L’entrata nell’adolescenza e il rapporto con la scuola:

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L’entrata nell’adolescenza e il rapporto con la scuola: Il ridimensionamento dei rapporti e delle priorità 18 dicembre 2015 Istituto Comprensivo San Giorgio di Mantova Dott.ssa Giulia Facchini Psicologa Clinica

Adolescenza e ridimensionamento dei rapporti genitori-figli L’adolescenza è il periodo più critico nella gestione educativa di un figlio, in cui avviene una rivoluzione nel rapporto tra le due generazioni. E’ un periodo di contrasti tra genitori e figli, in cui viene a formarsi il nucleo più importante della personalità, ed in cui il ruolo del genitore viene a modificarsi sotto la spinta all’autonomia del figlio.

Processo di separazione-individuazione Nel ragazzo si assiste a due tendenze diverse: La volontà di separarsi dalle figure genitoriali (frequenti critiche, assenza di condivisione, mancanza di apertura e isolamento, atteggiamenti oppositivo-provocatori, ecc.) Il bisogno di ricercare la propria identità come nuovo individuo (distacco dalle figure parentali per conoscere sé stessi e formare la propria individualità in contrasto con quella dei genitori)

La prima fase dell’adolescenza (gli anni della Scuola Media) Tra gli 11 e i 14 anni, il ragazzo/la ragazza… -è alla ricerca di una propria identità; -ha un umore variabile; -esprime i propri sentimenti attraverso le azioni più che con le parole; -dà molta importanza all'amicizia; -dà poca attenzione ai genitori e talvolta è sgarbato nei loro confronti; -riconosce i difetti dei genitori e diventa molto critico; -cerca persone nuove da amare, oltre ai genitori; -tende a mostrare comportamenti infantili, soprattutto quando è stressato; -i suoi interessi ed il suo modo di vestire sono influenzati profondamente dal gruppo dei coetanei; -è "immerso" nel presente e pensa poco al futuro; -si dedica ad attività di gruppo prevalentemente con amici dello stesso sesso; -cerca di mettere in mostra le proprie qualità; -accresce la riservatezza; -si preoccupa a volte eccessivamente del suo aspetto fisico; -sfida le regole e si mette alla prova per misurare i suoi limiti;

Condizione psicologica dell’adolescente L’adolescente si ritrova in questo processo provando stati d’animo quali: DISORIENTAMENTO: vuole “staccarsi” dai precedenti punti di riferimento ma non ne possiede ancora di nuovi. Non si è più bambini ma neanche adulti e si inizia un percorso alla ricerca della propria identità sotto vari punti di vista RABBIA: fatica a reagire a ogni tipo di frustrazione causata dalle nuove richieste e dalle nuove responsabilità. Non si sente capito dagli adulti nella sfera delle sue esigenze.

Condizione psicologica dell’adolescente APATIA: vive una fase di cambiamenti in cui non sa cosa vuole e chi è. La reazione a questa condizione è quella di rimanere passivo al bombardamento di stimoli che riceve quotidianamente (smartphone, televisione, tablet, pc, ecc.). ISOLAMENTO: la ricerca di questi mezzi permette anche di isolarsi in una dimensione parallela e staccarsi temporaneamente da situazione di disagio che stanno vivendo.

Conseguenze dell’isolamento e legame con il senso di insicurezza La stanza dell’adolescente e il suo ricorrere all’isolamento in una dimensione irreale, sono rifugi che gli servono per ricreare una situazione in cui si sentono protetti. In adolescenza è normale provare insicurezza e i ragazzi hanno spesso il timore di confrontarsi con gli altri nella vita reale. Per questo motivo social network e internet diventano la bolla di isolamento dove fare tutto quello desiderano, perché se qualcosa non va all'interno della relazione virtuale, basta spegnere il pc e la comunicazione si chiude. La rete permette di vivere il piacere del periodo infantile, quando la realtà circostante non conta, ma ciò che importa è soddisfare solo i propri bisogni.

Egoismo adolescenziale: “voglio ricevere” I genitori tendono a rendere più autonomi i figli e questi reagiscono a queste richieste evolutive come se venissero loro tolte certe attenzioni. Gli adolescenti sono per natura critici di fronte all’operato dei genitori e rinfacciano di non ricevere mai abbastanza attenzioni, regali, complimenti, ecc. ma talvolta nemmeno loro sanno bene che cosa vorrebbero pretendere. (“esigo quel regalo ma non mi chiedere nulla in cambio”)

L’adolescente e i suoi interessi I ragazzi hanno spesso interessi talvolta chiusi e limitati all’ambiente che frequentano: Uscire con i coetanei per sperimentare la libertà Confrontarsi con gli amici sulle nuove esperienze Ascoltare la musica Curarsi dell’aspetto fisico e dell’estetica Giocare con i videogiochi e il pc Guardare video in Internet Praticare sport Tra tutti questi stimoli, la scuola spesso viene all’ultimo posto tra le priorità e scarso è il loro investimento…

Il disinteresse verso la scuola Nell’adolescenza, la mancanza di interesse e il disinvestimento verso la scuola sono fattori che in realtà possono mascherare disagi e intenzioni differenti a seconda del ragazzo: Non si sforzano perché credono di non essere in grado, non si sentono all’altezza delle aspettative Non svolgono i loro doveri per richiamare l’attenzione(rimprovero per il procrastinare l’inizio dei compiti) Faticano a provare interesse verso ciò che studiano e in loro non è presente entusiasmo

L’adolescenza e le sue contraddizioni L’adolescente vorrebbe “prendere le distanze” dai genitori ma, allo stesso tempo, riconosce di aver bisogno ancora della loro guida. Sfida le loro regole ma contemporaneamente percepisce la loro importanza. E’ critico verso gli adulti solo per il timore di non riuscire ad essere all’altezza di quello che loro si aspettano da lui. Ha un atteggiamento talvolta istintivo e nervoso che in realtà serve a mascherare le sue paure e insicurezze.

Il nuovo ruolo del genitore e il nuovo ruolo del figlio A quest’età si vive un ridimensionamento dei ruoli tra genitori e figli. E’ opportuno che l’adulto si mostri: Forte: il figlio necessita più che mai di punti di riferimento e di rappresentarsi esempi di vita importanti. Il genitore dovrebbe porre dei limiti, lasciando il figlio sperimentare nuove situazioni. Aperto: in grado di accogliere i vissuti del figlio e di contenere e interpretare il suo spazio emotivo. Dovrebbe riuscire a mettere da parte le critiche continue per mettersi in posizione d’ascolto pronto ad eventuali confronti.

Il comportamento del genitore è fondamentale Dovremmo ricordare: Anche se talvolta veniamo spiazzati da certi comportamenti istintivi, non dobbiamo farci intimorire ma mostrarci fermi e coerenti; A un figlio adolescente, serve un genitore che continui a fare il padre o la madre, non che si avvicini come un amico; Evitiamo i conflitti troppo accesi e non perdiamo la pazienza, non servirebbero a risolvere la situazione e non sarebbero un “buon esempio”.

Il comportamento del genitore è fondamentale Considerata l’autostima altalenante caratteristica di quest’età evolutiva, cerchiamo di gratificare in modo chiaro il figlio con frasi esplicite (“sono orgoglioso di te!”, “sapevo che ce l’avresti fatta!”, ecc.) In caso di fallimenti, cerchiamo di ricercare con il figlio la causa di questi, senza criticarlo o giudicarlo e chiarendo che avrà margini di miglioramento Rispettiamo i suoi “spazi fisici e psicologici” e cerchiamo il giusto momento per interagire Avviciniamoci ai loro (limitati) interessi, cercando però di stimolarne di nuovi

Il comportamento del genitore è fondamentale Tentiamo di responsabilizzarli chiedendo loro di aiutarci in attività concrete che siano sempre “le stesse” dalle quali il ragazzo saprà di non potersi astenere I figli vogliono sentirsi “più grandi” e talvolta può risultare utile coinvolgerli anche in confronti su tematiche “da adulti” chiedendo il loro parere E’ importante che ogni nuova esperienza venga vissuta con gradualità, come una conquista importante, senza concedere “tutto e subito” (libertà)

L’obiettivo deve essere l’impegno Come incoraggiare l’adolescente a trovare la giusta motivazione all’impegno? L’obiettivo deve essere l’impegno I genitori non devono porre ai figli obiettivi in termini di prestazione scolastica e di voti, ma viceversa esclusivamente in termini di impegno. Bisogna chiedere ai ragazzi di lavorare con concentrazione, di sforzarsi di apprendere, di dedicare alle attività scolastiche il giusto tempo, nient’altro. Porre limiti, se necessario allontanando ogni distrazione, rimane un caposaldo dal quale non si può prescindere. Soprattutto ad un’età, quella adolescenziale, in cui se un ragazzo non ha già maturato una spiccata coscienziosità farsi distrarre è molto facile.

Lo sforzo viene ripagato Come incoraggiare l’adolescente a trovare la giusta motivazione all’impegno? Lo sforzo viene ripagato In famiglia bisogna abituarsi ad utilizzare un linguaggio che valorizzi il lavoro e il sacrificio. Di fronte a un compito ben svolto, ad esempio, è importante gratificare il ragazzo dicendogli “hai lavorato con impegno”, “hai imparato bene come studiare”, “ti sei impegnato ed hai raggiunto il tuo obiettivo!”. Il ragazzo ha bisogno di essere gratificato e di essere consapevole che il suo andamento dipende solo ed esclusivamente dal suo sforzo, non vi sono motivazioni esterne, sia in caso di fallimento che nei successi!

Trasformare l’apprendimento in opportunità piacevole Come incoraggiare l’adolescente a trovare la giusta motivazione all’impegno? Trasformare l’apprendimento in opportunità piacevole Valorizzare l’apprendimento quotidianamente, anche con il buon esempio, è fondamentale. Imparare ogni giorno cose nuove costituisce davvero un’opportunità da vivere quotidianamente insieme ai figli, leggendo insieme a loro, insegnandogli a praticare attività istruttive e mostrandosi interessati a quanto svolgono a scuola. L’apprendimento può avvenire attraverso vari canali e strumenti; possiamo cercare di rendere un argomento più interessante e meno lontano dai loro interessi presentandolo in modo diverso, con l’aiuto di un’esperienza diretta (esperimenti, uscite,ecc.) o con film e approfondimenti grazie alla tecnologia.

Stimolarli con interessi diversi Come incoraggiare l’adolescente a trovare la giusta motivazione all’impegno? Stimolarli con interessi diversi Aiutare un ragazzo a coltivare anche interessi diversi da quelli scolastici, soprattutto se la scuola non gli piace, può costituire un importante terreno di maturazione parallelo e complementare, dove poter apprendere e capire che attraverso l’entusiasmo e l’impegno si possono realizzare e raggiungere degli obiettivi soddisfacenti. Selezionare e mantenere interessi personali lo aiuterà nell’individuazione della sua identità, nello sviluppo della sua costanza, coerenza e nella crescita dell’autostima.

Come incoraggiare l’adolescente a trovare la giusta motivazione all’impegno? Punizioni e premi solo se necessari Un rapporto positivo con lo studio si costruisce valorizzando l’istruzione e il rapporto con scuola e insegnanti, abituando il ragazzo alla concentrazione, ponendo le basi di una buona organizzazione nel lavoro scolastico e coltivando in lui il giusto atteggiamento mentale. Mentre si fa tutto questo, si può ricorrere anche a premi e punizioni, solo però se necessari. Ma se in loro manca la giusta motivazione, punire o premiare rischia di servire a poco. In ogni caso, si punisce o si premia sempre il lavoro, l’impegno o la concentrazione, mai i risultati mancati o raggiunti.

…e se al pomeriggio sembra che la scuola non esista? Talvolta gli adolescenti non hanno interiorizzato il valore dell’istruzione e vivono i doveri scolastici non come un’opportunità di formazione personale ma come un obbligo. Come già detto, a quest’età, molto di ciò che viene imposto dagli adulti viene mal accettato e percepito come un’inutile imposizione. Spesso inoltre risulta più comodo essere pigri, rinchiudersi nella propria stanza e trascorrere il tempo in attività piacevoli. Cosa può fare un genitore per migliorare questa situazione?

Evitare gli scontri diretti genitore-figlio I litigi causati dall’apatia del figlio, dal procrastinare l’inizio dei compiti, dalla disattenzione rispetto ai suoi doveri, non fanno altro che acutizzare una situazione già critica. Cerchiamo di evitarli e motiviamoli con poche e chiare parole, mostrandoci fermi e senza alzare eccessivamente il tono della voce. Diamo indicazioni chiare su ciò che il figlio dovrebbe eseguire, ma non per assecondarci, bensì per lui.

Renderli gli unici responsabili del loro lavoro I genitori non dovrebbero in alcun modo sentirsi responsabili del lavoro dei figli, almeno davanti ai loro occhi. Stimolarli ad eseguire i loro doveri è importante, ma è fondamentale che capiscano chiaramente che lo devono fare per loro stessi e non è un piacere che noi stiamo chiedendo in quel momento, non lo devono fare per noi!

No alle imposizioni, sì alle regole Essendo le imposizioni mal accettate e fonti di scontri, potrebbe essere opportuno cercare di confrontarsi con il figlio per accordarsi su delle regole che promette di rispettare. In questo modo, anziché un obbligo, potrebbe sentirsi più coinvolto rispetto ai suoi doveri e responsabile della promessa pattuita. Inoltre si sviluppa la capacità di autoregolazione che diventa fondamentale in questa età evolutiva.

Mostrare le conseguenze di atteggiamenti di svogliatezza, apatia, irresponsabilità… Per stimolare i ragazzi troppo immersi nel presente e senza sguardi verso il futuro, potrebbe essere utile mostrare loro le conseguenze negative di atteggiamenti disinteressati, apatici, irresponsabili, immaturi verso i doveri che ogni età ci impone. Allo stesso tempo, potrebbe risultare utile invece cercare di motivarli all’impegno, nella ricerca di nuovi interessi e di una strada personale e di formazione anche ad una futura professione.

Capire le cause dei fallimenti per migliorare Anziché giudicare il figlio in seguito a valutazioni negative, potrebbe risultare utile confrontarsi con lui e cercare le motivazioni che l’hanno portato al fallimento. Questo gli farà capire che non siamo interessati ai voti, quanto alla sua istruzione e al suo impegno. Essendo alla ricerca costante di attenzioni, avere di fianco un genitore che non lo critica ma che gli indica consigli per migliorare, potrebbe cambiare molto in lui.

Affiancarlo inizialmente se necessario… Considerando il caos e il disorientamento che spesso caratterizzano questo periodo di crescita, potremmo rilevare anche difficoltà dei ragazzi ad organizzare il lavoro pomeridiano o a calendarizzare la preparazione delle verifiche. Senza sostituirci a loro nelle responsabilità, potremmo affiancarci anche solo per aiutarli a gestire i tempi e a organizzare le attività pomeridiane o per iniziare qualche esercizio insieme, lasciandoli poi autonomi.

Infondere SEMPRE fiducia E’ molto importante riuscire a mostrare sempre fiducia nelle capacità e nelle potenzialità del ragazzo … questo gli permetterà di non cadere in picchi di bassa autostima e gli farà capire che, grazie al suo impegno e alla sua volontà, potrà notevolmente migliorare! Non dobbiamo fare confronti con compagni, fratelli/sorelle o con noi stessi come studenti, ma dobbiamo trasmettere l’importanza di dimostrare a sé stessi serietà e maturità rispetto ad un impegno!

Avvicinarsi ai loro interessi Cercare di comprendere gli interessi del ragazzo, che a prima vista ci appaiono inutili, privi di significato, noiosi e non costruttivi, potrebbe essere un buon modo per avvicinarlo e iniziare ad instaurare una modalità nuova di interazione che ci permette di approfondire come vive “il suo mondo”. Anziché sentirsi criticato nelle sue “attività libere”, troverà qualcuno che si interessa a lui, non solo come studente, ma nella sua globalità di individuo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE ED IL VOSTRO COINVOLGIMENTO! Buone Feste!