La fotosintesi clorofilliana. La fotosintesi clorofilliana è una parola composta da: La fotosintesi clorofilliana è una parola composta da:fotosintesi.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LA RESPIRAZIONE CELLULARE
Advertisements

La pianta.
Rachele, Asia e Mattia 3^b Istituto Comprensivo Bazzano,Monteveglio
LA FOTOSINTESI INDICE Organismi autotrofi ed eterotrofi
La fotosintesi clorofilliana
METABOLISMO E FOTOSINTESI
Cosa sono i microrganismi?
Batteri e uomo Pochi batteri sono patogenici
Copyright © 2006 Zanichelli editore Capitolo 32 Origine ed evoluzione dei microrganismi: i procarioti.
I BATTERI DOCENTE: MARIACARMELA D’AGOSTINO
Tipi cellulari 3 lezione.
Struttura e funzioni della cellula
LA CELLULA La cellula (dal latino, piccola camera) è l'unità fondamentale di tutti gli organismi viventi, la più piccola struttura ad essere classificabile.
Gli ORGANISMI SEMPLICI
I virus e le loro attività
I BATTERI.
ORGANIZZAZIONE DEI VIVENTI
Il ciclo della materia in natura
Nel mondo dei viventi: le piante
I cinque regni Clicca sul fiore per scoprire uno dei cinque regni,
Premere invio per procedere con la presentazione.
Le caratteristiche dei viventi
CELLULA CELLULE MEMBRANA CELLULARE NUCLEO ORAGANELLI DNA e Cromosomi
Gli Organismi più Semplici
Langella Luisa Maria 1° A Veronica Di Lorenzo 1°B
La fotosintesi clorofilliana
La cellula.
CLASSIFICAZIONI DEGLI ORGANISMI VIVENTI
ALLA SCOPERTA DEI MICRORGANISMI
Insegnare Scienze Sperimentali
Classi quarte Beregazzo con Figliaro
BATTERI Secondo la classificazione classica che divide gli esseri viventi in 5 regni, i batteri appartengono al regno delle Monere. I batteri sono cellule.
PROCARIOTI unicellulari con cellula procariote
Un essere vivente.
L’ENERGIA L’ENERGIA.
17/08/12 27/11/
UNITA 1.1 I MICRORGANISMI MODULO 1. Pag. 2 I microrganismi S ono organismi visibili al microscopio Principali microrganismi rilevanti in campo alimentare:
Le cellule estraggono energia dalle sostanze organiche
Introduzione alle malattie infettive
I Batteri.
LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
IL COMPOSTAGGIO Processo di maturazione biologica controllata, in ambiente aerobico, della sostanza organica attraverso il quale si ha la produzione di.
Prof.ssa Grazia Paladino
Batteri Caratteristiche generali
Un volontario informato: igiene e prevenzione della malattia
L’evoluzione dei procarioti
Che cosa vuol dire essere vivi ?
GLI UNICELLULARI Per l’insegnante:
I REGNI DEI VIVENTI Nel mondo che ti circonda sono presenti tantissimi esseri viventi molto diversi tra loro: ci sono gli insetti, i grandi mammiferi,
Fotosintesi Le membrane specializzate in cui si trovano la clorofilla e gli altri pigmenti sono chiamate tilacoidi, i quali hanno, in genere, la forma.
MICROBIOLOGIA Ciclo della materia RUOLO DEI MICRORGANISMI IN NATURA
LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
Teoria Cellulare La cellula è l’unità strutturale e funzionale della materia vivente Tutti gli organismi viventi sono costituiti da una o più cellule*
Anatomia Comparata Apparato Digerente
CARATTERISTICHE DEGLI ESSERI VIVENTI
I MICRORGANISMI.
VIRUS Entità subcellulari che presentano i seguenti caratteri:
LA CELLULA..
Igiene nella ristorazione
Metabolismo cellulare
VOGLIO DIVENTARE CHEF..!.
Gli organismi viventi.
Applicazioni dell’ingegneria genetica.  Una delle applicazioni pratiche dell’ingegneria genetica è la possibilità di produrre,in batteri, proteine normalmente.
E GLI ORGANISMI VIVENTI
Biologia = Studio della vita. Discipline interne alla biologia Molecolare – livello chimico Cellulare – livello della cellula o dei gruppi di cellule.
caratteristiche degli organismi viventi
1 Metabolismo Si definisce metabolismo l’insieme di tutte le reazioni chimiche che avvengono in una cellula. Le reazioni biochimiche che permettono di.
Transcript della presentazione:

La fotosintesi clorofilliana

La fotosintesi clorofilliana è una parola composta da: La fotosintesi clorofilliana è una parola composta da:fotosintesi clorofillianafotosintesi clorofilliana Foto = luce Foto = luce Sintesi = combinazione di più sostanze Sintesi = combinazione di più sostanze Clorofilliana = aggettivo che deriva da clorofilla (sostanza contenuta nelle foglie). Clorofilliana = aggettivo che deriva da clorofilla (sostanza contenuta nelle foglie). La fotosintesi clorofilliana avviene quando la linfa grezza (acqua e sali minerali) sale attraverso i canali linfatici fino alle foglie, veri e propri laboratori della pianta, dove sotto lazione della clorofilla (particolare sostanza che dà alla pianta il colore verde) e con lenergia della luce solare, lanidride carbonica e i sali minerali si trasformano in linfa elaborata (zuccheri e ossigeno). La fotosintesi clorofilliana avviene quando la linfa grezza (acqua e sali minerali) sale attraverso i canali linfatici fino alle foglie, veri e propri laboratori della pianta, dove sotto lazione della clorofilla (particolare sostanza che dà alla pianta il colore verde) e con lenergia della luce solare, lanidride carbonica e i sali minerali si trasformano in linfa elaborata (zuccheri e ossigeno).fogliepiantafogliepianta Lossigeno, attraverso gli stomi, viene immesso nellambiente, mentre gli zuccheri vengono trattenuti dalla pianta che li utilizza per vivere, per crescere, costruire foglie, fiori,frutti e semi. Lossigeno, attraverso gli stomi, viene immesso nellambiente, mentre gli zuccheri vengono trattenuti dalla pianta che li utilizza per vivere, per crescere, costruire foglie, fiori,frutti e semi. La fotosintesi avviene di giorno in presenza della luce solare,mentre di notte lossigeno e gli zuccheri vengono trattenuti dalla pianta e lanidride carbonica viene emessa nellambiente. La fotosintesi avviene di giorno in presenza della luce solare,mentre di notte lossigeno e gli zuccheri vengono trattenuti dalla pianta e lanidride carbonica viene emessa nellambiente.

Formula chimica La formula chimica della fotosintesi clorofilliana è la seguente: La formula chimica della fotosintesi clorofilliana è la seguente: 6 CO2 + 6 H2O C6H12O6 + 6 O2 6 CO2 + 6 H2O C6H12O6 + 6 O2 Nella formula abbiamo due sostanze reagenti: Nella formula abbiamo due sostanze reagenti: 6 molecole di diossido di carbonio (CO2) 6 molecole di diossido di carbonio (CO2) 6 molecole d'acqua (H2O) 6 molecole d'acqua (H2O) L'azione della luce solare catturata tramite la clorofilla permette di ottenere due prodotti: L'azione della luce solare catturata tramite la clorofilla permette di ottenere due prodotti: 1 molecola di glucosio (C6H12O6) 1 molecola di glucosio (C6H12O6) 6 molecole di ossigeno (O2) 6 molecole di ossigeno (O2)

Glucosio dalla fotosintesi Glucosio dalla fotosintesi Il prodotto finale della fotosintesi è il glucosio (energia chimica) a sua volta utilizzato per la sintesi delle molecole ad alto contenuto energetico (ATP), indispensabili per il corretto funzionamento del sistema metabolico. A differenza delle piante, gli organismi privi del processo fotosintetico (es. gli animaili) devono assorbire il glucosio in via alimentare, cibandosi degli organismi fotosintetici (vegetali). Questo può avvenire in modo diretto o indiretto all'interno della catena alimentare. Alla base di tutto troviamo la fotosintesi e, quindi, l'energia solare. Il prodotto finale della fotosintesi è il glucosio (energia chimica) a sua volta utilizzato per la sintesi delle molecole ad alto contenuto energetico (ATP), indispensabili per il corretto funzionamento del sistema metabolico. A differenza delle piante, gli organismi privi del processo fotosintetico (es. gli animaili) devono assorbire il glucosio in via alimentare, cibandosi degli organismi fotosintetici (vegetali). Questo può avvenire in modo diretto o indiretto all'interno della catena alimentare. Alla base di tutto troviamo la fotosintesi e, quindi, l'energia solare. Ossigeno dalla fotosintesi Ossigeno dalla fotosintesi Il processo di fotosintesi è importante anche per la produzione di ossigeno che, una volta liberato in atmosfera, è utilizzato nei processi respiratori dagli esseri viventi. La fotosintesi utilizza come sostanze reagenti l'acqua (H2O) e l'anidride carbonica (CO2) per produrre glucosio (C6H12O6). Al termine del processo chimico di fotosintesi alla pianta (detta autotrofa) rimangono 6 atomi di ossigeno atmosferico di cui si libera grazie agli stomi delle sue foglie. Il processo di fotosintesi è importante anche per la produzione di ossigeno che, una volta liberato in atmosfera, è utilizzato nei processi respiratori dagli esseri viventi. La fotosintesi utilizza come sostanze reagenti l'acqua (H2O) e l'anidride carbonica (CO2) per produrre glucosio (C6H12O6). Al termine del processo chimico di fotosintesi alla pianta (detta autotrofa) rimangono 6 atomi di ossigeno atmosferico di cui si libera grazie agli stomi delle sue foglie.

Importanza della fotosintesi La fotosintesi clorofilliana rappresenta la vita sul nostro pianeta perchè è grazie a questo fenomeno che, circa due miliardi di anni fa, latmosfera iniziò ad arricchirsi di ossigeno (indispensabile per la respirazione) con la prima fotosintesi svolta dai cianobatteri, ovvero batteri fotosintetici (in quanto contengono clorofilla). La fotosintesi clorofilliana rappresenta la vita sul nostro pianeta perchè è grazie a questo fenomeno che, circa due miliardi di anni fa, latmosfera iniziò ad arricchirsi di ossigeno (indispensabile per la respirazione) con la prima fotosintesi svolta dai cianobatteri, ovvero batteri fotosintetici (in quanto contengono clorofilla). La fotosintesi permette alle foglie delle piante, contenenti cloroplasti (pigmenti che sono costituiti da clorofilla), di trasformare lenergia del Sole in energia chimica che viene utilizzata per i bisogni della pianta. Esistono due tipi di reazioni fotosintetiche: una luminosa (avviene in presenza di luce solare) e laltra al buio (ciclo di Calvin, senza luce). La fotosintesi permette alle foglie delle piante, contenenti cloroplasti (pigmenti che sono costituiti da clorofilla), di trasformare lenergia del Sole in energia chimica che viene utilizzata per i bisogni della pianta. Esistono due tipi di reazioni fotosintetiche: una luminosa (avviene in presenza di luce solare) e laltra al buio (ciclo di Calvin, senza luce).

I batteri I sono microrganismi monocellulari appartenenti al dominio dei procarioti. Un sinonimo di batteri, invero usato raramente, è. Invisibili a occhio nudo, i batteri hanno dimensioni che possono variare da 0,2 a 30 micrometri. I batteri sono microrganismi monocellulari appartenenti al dominio dei procarioti. Un sinonimo di batteri, invero usato raramente, è schizomiceti. Invisibili a occhio nudo, i batteri hanno dimensioni che possono variare da 0,2 a 30 micrometri.

Batteri: criteri di classificazione Esistono diverse modalità di classificare i batteri; vediamo le più comuni. Una delle più semplici classificazioni di questi microrganismi è basata sulla loro forma; si distinguono quindi i cocchi (batteri a forma di sfera), i bacilli (batteri di forma bastoncellare), gli spirilli (batteri a forma di spirale) e i vibrioni (batteri a forma di virgola). I cocchi possono essere isolati, a coppie (diplococchi), a catena (streptococchi), a grappolo (stafilococchi) oppure a gruppi di otto cellule in uno spazio di forma cubica (sarcine). I bacilli possono trovarsi isolati, a coppie (diplobacilli) o a catena (streptobacilli). I batteri possono essere anche classificati in base alla temperatura alla quale possono crescere; in base a questo criterio si distinguono i batteri criofili, i batteri mesofili e i batteri termofili. I batteri criofili si sviluppano in modo ottimale a temperature che oscillano fra i 15 e i 20 °C, ma sono in grado di moltiplicarsi anche a temperature decisamente più basse (fino a -7 °C). I batteri mesofili prediligono ambienti in cui la temperatura oscilla fra i 20 e i 40°C; questi batteri non sono in grado di svilupparsi a temperature molto basse. I batteri termofili trovano il loro ambiente ideale di sviluppo quando la temperatura è superiore ai 40 °C. Un'altra modalità di classificazione estremamente importante è quella basata sulla reazione alla colorazione di Gram (un esame di laboratorio messo a punto da un medico danese, H. J. C. Gram); secondo questo criterio si distinguono batteri gram-positivi (anche Gram+) e batteri gram-negativi (Gram-). I batteri possono anche essere classificati in base alle modalità di respirazione; si parla quindi di batteri aerobi obbligati stretti, batteri anaerobi obbligati stretti, batteri anaerobi facoltativi e batteri microaerofili). I batteri aerobi obbligati stretti ricavano l'energia da reazioni di tipo metabolico in cui è necessaria la presenza di ossigeno. I batteri anaerobi obbligati stretti sono batteri che possono vivere solo in assenza di ossigeno. I batteri anaerobi facoltativi sono in grado di sopravvivere anche in mancanza di ossigeno, ma se quest'ultimo è presente la loro crescita ne risente positivamente. In base alle modalità di nutrizione si distinguono batteri autotrofi e batteri eterotrofi. Gli autotrofi sono batteri in grado di sintetizzare le molecole organiche utilizzando come base di partenza dei composti inorganici, mentre i batteri eterotrofi riescono solo a metabolizzare composti organici che sono già stati sottoposti a precedenti processi di sintesi. La stragrande maggioranza dei batteri appartiene al gruppo degli eterotrofi, gruppo che può essere suddiviso in due grandi categorie, quella dei batteri saprofiti (batteri che si cibano di materie vegetali e animali in via di decomposizione) e dei batteri parassiti (batteri che si nutrono utilizzando il metabolismo di altri animali). Esistono diverse modalità di classificare i batteri; vediamo le più comuni. Una delle più semplici classificazioni di questi microrganismi è basata sulla loro forma; si distinguono quindi i cocchi (batteri a forma di sfera), i bacilli (batteri di forma bastoncellare), gli spirilli (batteri a forma di spirale) e i vibrioni (batteri a forma di virgola). I cocchi possono essere isolati, a coppie (diplococchi), a catena (streptococchi), a grappolo (stafilococchi) oppure a gruppi di otto cellule in uno spazio di forma cubica (sarcine). I bacilli possono trovarsi isolati, a coppie (diplobacilli) o a catena (streptobacilli). I batteri possono essere anche classificati in base alla temperatura alla quale possono crescere; in base a questo criterio si distinguono i batteri criofili, i batteri mesofili e i batteri termofili. I batteri criofili si sviluppano in modo ottimale a temperature che oscillano fra i 15 e i 20 °C, ma sono in grado di moltiplicarsi anche a temperature decisamente più basse (fino a -7 °C). I batteri mesofili prediligono ambienti in cui la temperatura oscilla fra i 20 e i 40°C; questi batteri non sono in grado di svilupparsi a temperature molto basse. I batteri termofili trovano il loro ambiente ideale di sviluppo quando la temperatura è superiore ai 40 °C. Un'altra modalità di classificazione estremamente importante è quella basata sulla reazione alla colorazione di Gram (un esame di laboratorio messo a punto da un medico danese, H. J. C. Gram); secondo questo criterio si distinguono batteri gram-positivi (anche Gram+) e batteri gram-negativi (Gram-). I batteri possono anche essere classificati in base alle modalità di respirazione; si parla quindi di batteri aerobi obbligati stretti, batteri anaerobi obbligati stretti, batteri anaerobi facoltativi e batteri microaerofili). I batteri aerobi obbligati stretti ricavano l'energia da reazioni di tipo metabolico in cui è necessaria la presenza di ossigeno. I batteri anaerobi obbligati stretti sono batteri che possono vivere solo in assenza di ossigeno. I batteri anaerobi facoltativi sono in grado di sopravvivere anche in mancanza di ossigeno, ma se quest'ultimo è presente la loro crescita ne risente positivamente. In base alle modalità di nutrizione si distinguono batteri autotrofi e batteri eterotrofi. Gli autotrofi sono batteri in grado di sintetizzare le molecole organiche utilizzando come base di partenza dei composti inorganici, mentre i batteri eterotrofi riescono solo a metabolizzare composti organici che sono già stati sottoposti a precedenti processi di sintesi. La stragrande maggioranza dei batteri appartiene al gruppo degli eterotrofi, gruppo che può essere suddiviso in due grandi categorie, quella dei batteri saprofiti (batteri che si cibano di materie vegetali e animali in via di decomposizione) e dei batteri parassiti (batteri che si nutrono utilizzando il metabolismo di altri animali).

La morfologia batterica

La moltiplicazione batterica e le spore La moltiplicazione dei batteri avviene solitamente grazie a un processo di scissione binaria; in parole povere, da una cellula se ne formano due con lo stesso genotipo. Il meccanismo della scissione binaria favorisce una trasmissione immodificata delle caratteristiche ereditarie; un'eccezione è rappresentata dai batteri sporigeni, ovvero batteri che trovandosi in ambienti ostili sono stati in grado di reagire producendo delle spore (anche endospore), ovvero delle cellule in grado di resistere agli agenti esterni. Generalmente i batteri sporigeni sono batteri Gram+. I batteri sporigeni sono in grado di vivere per lunghissimi periodi di tempo senza necessità di nutrirsi. La presenza di spore in organismi ospiti può costituire un serio problema perché vista la loro notevole resistenza ad agenti esterni, sia di tipo fisico che di tipo chimico, non sono eliminabili con facilità. La moltiplicazione dei batteri avviene solitamente grazie a un processo di scissione binaria; in parole povere, da una cellula se ne formano due con lo stesso genotipo. Il meccanismo della scissione binaria favorisce una trasmissione immodificata delle caratteristiche ereditarie; un'eccezione è rappresentata dai batteri sporigeni, ovvero batteri che trovandosi in ambienti ostili sono stati in grado di reagire producendo delle spore (anche endospore), ovvero delle cellule in grado di resistere agli agenti esterni. Generalmente i batteri sporigeni sono batteri Gram+. I batteri sporigeni sono in grado di vivere per lunghissimi periodi di tempo senza necessità di nutrirsi. La presenza di spore in organismi ospiti può costituire un serio problema perché vista la loro notevole resistenza ad agenti esterni, sia di tipo fisico che di tipo chimico, non sono eliminabili con facilità.

Batteri patogeni e concetto di virulenza Nel paragrafo relativo alla classificazione dei batteri abbiamo già accennato alla suddivisione che viene fatta in base alle modalità di nutrizione, suddivisione che vede la distinzione fra batteri autotrofi e batteri eterotrofi. Appartengono alla categoria dei batteri eterotrofi tutti i batteri patogeni e una parte di batteri non patogeni. Si parla di batteri patogeni riferendosi a quelli che sono in grado di provocare una patologia; si parla di batteri patogeni facoltativi quando provocano una patologia soltanto in presenza di determinate condizioni, mentre si parla di batteri patogeni obbligati quando la loro presenza causa sempre e comunque una malattia. Nel momento in cui i batteri patogeni invadono un organismo provocando modifiche sia a livello anatomico sia a livello funzionale si parla di. Negli uomini un'infezione batterica può essere provocata direttamente dalla trasmissione di microrganismi da un soggetto a un altro oppure indirettamente attraverso liquidi, indumenti e altre fonti di contaminazione. Trattando di batteri patogeni è inevitabile parlare del concetto di virulenza. Con questo termine ci si riferisce alla capacità degli agenti patogeni (che possono essere batteri, ma anche virus, funghi ecc.) di oltrepassare le difese di un organismo (detto ospite) riuscendo poi a moltiplicarsi provocando danni più o meno seri. Responsabili della capacità dei batteri di provocare una malattia (patogenicità) sono i fattori di virulenza; questi sono fattori che favoriscono la sopravvivenza dei microrganismi e il superamento delle barriere anatomiche, consentono di eludere o danneggiare gli anticorpi dell'organismo ospite e permettono di eludere o disattivare le difese cellulari di quest'ultimo. La virulenza di un batterio viene ridotta nel momento in cui esso viene trasferito dal suo habitat a un terreno di coltura artificiale; un ceppo batterico la cui virulenza è stata ridotta viene definito ceppo batterico attenuato; quando, grazie a diversi passaggi su terreni di coltura artificiale, la virulenza viene completamente annullata si parla di ceppo batterico avirulento. La virulenza dei batteri è influenzata sia fattori enzimatici che da fattori tossici; relativamente a questi ultimi si parla di esotossine quando essi vengono liberati a livello ambientale dall'organismo vivente, mentre si parla di endotossine se detti fattori tossici sono presenti nel corpo cellulare e vengono liberati soltanto dopo che è avvenuta lisi dei batteri. Attraverso l'inattivazione delle tossine è possibile produrre dei vaccini (quando una tossina viene inattivata viene definita anatossina); le anatossine sono di fatto tossine non più dannose, ma che mantengono la capacità di stimolare il sistema immunitario; esempi di vaccini allestiti con tale modalità sono i vaccini contro la difterite, la pertosse e il tetano. Esistono comunque altre modalità di allestire vaccini batterici. Nel paragrafo relativo alla classificazione dei batteri abbiamo già accennato alla suddivisione che viene fatta in base alle modalità di nutrizione, suddivisione che vede la distinzione fra batteri autotrofi e batteri eterotrofi. Appartengono alla categoria dei batteri eterotrofi tutti i batteri patogeni e una parte di batteri non patogeni. Si parla di batteri patogeni riferendosi a quelli che sono in grado di provocare una patologia; si parla di batteri patogeni facoltativi quando provocano una patologia soltanto in presenza di determinate condizioni, mentre si parla di batteri patogeni obbligati quando la loro presenza causa sempre e comunque una malattia. Nel momento in cui i batteri patogeni invadono un organismo provocando modifiche sia a livello anatomico sia a livello funzionale si parla di infezione batterica. Negli uomini un'infezione batterica può essere provocata direttamente dalla trasmissione di microrganismi da un soggetto a un altro oppure indirettamente attraverso liquidi, indumenti e altre fonti di contaminazione. Trattando di batteri patogeni è inevitabile parlare del concetto di virulenza. Con questo termine ci si riferisce alla capacità degli agenti patogeni (che possono essere batteri, ma anche virus, funghi ecc.) di oltrepassare le difese di un organismo (detto ospite) riuscendo poi a moltiplicarsi provocando danni più o meno seri. Responsabili della capacità dei batteri di provocare una malattia (patogenicità) sono i fattori di virulenza; questi sono fattori che favoriscono la sopravvivenza dei microrganismi e il superamento delle barriere anatomiche, consentono di eludere o danneggiare gli anticorpi dell'organismo ospite e permettono di eludere o disattivare le difese cellulari di quest'ultimo. La virulenza di un batterio viene ridotta nel momento in cui esso viene trasferito dal suo habitat a un terreno di coltura artificiale; un ceppo batterico la cui virulenza è stata ridotta viene definito ceppo batterico attenuato; quando, grazie a diversi passaggi su terreni di coltura artificiale, la virulenza viene completamente annullata si parla di ceppo batterico avirulento. La virulenza dei batteri è influenzata sia fattori enzimatici che da fattori tossici; relativamente a questi ultimi si parla di esotossine quando essi vengono liberati a livello ambientale dall'organismo vivente, mentre si parla di endotossine se detti fattori tossici sono presenti nel corpo cellulare e vengono liberati soltanto dopo che è avvenuta lisi dei batteri. Attraverso l'inattivazione delle tossine è possibile produrre dei vaccini (quando una tossina viene inattivata viene definita anatossina); le anatossine sono di fatto tossine non più dannose, ma che mantengono la capacità di stimolare il sistema immunitario; esempi di vaccini allestiti con tale modalità sono i vaccini contro la difterite, la pertosse e il tetano. Esistono comunque altre modalità di allestire vaccini batterici.difteritepertossetetanoinfezione battericadifteritepertossetetano

I batteri buoni Per quanto il termine batteri possa far pensare di primo acchito a tutta una serie di eventi negativi o a patologie anche molto serie, è giusto precisare che le funzioni di molte specie di batteri sono fondamentali in senso positivo, basti pensare per esempio ai batteri lattici o ai batteri che compongono la cosiddetta flora batterica intestinale. Per quanto il termine batteri possa far pensare di primo acchito a tutta una serie di eventi negativi o a patologie anche molto serie, è giusto precisare che le funzioni di molte specie di batteri sono fondamentali in senso positivo, basti pensare per esempio ai batteri lattici o ai batteri che compongono la cosiddetta flora batterica intestinale.

I virus I virus, termine che in latino significa "veleno", sono microrganismi acellulari parassiti obbligati. Queste infettanti e piccolissime particelle nucleoproteiche mancano infatti di una struttura cellulare e si replicano solamente sfruttando intermedi metabolici, enzimi e organelli della cellula ospite. Pur essendo incapaci di riprodursi, i virus possono comunque sopravvivere nell'ambiente esterno e ivi conservarsi per un tempo limitato; il virus dell'influenza, per esempio, può persistere per ore al di fuori del corpo, specialmente in condizioni di freddo e bassa umidità. I virus, termine che in latino significa "veleno", sono microrganismi acellulari parassiti obbligati. Queste infettanti e piccolissime particelle nucleoproteiche mancano infatti di una struttura cellulare e si replicano solamente sfruttando intermedi metabolici, enzimi e organelli della cellula ospite. Pur essendo incapaci di riprodursi, i virus possono comunque sopravvivere nell'ambiente esterno e ivi conservarsi per un tempo limitato; il virus dell'influenza, per esempio, può persistere per ore al di fuori del corpo, specialmente in condizioni di freddo e bassa umidità.microrganismi In natura esistono moltissime tipologie di virus, che nel complesso infettano qualsiasi tipo di cellula ed organismo (animali, piante, funghi e batteri), provocando una notevole varietà di malattie, come il raffreddore, l'influenza e la poliomelite; altre specie sono invece prive di potere patogeno e non causano alcuna malattia. Per quanto concerne la capacità infettiva, i virus sono in genere fortemente specie e tessuto specifici (la replicazione virale si svolge preferenzialmente in un organo o apparato di esemplari appartenenti ad una certa specie); soltanto alcuni virus possono causare malattie sia nell'uomo che in alcuni animali, mentre ancor meno sono quelli capaci di infettare sia animali che vegetali. In natura esistono moltissime tipologie di virus, che nel complesso infettano qualsiasi tipo di cellula ed organismo (animali, piante, funghi e batteri), provocando una notevole varietà di malattie, come il raffreddore, l'influenza e la poliomelite; altre specie sono invece prive di potere patogeno e non causano alcuna malattia. Per quanto concerne la capacità infettiva, i virus sono in genere fortemente specie e tessuto specifici (la replicazione virale si svolge preferenzialmente in un organo o apparato di esemplari appartenenti ad una certa specie); soltanto alcuni virus possono causare malattie sia nell'uomo che in alcuni animali, mentre ancor meno sono quelli capaci di infettare sia animali che vegetali.batteriraffreddoreinfluenzabatteriraffreddoreinfluenza Le dimensioni delle particelle virali variano da poche decine a poche centinaia di nanometri (milionesimi di centimetro); per questo motivo i virus non sono visibili al microscopio ottico, ma solamente a quello elettronico, dove mostrano ampie escursioni non solo nelle dimensioni, ma anche nella forma, che può essere sferica, simile ad un "veicolo per l'atterraggio lunare", a bastoncino Le dimensioni delle particelle virali variano da poche decine a poche centinaia di nanometri (milionesimi di centimetro); per questo motivo i virus non sono visibili al microscopio ottico, ma solamente a quello elettronico, dove mostrano ampie escursioni non solo nelle dimensioni, ma anche nella forma, che può essere sferica, simile ad un "veicolo per l'atterraggio lunare", a bastoncino

Struttura dei virus La particella virale - quando si trova in sede extracellulare - è detta virione (da non confondersi con vibrione, termine riferito ai batteri del genere Vibrio, tra cui il colera); quando invece si trova in una fase di attiva replicazione endocellulare è chiamata virus. I virioni, dunque, si trovano un po' dappertutto, nell'aria, negli alimenti e nell'ambiente, mentre i virus sono confinati all'interno delle cellule - animali, vegetali o batteriche - che li ospitano. La particella virale - quando si trova in sede extracellulare - è detta virione (da non confondersi con vibrione, termine riferito ai batteri del genere Vibrio, tra cui il colera); quando invece si trova in una fase di attiva replicazione endocellulare è chiamata virus. I virioni, dunque, si trovano un po' dappertutto, nell'aria, negli alimenti e nell'ambiente, mentre i virus sono confinati all'interno delle cellule - animali, vegetali o batteriche - che li ospitano.coleraalimenticoleraalimenti La struttura elementare di un virus è costituita da un nucleo (core) racchiuso da un rivestimento proteico detto capside. La struttura elementare di un virus è costituita da un nucleo (core) racchiuso da un rivestimento proteico detto capside. Il nucleo è formato da materiale genetico, cioè da un acido nucleico, che può essere DNA oppure RNA, ma mai da entrambi contemporaneamente. Il nucleo è formato da materiale genetico, cioè da un acido nucleico, che può essere DNA oppure RNA, ma mai da entrambi contemporaneamente. I virus a DNA sono chiamati desossiribovirus, mentre quelli a RNA sono detti ribovirus. I virus a DNA sono chiamati desossiribovirus, mentre quelli a RNA sono detti ribovirus. I virus a DNA vengono classificati in: virus a DNA a doppia elica, virus a DNA a doppia elica circolare (come i plasmidi dei batteri) e virus a DNA a singola elica. I virus a DNA vengono classificati in: virus a DNA a doppia elica, virus a DNA a doppia elica circolare (come i plasmidi dei batteri) e virus a DNA a singola elica.plasmidi dei batteriplasmidi dei batteri I virus a RNA vengono classificati in: virus RNA a singola elica con intermedio a DNA, virus RNA a singola elica intera, virus RNA a singola elica segmentata e virus RNA a singola elica con intermedio a DNA. I virus a RNA vengono classificati in: virus RNA a singola elica con intermedio a DNA, virus RNA a singola elica intera, virus RNA a singola elica segmentata e virus RNA a singola elica con intermedio a DNA. Questa notevole varietà nel genoma virale impone l'esistenza di strategie replicative piuttosto diversificate, spesso lontane dall'assioma "dal DNA all'RNA, dall'RNA alle proteine" che vige per le cellule procariotiche ed eucariotiche (in cui il genoma è costituito solo da DNA). A volte l'acido nucleico può associarsi a proteine di natura enzimatica, importanti per la duplicazione del virus. Questa notevole varietà nel genoma virale impone l'esistenza di strategie replicative piuttosto diversificate, spesso lontane dall'assioma "dal DNA all'RNA, dall'RNA alle proteine" che vige per le cellule procariotiche ed eucariotiche (in cui il genoma è costituito solo da DNA). A volte l'acido nucleico può associarsi a proteine di natura enzimatica, importanti per la duplicazione del virus.

Virus a DNA Virus del papilloma umano(responsabili di verruche e condilomi acuminati) Virus del papilloma umano(responsabili di verruche e condilomi acuminati)verruche condilomi acuminativerruche condilomi acuminati Virus erpetici (responsabili dell'herpes labiale e genitale - herpessimplex -, della varicella e del fuoco di sant'antonio - herpes zoster - ) Virus erpetici (responsabili dell'herpes labiale e genitale - herpessimplex -, della varicella e del fuoco di sant'antonio - herpes zoster - )herpes labialegenitalefuoco di sant'antonioherpes zosterherpes labialegenitalefuoco di sant'antonioherpes zoster Virus del vaiolo Virus del mollusco contagioso Virus dell'epatite BEpstein Barr Virus (responsabile della mononucleosi infettiva e correlato al linfoma di Burkitt)Infezione citomegalica Infezione da adenovirus Virus del vaiolo Virus del mollusco contagioso Virus dell'epatite BEpstein Barr Virus (responsabile della mononucleosi infettiva e correlato al linfoma di Burkitt)Infezione citomegalica Infezione da adenovirus Virus del vaioloepatite BEpstein Barr Virus mononucleosi infettivalinfomaadenovirus Virus del vaioloepatite BEpstein Barr Virus mononucleosi infettivalinfomaadenovirus

Virus a RNA Virus del morbillo Virus del morbillomorbillo Virus della parotite o orecchioni Virus della parotite o orecchioniparotite o orecchioniparotite o orecchioni Virus respiratorio sinciziale Virus respiratorio sinciziale Virus dell'influenza Virus dell'influenza Virus della rabbia Virus della rabbiarabbia Virus dell'epatite A Virus dell'epatite Aepatite Aepatite A Virus del raffreddore comune (causato da oltre 200 tipi diversi di virus) Virus del raffreddore comune (causato da oltre 200 tipi diversi di virus) Virus del raffreddore Virus del raffreddore Virus della poliomelite Virus della poliomelitepoliomelite Virus della rosolia Virus della rosoliarosolia Infezione da HIV, AIDS Infezione da HIV, AIDSHIV, AIDSHIV, AIDS Virus della SARS: sindrome respiratoria acuta grave West Nile virus - Encefalite Ebola - Febbre emorragica - Molti differenti tipi di virus, per esempio agenteNorwalk e rotavirus, che causano disordini gastrointestinali. Virus della SARS: sindrome respiratoria acuta grave West Nile virus - Encefalite Ebola - Febbre emorragica - Molti differenti tipi di virus, per esempio agenteNorwalk e rotavirus, che causano disordini gastrointestinali.sindromeFebbreagenteNorwalk e rotavirussindromeFebbreagenteNorwalk e rotavirus

Presentazione di Scienze dellalunna Sofia Mastrogiuseppe Sofia Mastrogiuseppe classe IF classe IF Scuola secondaria di primo grado Scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo Via Boccea 590 Istituto Comprensivo Via Boccea 590 ROMA ROMA Professoressa Anna Paola Pennacchini Professoressa Anna Paola Pennacchini Si ringraziano Mamma e Papà Si ringraziano Mamma e Papà