Una Strenna in continuità con le Strenne degli ultimi due anni:

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Transcript della presentazione:

Una Strenna in continuità con le Strenne degli ultimi due anni: La vita è il grande dono di Dio, il seme. La famiglia, culla della vita, è il terreno. L’educatore –agricoltore- aiuta la vita a svilupparsi.

Don BOSCO Non era un filantropo che celebrava l’Eucaristia.. Era un prete che ha scelto l’educazione come il suo terreno ministeriale. “UN CUORE PASTORALE: “Padre, Maestro e Amico della gioventù”.

La vita. Concetto di uomo per Don Bosco: L’uomo è creato da Dio. Dio è il destino dell’uomo. Accompagnare la vita dall’origine verso la casa definitiva = compito della educazione

Destinatari: gli educatori. la famiglia: prima responsabile (diritto primario) Lo Stato, che deve garantire questo diritto. Le Istituzioni educative, come collaboratrici

L’educazione è la missione di Don Bosco. Risposta vocazionale alla chiamata di Dio. Il sogno di Dio su Don Bosco. Don Bosco, mediatore, profeta, inviato da Dio ai giovani.

Educare: Rendere possibile lo sviluppo integrale della persona, di tutte le sue potenzialità. Aiutare ciascuno a diventare pienamente persona Rendere l´uomo cittadino della terra ed erede del cielo.

L’educazione è la risposta salesiana alle sfide: della vita dei giovani, delle responsabilità delle famiglie, della propria vocazione del educatore.

L’amore di Don Bosco era personale e fatto di gesti concreti: Non esiste la gioventù: esistono giovani con nome proprio. Non esiste la salvezza, neppure l’educazione: sono giovani da salvare e da educare.

La Strenna vuole mettere a fuoco: Le sfide che ci presenta l’educazione dei giovani. La promozione dei diritti umani, in particolari i diritti dei minori. La pedagogia Salesiana come risposta alla necessaria formazione degli educatori.

1.- Educare con il cuore di Don Bosco Don Bosco è sacerdote e un santo educatore, il suo Sistema sarà, quindi, una carità pastorale che sa farsi amare, con una attiva presenza tra i giovani, con una predilezione per i giovani a rischio, con un Sistema Preventivo (un insieme di intuizioni e di realizzazioni pratiche) che armonizza: autorità e dolcezza, amore di Dio e amore dei giovani, che è valido oggi.

Amore preveniente. La prevenzione è la prima espressione dell’amore personale. Permette ai giovani di: Liberarsi dal peso delle esperienze negative. Sprigionare le migliori energie, sviluppare tutte le potenzialità positive. Proporre ai giovani traguardi generosi.

La prevenzione richiede: L’esercizio di una responsabilità corale (in rete). Oltrepassare legislazioni e prassi, con un’iniziativa autonoma frutto del cuore e di una vocazione pastorale (a favore dei giovani più poveri).

Le difficoltà esistono: Molteplicità dei messaggi, la frammentazione degli spazi e dei tempi, dei contenuti educativi. Il soggettivismo: che permette di scegliere nel mercato dei valori (antivalori). La mancanza di comunicazione tra generazioni.

Metodologia di Don Bosco: Inserire il giovane nella realtà (sociale e religiosa). Valorizzare il positivo reale esistente nei giovani come punto di partenza. Sfruttare le risorse possibili.

Linguaggio del cuore. Atteggiamenti chiavi: Amarli vuol dire accettarli come sono. L’Amorevolezza sintetizza il rapporto educativo salesiano. La sua sorgente è la carità evangelica: Che favorisce l’amicizia, la confidenza, che cresce fino alla paternità. Creando un clima di famiglia dove i valori diventano comprensibili e le esigenze accettabili.

L’assistenza: È manifestazione concreta dell’amicizia e dello spirito de famiglia. Comporta: Desiderio di essere tra i giovani. Presenza fisica. È forza morale con capacità di comprensione e incoraggiamento. Orientamento e consiglio. Espressione della paternità educativa: amore e autorevolezza: * Guida e insegnamento che esige disciplina e impegno. Sa parlare al cuore, tocca la propria coscienza: * La parolina all’orecchio. * La Buona Notte.

La Paternità con il suo significato insostituibile: È un amore che dà la vita, si fa responsabile del suo sviluppo.

Gli spazi: formali, Istituzionali, Gli spazi: formali, Istituzionali, ... di vita, di creatività, di spontaneità. Il cortile è lo spazio educativo della conoscenza per il salesiano. C’è necessità di questi spazi e di lavorare in rete con le istituzioni, il territorio, il popolo, le autorità.

Curare lo sviluppo integrale dei giovani.

Abbiamo fiducia nell’educazione: Conosciamo la situazione dei giovani come Don Bosco. Amiamo i giovani come Don Bosco. Come Don Bosco facciamo la scelta dell’educazione per salvare i giovani e trasformare la società.

L’educazione è una responsabilità condivisa È un fenomeno sociale; un diritto riconosciuto; un’aspirazione di ogni persona. Si tratta del riconoscimento del valore unico della persona. La Chiesa si sente educatrice dell’uomo. L’espressione più cospicua di tale impegno sono i santi educatori. Don Bosco e la Famiglia Salesiana ci ritroviamo in questa missione.

Ripartire dagli ultimi. Contrasto tra teoria e realtà: Il deserto educativo si estende in qualche area geografica. Le possibilità di educazione si contraggono anche nelle società avanzate. Immigrazione illegale, sfruttamento mafioso dei minori… La Famiglia Salesiana non può ignorare questi fenomeni.

Una nuova impostazione di fondo e degli orientamenti pratici educativi. Siamo in un’epoca paradossale: Complessità e libertà: L’educazione richiederà sempre un atteggiamento positivo L’educazione richiede accompagnamento. Soggettività e verità: La soggettività è legata al riconoscimento della singolarità di ogni persona,.. (campi specifici sono la formazione della coscienza, la formazione all’amore e sessualità, dimensione sociale della carità) Profitto individuale e solidarietà.

La mancanza di riferimento alla verità si percepisce anche nelle regole che guidano l’attività economica e sociale. Gli interessi personali: hanno preso il sopravvento sulla solidarietà, sulle grandi ideologie e utopie. Hanno ridotto l´orizzonte vitale

Maturazione della fede dei giovani in questi contesti: L’ambiente culturale influisce sulla maturazione della fede dei giovani, che è sostanzialmente apertura, comunione e accoglienza della realtà, della vita e della storia. Due fenomeni: La religiosità diffusa che prende le strade più diverse. Rottura tra esperienza religiosa, concezione di vita e scelte etiche. Quindi la mediazione della Chiesa diventa problematica. Religione alla carta.

Risposta della famiglia salesiana. Ritorno ai giovani con vera qualità: I giovani scelgono i loro educatori: Bisogna guadagnare la loro fiducia. Credibilità dell’offerta. Autorevolezza del testimone. Capacità di comunicazione.

Ripartire dai giovani (1)- : Missione salesiana è consacrazione, e “predilezione” per i giovani; vissuta come dono di Dio e risposta vocazionale. Salesiano è chi dei giovani ha una conoscenza vitale: Teorica: le sfide esigono serietà di analisi e confronto culturale. Pratica: Condividendo gli interessi e le ricerche dei giovani (no soluzioni preconfezionate).

Ripartire dai giovani (2)- : L’educatore sa orientare nel mercato dei molteplici messaggi. Le esigenze vengono presentate con chiarezza e coraggio. Sa coinvolgere la responsabilità dei giovani come la principale energia per lo sviluppo della persona. Sa creare un ambiente adeguato valorizzando i cosiddetti “luoghi vitali”. La religione è posta a fondamento dell’educazione secondo l’insegnamento della pedagogia cattolica. l’amorevolezza come stile educativo e, più in generale, come stile di vita cristiana.

Rilancio del “onesto cittadino”: Ogni presenza salesiana è una scuola che prepara per la vita. L’educazione salesiana è una scuola di cittadinanza, dove è fortemente considerata la “dimensione sociale della carità” con proposte di esperienze impegnative. Si educa alla giustizia e alla solidarietà. Si partecipa negli areopaghi dove si elaborano le decisioni educative, sociali, politiche.

Rilancio del “Buon cristiano”. Si tratta di svelare ed aiutare a vivere consapevolmente la vocazione di uomo, la verità della persona. E proprio in questo i credenti possono dare il loro contributo più pregiato. La vita è un dono: un progetto di Dio. La risposta è accettare la vita come vocazione L’educatore accompagna il dialogo del giovane con Dio. Offriamo al mondo la speranza cristiana che è performativa. Illuminazione totale della natura umana in Cristo: Siamo figli. “Siamo stirpe di Dio”, eredi.  

EDUCHIAMO CON IL CUORE DI DON BOSCO … Promuovere i diritti umani, in particolare quelli dei minori.

UNA DRAMMATICA REALTÀ Massicce e gravissime violazioni della dignità della persona e dei suoi diritti. Non esistono paesi o società immuni. Politiche dei diritti umani fittizie perché dicotomiche. 33

Il carisma salesiano si centra Sulla prevenzione. Sul rompere il circolo vizioso che perpetua le continue violazioni. Sul promuovere la cultura dei diritti umani, capace di uscire dalle stanze dei giuristi e dei filosofi del diritto per farsi patrimonio dell’umanità Sull’integralità e interdependenza dei diritti: tutti i diritti per tutte le persone. 34

Promuovere i diritti umani Il carisma salesiano tende, attraverso l’educazione, alla promozione di una cultura della vita e al cambiamento delle strutture. Per questo abbiamo il dovere di promuovere i diritti umani. Per i salesiani l’educazione ai diritti umani, in particolare quelli dei minori, è la via privilegiata per realizzare nei diversi contesti l’impegno di prevenzione e di sviluppo umano integrale.

Diritti umani e dignità della persona. I diritti umani sono diritti che spettano a ciascun individuo in quanto essere umano. Sono diritti fondamentali, universali, inviolabili e indisponibili. Bisogna prendere coscienza che il pieno rispetto dei diritti umani è, prima di tutto, una nostra responsabilità. Purtroppo, le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno.

Missione salesiana e diritti dei ragazzi. «Grave è la situazione in cui si trovano tanti giovani in tante parti del mondo: giovani a rischio ed emarginati. Dinanzi al panorama così triste delle piaghe del mondo giovanile, noi Salesiani “siamo dalla parte dei giovani” . Il primo diritto è il diritto all’educazione. Investiamo nei giovani!

Attraverso l’educazione si deve costruire una cultura dei diritti umani. Capace di dialogare, persuadere e di prevenire le violazioni dei diritti stessi. L’educazione ai diritti umani è educazione all’azione, alla denunzia e alla presa di posizione. È un’educazione che deve diventare permanente e quotidiana.

Su questi fondamenti, la metodologia da utilizzare deve comprendere almeno tre dimensioni:   una dimensione cognitiva: Don Bosco direbbe “ragione”; una dimensione affettiva: Don Bosco direbbe “amorevolezza”; una dimensione volitiva: Don Bosco direbbe “religione”.

Educarci ed educare per la trasformazione di ogni persona e di tutta la società. Il Sistema Preventivo e lo spirito di Don Bosco ci chiamano oggi ad un impegno forte, individuale e collettivo, teso a cambiare le strutture della povertà e del sottosviluppo. Per questo dobbiamo fare una rilettura salesiana dei principi che sono a fondamento dei diritti umani, finalizzata ad individuare le sfide che i diritti umani lanciano alla nostra Famiglia Salesiana.

Alcuni elementi per questa rilettura: integralità della persona con tutti i suoi diritti fondamentali civili, culturali, religiosi, economici, politici e sociali; educazione alla cittadinanza onesta e applicazione del principio di responsabilità comune differenziata per la promozione e la protezione dei diritti umani; il minore al centro come soggetto attivo e partecipe e applicazione del principio della partecipazione del minore; il “basta che siate giovani perché io vi ami assai” e applicazione del principio di non discriminazione; il “voglio che siate felici ora e sempre” che riguardi tutto l’uomo e applicazione del principio di uno sviluppo umano integrale.

I diritti umani non sono un testo giuridico da imparare come una materia scolastica sono una materia interdisciplinare, trasversale, ma devono essere vissuti. Se l’accento del processo educativo è posto sulle motivazioni interiori necessarie all’educatore, allora il Sistema Preventivo diventa una “spiritualità”. Se l’accento è posto sulle tre colonne della ragione, religione amorevolezza, allora il Sistema Preventivo diventa un impegno ascetico. Se l’accento è sul rapporto dell’educatore con l’educando, il Sistema Preventivo postula una forte mistica. Se l’accento è posto sul progetto di vita che l’educando deve maturare nel suo cuore, allora il Sistema Preventivo è evangelizzazione completa.

Responsabilità comune differenziata Nel nuovo contesto globalizzato, la responsabilità statale oggi è indispensabile ma non è più sufficiente. È necessario un sistema di responsabilità per la promozione e la protezione dei diritti umani molto più differenziato che coinvolga, oltre agli Stati, anche le organizzazioni globali e le istituzioni finanziarie internazionali, le imprese, le organizzazioni non governative, i media, le scuole, le comunità, le famiglie, i singoli individui: tutti attori.

In definitiva il Sistema Preventivo trasforma, sia l’educatore che l’educando in un protagonista cosciente, responsabile del dovere di difendere e promuovere i diritti umani, per lo sviluppo umano personale e del mondo intero.

Questo stile di educazione promovendo i diritti umani comporta: una rinnovata intenzionalità pastorale. una rinnovata scelta di condivisione comunitaria nei luoghi concreti di azione,

L’emergenza educativa è l’interruzione della narrazione che una generazione fa all’altra: I padri non ne rendono presente nessuna I figli si trovano a vagabondare in un deserto privo di strade, non sapendo più da dove vengono e dove sono diretti.”

La risposta salesiana L’educazione dev’essere sempre più una finestra spalancata sulla realtà mondiale e motore di sensibilizzazione e di trasformazione dell’umanità Le opere salesiane sono sempre ambienti di educazione e di cultura L’educazione è un cammino specifico di umanizzazione, cioè di sviluppo della persona fino a diventare figlio di Dio.

Il nostro tesoro: l’educazione siamo portatori di un carisma pedagogico che è più attuale e più necessario che mai: il Sistema Preventivo di Don Bosco. con il suo rapporto con i Diritti Umani e con la sua possibilità di offrire una proposta educativa capace de lievitare e di generare cultura.

CONVINZIONI… Dio ama la vita Don Bosco amò il suo tempo, la sua terra, le sue genti, i giovani Dio ama il mondo. Ha dato la vita per lui Dio ama i giovani

Noi amiamo i nostri giovani e le loro situazioni Noi amiamo il mondo, nostro mondo, nostra cultura Noi siamo OGGI inviati da Dio per i giovani. Con un volto, con una storia, in una situazione concreta Abbiamo una missione concreta: L´educazione

Il suo nome è “oggi”! I ragazzi non possono aspettare.

STRENNA del Rettor Maggiore SDB D. PASCUAL CHAVEZ / 2008 Commento di D. FILIBERTO RODRIGUEZ MARTIN sdb SANTUARIO BASILICA di MARIA AUSILIATRICE Torino-Valdocco, 3 Febbraio 2008