LE CALAMITA’ NATURALI DISSESTO IDROGEOLOGICO VULCANI TERREMOTI TSUNAMI
FORZE NATURALI Le forze naturali si dividono in: Agenti esogeni (sono le forze naturali che agiscono all’esterno della superficie terrestre, come vento, pioggia, fiumi, laghi, mari, ghiacciai, ecc.); Agenti endogeni (sono le forze naturali che agiscono all’interno della superficie terrestre, come terremoti e vulcani).
DISSESTO IDROGEOLOGICO Il dissesto idrogeologico è costituito da: FRANE CROLLI EROSIONI PIENE ALLUVIONI Questi eventi trasformano in modo improvviso e traumatico l’aspetto fisico di un determinato territorio.
PREVISIONE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO Si effettua attraverso lo studio : Meteorologico Geologico Idrologico Storico Da questi studi si ottengono le mappe del rischio di dissesto idrogeologico di un determinato territorio.
PREVENZIONE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO La prevenzione si distingue in: Prevenzione attiva (attua modifiche all’aspetto fisico del territorio) Prevenzione passiva (adotta provvedimenti che modificano i comportamenti dell’uomo)
EVENTI NATURALI COMPLETAMENTE INDIPENDENTI DALL’UOMO Vulcani: spaccature della crosta terrestre attraverso le quali fuoriescono gas, vapori, magma e materiali piroclastici Terremoti: vibrazione della crosta terrestre dovuta alla liberazione di energia elastica accumulata da una roccia sottoposta a forti pressioni Tsunami: gigantesche onde marine generate da terremoti avvenuti in mare aperto
PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO Per i sismi esistono alcune forme di prevenzione: Costruire edifici con tecniche antisismiche Esercitazioni antisismiche Servizi di protezione civile pronti a intervenire con tempestività ed efficienza n.b. Non esistono ancora metodi efficaci per prevedere dove e quando avverrà un terremoto.
DIFESA DAL RISCHIO VULCANICO Evitare di costruire centri abitati in zone con pericolo di eventi vulcanici. Organizzare piani di evacuazione e interventi della Protezione Civile, da attuare in caso di una imminente eruzione vulcanica.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Definizione del concetto «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni»(dal rapporto Brundtland 1987). Sebbene questa definizione sintetizzi alcuni aspetti importanti del rapporto tra sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell’ ambiente, non può essere operabile. Tale definizione parte da una visione antropocentrica, infatti al centro della questione non è tanto l’ ecosistema, ma piuttosto le generazioni umane.
Evoluzione di un nuovo atteggiamento verso il Pianeta Il dibattito sulla questione ambientale, nato tra gli anni ‘60 e ’70 del secolo scorso con la fondazione delle prime associazioni ambientaliste, ebbe come nodo centrale il rapporto tra economia e ambiente, nella sempre più evidente necessità di preservare la qualità del patrimonio naturale e nella consapevolezza che, essendo le risorse del pianeta tendenzialmente esauribili , dovessero essere rivisti ed equilibrati i modelli di sviluppo.
Conferenza di Stoccolma Tenuta nel 1972,è la prima conferenza che, su scala mondiale, toccò i temi ambientali e adottò una dichiarazione all’ interno della quale la tutela dell’ambiente divenne parte integrante dello sviluppo compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse. La conferenza di Stoccolma ripropone una visione del mondo nella quale il fine ultimo è rappresentato dal raggiungimento di una migliore qualità della vita , dalla diffusione di una prosperità crescente ed equa, dal conseguimento di un livello ambientale non dannoso per l’uomo e per le altre specie viventi e nel quale sia possibile una più equa accessibilità alle risorse. Nascono proprio in quegli anni i presupposti dell’ economia ecologica e dell’economia ambientale.
Conferenza dell’ONU a Rio de Janeiro Altro caposaldo dello sviluppo sostenibile è rappresentato dalla Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 che, nella sua dichiarazione, sancisce i 27 principi su ambiente e sviluppo ancora oggi vivi ed attuali. Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, avocando a sé la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di Ambiente, Economia e Società, dato che risulta evidente come l’azione ambientale da sola non possa esaurire la sfida: ogni piano o politica di intervento, infatti, deve rispondere ad una visione integrata e definire sia impatti economici che sociali ed ambientali.
Protocollo di Kyoto Nel 1997 venne istituito il protocollo di Kyoto alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, attraverso il quale 169 nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra per rimediare ai cambiamenti climatici in atto. Grandi assenti furono gli Stati Uniti, i primi produttori di gas serra nel mondo. Per raggiungere questi obiettivi ora si lavora su due vie: -il risparmio energetico -lo sviluppo delle fonti alternative
LA DEFORESTAZIONE di francesco schiazza
DEFINIZIONE La deforestazione è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste. E' uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo. La deforestazione è il risultato di un'azione irrazionale dell'uomo. Quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita, allora la popolazione di alberi si riduce (deforestazione). Col passare del tempo si ridurranno anche gli effetti positivi apportati dalle piante all'intero ecosistema.
Ogni due secondi viene distrutta un’area di foresta grande quanto un campo di calcio, per sostenere l’industria del legno, della carta e lo sviluppo dell’agricoltura. Le foreste sono vitali per il futuro della vita sulla Terra. Attualmente solo il 10% delle terre emerse sono ancora ricoperte da foreste intatte.
L'importanza delle foreste Le foreste hanno un ruolo fondamentale per l'umanità, fornendo una larga e inestimabile varietà di servizi: -forniscono legna da opera e combustibile, fibre, alimenti, sostanze medicinali; -costituiscono un immenso e incommensurabile ricettacolo di diversità biologica, -sono il luogo in cui vivono migliaia di piante superiori, le quali generano strutture fisiche e creano nicchie ecologiche per altre piante e per gli animali; -consentono di rimettere in ciclo i nutrienti minerali; -
-forniscono acqua, ossigeno e quanto serve agli altri organismi viventi; -scambiano e accumulano grandi masse di carbonio, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici; -controllano l'erosione del suolo e la regimazione delle acque; -intervengono nella genesi stessa del suolo, nel ciclo dei nutrienti, nel trattamento dei rifiuti; -esercitano un controllo biologico sullo sviluppo di parassiti e patogeni; -rappresentano il luogo per la ricreazione, il tempo libero e per la spiritualità, nonché una risorsa basilare per le popolazioni indigene, custodi di culture rare e preziose.
Le cause In origine, i principali responsabili delle deforestazioni furono i paesi occidentali. Basti pensare che quasi tutte le foreste europee sono andate interamente distrutte nel corso dei secoli della storia. In epoca contemporanea il problema della deforestazione è legata principalmente al sottosviluppo. Possiamo individuare le cause della deforestazione nelle seguenti: 1) Legname come combustibile; 2) Creare nuove terre coltivabili; 3) Domanda di legno pregiato per la costruzione di edifici.
Il disboscamento illegale Il disboscamento illegale si verifica quando il legname estratto, trasportato, acquistato o venduto in violazione alle leggi nazionali. La procedura di estrazione è da considerarsi illegale quando si fa uso della corruzione per ottenere l’accesso alla foresta, e comprende il taglio senza autorizzazione, il taglio in aree protette, il taglio di specie protette, l’estrazione di legname in eccesso rispetto ai limiti previsti dalla legge. Provoca danni irreparabili nell’ ecosistema.
Il disboscamento è il risultato della rimozione di alberi o della loro morte non accompagnata da una rinnovazione sufficiente. Ci sono molte cause di ciò, che possono variare da una lenta degradazione forestale ad improvvisi incendi, ad intense attività di pascolo…
I metodi per controllare e ridurre la deforestazione sono numerosi, ma tutti dipendono dalla Volontà politica di attuarli , anche in contrasto con i forti interessi economici, spesso legati all’ economia del disboscamento illegale
Inquinamento atmosferico Si può definire l’inquinamento atmosferico come la presenza nell’atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull’essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali. E’,cioè, un termine che indica tutti gli agenti fisici, chimici e biologici che modificano le caratteristiche naturali dell’atmosfera.
Due tipi di inquinanti Gli inquinanti sono solitamente distinti in due gruppi principali: quelli di origine antropica, cioè prodotti dall’uomo, e quelli naturali che sono sostanze chimiche presenti nell’ambiente prodotti in eccesso nelle attività umane. I contaminati atmosferici, possono anche essere classificati in primari vale a dire liberati come tali e secondari che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche. L’inquinamento causato da queste sostanze negli ambienti chiusi è definito esterno, mentre l’inquinamento nei luoghi confinati, come gli edifici, è indicato come inquinamento interno.
Effetto serra L’effetto serra è un fenomeno senza il quale la vita come la conosciamo adesso non sarebbe possibile. Questo processo consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse ( anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni. Questo processo è sempre naturalmente e fa si che la temperatura della Terra sia circa 33°C più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di questi gas. Ora in ogni modo, si ritiene che il clima della Terra sia destinato a cambiare perché le attività umane stanno alterando la composizione chimica dell’atmosfera. Le enormi emissioni di gas serra prodotte dall’uomo stanno causando un aumento della temperatura terrestre determinando dei profondi mutamenti a carico del clima sia a livello planetario che locale.
Il buco dell'ozono La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta d’ozono, un gas costituito da tre atomi di ossigeno e che rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette ( raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa di variazioni naturali. Purtroppo, a causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli anni 70’ questa periodica diminuzione è diventata sempre più grande, tanto da indurre a parlare del fenomeno come del buco dell’ozono. In effetti il fenomeno non rappresenta nient’altro che l’aspetto più evidente della generale e graduale diminuzione dell’ozono nella stratosfera. Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA delle cellule epiteliali.
L'inquinamento dell'aria che respiriamo Vari inquinanti atmosferici quali: ossidi di zolfo, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, aldeidi, svolgono un’ azione irritante sulle mucose, in particolare su quelle delle vie aeree. Tale azione, ripetuta nel tempo può indurre una riduzione della funzionalità respiratoria e dei meccanismi di difesa polmonari. Ne consegue un prolungamento del tempo di contatto di agenti infettivi, tossici e cancerogeni e dei relativi effetti dannosi. Potrebbero così essere spiegati i dati derivanti da studi epidemiologici, sempre più numerosi e significativi, che hanno messo in relazione l'inquinamento atmosferico con malattie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare, con la mortalità generale, con quella per tumore e, in particolare, per tumore polmonare. Le particelle inquinanti di maggiori dimensioni sono inglobate nel muco delle vie respiratorie ed espulse con la tosse. Se si considera la quantità d’aria che viene quotidianamente inspirata da un individuo, ci si può meglio rendere conto della sua importanza ai fini della salute e dei rischi collegati alla respirazione d’aria inquinata. Le sostanze inquinanti che, in forma gassosa o di particelle di piccolissime dimensioni (dell'ordine di millesimi di millimetro), riescono a raggiungere gli alveoli polmonari stimolano reazioni di difesa dell'organismo che, se ripetute nel tempo, vengono sopraffatte dagli inquinanti i quali non trovano più ostacoli per alterare le funzioni respiratorie dei polmoni. Gli inquinanti gassosi che giungono a livello polmonare vengono assorbiti dalla superficie alveolare ed entrano nella circolazione sanguigna da cui raggiungono i diversi organi e apparati.
Gli effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico Le conseguenze sfavorevoli dell'inquinamento atmosferico erano già risultate evidenti dopo alcuni episodi verificatisi nella prima metà di questo secolo. In particolare va ricordato il gravissimo inquinamento di Londra (1952) a seguito del quale si registrò un numero elevatissimo di decessi (oltre 4.000) e oltre 2.000 ricoveri ospedalieri per malattie dell'apparato cardiorespiratorio. Oggi le concentrazioni urbane degli inquinanti atmosferici responsabili di quegli episodi (polveri e ossidi di zolfo) sono più basse ma non tali da non essere fonte di preoccupazione per la salute della popolazione. A ciò va aggiunta la constatazione della continua immissione nell'ambiente di nuovi prodotti di sintesi, a tossicità elevata o poco nota, quali i costituenti dei nuovi combustibili. I danni alla salute derivanti dall'inquinamento atmosferico dipendono, oltre che dall'azione dei singoli inquinanti: dall’interazione dei diversi inquinanti tra loro; dalle condizioni atmosferiche; dalle condizioni respiratorie; dalla dose inalata. Dall'inverno all'estate, ormai in ogni stagione l'aria in città è inquinata: gas di scarico delle auto (monossido di carbonio, biossido di azoto, piombo, benzene (sostanza cancerogena), polveri di lattice che derivano dal deterioramento dei copertoni delle auto sull'asfalto), oltre agli inquinanti prodotti dagli insediamenti industriali e, in inverno, anche l'inquinamento prodotto dai sistemi di riscaldamento. In estate, nonostante non sia presente l'inquinamento dovuto al riscaldamento, il calore contribuisce alla formazione dell'ozono (una forma di ossigeno irritante per le vie respiratorie). I bambini sono i più vulnerabili, perché le mucose delle loro vie respiratorie sono più delicate, inoltre i bambini respirano con una frequenza maggiore degli adulti, introducendo una maggiore quantità d’aria; si aggiunga che il sistema immunitario, nei più piccoli, è ancora immaturo, perciò non è in grado di difendersi efficacemente dagli agenti inquinanti.
Altre conseguenze La continua espansione degli insediamenti urbani ed industriali comporta una crescente richiesta di fonti energetiche. L'impiego di combustibili fossili e naturali riversa nell'ambiente notevoli quantità di sostanze gassose sotto forma di prodotti di combustione (ossidi di zolfo e di azoto, anidride carbonica), con conseguenze dannose per tutta la biosfera (deposizione acida e piogge acide). Effetti dannosi provocati all'ambiente: Acidificazione dei laghi, dei fiumi e delle acque sotterranee; Degradazione dei sistemi idrici potabili; Acidificazione e demineralizzazione dei suoli; Impatto sulle foreste e sulla produttività agricola; Deterioramento dei manufatti umani.
Inquinamento delle acque L’acqua può raggiungere il mare non solo attraverso i fiumi ma anche passando dal suolo, dopo essersi infiltrata e aver raggiunto una falda acquifera. Si può quindi facilmente intuire che l’acqua si può inquinare non solo tramite i fiumi ma anche con i prodotti inquinanti del suolo. Un’importante causa dell’ inquinamento delle acque, in particolare delle acque dolci sono gli scarichi di materiale organico. Le principali fonti di inquinamento organico sono: -Le fogne delle città. -Gli allevamenti. -Le industrie. - L’agricoltura. Le numerose sostanze utilizzate in agricoltura non restano solo sul suolo o sulle piante. Quando la pioggia dilava il terreno, una parte di essa finisce sui canali di scolo e da qui ai fiumi e poi al mare. Quando l’acqua piovana filtra nel terreno tralascia lentamente un’altra parte di queste sostanze in profondità, fino alla falde acquifere da cui si prende l’acqua da bere, che potrebbe divenire non potabile a causa dei nitrati e dei fosfati rilasciati dai fertilizzanti chimici utilizzati sul terreno. I fertilizzanti in particolare provocano uno sviluppo eccessivo di alghe nei laghi e nei mari. Questo fenomeno prende il nome di eutrofizzazione. Quando queste muoiono i batteri decompositori consumano l’ossigeno disciolto nell’acqua provocaando la morte per asfissia degli altri organismi.
L’inquinamento del suolo L’inquinamento del suolo è un fenomeno di alterazione della composizione chimica naturale del suolo causato dall’attività umana. Fra le sue cause principale si contano: Rifiuti non biodegradabili Acque di scarico Fertilizzanti Idrocarburi Diossine Metalli pesanti Solventi organici L’inquinamento del suolo può avere significative conseguenze per gli ecosistemi. Questi cambiamenti possono manifestarsi nell’alterazione del metabolismo dei microrganismi che vivono in un dato ambiente del terreno. Rimedi: il rimedio principale all’inquinamento del suolo consiste nell’attuazione di correnti politiche di gestione dei rifiuti sensibili ai risvolti ambientali nonché all’emanazione e rispetto di specifiche normative volte alla sensibilità ambientale e alla tutela dell’ambiente naturale.