Mediazioni e immagini di culture. Come e cosa raccontiamo? MEDIAZIONI IN VIAGGIO 22 marzo 2007 A cura di Fabio Tesser (coop. Servire) Chiara Moretti (coop. Una Casa per lUomo)
«Il mondo non è umano solo perché è fatto da esseri umani, e non diventa umano solo perché vi si ode la voce umana, ma solo quando è diventato loggetto del discorso […] Umanizziamo ciò che accade nel mondo e in noi stessi solo quando ne parliamo, e nel corso del nostro parlarne impariamo ad essere umani.» Hanna Arendt
Perché ci viene chiesto di raccontare le culture?!? Per paura dellincontro diretto con laltro Per paura dellincontro diretto con laltro Perché si crede che conoscendo la cultura Perché si crede che conoscendo la cultura conoscerò i suoi appartenenti conoscerò i suoi appartenenti
Non si incontrano le CULTURE, si incontrano le PERSONE! La cultura è un prodotto umano, mutevole, dinamico, costantemente in divenire, che viene filtrato attraverso la storia di vita di ciascuno. Dobbiamo stare attenti a non ridurre lAltro ad uno stereotipo culturale, ma considerarlo un portatore di cultura nella sua storia di vita personale M. LALLEMAND, C. DONNET Migration Santé Lyon
Che senso ha allora il raccontare le culture?!? Normalizzazione della diversità Normalizzazione della diversità Evidenziamo le differenze per sottolineare le Evidenziamo le differenze per sottolineare le uguaglianze uguaglianze
Le società democratiche contemporanee si basano su istituzioni e, nel contesto che ci riguarda, su servizi, la cui fondamentale caratteristica è limpersonalità delle prestazioni, trattando i cittadini- utenti come se fossero uguali indipendentemente dalla loro identità individuale, culturale, etnica, religiosa ecc.. M. CASTIGLIONI, La mediazione linguistico-culturale, F. Angeli, Milano, 1997
Per raccontare e raccontarsi… LEGGIAMO IL BISOGNO. Perché mi domandano il racconto? lintercultura è di moda lintercultura è di moda sono in difficoltà nella pratica lavorativa sono in difficoltà nella pratica lavorativa ……….. ………..
Diamo senso al racconto La conoscenza come una lente di ingrandimento attraverso la quale leggere laltro (abitudini, comportamenti ecc..), evitando però le spiegazioni culturaliste ad ogni costo. Ciò allo scopo di formare professionisti attenti alla specificità culturale e capace di progettare percorsi (di insegnamento, trattamento, cura…) adeguati alle caratteristiche dellaltro e perciò accettabili.
Come e cosa? NO ALLA PEDAGOGIA DEL CUS-CUS! (consolidamento degli stereotipi culturali) NO ALLA PEDAGOGIA DEL CUS-CUS! (consolidamento degli stereotipi culturali) Un buon racconto deve essere: Rispondente ad un bisogno. Rispondente ad un bisogno. Contestualizzato. Contestualizzato. Non una tantum. Non una tantum. Progettato, realizzato e Progettato, realizzato e valutato insieme valutato insieme
SERVIZIO SPAZIO SIGNIFICANTE SPAZIO SOCIALE SPAZIO SIMBOLICO SPAZIO COMUNICATIVO STARE SEGUIRE CENTRO PERIFERIA INTERAZIONE TRA PERSONE CON STATUS, RUOLO, CULTURE DIVERSE
INCONTR O ASCOL TO RAPPORTO DIALOGICO ATTEZIONE AI FILTRI CULTURALI APERTU RA A QUALCUNO DA CUI SI VUOL FARSI DIRE Ruolo dellOperatore della Comunicazione Interculturale
Rapporto Dialogico PARLARE CON GIOVANE RUOLO EDUCATIVO QUALE MODELLO? MEDIAZIONI CONCRETE: FAMIGLIARI E TRA PARI STRATEGIA DI RIGIDITÀ STRATEGIA DI ASSIMILAZIONE STRATEGIA DELLE DIALETTICA (mantieni e cambia) Il problema del farcela ADULTO
Mediazioni e immagini di culture. Come e cosa raccontiamo?