Ambiente di apprendimento Indicazioni Nazionali 2012
Espressione usata nel lessico delle scienze dell’educazione dal paradigma dell’insegnamento a quello dell’apprendimento da che cosa insegnare … a una prospettiva focalizzata sul soggetto che apprende, sull’apprendimento e i suoi processi, con particolare attenzione a come viene costruito il contesto di supporto all’apprendimento(come facilitare, guidare, accompagnare gli allievi nella costruzione dei loro saperi, e perciò quali situazioni organizzare per favorire l’apprendimento)
Quale idea di apprendimento? Processo attivo e complesso in cui si intrecciano vari elementi, non soltanto cognitivi ma anche emotivo/affettivi e relazionali. In tal senso, le Indicazioni recepiscono diverse prospettive teoriche e delineano l’imparare nella ricchezza delle sue caratteristiche. Svincolato dagli aspetti di puro meccanicismo, l’apprendimento viene delineato come esito di un’attività, che implica il diretto coinvolgimento dell’allievo con tutti i cinque sensi, affinché egli possa trovare senso e significato in ciò che fa. L’approccio privilegiato è di tipo induttivo e l'accento è posto sui processi di osservazione, ricerca e scoperta.
L’Insegnante L’immagine dell’insegnante che emerge dalle Indicazioni non è quella tradizionale di chi trasmette informazioni, ma di colui che predispone l’ambiente, creando situazioni che mettano gli allievi in condizione di imparare, diventando così un mediatore tra il sapere e gli allievi stessi, con un’attività di stimolo che accompagna il loro sviluppo .
Contesto: quale accezione di significato? In un’accezione molto ampia : luogo fisico o virtuale, ma anche spazio mentale e culturale, organizzativo ed emotivo/affettivo insieme. Il termine ambiente,(dal latino ambire "andare intorno, circondare") potrebbe dare l’idea degli elementi che delimitano i contorni dello spazio in cui ha luogo l’apprendimento. Se guardiamo alla conoscenza e al modo in cui si costruisce, dobbiamo prendere in considerazione anche l’insieme delle componenti presenti nella situazione in cui vengono messi in atto i processi di apprendimento. Il che vuol dire prendere in considerazione le condizioni e i fattori che intervengono nel processo: gli insegnanti e gli allievi, gli strumenti culturali, tecnici e simbolici.
Una possibile definizione Contesto di attività strutturate, “intenzionalmente” predisposto dall’insegnante, in cui si organizza l’insegnamento affinché il processo di apprendimento che si intende promuovere avvenga secondo le modalità attese. Ambiente come “spazio d’azione” creato per stimolare e sostenere la costruzione di conoscenze, abilità, motivazioni, atteggiamenti; in tale “spazio d’azione” si verifica interazione e scambio tra allievi, oggetti del sapere e insegnanti, sulla base di scopi e interessi comuni, e gli allievi hanno modo di fare esperienze significative sul piano cognitivo, affettivo/emotivo, interpersonale/sociale
Contesto come “tessuto” L’uso del termine contesto(dal latino contextere"contessere") rende bene l’idea di interazione e di scambio tra tutte le parti In tale contesto viene sottolineata la dimensione comunitaria dell’apprendimento e ribadita l’importanza di caratterizzare la vita di classe con relazioni significative. che concorrono al processo di apprendimento.
L’influenza dell’approccio socioculturale di matrice vigotskiana Il contesto è visto come ” un insieme di attività strutturate nel cui ambito gli individui interagiscono: la loro attività cognitiva - costruire categorie concettuali, ragionare, risolvere problemi-si realizza in queste interazioni”.[1] In tale ottica l’apprendimento scolastico non è un processo individuale e separato dalla situazione in cui si verifica; si realizza invece in un contesto di attività strutturate, attraverso una serie di interazioni che le persone(insegnanti, allievi…)svolgono tra loro e con gli strumenti della propria cultura, e si caratterizza pertanto come processo intersoggettivo che implica collaborazione e condivisione. [1] P.Boscolo, Psicologia dell’apprendimento scolastico, Utet, Torino, 1997
Le metodologie per l’acquisizione di efficaci abilità sociali e cognitive. “aiuto reciproco” “apprendimento nel gruppo cooperativo” “apprendimento tra pari” Sono tutte modalità di lavoro che comportano interazione e collaborazione
Un contesto cooperativo Ciò che distingue un contesto educativo non competitivo, e quindi un gruppo cooperativo , è il fatto che gli alunni interagiscono costruttivamente e responsabilmente tra loro e con l’insegnante , e imparano con gli altri: realizzano compiti in gruppo e l’apprendimento individuale diviene il risultato dell’attività svolta dal singolo all’interno del gruppo. E’ in tal senso determinante l’organizzazione del lavoro, la composizione e la formazione dei gruppi, l’assegnazione e distribuzione dei compiti
Un contesto cooperativo C’è poi da considerare il clima generale che si respira dentro il gruppo cooperativo di lavoro, definito da una serie di comportamenti che esprimono atteggiamenti profondi di stima, rispetto e accettazione reciproca. Si tratta di uno “ stile” relazionale che consente di mettere a proprio agio gli altri, soprattutto i compagni di lavoro, e di “sentirsi e star bene” con loro.
Un esempio tratto dalla disciplina Italiano “la pratica delle abilità linguistiche orali nella comunità scolastica passa attraverso la predisposizione di ambienti sociali di apprendimento idonei allo scambio linguistico, all'interazione, alla costruzione di significati, alla condivisione di conoscenze, alla negoziazione di punti di vista. È nell'interazione che si sviluppa l'identità linguistica di ogni soggetto e si creano le premesse per elaborare significati accettati dall’intera comunità“.
Dall’ affermazione… alla didattica Che cosa implica considerare l'apprendimento come processo sociale piuttosto che come percorso individuale? Attraverso l’attività discorsiva, guidata dall’insegnante o svolta dagli allievi in modo autonomo nelle situazioni in cui si collabora per la soluzione di un problema,vengono costruite in modo collettivo conoscenze significative e modalità di argomentare in ambiti specifici. Si discute in gruppo e si pratica una modalità collettiva socialmente condivis
Non solo italiano Tale pratica non si riferisce soltanto alla lingua italiana ma a tutte le discipline, se le si considera” non soltanto come “strumenti di pensiero”o modi per organizzare concettualmente l’esperienza, ma anche “pratiche di discorso”, cioè procedure discorsive e strategie argomentative peculiari ai vari settori di conoscenza”.
Un contesto di attività Si pone l’accento sui processi di osservazione, di ricerca e scoperta e si sottolinea che l’esperienza diretta e l’esplorazione sono indispensabili per produrre atteggiamenti di curiosità flessibilità e per costruire forme di pensiero sempre più evolute.e
Un contesto di attività Si privilegia una didattica di tipo laboratoriale, improntata all’operatività e a una migliore interattività tra docente e allievi, con un uso di materiali che stimolino il “fare”, un utilizzo di tempi più distesi, una creazione di situazioni variegate e motivanti in cui i vari tipi di linguaggi possano integrarsi. Una didattica finalizzata a promuovere l'apprendimento degli alunni come processo attivo, che implichi l'attività di elaborazione e di costruzione delle conoscenze
Un contesto di “attività” Importanza dell’esperienza “esperienza” proviene per via colta dal sostantivo latino experientia, a sua volta derivato da experiens, participio presente del verbo experiri, cioè provare, sperimentare
L’esperienza diretta e l’esplorazione Assumono importanza tutte quelle attività che pongono gli allievi davanti a situazioni problematiche e li stimolano a fare ipotesi, produrre idee , cogliere nessi e relazioni vedendo le cose da diversi punti di vista, trovare soluzioni. In una parola, attività che promuovano capacità di pensiero flessibile e creativo, fondamentale per orientarsi nella società odierna. Le situazioni che spingono gli allievi nelle condizioni di ricercare, trovare risposte, fare analisi e confronti, sono quelle legate al "fare". Nelle Indicazioni si parla in proposito di “percorsi in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si “fa”