Sviluppo dei bambini ciechi (linguistico) 4

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
RITARDO NELL’APPRENDIMENTO
Advertisements

Il metodo P.Ro.M.O.T. tra prevenzione e riabilitazione dell’anziano
DISTURBO EVOLUTIVO SPECIFICO delle ABILITA’ SCOLASTICHE (F 81) ICD10
La riabilitazione neurocognitiva del movimento
La diagnosi neuropsicologica: definizione e utilizzo
I sensi sono strumenti di comunicazione
Dr. Nicola Corazzari Dr.ssa Claudia Casali Dr.ssa Erica Romei
LA DIAGNOSI FUNZIONALE
DIFFICOLTA DEL LINGUAGGIO Gli elementi di difficoltà Difficoltà di contenuto, che derivano dalla distanza tra gli argomenti trattati e le conoscenze pregresse.
Percezione Attenzione Memoria
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
Gli Apprendimenti nella Disabilità uditiva e le Nuove Tecnologie
U.O.A. di NPI I disturbi di apprendimento Dott.ssa Paola Cavallo
Socializzazione e integrazione un intreccio di linguaggi
GIOCHIAMO A PARLARE. PREMESSA la tutela della salute in ambito materno- infantile costituisce un impegno di valenza strategica dei sistemi socio-sanitari.
Il progetto educativo La biografia: La storia della persona
ANNO SCOLASTICO 2008/2009. Lintegrazione scolastica coinvolge non solo il singolo individuo, ma è un ampio progetto che interessa tutta la realtà del.
È iniziata nellanno scolastico (S. BECKETT, 1958)
Dal gesto di indicare al linguaggio
Tipologie di disabilità, handicap associati e tecnologie.
L’esperienza scolastica dei bambini con del22: una proposta di lavoro
Il docente di sostegno: un ruolo nella scuola dell’inclusione
Disturbi dellApprendimento: INTRODUZIONE Dr.ssa Barbara Arfé Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale Facoltà di Scienze della Formazione.
Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down
Per una cura del processo educativo
SOCIALIZZAZIONE E’ UN PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI COMPORTAMENTI,
LINTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI AUTISTICI Lo sviluppo dellintersoggettività, del gioco, della comunicazione: il ruolo dei contesti educativi Comunicazione.
Aumentativa Alternativa
Che cosa è l’ICF? Acronimo di “International classification of functionning , disability and health” Si tratta della classificazione internazionale del.
IL PUPAZZO JONATHAN UN PERCORSO DI LAVORO Insegnante specializzata
Iniziamo a lavorare sui concetti Concetto Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze/simboli/rappresentazioni di eventi o di oggetti,
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
L’autismo.
DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/11 II Semestre.
Angelo Gianfranco Bedin
METODOLOGIA DELL'EDUCAZIONE MUSICALE
Dalla diagnosi al PEI Dott.ssa Sasanelli.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/11 II Semestre.
RITARDO MENTALE S. DI DOWN. L’intelligenza può essere definita come la capacità di cogliere i nessi tra i vari momenti dell’esperienza processo attivo.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE PEDAGOGICHE PEDAGOGIA DELLA DISABILITA’ - MODULO A II SEMESTRE Dott.ssa.
Riabilitazione “Non esistono dati per sostenere che un metodo riabilitativo sia migliore di altri. Ciò che è certo è che il b. con s. di Down ha bisogno.
SVILUPPOAPPRENDIMENTO QUALI POSSIBILI CONTAMINAZIONI? PSICOLOGIA NEUROSCIENZE EVENTI PSICHICI MANIFESTAZIONI QUADRO ESISTENZIALE FENOMENOLOGICO L’ATTIVITÁ.
Perché alcuni bambini non funzionano come gli altri?
Gli strumenti di osservazione per l’inclusione scolastica
Dott.ssa Gabriella Coi IL TURISMO ACCESSIBILE NELL’ALTOPIANO DEI 7 COMUNI PAROLE… BISOGNI… RISPOSTE… …ALCUNI ESEMPI DI FUNZIONAMENTO “ATIPICO” Marzo-Aprile.
LA SCUOLA E’ UNO SPAZIO PRIVILEGIATO
Ottavo Corso di Formazione per i Volontari della RSA “L’Arca”
IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO NEGLI ADULTI
I BISOGNI EDUCATIVI Dr.ssa Francesca Loffredo Psicloga Età Evolutiva.
  Lingua materna (LM o L1): la lingua che acquisiamo ‘inconsciamente’, del nostro vivere quotidiano  Lingua seconda (L2): la lingua che si impara in.
Sviluppo dei bambini ciechi (cognitivo) 2
COMUNE di ROMA MUNICIPIO ROMA 1 CENTRO STORICO Progetto GENITORI SI DIVENTA Il sostegno precoce alla genitorialità Francesca Pezzali.
Sviluppo dei bambini sordi
Carla Antoniotti a.a.2015/2016.
Sviluppo dei bambini ciechi (affettivo e sociale) 3
Sviluppo dei bambini ciechi (motorio) 1
Progetto per un centro di residenza sperimentale.
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
nella Scuola dell’Infanzia
DISTRUBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO (DSM IV) SINFROME DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO (ICD 10) Chiarimenti diagnostici.
ALUNNI DISABILI “G.MENCONI” MASSA - 20 aprile 2016 Relatrice : Dott.ssa MARIA COPPOLECCHIA Dall’ingresso nel percorso scolastico all’inclusione.
PROMUOVERE L’INTERSOGGETTIVITA’ NEI BAMBINI CON AUTISMO E DPS CENTRO EDUCATIVO MINORI “Casa Regina Elena, Una carezza per Carla” Pavone, 10/02/2014.
IL PLESSO POTENZIATO DI BONATE SOTTO. COS’E’ IL PLESSO POTENZIATO? E’ una sorta di “scuola nella scuola” dove ci sono spazi attrezzati per rispondere.
Autismo 2 1. Sviluppo del bambino autistico - Relazioni: (disturbi di socializzazione) - Comunicazione: - Difficoltà nell’uso della gestualità e nell’imitazione.
PEI - PROGETTO DI VITA Diagnosi funzionale Momento conoscitivo del reale funzionamento dell’alunno secondo il modello ICF Profilo Dinamico Funzionale Momento.
Legge 104/92 ART. 3 comma 1: … E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva,
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO SCUOLA DELLE SCIENZE GIURIDICHE ED ECONOMICO-SOCIALI Corso di Studio in Scienze Motorie Lo sviluppo psicomotorio nel.
Corso Integrato di Pediatria Generale e Specialistica Lo sviluppo neuropsichico normale.
Transcript della presentazione:

Sviluppo dei bambini ciechi (linguistico) 4 Carla Antoniotti a.a.2015/2016 Psicologia delle disabilità e dell’integrazione Sviluppo dei bambini ciechi (linguistico) 4

Sviluppo linguistico Tra le modalità pre-verbali della comunicazione alcune sono state valorizzate come importanti precursori della successiva competenza linguistica In particolare: L’uso del contatto oculare nel regolare gli scambi precoci tra madre e bambino La condivisione visiva dell’attenzione su un oggetto L’uso di gesti comunicativi (dai 6 mesi) Fino ai 6-7 mesi NON ci sono differenze nelle vocalizzazioni tra bambini vedenti e non vedenti Successivamente i bambini non vedenti risultano meno loquaci, ma pronti a rispondere alle stimolazioni con vocalizzi  Importante gratificare e incentivare le vocalizzazioni spontanee rispondendo al bambino e favorendo la comunicaione

Prime parole In letteratura risultati discordanti su: ritardo nei bambini ciechi Iptesi: alcuni aspetti dell’input adulto non siano favorevoli allo sviluppo linguistico I genitori tendono a sovrautilizzare lo strumento verbale I genitori usano molto di più le richieste di informazione con i bambini molto piccoli Prevalgono i riferimenti agli oggetti potenzialmente interessanti piuttosto che agli oggetti presenti nel contesto (come fanno i genitori di bambini con sviluppo linguistico lento)

Frasi Ritardo per i bambini non vedenti, nell’uso appropriato di frasi di due o tre parole (Damascelli, 1992) Ritardo temporaneo, destinato a colmarsi intorno ai 3 anni Causa: discrepanza fra l’input linguistico (spesso basato su una rappresentazione degli oggetti in cui domina il dato visivo) e i dati esperienziali Prime tappe dello sviluppo linguistico Studio longitudinale durato 7 mesi (2 vedenti e 2 non vedenti) età 3 anni i bambini vedenti producono stesso numero di enunciati per turno rispetto alle madri, mentre i bambini ciechi producono un minor numero di enunciati Le domande rivolte dalle madri ai bambini ciechi sono finalizzate a verificare le loro conoscenze sui nomi e caratteristiche degli oggetti, mentre ai bambini vedenti le madri rivolgono maggiori richieste che elicitano informazioni su sentimenti, fantasie, interpretazioni degli eventi Non c’è differenza nel numero di frasi direttive utilizzate dalle madri (kekelis, Prinz, 1996)

Nelle età successive: differenze più di tipo qualitativo Tendenza all’iperverbalismo -> il bambino ripete molti termini e strutture frasali che sente dall’adulto senza conoscerne fino in fondo il significato La maggior parte delle ricerche sottolinea gli elementi di somiglianza nello sviluppo linguistico di ciechi e vedenti

Disabilità multiple Pluridisabilità: non è la semplice somma di più limitazioni, bensì una interazione permanente di patologie, limitazioni e disabilità in un sistema dinamico influenzato dagli ambienti interni ed esterni alla persona (Piccioni, 2005) La pluridisabilità è eterogenea per definizione L’elemento comune è la difficoltà di poter armonizzare quanto giunge attraverso i sensi, apprendere quanto sperimentato, fissare in memoria le esperienze passate

Problematicità della situazione Pluridisabilità lieve: la compromissione cognitiva e/o motoria e/o sensoriale non determina una significativa limitazione dell’autonomia, delle possibilità di percezione, di espressione e di relazione Pluridisabilità media: (quadri clinici eterogenei) le disabilità intellettiva e motoria, associate a eventuali deficit sensoriali, compromettono lo sviluppo armonico del soggetto Pluridisabilità grave: grave deficit intellettivo e motorio, linguaggio assente. Restrizione dell’autonomia e delle possibilità di percezione, di espressione e di relazione

Valutazione  Equipe multidisciplinare Intervento precoce (0-3 anni): Progetto riabilitativo globale e personalizzato obiettivo: sviluppo armonico del bambino, sotto profilo cognitivo, emotivo, psicomotorio Dopo i 3 anni: progetti riabilitativi personalizzati Obiettivo: raggiungimento del massimo livello possibile di autonomia, comunicazione, socializzazione della persona disabile Interventi calibrati sull’individuo e sulla famiglia