UNO PIU’ UNO NON FA DUE. La Collaborazione tra Psicologo, Avvocato e Cliente nella riorganizzazione dei Legami Familiari Parma, 5 dicembre 2012 gruppo.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Piano di Zona 2011 – 2013 dellAmbito del Ciriacese PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI.
Advertisements

Unità di Counseling e Mediazione Familiare
La qualità come processo di creazione di senso. Verifica della qualità: approccio per standard Concetto utilizzato: qualità come conformità a norme predefinite.
UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA Verso una nuova forma di affido
LA COSTRUZIONE DELLA RETE Collaborare= Considerare laltro come soggetto che: presenta delle potenzialità presenta delle potenzialità è in grado di autodeterminarsi.
COORDINAMENTO NAZIONALE COUNSELLOR PROFESSIONISTI Regione Lombardia
Dott.ssa Carmelina Calabrese
Obiettivi: Definire l’ambito della Psicologia Giuridica a confronto
Tecnica del colloquio nel conflitto familiare:
Volontariato e servizi Lavorare insieme in ambito socio-sanitario
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
IL COLLOQUIO CON I GENITORI DELL’ADOLESCENTE
Associazione Eduraduno Seminario di Formazione
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
AIPI Società Cooperativa Workshop: La gestione dei conflitti nei gruppi di alunni Aprile 2011 Iasi - Romania.
Coordinamento e la collaborazione La realizzazione di qualsiasi intervento pubblico richiede lazione congiunta di molteplicità di attori e centri decisionali.
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
Responsabili: dottori Laura Kluzer e Fabio Manfredi-Selvaggi
LAffidamento familiare nel Comune di Perugia Ufficio della Cittadinanza Le Fonti 16/04/2010 A cura dell' Equipe degli Uffici della Cittadinanza e gli operatori.
L’esperienza dei gruppi di post-adozione nella Provincia di Parma
Scopriamo la forza che è in noi
Lintervento integrato nelle situazioni di rischio suicidario.
Percorso di sostegno alla Genitorialità
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
I counselor realizzano il proprio ruolo professionale,
M. Giordano 1 Lattivazione della rete per la prevenzione ed il contrasto della violenza. Rete Tratta mento Regia Donne e bambini Rilevazi one Valutazi.
PRESENTAZIONE DELLATTO DI INTESA TRA IL COMUNE DI CREMONA E LUFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE SUL TEMA: INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI FRAGILI Progetto.
Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down
Carta Etica Un patrimonio di bene comune S.Donato Milanese 10 novembre 2012.
Connubio fra ragione e sentimento
LA SOC. COOP. SOC. “SPAZIO BAMBINI” in ATI con LA SOC. COOP. SOC
PREVENZIONE DEL RISCHIO E PROMOZIONE DEL BENESSERE IN ADOLESCENZA
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
UN CASO IN PRATICA CONGIUNTA
PROGETTO DI PSICOLOGIA SCOLASTICA
MAMMA E PAPA’ SI SEPARANO!
LEQUIPE LEQUIPE MULTIDISCIPLINARE E UNA SQUADRA COMPOSTA DA OPERATORI CON QUALIFICHE E RUOLI DIVERSI.
ORIENTAMENTI PER LA COMUNICAZIONE TRA SCUOLA E SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI PER LA PROTEZIONE E TUTELA DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI.
Chi è lo Psicologo? Lo psicologo è un professionista della salute.
Laura Fruggeri Corso di Laurea in Psicologia Università di Parma
IL GRUPPO e LA RETE 16 FEBBRAIO 2013.
Quali le modalita’ di lavoro ?
NESSUNA ORGANIZZAZIONE È ESENTE DA ELEMENTI DI AGGRESSIVITÀ NEI SERVIZI ALLA PERSONA PUÒ VERIFICARSI PIÙ FREQUENTEMENTE PERCHÉ: a)INCONTRANO PROBLEMI COMPLESSI.
Conferenza Integrating Cities Milano, 5-6 novembre 2007 A scuola con le mamme Fondazione Franco Verga - C.O.I. A cura di Maria Paola Colombo Svevo.
ISTITUTO COMPRENSIVO “GIUSEPPE GARIBALDI”
QUANDO E PERCHE’ UN MINORE DEVE ANDARE IN COMUNITA’
Come si presenta dal punto di vista dei sintomi e segni Ipermotricità.iper-reattività.impulsività Iperattività.disattenzione.
Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione
TRATTAMENTO MULTIMODALE
Pedagogia della famiglia e modelli di ricerca
ATTIVITA’ RISERVATE ALLA LIBERA PROFESSIONE. 1° ambito: Lavoro sociale professionale di base con persone / famiglie  Informazione e orientamento  Esame,
Il colloquio in contesti relazionali diversi
LE MOTIVAZIONI A FONDAMENTO DEL PROPRIO LAVORO Cfr - Materiale tratto dal corso di formazione aziendale dott. Stefano Colferai.
Famiglia Multiproblematica
Individuazione di percorsi operativi condivisi tra Scuola- Referente scolastico- I servizi Catia Bufacchi Psicologa- Psicoterapeuta- coordinatrice Progetto.
Sintesi lavori della Sessione 5 Le politiche e i servizi per l’accoglienza Un decennio di contrasto alla istituzionalizzazione di bambini e adolescenti.
Il Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete Caterina Pozzi.
ACCOGLIENZA DI BAMBINI VITTIME DI MALTRATTAMENTO
accoglienza residenziale in comunità educative di tipo familiare assistenza domiciliare anziani e disabili animazione territoriale.
1 “Luoghi di bene e bambini vulnerabili: l’accoglienza che educa e sostiene” Dr.ssa Daniela Piscitelli.
FUNZIONE STRUMENTALE Referente Sportello Ascolto
TAVOLO DI COORDINAMENTO TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E LE CITTA’ RISERVATARIE AI SENSI DELLA LEGGE 285/97 INCONTRO TECNICO ROMA,
Avviso pubblico n. 7/2012 P.O. Puglia ASSE III – Inclusione sociale.
IL PUNTO D’ASCOLTO. IL PUNTO D’ASCOLTO PER IL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’
I° Istituto d’Istruzione Superiore “L. DA VINCI – G. GALILEI” “DIRITTI A SCUOLA” – Progetto C Sportello di “ASCOLTO PSICOLOGICO” per gli studenti appartenenti.
Maternità psichica- processo evolutivo e momento di responsabilità collettiva: il percorso nell’Ambulatorio dello psicologo D.ssa Anna Franca Distretto.
Il Progetto network Tutti segnalano che l’educare e il prendersi cura oggi richiede un investimento consistente non solo in termini emotivi - affettivi,
1 Percorso formativo-laboratoriale ‘Il sostegno alla genitorialità oggi: pensare e agire le alleanze educative nella comunità’ Empowerment di rete/Comunità.
UNO PIU’ UNO NON FA DUE. La Collaborazione tra Psicologo, Avvocato e Cliente nella riorganizzazione dei Legami Familiari Parma, 5 dicembre 2012 gruppo.
Transcript della presentazione:

UNO PIU’ UNO NON FA DUE. La Collaborazione tra Psicologo, Avvocato e Cliente nella riorganizzazione dei Legami Familiari Parma, 5 dicembre 2012 gruppo di psicologia Giuridico/Forense O.P.P. relatrici Cristina Piazza e Beatrice Chittolini

IL LAVORO INTERPROFESSIONALE… nasce dall’esigenza di risolvere problemi complessi attraverso soluzioni integrate. Ha permesso di esplicitare e condividere Principi Etici ed un linguaggio comune (Glossario), fondamentali per: individuare Linee Guida e Buone Prassi per affrontare le crisi dei legami familiari tutelando tutti i soggetti coinvolti a maggior ragione se minori costruire un modello di collaborazione Avvocato/Psicologo

LAVORO INTERPROFESSIONALE PRATICA CONGIUNTA Avvocato Psicologo

Cos’è la pratica congiunta? E’ una collaborazione tra Psicologo e Avvocato, una sinergia di forze convergenti sullo stesso obiettivo che guidano il/i cliente/i nella riorganizzazione dei legami familiari entro la cornice delle possibilità contemplate dalle leggi vigenti. Lo Psicologo accompagna il cliente/i nel percorso giuridico nel momento della separazione, momento in cui c’è bisogno di: ascolto, autoriflessione, elaborazione dei vissuti emotivi. Il suo ruolo non è quello di C.T.P.

Cos’è la pratica congiunta? Il lavoro integrato è un processo circolare di co-costruzione di significati condivisi che favorisce l’attivazione di risorse. La riflessione “a due” tra Avvocato e Psicologo preserva dalla tentazione di dare risposte immediate.

La pratica congiunta può condurre : Ad accelerare il processo di risoluzione delle controversie. Alcuni studi hanno evidenziato la stretta relazione tra comportamenti disfunzionali dei figli e conflittualità tra gli ex partners.

La pratica congiunta può condurre : Ad assicurare condizioni di bi-genitorialità sufficientemente adeguate per i minori: dal mantenere le relazioni con entrambe le figure genitoriali e le famiglie di origine al rispetto delle esigenze e degli interessi degli stessi. A valutare in che misura i genitori siano in grado di evitare che i propri figli diventino arbitri e giudici del conflitto subendo triangolazioni.

Perché la pratica congiunta? Perché l’Avvocato si occupa di diritto di famiglia e non di interventi sulle dinamiche familiari, che invece attengono alla professionalità dello Psicologo. Se non gestite con gli strumenti appropriati tali dinamiche, soprattutto se disfunzionali, possono arrivare ad interferire anche pesantemente nella pratica del Legale e, in casi particolari, ostacolare l’alleanza tra cliente ed Avvocato. In modo analogo, lo Psicologo necessita dell’apporto del Legale nel momento in cui richiama il/i cliente/i ad un esame di realtà ancorato alle norme giuridiche a tutela della genitorialità.

Quando la pratica congiunta? Quando la domanda del cliente non è chiara perché l’emotività interferisce sul pensiero. Ad es: eloquio confuso o sconnesso, stile del cliente che travolge, modalità manipolatoria…. Quando i modelli interni e dei professionisti sono riattivati dagli stili relazionali dei clienti. Accedere a questa consapevolezza preserva dalla tentazione di dare risposte immediate.

Quando la pratica congiunta? Quando l’esasperazione del conflitto può condurre a derive pericolose, ad es. la limitazione della potestà genitoriale da parte delle Autorità competenti con le relative conseguenze negative a danno del minore. Quando il cliente chiede giustizia a fronte di una coniugalità ferita e delusa. V. Cigoli parla di transfert sulla giustizia. E comunque non ci sono controindicazioni alla pratica congiunta Avvocato/Psicologo in quanto entrambe le professioni trattano relazioni (e narrazioni ad esse inerenti) .

Come? Fase esplorativa - incontri disgiunti Fase propositiva - incontri disgiunti Fase operativa: Incontro/i congiunto/i Avvocato-Psicologo e cliente per la definizione della presa in carico

Pratica congiunta – Come? Fase esplorativa: valutazione da parte del Legale circa la necessità di attivare lo Psicologo per l’accompagnamento al percorso giuridico. Viceversa lo Psicologo richiede l’apporto del Legale soprattutto se si prefigurano rischi per il benessere dei minori.

Pratica congiunta – Come? b) Fase propositiva: il cliente riceve informazioni precise su tempi, costi e modalità di un intervento psicologico e legale integrato. Il principio etico ispiratore è quello di agire in modo da aumentare le possibilità. (Von Foerster)

C – fase operativa Incontro congiunto avvocato-cliente/i-psicologo. Lo psicologo dà una lettura in termini relazionali della situazione e promuove la consapevolezza dei bisogni psicologici soggettivi. Se necessario vengono effettuati più incontri congiunti per definire il tipo di presa in carico.

C – fase operativa TIPI DI PRESA IN CARICO congiunta vera e propria parallela esclusiva dell’Avvocato esclusiva dello Psicologo: psicoterapia individuale, di coppia o familiare, supporto alla genitorialità mediazione familiare.

C – fase operativa La specificità dell’intervento dello Psicologo in ogni tipologia di presa in carico che lo coinvolga consiste in: valutazione della resilienza individuale e del sistema famiglia finalizzata all’individuazione di una prima linea progettuale in accordo con il Legale. accompagnamento del/dei cliente/i al percorso giuridico nell’intento di rendere competente il cliente/i stesso nel rapporto coi Servizi Sociali, nel caso in cui siano attivi per la Tutela del Minore.

C – fase operativa COORDINAMENTO PSICOLOGO/AVVOCATO Non rappresenta la fase finale di un percorso, ma è trasversale a tutte le fasi. La sinergia ottimizza gli interventi reciproci: l’Avvocato si occuperà della riorganizzazione familiare sotto l’aspetto pratico-giuridico,lo Psicologo accompagnerà il/i cliente/i alla costruzione di un nuovo assetto emotivo-relazionale nei legami familiari, proponendo strategie comunicative di tale nuovo assetto anche rispetto ai figli, specie se minori.

PER FINIRE…..O INIZIARE? Il processo descritto porta ad un aumento di consapevolezza in tutti, nell’idea che “… è più deleterio per la salute psichica del minore vivere in una famiglia legalmente intatta, ma conflittuale, rispetto ad una famiglia separata ma sufficientemente stabile e serena. Inoltre, per il minore risultano più importanti il tipo e la qualità delle interazioni che si vanno strutturando tra i vari membri della famiglia, a separazione avvenuta, che non la separazione in sé…” (V. Cigoli)

DATO CHE…… Sono tuo figlio non sono un tuo trofeo, un oggetto. Io non mi separo.