IV MODULO: LE RELAZIONI TRA PARI IN ADOLESCENZA

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IV MODULO: LE RELAZIONI TRA PARI IN ADOLESCENZA

TENDENZE GENERALI Durante l’adolescenza l’individuo avverte l’esigenza di intensificare il rapporto con i pari. Il 90% degli adolescenti, in Italia, individua come riferimento significativo del proprio processo di crescita la partecipazione ad un gruppo di coetanei (Palmonari, anni ‘90; Cospes, anni ‘90). I gruppi dei pari sono spesso associati alle situazioni di devianza: si tende a sottovalutare gli elementi relazionali attraverso cui il gruppo si organizza come sistema interpersonale di sostegno ai processi evolutivi del singolo. L’8/10 % degli adolescenti non ha rapporti con i pari, ha difficoltà ad instaurare relazioni amicali e prova sentimenti di solitudine e di disagio.

TIPI DI RELAZIONI TRA PARI Il gruppo di aggregazione spontanea é considerato l’espressione di socialità più tipica dell’adolescenza di oggi. In realtà, si osservano varie modalità di vivere le relazioni tra pari: Legami di amicizia Appartenenza a gruppi istituzionali (ad esempio la classe scolastica) Partecipazione a gruppi formali Partecipazione a gruppi informali Appartenenza a gruppi sociali allargati Queste modalità, pur essendo in parte legate alle fasi evolutive, sono spesso compresenti

Soddisfano i seguenti bisogni: LE RELAZIONI AMICALI Sono più caratteristiche della preadolescenza, poi permangono, ma vengono assorbite dal gruppo. Si instaurano più facilmente tra soggetti dello stesso sesso (amico/amica del cuore). Soddisfano i seguenti bisogni: Sicurezza (mentre si attua il processo di separazione dai genitori) Affiliazione/appartenenza (sostiene la nuova identità emergente) Introspezione (aiuta a guardarsi dentro e a prendere consapevolezza dei cambiamenti) Intimità (“fare insieme”, “stare insieme”, “condividere emozioni ed esperienze”). Favorisce il benessere e prepara alle relazioni amorose. Rispecchiamento (aiuta nel processo di individuazione)

LE RELAZIONI AMICALI Maschi DIFFERENZE DI GENERE Maschi La relazione si esprime più facilmente nel gruppo, é orientata all’esplorazione dello spazio esterno, fisico, domina il “fare insieme”. Femmine La relazione è più spesso diadica o triadica, esplora lo spazio intrapsichico, prevale il “parlare insieme”, il “confidarsi”.

Assumono due forme caratteristiche: LE RELAZIONI DI GRUPPO Assumono due forme caratteristiche: GRUPPI FORMALI GRUPPI INFORMALI

GRUPPI FORMALI Sono finalizzati alla realizzazione di compiti specifici prevedono una condivisione di valori di riferimento e regole esplicite richiedono un impegno a svolgere attività concrete sono governati da figure adulte garanti delle regole e della continuità dell’impegno. Sono caratteristici della I adolescenza. Calo di partecipazione dopo i 14 anni.

Sono caratteristici della piena adolescenza (15-18 anni) GRUPPI INFORMALI Nuclei di individui che intrattengono una relazione intensa e continuativa fondata sulla condivisione di valori, interessi ed esperienze, considerati importanti per il singolo e per il gruppo (Palmonari, 1997) e non necessariamente esplicitati. Sono gruppi omogenei culturalmente e socialmente Sono gruppi misti rispetto al genere Assenza di adulti Presenza di regole normative implicite sui comportamenti (chiusura, fedeltà,..) Sono caratteristici della piena adolescenza (15-18 anni)

GRUPPI INFORMALI Obiettivi: “stare insieme”, “parlare”, “divertirsi” Definizione dei differenti ruoli: rifiuto verso la figura del capo, nel senso di un individuo che esplicitamente dà ordini, ma esistono soggetti che, suscitando l’ammirazione e la stima degli altri, esercitano un’influenza sommersa sulle decisioni del gruppo. Esistono differenti dinamiche comunicative e relazionali nei diversi gruppi, riferibili ai contesti culturali e familiari di provenienza dei membri.

STILI DI APPARTENENZA AL GRUPPO Sebbene si individui una relazione tra fasi dell’adolescenza e preferenza per gruppi formali ed informali, oggi si tende a considerare, aldilà dell’età, l’esistenza di stili individuali di appartenenza al gruppo (Cospes, 1995): Gruppo evasivo-trasgressivo: difficoltà coi genitori, coetanei considerati più supportivi, scarsa attenzione allo studio, alla cultura, attenzione al divertimento, al denaro, al sesso. Gruppi formali di tipo sportivo: competitività, fiducia negli adulti, valori “salutistici”, scarso impegno sociale. Gruppi formativi di tipo culturale, religioso, politico: valori familiari, tradizionali, culturali,.. Si preferiscono i gruppi che promuovono la crescita individuale nel rispetto dei valori tradizionalmente considerati positivi. Gruppi di solidarietà: volontariato, impegno sociale, preferenza per associazioni più che gruppi.

IL GRUPPO: QUALI FUNZIONI? AQUISIZIONE DI UNA IDENTITA’ AUTONOMA Conoscenza di sé, consapevolezza delle proprie caratteristiche, dei propri interessi, dei propri desideri e valori (IDENTIFICAZIONE CON IL GRUPPO/DIFFERENZA CON GLI ALTRI) Risponde al bisogno dell’adolescente di appartenenza e affiliazione (IDENTITA’ SOCIALE) Fornisce sicurezza emotiva (CONTENITORE PSICHICO) Colma il vuoto derivante dal disinvestimento affettivo dei genitori (OGGETTO SOSTITUTIVO) Promuove lo sviluppo dell’autostima e della fiducia in sé Rappresenta un confronto ed una verifica continua delle proprie “esplorazioni” Fornisce modelli valoriali e culturali alternativi a quelli familiari, che potrebbero sostituirli

IL GRUPPO: QUALI FUNZIONI? LABORATORIO SOCIALE Il gruppo è il luogo privilegiato per una sperimentazione dei comportamenti al di fuori del controllo immediato degli adulti. Luogo di apprendimento e confronto delle strategie per risolvere i problemi. Le interazioni di gruppo favoriscono la capacità di tenere conto delle posizioni degli altri, e dei processi di negoziazione tra punti di vista diversi. Il gruppo promuove una maggiore disponibilità a chiedere e ad offrire aiuto, sia perché è protettivo sia perché ci si sente parte di un tutto. Permette di valutare e definire la propria reputazione sociale (attraverso la percezione della propria popolarità).

FAMIGLIA E GRUPPO: REALTA’ IN CONFLITTO? Sono ambiti di riferimento che i ragazzi pongono al I e al II posto in ordine di importanza. Essi possono vivere il rapporto tra famiglia e amici in modo: Conflittuale (confini molto definiti) Territoriale (ognuno ha il suo ambito di influenza, ma i confini non sono definiti) La famiglia “centrata sulle regole” pone confini più netti, favorisce la separazione dei figli dai genitori e l’individuazione di nuovi modelli di identificazione. Il gruppo di pari sostiene affettivamente e sostituisce la famiglia. La famiglia “centrata sugli affetti” propone confini meno netti sia all’interno sia all’esterno, protegge incondizionatamente ed esercita il controllo sui legami affettivi. Non favorisce la separazione dei figli, ma ingloba sotto la propria ala protettiva le nuove relazioni (tra amici, col partner). Non c’è conflittualità, tra famiglia e pari, bensì territorialità.

FAMIGLIA E GRUPPO: REALTA’ IN CONFLITTO? Secondo Palmonari (anni ‘90) un buon livello di identificazione con più entità sociali di riferimento contribuisce alla costruzione di un’immagine positiva di se stessi: il soggetto aumenta le proprie opportunità per sviluppare le strategie per affrontare i problemi. E’ fondamentale, per la crescita un equilibrio tra i vari oggetti sociali (famiglia e gruppo), evitando coinvolgimenti estremi ed eccessive dipendenza.

TRASGRESSIVITA’ E DEVIANZA La devianza può nascere nel gruppo, ma non necessariamente si origina al suo interno. La trasgressività può manifestarsi nella fase di messa in discussione dei valori adulti familiari, ma non necessariamente. L’origine della devianza/trasgressione è multifattoriale (De Leo, 1990).

TRASGRESSIVITA’ E DEVIANZA CARATTERISTICHE E SIGNIFICATI La trasgressività è una caratteristica universale dell'adolescenza. Può assumere diverse forme ( dal mentire, al marinare la scuola, al piccolo furto, al teppismo, al vandalismo, alle aggressioni fisiche, fino all'omicidio vero e proprio) e diversi significati: espressione del desiderio di crescita e di autonomia verifica e controllo delle regole, familiari e sociali ricerca del divertimento e del piacere fini a se stessi in un contesto ludico espressione di disagio individuale e sociale espressione di tendenze impulsive di tipo regressivo (agire senza riflettere) espressione della diffusione di responsabilità, nel gruppo

TRASGRESSIVITA’ E DEVIANZA Secondo alcuni Autori (Caprara, Bandura e Pastorelli, 1991) la trasgressione e l'antisocialità in adolescenza si spiegano anche sulla base di meccanismi, cognitivi e sociali, di disimpegno morale: giustificazione morale etichettamento eufemistico confronto con atti più gravi commessi da altri dislocazione e diffusione della responsabilità distorsione delle conseguenze deumanizzazione della vittima attribuzione di colpe alla vittima

TRASGRESSIVITA’ E DEVIANZA DALLA TRASGRESSIONE ALL'ANTISOCIALITA' Vari percorsi o carriere: dal bambino oppositivo, iperattivo e con disturbi della condotta, all'adolescente antisociale dalle prime trasgressioni in gruppo, con l'appoggio del gruppo stesso e un'identificazione negativa, alla delinquenza carriera connessa all'uso di sostanze

TRASGRESSIVITA’ E DEVIANZA ATTEGGIAMENTO DEGLI ADOLESCENTI VERSO LA TRASGRESSIVITA' Da una ricerca recente (Buzzi, Cavalli e De Lillo, 2002) emerge che gli adolescenti associano la trasgressione al rischio e in gran parte vi vedono per questo un valore positivo. In generale, però, disapprovano la violenza, l'uso di droghe pesanti, il furto, ma sono più tolleranti nei confronti dell'uso delle droghe leggere e dei comportamenti della sfera sessuale. Secondo le ricerche del COSPES (1995) gli adolescenti, rispetto alla trasgressione, al rispetto o meno delle regole, si suddividono in categorie: punitivi impegnati defilati opportunisti In generale, c'è più tolleranza nei confronti delle trasgressioni che coinvolgono la sfera individuale (morale individuale) e meno rispetto a quelle sociali.