LE LAPIDI e la Prima guerra mondiale Wuillermin Renato Nato a Milano l’8 febbraio 1896, proveniva da una famiglia tradizionalmente dedita all’attività.

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LE LAPIDI e la Prima guerra mondiale

Wuillermin Renato Nato a Milano l’8 febbraio 1896, proveniva da una famiglia tradizionalmente dedita all’attività giuridica: il padre Edoardo era vicecancelliere a Milano quando venne trasferito a Torino. Renato rimase orfano a dieci anni e dopo il ginnasio entrò nel seminario di Saluggia. Dopo aver partecipato alla Prima Guerra mondiale, si laureò a Torino dapprima in Scienze naturali, poi in Giurisprudenza e in seguito in dottrine politiche. Con l’amico Pier Giorgio Frassati, partecipò attivamente al dibattito culturale torinese attraverso l’impegno politico e sindacale. Sin dall’ascesa politica del fascismo si dimostrò oppositore del regime; per aver rifiutato di iscriversi al Partito fascista nel 1938 venne licenziato dalla Società Idroelettrica Piemonte. Trasferitosi a Finale Ligure, venne inviato al confino per la sua attività antifascista - condanna interrotta dalla caduta del fascismo. Ritornato a casa e dedicatosi all’attività politica, venne arrestato. Incarcerato a Savona, senza essere interrogato né processato venne fucilato dai fascisti con altri sei compagni al colle di Cadibona. La lapide venne apposta nel decennale della resistenza a cura della sezione torinese della Democrazia cristiana. VIA VANCHIGLIA 3 bis

Chiesa Carlo Nato a Torino il 1° aprile 1891, abitante in via Santa Chiara 10, impiegato alla Fiat. Aveva già combattuto durante la prima guerra mondiale e all’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 contribuì all’organizzazione e allo sviluppo del movimento partigiano a Torino entrando a far parte delle Sap, in qualità di ispettore nel 1° settore, col nome di battaglia Carlin. Fu arrestato il 2 aprile 1945 da militi fascisti dei Rap, durante una perquisizione alla dittà Safov di via Buniva. Il 6 aprile, intorno alle 18, dopo quattro giorni di percosse e torture, Chiesa si uccise gettandosi dal terzo piano di piazza Palazzo di Città 7, sede della prima Sezione dei Vigili urbani, dove era stato condotto per un nuovo “interrogatorio”. Morì alle all'ospedale San Giovanni Vecchio, dopo un'ora dal ricovero. Decorato con medaglia d’oro al valore militare. PIAZZA PALAZZO DI CITTA' 7

Martorelli Renato Nato a Livorno il 1° gennaio Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, riprese gli studi universitari a Torino laureandosi in giurisprudenza per poi dedicarsi alla professione di avvocato. Oppositore del regime fascista, fu tra gli organizzatori del movimento Italia Libera, un’associazione antifascista. Fu tra i fondatori a Torino, nel 1943 del Partito socialista di unità proletaria, nato nella clandestinità dalla fusione del Psi e del Movimento di unità proletaria. All’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 iniziò subito ad organizzare il movimento partigiano di resistenza in Piemonte e in Liguria. Dirigente del Partito socialista clandestino e rappresentante di quel partito nel Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese, venne catturato il 30 luglio 1944 a Niella Tanaro. Condotto nella sede torinese della SD, la polizia politica delle SS tedesche, l’albergo Nazionale di via Roma 254 (ora piazza Cln), morì dopo feroci torture. Il suo corpo non venne mai restituito ai familiari. Medaglia d’oro al valore militare. Sulla facciata dell’immobile di corso Palestro 10, sede storica del Partito socialista italiano, è ricordato da una grande targa marmorea. PIAZZA (COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE) C.L.N. 254

Diena David Giuseppe e Diena Paolo Giuseppe Diena era nato a Carmagnola il 16 dicembre 1883, da famiglia ebraica piemontese. Medico, aveva partecipato come volontario alla prima guerra mondiale. Affiliato alla storica loggia massonica torinese “Dante Alighieri”, dal matrimonio con Elettra Bruno nacquero i due figli Paolo e Giorgio. Nel 1928 ottenne la libera docenza presso l'Università di Torino. Discriminato (in quanto volontario di guerra) con le leggi razziali del 1938, di fermi sentimenti antifascisti, venne arrestato il 2 gennaio 1942 e scontò cinque mesi di carcere. Dopo l’8 settembre 1943 fu costretto a ripararsi in una villa in collina per sfuggire alla persecuzione antiebraica, ma il 29 agosto 1944 venne individuato e arrestato. Fu deportato prima nel campo di transito di Bolzano. Dopo tre mesi venne inviato al campo di Flossenbürg, dove morì a causa delle sevizie inflittegli. Il figlio Paolo era nato a Torino il 16 dicembre Dopo l’8 settembre 1943, con il fratello Giorgio aveva raggiunto le prime formazioni partigiane. Durante i duri rastrellamenti dell’agosto 1944 riuscì a portare in salvo i feriti affidati alle sue cure. Nell’ottobre venne sorpreso da una pattuglia tedesca in una grangia di Cotarauta, sopra Inverso di Pinasca, e trucidato l’11 ottobre Medaglia d’argento al valore militare. Laurea ad honorem in Medicina. VIA GIUSEPPE MAZZINI 12