Il bullismo.

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Transcript della presentazione:

Il bullismo

A cura della Cooperativa Paolo Babini Serata realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì all’interno del bando “Territori di comunità” :

Definizione di bullismo Introduzione: Definizione di bullismo Caratteristiche Forme di comportamento Caratteristiche psicologiche Dinamiche del bullismo nel gruppo

Con il termine bullismo si definiscono le azioni aggressive o i comportamenti di manipolazione sociale tipici dei gruppi di pari, perpetrati in modo intenzionale e sistematico da uno o più persone ai danni di altre.

La definizione più recente pone l’accento su alcune caratteristiche che progressivamente si sono rivelate significative: La prima riguarda l’intenzionalità, cioè il fatto che il bullo mette in atto intenzionalmente dei comportamenti fisici, verbali o psicologici con lo scopo di offendere l’altro e di arrecargli danno o disagio; La seconda riguarda la persistenza: sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, l’ interazine bullo-vittima è caratterizzata dalla ripetitività di comportamenti di prepotenza protratti nel tempo;

In terzo luogo, tale interazione è asimmetrica, fondata sul disequilibrio e sulla disuguaglianza di forza tra il bullo che agisce e la vittima che spesso non è in grado di difendersi; Infine, il comportamento di attacco può essere perpetrato con modalità fisiche o verbali di tipo diretto (botte, pugni, calci, offese e minacce) o con modalità di tipo psicologico e indiretto, quali la diffamazione o l’esclusione.

COMPORTAMENTI NON AGGRESSIVI: Presa in giro per gioco; Finta zuffa; Lotta per gioco; Giochi quasi aggressivi, ritualizzati e con reciprocità di ruoli, Per ciò che riguarda i comportamenti quasi aggressivi, si riscontrano situazioni in cui i ragazzi fanno giochi turbolenti, lotta per finta o aggressioni giocose. Questi comportamenti sono frequenti in modo particolare nell’interazione tra i maschi, dal secondo ciclo della scuola primaria fino ai primi anni della scuola secondaria.

COMPORTAMENTI DI BULLISMO (sono ripetuti nel tempo ) FISICO: Punzecchiare, tirare i capelli, picchiare, dare calci, pugni, richiudere in una stanza, dare pizzicotti, spingere, graffiare, danneggiare le proprietà dell’altro o altre forme fisiche di attacco. VERBALE: Linguaggio offensivo, telefonate offensive, estorsione di denaro o beni materiali, intimidazioni e minacce, prese in giro e offese per il colore della pelle,linguaggio molesto e allusivo, dicerie e bugie sul conto di qualcuno.

NON VERBALE: Fare brutte facce o gesti rudi, manipolare o danneggiare i rapporti di amicizia, escludere sistematicamente e isolare socialmente, inviare lettere scritte o frasi offensive.

Un gruppo di studiosi finlandesi ha proposto un nuovo approccio alla letteratura dei fenomeni di bullismo all’interno del gruppo-classe. I ruoli da essi individuati sono sei: bullo, aiutante, sostenitore, difensore, esterno, vittima. Gli autori hanno trovato differenze significative nella distribuzione dei ruoli, legate alle variabili del sesso: Bulli, aiutanti e sostenitori sono soprattutto maschi, mentre alle femmine si attribuiscono in prevalenza i ruoli di difensore ed esterno. Solo per il ruolo di vittima non ci sono differenze tra i due gruppi.

Olweus (1993), nei suoi numerosi studi sui ragazzi coinvolti in episodio di bullismo, aveva rilevato che le tipologie di bullo e vittima non sono di per sé univoche, poiché tra coloro che agiscono in modo prepotente ci sono anche altre figure di riferimento. Infatti, la dominanza del bullo sembra cioè essere rinforzata dall’attenzione e dal supporto dei sostenitori, dall’allineamento degli aiutanti, dalla mancanza di opposizione della maggioranza silenziosa.

Bullo: chi prende attivamente l’iniziativa nel fare prepotenze ai compagni; Aiutante: chi agisce in modo prepotente ma con una posizione, secondaria nel gruppo, di “seguace” del bullo; Sostenitore: chi agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo, ad es. ridendo, incitandolo o solo stando a guardare;

Difensore: chi prende le difese della vittima consolandola; Esterno: chi non fa niente, cercando di rimanere fuori dalle situazioni di prepotenza; Vittima: chi subisce più spesso le prepotenze.

PSICOLOGICHE DEL BULLO? QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DEL BULLO?

Si distinguono tre tipologie principali di bulli. Il bullo dominante. È un ragazzo per lo più maschio, più forte fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni. Presenta un’elevata autostima ed è caratterizzato da un atteggiamento favorevole verso la violenza. Dal punto di vista delle credenze e della rappresentazione del problema, ritiene che l’aggressività possa essere positiva poiché aiuta a ottenere ciò che si vuole ed è sempre pronto a giustificare il proprio comportamento assumendo atteggiamenti di indifferenza e scarsa empatia verso la vittima. Si caratterizza per comportamenti aggressivi sia verso i compagni sia verso gli adulti. Oltre a prendere l’iniziativa nell’aggredire la vittima è anche capace di istigare altri compagni a farlo.

Il bullo gregario: È un ragazzo più ansioso del precedente, spesso con difficoltà a livello di rendimento scolastico, poco popolare nel gruppo e insicuro. In genere tende a farsi trascinare nel ruolo di aiutante o sostenitore del bullo poiché questo comportamento può dargli un’identità e un’opportunità di affermazione all’interno del gruppo.

il bullo-vittima. è definito anche vittima aggressiva o provocatrice; pur subendo le prepotenze dei compagni, mostra uno stile di interazione di tipo reattivo e aggressivo. Spesso è un bambino emotivo, irritabile e con difficoltà di controllo delle emozioni; ha atteggiamenti provocatori ed iperreattivi di fronte agli attacchi dei compagni. Il suo comportamento agitato, accompagnato sovente da difficoltà sul piano cognitivo e dell’attenzione e da modalità provocatorie verso gli altri, innesca facilmente un circolo vizioso di elevata conflittualità. È molto impopolare tra i compagni e proviene da contesti altamente conflittuali.