Costi per produrre in Italia e altri Paesi europei Sergio Maset • Treviso, 24 Febbraio 2014
Costo orario del lavoro Tra i Paesi considerati, l’Italia ha, nel 2012, il terzo più elevato costo del lavoro orario, sia nel complesso del settore privato che nell’industria in senso stretto (ovvero industria escluse le costruzioni), dopo Germania e Austria. Il costo orario del lavoro, in Slovenia, è poco più della metà di quello italiano; in Croazia, Ungheria e Polonia è meno di un terzo. L’Italia fa registrare, nel periodo 2008-2012, tassi di crescita del costo orario del lavoro tra i più elevati, ed anzi il più elevato (+14,1%), a parità della Slovenia, nell’industria in senso stretto. Tra i Paesi a più basso costo orario del lavoro, va inoltre notato che solo in Ungheria il costo cresce nell’industria e nel complesso del settore privato, mentre in Croazia e Polonia si assiste a un calo. T. Var. % ’08-12 +8,9 T. Var. % ’08-12 +9,2 +11,1 +14,7 +12,2 +14,1 +8,2 +14,1 -6,7 -1,1 0,0 +3,9 -4,0 -1,3 IL costo orario del lavoro è definito come il quoziente tra il totale del costo del lavoro e il corrispondente numero di ore di lavoro prestate. L'evoluzione del costo del lavoro espresso in euro nei Paesi al di fuori dell'area euro sono influenzati dai movimento dei rispetti vi tassi di cambio. Nel caso di Croazia, Polonia e Ungheria, in particolare, si assiste ad una maggiore crescita o minore riduzione tra 2008 e 2012 nel costo del lavoro espresso nelle rispettive valute nazionali. L'analisi considera comunque i costi del lavoro in euro assumendo l'ottica di un ipotetico investitore esterno ai tre Paesi non euro e per garantire la confrontabilità sui livelli del costo del lavoro. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Eurostat (2)
Produttività del lavoro Germania e Austria si collocano sui più alti livelli di produttività del lavoro, con una dinamica di crescita lungo il periodo 2000-2012 (+14% Germania, +18% Austria). L’Italia fa registrare un livello di produttività marcatamente superiore a quello di Slovenia, Ungheria e Polonia, ma mentre in questi tre Paesi la produttività appare in crescita (+51% Polonia, +38% Slovenia, +35% Ungheria), in Italia si assiste a una crescita zero. L’andamento dell’indice calcolato per tutti i settori e la manifattura consente di evidenziare una maggiore crescita della produttività in Polonia proprio in questo settore, mentre in Italia si assiste a un calo più marcato nella manifattura che in generale. (3) La produttività reale del lavoro misura l'ammontare di beni e servizi prodotto per ora lavorata. L’indicatore è depurato degli effetti dell’inflazione e la sua dinamica non risente di distorsioni imputabili ai movimenti dei tassi di cambio. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Eurostat (serie 2000-2012) e Oecd (serie 2000-2009)
Il concetto di costo del lavoro per unità di prodotto Quanto costa il lavoro, in un Paese, per produrre una unità di prodotto? costo del lavoro per unità di prodotto costo del lavoro complessivo costo del lavoro complessivo costo del lavoro per ora lavorata ore lavorate = = = produzione ore lavorate produttività del lavoro per ora lavorata produzione Ne deriva che – da un punto di vista teorico - è possibile ridurre il costo del lavoro per unità di prodotto: Riducendo il costo del lavoro complessivo a parità di produzione Aumentando la produzione a parità di costo del lavoro complessivo Ovvero Riducendo il costo del lavoro per ora lavorata Aumentando la produttività del lavoro
Costo del lavoro per unità di prodotto Livello Tra i Paesi considerati, l’Italia ha nel 2010 il più elevato costo del lavoro per unità di prodotto, sia nel complesso del settore privato che nella sola manifattura, esito di una dinamica di crescita che, eccezion fatta per il 2009-2010, si protrae lungo tutto il periodo considerato e porta il livello del costo del lavoro per unità di prodotto a superare quello di Austria e Germania. Anche negli altri Paesi si notano dinamiche tendenzialmente crescenti, con la rilevante eccezione della manifattura della Polonia, che vede il costo del lavoro per unità di prodotto ridursi sensibilmente. * Il picco del 2009 con il successivo calo nel 2010 è imputabile alla riduzione della produzione mondiale post-shock finanziario. Il costo del lavoro per unità di prodotto è dato dal quoziente tra costo del lavoro totale e prodotto, ed è equivalente al rapporto tra costo orario del lavoro e produttività del lavoro per ora lavorata. L’indicatore rappresenta quindi una sintesi tra costo del lavoro e produttività del lavoro. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Oecd (5)
Costo del lavoro per unità di prodotto Indice, 2000=100 Italia, Ungheria e Slovenia sono le economie che hanno conosciuto una crescita maggiore del costo del lavoro per unità di prodotto nel periodo 2000-2010. Nella manifattura di Austria e Germania il costo del lavoro per unità di prodotto è andato calando fino al 2007, così come in Polonia, dove però è tornato a calare nuovamente tra 2008 e 2009. * Il picco del 2009 con il successivo calo nel 2010 è imputabile alla riduzione della produzione mondiale post-shock finanziario. Il costo del lavoro per unità di prodotto è dato dal quoziente tra costo del lavoro totale e prodotto, ed è equivalente al rapporto tra costo orario del lavoro e produttività del lavoro per ora lavorata. L’indicatore rappresenta quindi una sintesi tra costo del lavoro e produttività del lavoro. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Oecd (6)
Incidenza % del cuneo fiscale e contributivo Totale 49,7 49,4 48,9 47,6 42,3 35,5 L’Italia non è il Paese con il più elevato cuneo fiscale e contributivo. Esso è infatti pari al 47,6% del costo del lavoro in Italia, al 49,7% in Germania, al 49,4% in Ungheria e al 48,9% in Austria. L’Italia è però il Paese in cui è maggiore la quota di contributi a carico del datore di lavoro, con il 24,3% contro, ad esempio, il 13,9% della Slovenia e il 14,4% della Polonia. A differenza di Germania, Ungheria, Slovenia e Polonia il cuneo fiscale e contributivo in Italia e Austria è cresciuto nel periodo 2000-2012. Il cuneo fiscale e contributivo è rappresentato come incidenza (%) della somma di imposte sul reddito, contributi a carico del lavoratore e contributi a carico del datore di lavoro sul totale del costo del lavoro. I dati si riferiscono a un individuo single senza figli a livello di reddito del lavoratore medio. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Oecd (7)
Costo dell’energia elettrica Tra quelli considerati, l’Italia è il Paese con il più elevato costo dell’energia elettrica per utenti industriali, con un trend di netta crescita e un prezzo quasi doppio rispetto a Paesi quali Ungheria, Croazia, Slovenia e Polonia. Inferiore solo alla Germania è inoltre l’incidenza delle imposte non recuperabili, anch’essa in crescita negli ultimi anni. (8) Dai prezzi sono escluse IVA e altre tasse e imposte recuperabili, sono incluse tasse e imposte non recuperabili. Consumo annuo compreso tra 500 e 2.000 MWh. Dati semestrali. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati Eurostat
Tempo e costi dell’import-export Tempi e costi dell’import e dell’export sono, per l’Italia, tra i più alti. Il tempo necessario perché una impresa italiana possa importare dei beni è ad esempio nell’ordine dei 18 giorni contro gli 8 dell’Austria e i 7 della Germania. Paradossalmente, se un’azienda italiana ha bisogno di container provenienti, ad esempio, dal Vietnam, impiega meno tempo a farlo sdoganare a Vienna e poi importarlo dall’Austria, che non importarlo direttamente in Italia. Doing Business misura il tempo e il costo (tasse escluse) associati con l'esportazione e l'importazione di un carico standard di merci per il trasporto marittimo. Il tempo e il costo necessari per completare ogni procedura ufficiale per l'esportazione e l'importazione delle merci sono registrati con esclusione dei tempi e costi per il trasporto marittimo. Per l'esportazione delle merci, le procedure variano dall’imballaggio delle merci nel contenitore sino all’uscita della nave dal porto. Per l'importazione di merci, le procedure vanno dall'arrivo della nave al porto di ingresso sino alla consegna della merce presso il magazzino. Per le economie senza sbocco sul mare, questi includono le procedure del valico di frontiera terrestre, dato che il porto si trova l'economia transito. Fonte: elaborazione Idea Tolomeo su dati World Bank – Doing Business (9)
Distribuzione dipendenti e vendite gruppo Electrolux * * * * * * * * * Il tasso di variazione è espresso in termini percentuali. Fonte: Elaborazione Idea Tolomeo su dati Electrolux Financial Statistics - 2014-01-31 Valori monetari originali in (milioni di) Corone svedesi convertite al valore di cambio 0,111881916 e arrotondati all’intero più vicino.
Distribuzione dipendenti gruppo Electrolux Selezione dei principali paesi per numero di dipendenti. Sono riportati i paesi che o nel 1999 o nel 2013 pesavano almeno per 1% rispetto al numero di dipendenti totale del gruppo. I restanti paesi sono raggruppati sotto la dicitura “altre nazioni”. La tabella evidenzia i paesi in cui tra il periodo 1999-2013 è maggiormente cresciuto il numero di dipendenti (in verde) e quelli con la più intensa riduzione assoluta e relativa (in rosso). * * Il tasso di variazione è espresso in termini percentuali. Fonte: Elaborazione Idea Tolomeo su dati Electrolux Financial Statistics - 2014-01-31
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