Le Tartarughe d’acqua dolce

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Transcript della presentazione:

Le Tartarughe d’acqua dolce

Le tartarughe d'acqua non sono rettili come molti pensano, ma sono degli anfibi. La più comune tra le tartarughe d’acqua dolce è la Trachemys scripta elegans. Il suo carapace è ovale e verde e si scurisce con l’età. Le femmine arrivano fino a trenta centimetri, i maschi solo fino a sedici.

Queste tartarughe vivono bene se tenute in una vaschetta a temperatura intorno ai 20 gradi centigradi, di dimensioni adeguate e in posizione asciutta, con zone di alternanza tra sole e ombra. Il sole è utile per il carapace. Sono attive ad una temperatura compresa tra 10° e 37°C, sotto i 10°C  vanno in letargo. Nella stagione fredda, se in acquario, è necessario un termo regolatore.

La loro alimentazione è molto varia: pesce crudo carne tritata insetti fegato molluschi crostacei frutta foglie di lattuga I mangimi liofilizzati specifici, da soli, non sono assolutamente sufficienti!!

In natura possono vivere circa 20 anni, in acquario anche 40 anni. I maschi raggiungono la maturità sessuale intorno ai 2-5 anni, le femmine verso i 5-7 anni. Sono creature timide e si nascondono al minimo pericolo. Tuttavia sono anche molto curiose.

I maschi sono più piccoli, hanno le unghie anteriori molto più lunghe per la danza di accoppiamento, la coda con una base molto larga e l’apertura della cloaca posta in prossimità della punta. Il piastrone, inoltre, si presenta concavo per facilitare l’ accoppiamento.

Le Tartarughe d'acqua dolce, che risalgono al Mesozoico e al Triassico, non trascorrono, in natura, la vita interamente in acqua, ma conducono un'esistenza anfibia, rimanendo diverse ore a prendere il sole sulle rive, aggrappate a un tronco o alla vegetazione galleggiante.

Le specie marine sono tutte protette, al contrario le Tartarughe d'acqua dolce hanno una sorte generalmente drammatica. Le più fortunate sono quelle ospitate all'aperto in un laghetto di un Parco o di privati; ma le Tartarughe tenute in casa languiscono, in genere, in vaschette poco adatte.

Per garantire alle Tartarughe d'acqua una buona esistenza, è indispensabile un acquaterrario che dia la possibilità di raggiungere agevolmente sia una parte asciutta, possibilmente con fondo di ghiaia o di sabbia, sia l’acqua che deve essere profonda almeno mezzo metro.

Per le Tartarughe è molto importante l’esposizione al sole, che permette la sintesi della vitamina D, indispensabile per il corretto metabolismo del calcio e del fosforo, due minerali fondamentali per questi animali che hanno una imponente struttura ossea. Del resto è utile anche poter accedere ad una zona ombrosa, per evitare il surriscaldamento corporeo. Se non è possibile collocare la vaschetta in una posizione illuminata dai raggi del sole, si possono utilizzare lampade che emettano lo spettro completo di radiazioni, compresi i raggi ultavioletti.

Molte Tartarughe tenute nelle vaschette commerciali non adatte, con pochi centimetri d'acqua, soffrono di gravi patologie a causa: dell'immobilità forzata, dell'impossibilità di nuotare come dovrebbero, dell’impossibilità di stare all'asciutto, dell'errata alimentazione, dell'acqua sporca, dell'assenza o scarsità di luce solare, della dieta poco varia, della temperatura sbagliata. Come conseguenze si può avere il rammollimento della corazza, la paralisi, congiuntiviti e altre patologie oculari, micosi, raffreddori, noduli e ascessi.

Liberare le tartarughine nel lago di un parco o di un privato è pericolosissimo perchè la lunga permanenza in cattività le paralizza o le rende gravemente disabili. Quindi, prima di liberarle, andranno riabilitate al nuoto da persona esperta e compassionevole, in vasche con poca acqua, aumentando via via la profondità.

BIBLIOGRAFIA http://www.windoweb.it/guida/mondo/tartarughe_d'acqa.htm http://www.globochannel.com/wordpress/come-capire-se-la-tua-tartaruga-dacqua-dolce-e-maschio-o-femmina.html E.Dauner, F. Vaini – Tartarughe e Tartarughine terrestri e acquatiche – De Vecchi Editore http://www.unaecoanimali.it/animali_citta/vita_da_topi/vita_da_tartarughe.htm

Autore: Davide classe 1° scuola media Piancavallo