau e dalla gran massa scura di capelli. Non c’è linea di contorno; il corpo di Giuditta sfuma dolcemente e quasi si confonde con lo sfondo. Dietro la testa di Giuditta è rappresentato un paesaggio arcaico e stilizzato di colline e alberi, che richiama i motivi decorativi geometrici tratti dalle ceramiche micenee uniti all’oro dei mosaici ravennati
IL BACIO Il dipinto di formato quadrato, è stato preparato da un'opera precedente, di uguale soggetto, concepita da Gustav Klimt come episodio culminante del Fregio di Beethoven
La tela mostra due amanti abbracciati che si stanno baciando La tela mostra due amanti abbracciati che si stanno baciando. Inginocchiati su uno sperone fiorito, quasi in bilico su un vuoto dorato, essi sono circondati da un'aura d'oro che si mischia ai fiori azzurri, gialli e viola che ricoprono lo sperone. Le porzioni naturalistiche sono ridotte all'essenziale: le teste e le mani dei due, le gambe e i piedi della donna. Tutto il resto è oro. Con un trattamento diverso, però. Infatti, nel caso dell'uomo (il cui modello è lo stesso Klimt), piegato verso la giovane donna, la lunga veste che lo copre interamente è trattata con un ornamento a rettangoli ora scuri, ora grigi, ora colorati che si interpongono fra i rettangoli dorati. Nel caso della donna (che ha i tratti di Emilie Flòge, la compagna dell'artista), che si abbandona all'abbraccio socchiudendo gli occhi e cingendo le spalle dell'amante, il corpo è reso identificabile per un trattamento dell'oro a onde parallele e per l'inserzione di ovali di colore con ornamenti ad anelli
Tutto si concentra attorno all'abbraccio: l'uomo e la donna che si stringono hanno le teste coronate di foglie d'edera e di fiori, a simboleggiare uno stato edenico e primordiale in cui nulla esiste se non attraverso la forza creatrice dell'amore e dell'eros.
Questa è considerata come l'opera più matura e ricca del "periodo d'oro" di Klimt. Importante è l'uso intenso del fondo dorato che conduce ad affrontare la questione della simbologia del colore: "...l'oro, come colore di un altro mondo, riempie il quadro con contrasti raffinati, ha oro opaco e oro brillante..." Klimt si consacra pittore dell'erotismo per eccellenza; il tema della fusione amorosa nonché del potere risanatore dell'eros e dell'arte, è risolto con un accesso lirico-decorativo. La forma a "campana" nella fusione dei due corpi comunica in forma geometrica un'utopia d'amore, congiungendo la qualità protettiva del grembo con il sogno verticale dell'ascesa. In questa cosmica unione l'unica vera protagonista è la donna: per l'autore, infatti, l'estasi erotica non può che essere coniata al femminile ed è solo in quella capacità di recettività e di abbandono che si svela la chiave di una presunta "superiorità" femminile. Il bacio
La vergine Questo dipinto mostra alla perfezione come Klimt abbia cambiato stile ma non gusti. I temi sono ancora di tipo simbolista, ma lo stile conosce una nuova fase caratterizzata da colori intensi, tipici degli espressionisti. Permane la raffinatezza e la decorazione, soltanto, ciò che prima si cercava di esprimere attraverso l'oro, in questo periodo si manifesta in colori puri, stesi in modo da creare effetti caleidoscopici. In quest'opera Klimt racconta, attraverso una piramide di figure diverse, le fasi del risveglio dei sensi, dove la fanciulla diventa donna. Accanto alla buona, vecchia spirale troviamo come decorazione il fiore, che qui più che mai sottolinea la sensualità della scena: la ragazza sboccia e diventa donna attraverso l'estasi d'amore.
Adamo ed Eva
Il corpo si modella in una spirale ellittica racchiusa dal perimetro della tela. Il corpo di Danae sembra adattarsi al formato della tela, deformandosi. Il flusso di una pioggia dorata – Zeus- scivola su di lei, sensuale e portatore di vita Danae
[a] Danae, abbandonata nel sonno, è nuda [a] Danae, abbandonata nel sonno, è nuda. Una gran massa di capelli rossi le incornicia testa e spalle.
[b] Il tronco è appena sfiorato da un velo violaceo a disegni circolari.
[c] Le cosce sono sproporzionatamente grandi, ma, al pari delle labbra rosse e carnose e dei capelli ramati, tendono a sottolineare il risvolto erotico del dipinto
[d] Le gambe sono flesse verso il ventre.
[e] Il flusso di una copiosa pioggia dorata scivola su di lei.
Il linguaggio dell'artista cambia, conducendolo a sostituire le minuzie decorative lineari con getti di colore dagli arditi accostamenti e dall'inesauribile ricchezza cromatica All'interno di una tela rigorosamente quadrata, la testina e le manine di un neonato, affondate in un'aureola di bianche stoffe, emergono da una massa informe di coperte variopinte, Il piccolo ritratto è proiettato lontano, verso il bordo superiore della tela, quasi a coincidere con il punto di fuga verso cui convergono gli ideali raggi passanti per i margini esterni delle coperte. Si ripropone, allora, il tema del naturalismo unito alla decorazione.
Morte e vita