Distribuzione dell’acqua sul pianeta terra

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Transcript della presentazione:

Distribuzione dell’acqua sul pianeta terra Gruppo 2: Bagozzi Giada, Mezzi Marika, Bosio Davide, Cunaccia Bruno

L'acqua è una "risorsa“ necessaria per la sopravvivenza della specie, sulla Terra è distribuita in due stadi: Oceani e continenti e in atmosfera è presente sotto forma gassosa o condensata.

La distribuzione sulla Terra L'acqua presente sul globo terrestre costituisce l'idrosfera. L'idrosfera del pianeta Terra è basata sul ciclo delle acque, che passano continuamente dallo stato liquido, a quello gassoso e, in alcuni casi, allo stato solido. La gran parte di queste acque è raccolta negli oceani, che ne permettono il continuo riciclo. Sul nostro pianeta l'idrosfera è presente in forma solida, liquida e gassosa. E' raccolta in grandi serbatoi nelle concavità presenti sulla litosfera, la crosta solida del pianeta. A seconda della grandezza del serbatoio possiamo definire le masse d'acqua come oceani, mari, laghi, fiumi, ghiacciai e vapore acqueo.

La consistenza dell'idrosfera è sostanzialmente costante da milioni di anni, pur mutando la sua distribuzione nelle varie forme possibili. Ad esempio, nelle ere glaciali parte dell'acqua allo stato liquido degli oceani e dei mari continentali si trasforma nello stato solido (ghiaccio). Il totale dell'idrosfera resta perlopiù invariato. Nel ciclo dell'acqua una parte del liquido viene trattenuta dalla litosfera per via dell'idratazione dei minerali. Quest'acqua viene poi rilasciata dalla litosfera sotto forma di vapore acqueo nelle aree vulcaniche. La disponibilità totale mondiale d’acqua sia di circa 1.386 miliardi di chilometri cubi (1 chilometro cubo corrisponde a un miliardo di metri cubi) ripartita in acque oceaniche, ghiacci, falde sotterranee, laghi, umidità, vapore acqueo, fiumi. Di questi, il 96% è salata. Inoltre, su tutta l’acqua dolce, oltre il 68% è bloccata nei ghiacci delle calotte e dei ghiacciai. Un altro 30% è sotto terra. L’acqua dolce superficiale (laghi, fiumi) ammonta a soli 93.100 chilometri cubi, circa lo 0,007% dell’acqua totale. 96,5% oceani 1,7%acque sotterranee 1,6% ghiacciai, 0,2% acque superficiali

L’acqua nel Mediterraneo L'acqua nei Paesi mediterranei è scarsa e ripartita in modo molto irregolare sia nel tempo che nello spazio. E' quindi sottoposta a pressioni crescenti, legate alla crescita demografica, allo sviluppo e all'aumento dell'irrigazione. Nel complesso: sui 12 Paesi del Sud e dell'Est del Mediterraneo, 8 Paesi sfruttano già oggi ogni anno più del 50% delle loro risorse idriche rinnovabili. 2 Paesi sfruttano già più della loro disponibilità di risorse rinnovabili (Autorità Palestinese e Libia). Nel 2025, secondo uno scenario tendenziale, 10 Paesi su 12 consumeranno più del 50% delle risorse idriche rinnovabili e tra essi 8 più del 100% delle risorse rinnovabili. In questa situazione di limitata disponibilità, alcuni Paesi hanno fatto ricorso allo sfruttamento di falde fossili non rinnovabili. Il degrado talvolta irreversibile degli ecosistemi, degli acquiferi e le infiltrazioni di acqua salata diventano sempre più frequenti. Di conseguenza l'opinione pubblica si sensibilizza sempre di più e in alcune aree, i rischi di conflitto aumentano.

Distribuzione delle risorse idriche in Italia L‘Italia è il Paese dell‘Europa meridionale più ricco di risorse idriche: contornata a nord dalle Alpi, ricchissime di corpi idrici (vale a dire depositi d'acqua dolce di qualsiasi natura essi siano, purché raggiungano una portata minima convenzionale), la Penisola e le due isole maggiori contano ben 69 laghi naturali di superficie pari o superiore a 0,5 km², 183 bacini artificiali con oltre 1 km² di superficie, cui vanno aggiunti ben 234 corsi d'acqua e fiumi di una certa rilevanza a livello idrico ed ambientale. Inoltre, i corpi idrici superficiali e sotterranei destinati alla potabilizzazione sono quasi 500, e 400 sono i laghi a partire da 0,2 km² di estensione, andando a consolidare, così, un'abbondanza di risorse idriche già fisiologicamente presenti sul territorio sia naturalmente che artificialmente.

Acqua potabile Acqua potabile che sgorga dal rubinetto casalingo. L'acqua potabile è una risorsa primaria destinata al consumo e a fondamentali attività umane. Il D.Lgs. 31/2001 è il riferimento normativo italiano che, recependo la direttiva europea 98/83/CE, disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i criteri e i parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita potabile.  Le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, sono fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori. 

La stessa legge definisce le acque destinate al consumo umano nei seguenti modi: Le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.  I processi di potabilizzazione permettono di migliorare le proprietà dell'acqua rendendola potabile, classico esempio è l'aggiunta di cloro come disinfettante. Occorre precisare che la legge fa distinzione tra le acque potabili, erogate ad esempio pubblicamente tramite gli acquedotti cittadini o le fontanelle, e le acque marine naturali che sono invece approvvigionate così come sgorgano da una o più sorgenti (naturali o perforate) di falda sotterranea. Questa categoria di acque è sottoposta a un differente

APPROVVIGIONAMENTO IDRICO IN TRENTINO Una parte della grande importanza dei corsi d’acqua, in quanto più di ogni altro sistema ambientale costituiscono da sempre una risorsa capace di sostenere molteplici usi, come l’approvvigionamento idrico, la produzione di energia elettrica, l’irrigazione, il recapito dei reflui urbani e industriali e altri non meno importanti, legati alle attività turistiche, del tempo libero e soprattutto come conservazione della biodiversità e degli ecosistemi. È necessaria inoltre la disponibilità di informazioni e conoscenze sulle possibili azioni per migliorare lo stato attuale e i potenziali interventi di riqualificazione e ripristino ambientale da porre in atto.

Vengono messi a confronto fra i vari costi derivanti dalla diverse possibilità di depurazione della risorsa idrica su un torrente alpino e successivamente con i benefici derivanti dalla produzione idroelettrica. Il torrente preso a campione è il Leno, che attraversa tutta la Vallarsa, nel Trentino meridionale. Sul torrente sono presenti tre sbarramenti a scopo idroelettrico, due dei quali, restituiscono il deflusso non più nel torrente di presa, bensì nel fiume Adige, modificando così il deflusso naturale del torrente e creando la necessità di installazione di un depuratore al posto di fosse per la fitodepurazione e il ripristino dell’alveo naturale del fiume.