La giornata della memoria

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Transcript della presentazione:

La giornata della memoria Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano; l'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria: « La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah , le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati »  

LA SHOAH Con il termine Shoah venne indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Questa parola è una voce biblica che significa “catastrofe, disastro” e ha sostituito la voce olocausto, spesso usata, che rinvia a un’idea di sacrificio di espiazione. La Shoah è un genocidio, cioè un’azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. Fotografia scattata a Buchenwald l’11 aprile 1945. Tra i volti dei prigionieri liberati è immortalato quello di Elie Wiesel, futuro premio Nobel per la Pace (freccia).

Chi arrivava ad Auschwitz-Birkenau avevano solo due destini possibili: passare entro pochi minuti entro la camera a gas oppure diventare cavie per esperimenti medici. Durante la persecuzione nazista, nei campi di sterminio, furono uccisi otto milioni di uomini e sei milioni erano ebrei

La pianificazione dello sterminio: i reparti speciali di massacro (Einsatzgruppen) Nell'estate del 1941 questi reparti seguirono l'esercito tedesco in territorio russo; essi rappresentavano un' efficiente arma per realizzare lo sterminio del popolo ebraico. Infatti riuscirono ad uccidere circa 2 milioni di ebrei russi, con l’eliminazione diretta: gli ebrei erano rastrellati, condotti fuori dall’abitato, costretti a scavare la propria fossa e poi fucilati. Fucilazione di massa presso Kiev

I nazisti, nel periodo compreso tra il dicembre 1941 e l'estate 1942, costruirono in Polonia diversi centri di sterminio: Chelmno, Treblinka, Sobibor, Belzec. Gli ebrei che erano condotti nei centri di sterminio erano tutti uccisi subito, per mezzo del monossido di carbonio (il gas di scarico dei motori a scoppio). In tal modo, si procedette alla liquidazione di tutti i ghetti polacchi, per un totale di circa 2 milioni di individui. Solo a Treblinka, probabilmente, vennero assassinate 900 mila persone Klaus Franz, comandante del campo di sterminio di Treblinka Immagini scattate dalle SS : deportati a Treblinka

La linea ferroviaria che da tutta Europa portava gli Ebrei nei campi di sterminio, in viaggi lunghi anche alcuni giorni in vagoni piombati, dove venivano stipate fino a 120 persone

Mappa dei campi di sterminio in Europa; in alcuni casi è indicato il numero presumibile di ebrei soppressi (in migliaia)

AUSCHWITZ BIRKENAU

Il lavoro rende liberi

I binari di ingresso nel campo, da cui scendevano i deportati

Queste immagini di deportati al loro arrivo ad Auschwitz vennero scattate dalle SS di servizio come foto ricordo. Sono state ritrovate nel Campo abbandonato dopo l’arrivo degli Alleati

Questa foto venne scattata dopo la liberazione del campo da parte dell’esercito russo, il 27 gennaio 1945

Dopo la camera a gas La storia di queste due foto è molto interessante: vennero scattate clandestinamente dagli ebrei addetti al l’eliminazione dei cadaveri, a grave rischio della vita, perché restasse almeno una testimonianza dello sterminio perpetrato Forni crematori Interno di una camera a gas

Come è potuto succedere?

per secoli la Chiesa cattolica ha preparato il terreno La parola antisemitismo fu coniatoa nel 1879 dal il giornalista tedesco Wilhelm Marr per indicare l’odio nei confronti degli Ebrei Quali sono le origini dell’antisemitismo? per secoli la Chiesa cattolica ha preparato il terreno all’antisemitismo, accusando gli Ebrei di deicidio, cioè di essere gli uccisori di Gesù gli Ebrei erano accusati di essere usurai e di succhiare ricchezze ai cristiani riducendoli in miseria gli Ebrei erano accusati di ordire complotti per controllare le banche e la finanza e quindi la politica mondiale infine, erano accusati di essere una razza inferiore, pericolosa, spregevole, che era meglio eliminare dalla Terra

I ghetti Con la cristianizzazione dei popoli europei, iniziò ad affermarsi l'idea di tenere separati gli ebrei dal resto della popolazione al fine di evitare il "contagio", cioè per preservare i fedeli cristiani da un possibile proselitismo ebraico. Furono perciò costretti a vivere in quartieri a loro riservati: i ghetti. Pur vivendo nelle città tra i cristiani, gli ebrei dovevano portare un segno di riconoscimento, non si potevano sposare o avere relazioni sessuali con i cristiani , non potevano frequentare gli stessi luoghi pubblici, non potevano possedere terre e case, non potevano esercitare alcuni lavori, non potevano uscire di notte, dovevano seppellire solo in luoghi appositi. Chiunque poteva insultarli, umiliarli e perfino derubarli, senza essere perseguito penalmente. Contro di loro le accuse erano terribili, fino al punto che furono accusati di uccidere i bambini cristiani a scopo rituale. Col tempo le restrizioni per gli Ebrei aumentarono e i ghetti diventarono veri e propri centri di reclusione.

Ghetto ebraico di Ferrara

Ghetto ebraico di Venezia

Ghetto ebraico di Roma

A Perugia il quartiere ebraico era compreso tra via Ulisse Rocchi e via Bartolo. Rimase abitato fino al 1500 circa, poi tutti gli ebrei vennero scacciati e tornarono solo dopo il 1860 Case del vecchio quartiere ebraico

In questa sporgenza del palazzo, il cui ingresso si trova su una traversa di via Ulisse Rocchi, è stata identificata la parte della vecchia sinagoga medievale dove venivano conservati i rotoli della Torah.

Ingresso del ghetto medievale di Perugia in via Pozzo Campana

Ingresso e lapide del cimitero ebraico medievale, sito fuori dalla cinta muraria

Con l'invasione della Polonia, i nazisti si trovarono di fronte ad una popolazione ebraica di gran lunga più numerosa che in occidente, i provvedimenti di discriminazione apparvero irrealizzabili e per questo si passò alla segregazione coatta degli ebrei all'interno di una serie di quartieri cittadini. All'inizio non ci furono resistenze da parte degli ebrei, anche perché era ancora inimmaginabile il folle progetto di Hitler (la soluzione finale ). Nel ghetto nazista gli ebrei erano visti come prigionieri e perdevano qualsiasi diritto. L'occupazione tedesca della Polonia implicò la costruzione di numerosi ghetti, con il consenso del popolo polacco; qualsiasi forma di resistenza venne schiacciata con la violenza. Nel giro di un anno i ghetti vennero sigillati e l'operazione proseguì anche quando i nazisti optarono per l'eliminazione fisica di tutti gli ebrei (e di tutti quelli considerati un "pericolo" per la stabilità del regime ).

I ghetti europei, soprattutto nell’Europa orientale, diventarono durante la II guerra mondiale dei veri i propri campi di concentramento dove le persone morivano di fame, malattia e stenti, poiché non potevano più lavorare e procurarsi denaro per il cibo e vivevano in 10-12 persona per stanza, come nel ghetto di Varsavia. Rastrellamento nel ghetto di Varsavia

Immagini del Ghetto di Lodz

Ghetto di Varsavia

Tessera annonaria del ghetto di Varsavia. Ad ogni tagliando corrispondeva una quantità di cibo per persona, ad esempio un chilo di riso o 400 gr di farina al mese

Sulla base del forte antisemitismo europeo, in Germania si aggiunse una violenta propaganda del regime nazista per insegnare ai tedeschi, fin da piccoli, che gli ebrei erano spregevoli e pericolosi e perciò andavano eliminati “I Giudei sono la nostra calamità” (giornale tedesco “La mobilitazione dei popoli”)

Umiliazione pubblica: "Sono colpevole di inquinamento della razza" Umiliazione pubblica: "Sono colpevole di inquinamento della razza". In questa fotografia si vede un uomo accusato di avere avuto una relazione illecita con una donna ebrea; il giovane viene costretto a camminare lungo le strade per essere umiliato pubblicamente. Affiancato da poliziotti tedeschi, egli è anche costretto a portare un cartello con la scritta "Sono colpevole di inquinamento della razza". Queste dimostrazioni miravano a punire i presunti colpevoli, facendone dei pubblici esempi e usandoli come deterrente per coloro che non condividevano le teorie razziali del Nazismo. Norden, Germania, luglio 1935.

Copertina di un libro antisemita per bambini intitolato "Non fidarti della volpe nel prato né del giuramento dell'Ebreo". Germania, 1936.

Illustrazione da un libro antisemita per la scuola elementare Illustrazione da un libro antisemita per la scuola elementare. Sul cartello si legge: "Qui non vogliamo gli Ebrei". Germania 1936.

Anche l’Italia fascista adottò nel 1938 le LEGGI RAZZIALI contro le “persone di razza ebraica” Un documento fondamentale, che ebbe un ruolo non indifferente nella promulgazione delle cosiddette leggi razziali è il Manifesto degli scienziati razzisti (noto anche come Manifesto della Razza), pubblicato una prima volta in forma anonima sul Giornale d'Italia il 15 luglio 1938 con il titolo Il Fascismo e i problemi della razza, e poi ripubblicato sul numero uno della rivista La difesa della razza il 5 agosto 1938 firmato da 10 scienziati

FOSSOLI Fossoli fu uno dei quattro lager attivi in Italia, prima sotto i Fascisti e poi, dal settembre 1943 al 1945, direttamente gestito dai tedeschi. In questo campo morirono di stenti, malattie e fucilazione circa 9.000 persone, tra ebrei e oppositori politici. Circa 2.800 ebrei furono deportati da qui verso Auschwitz

RISIERA DI SAN SABBA Questo fu un altro lager nazista, situato vicino Trieste. A San Sabba i detenuti venivano fatti salire su un camion e fatti morire asfissiati con i gas di scarico. In seguito venne ricavata una camera a gas. C’era un forno crematorio. Qui morirono tra le tremila e le cinquemila persone. Incalcolabile è il numero di quelli che da qui partirono per Auschwitz o Dachau. Era uno stabilimento per la essiccazione del riso, poi adattato alla detenzione (nell’edificio a quattro piani erano detenuti gli ebrei). Da qui passò Primo Levi, prima della deportazione a Auschwitz. Quando i Nazisti in fuga si ritirarono, fecero saltare in aria gran parte della struttura, perché non restasse testimonianza

di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento Il male può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ’sfida’ il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale. Hannah Arendt (1906-1975), La banalità del male

I testi sono rielaborati dai materiali del Seminario di formazione sulla didattica della Shoah, tenuti presso la Yad VaShem International School for Olocaust Studies di Gerusalemme nel 2011