Perché in house perché gare LORENZO PERRA (ATO Toscana Centro) 22 maggio 2014
Premesse Gli organizzatori dell’evento non hanno messo il punto interrogativo (in house o gara?”), ma hanno chiesto di riflettere a quali domande, in house o gara, siano la migliore delle risposte. Gara o in house providing sono il mezzo (e non il fine) Fino a due anni il titolo poteva essere “perché PPPI e perché gara”… (Perché proprio a me?) Percorso logico della scelta: Ho provato a porre delle domande e fare considerazioni a cui le due forme di affidamento potrebbero essere le risposte Considerazioni economiche, obbiettivi politici, (vincoli giuridici) Quale dovrebbe essere l’assetto istituzionale (framework) di gara e in house
Percorso logico (verifica di contesto): GARA o IN HOUSE ? Non tutti i contesti di partenza sono uguali: 1. C’è o non c’è una public utility pubblica ? 2. L’affidamento attuale è conforme o meno al diritto UE ? o la concessione è scaduta ? 3. La dimensione della società attuale è adeguata/efficiente ? 4. Si devono fare investimenti rilevanti ? Condizioni di partenza diverse escludono alcune soluzioni: Per vincoli risiedono nella normativa italiana (in house) Per difficoltà di coordinamento del diritto societario con il diritto amministrativo
Percorso logico: GARA o IN HOUSE ? Non tutti i punti di vista sono equivalenti 1. lato dell’offerta 2. lato della domanda Domanda ai Comuni: “Volete fare gli imprenditori, o no?” (creazione di valore)
Se si guarda solo all’utente (lato della domanda) La produzione pubblica e lo Stato benevolente L’in house è inefficiente e la gara efficiente (fallimento del non mercato) ? X-inefficiency (dipende dal monopolio in generale, che può essere regolato) Concorrenza per il mercato assicura l’efficienza se sono assenti: asimmetria informativa (banditore/concorrenti, incumbent/concorrenti), pochi concorrenti, collusione, alte barriere all’entrata, concessioni molto lunghe, incertezza contrattuale, conflitti di interesse (banditore/concorrenti); scadimenti qualitativo delle prestazioni Vi è comunque necessità di regolazione del monopolista selezionato Coniugazione gara e regolazione Non esiste una chiara indicazione (quello che è comunque chiaro è che le usuali scelte adottate in Italia appaiono, con il senno di poi, sbagliate)
Scenari 1. Gara + no partecipazione pubblica (privatizzazione) + regolazione forte 2. In house + regolazione ad hoc (v. dopo) Varianti intermedie con disintegrazione verticale (raccolta e impianti) ed orizzontale In house raccolta (definizione della domanda) PPPI recupero/smaltimento Liberalizzazione (nel mercato) recupero/smaltimento con regolazione accesso Problema: fallimenti del mercato e vincoli contrattuali
Logica vs Politica locale (scelte) Se provassero a porsi tutte le domande che prima abbiamo evidenziato, i policy makers arriverebbero a fare delle scelte logicamente più fondate Spesso, tuttavia, gli amministratori pubblici non si pongono delle domande a cui dare risposte adeguate, ma nei RU generalmente vogliono: 1. Basse tariffe all’utenza 2. Alti dividendi/sponsorizzazioni dalle imprese concessionarie 3. Bandire le gare e vincere le gare con le proprie imprese (stabilizzazione delle concessioni) non vogliono: Privatizzare (anche parzialmente) Regolare le imprese (regolazione economica)
La politica nazionale e le utilities (rifiuti) Mainstream politico sulle utilities: “liberalizzare è bello” “privatizzare è brutto” “la liberalizzazione è il mezzo per rilanciare l’economia italiana” “la liberalizzazione è il mezzo per creare i campioni nazionali” La liberalizzazione (poiché si assume che vincano gli incumbents pubblici) non è accompagnata dalla creazione di un’adeguato sistema regolatorio: Non esiste alcuna norma di disciplina delle gare (bandi, capitolati, contratti, regole di subentro, ma anche perimetro di gara e dis-integrazione verticale, piani tipo, sparpagliamento competenze pianificatorie) Non esiste un adeguato sistema di regolazione economica (corrispettivo, sviluppo tariffario, certezza di chi incassi) Non esiste un’Autorità nazionale, ma guerra alle locali ATO
Se gara per la concessione: framework istituz. Se si sceglie la strada delle gare: 1. Adeguata disciplina gare (regole nazionali) 2. Necessità di ridurre l’asimmetria informativa Pianificazione locale su piani tipo, costi standard (e obbligo trasmissione info) 3. Affidamento con concedente locale tramite convenzioni (su regole 1.) Regolazione contrattuale 4. Regolazione economica forte: Autorità nazionale indipendente 5. Riforma (contenimento) della litigiosità nel diritto amm.
Se in house providing L’in house providing dovrebbe essere la conseguenza di una valutazione che con i rifiuti non si fa impresa (no profitti) Gestione di un servizio nell’interesse diretto ed esclusivo di una comunità Limitazioni alla caratteristiche privatistiche delle società (cda, revisori) Limitazione alla pianificazione locale distinta (esclusi gli indirizzi generali) E la regolazione economica ? In USA le Public utility commission (PUC) regolano solo i privati Ma come si contiene l’inefficienza del monopolista pubblico ? Definizione del livello degli investimenti (indirizzi locali) Compressione dei costi di gestione Autorità nazionale, ma con regolazione diversa per l’in house: No regolazione incentivante (nessun interesse ai profitti) Superamento del patto di stabilità: efficienza economica, non vincoli di spesa Il punto non è non spendere, ma è spendere bene
Lorenzo Perra