Il macchinismo dell’Encyclopédie, tra arti, scienze e téchnai

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Il macchinismo dell’Encyclopédie, tra arti, scienze e téchnai Uno sguardo filosofico Liceo “Ludovico Antonio Muratori” Modena, 24 novembre 2004 Paolo Quintili – Università di Roma «Tor Vergata» Groupe de recherche sur l’histoire du matérialisme Université de Paris 1 – Panthéon Sorbonne quintili@lettere.uniroma2.it

La tradizione rinascimentale Un’analisi dei caratteri filosofici dell’impresa di Diderot e D’Alembert non può fare a meno di soffermarsi brevemente sulla tradizione del pensiero rinascimentale europeo, soprattutto italiano, che promosse ed elevò il lavoro fabrile e le «arti meccaniche» – torneremo sul senso di questa nozione – al rango di saperi allo stesso livello delle cosiddette «arti liberali».

Un autorevole passato Sul terreno delle scienze applicate, l’Encyclopédie fa tesoro della lezione di un autorevole passato. La cultura delle arti e dei mestieri - come ha evidenziato con grande sagacia Paolo Rossi (I filosofi e le macchine, Milano 1962) - è patrimonio della filosofia del Rinascimento italiano, che gli enciclopedisti conoscevano e apprezzavano al giusto grado. G. Aleotti, Gli artifiziosi et curiosi moti spiritali di Hero Alexandrinus, Ferrara, 1589. Automa di Ercole che lotta col drago.

Le artes e la ratio studiorum L’ordine degli studi in età premoderna (S. Boezio, De musica) era centrato sulla coppia “trivio” (arti della parola: retorica, grammatica, dialettica) e “quadrivio” (arti del numero: aritmetica, geometria, astronomia, musica): sono le artes liberales. Frontespizio di S. Boezio,De consolatione philosophiae, Gand, 1485

V. De Beauvais, Speculum historiale, Paris, 1333. Le artes mechanicæ Tuttavia, già in età tardo- medievale, nello Speculum Maius di Vincent de Beauvais (1190-1264), le arti meccaniche vengono introdotte a pieno titolo nel cursus studiorum: Armatura, Medicina Venatio, Lanificium, Navigatio, Theatrica, Architectura, Pictura. V. De Beauvais, Speculum historiale, Paris, 1333.

La visione della téchne L’aspetto per il quale queste opere enciclopediche medievali rimanevano tuttavia manchevoli era l’assenza di immagini: non si davano descrizioni dettagliate degli strumenti, delle loro funzioni tecniche e sociali. Nell’età del Rinascimento e nel ‘600 si fa viva questa attenzione all’immagine dell’arte come téchne. A. Ramelli, vaso con uccelli semoventi

“…diverse et artifiziose macchine” Qualche esempio della nuova attenzione prestata all’aspetto visivo della téchne. In Italia è l’opera di A. Ramelli, Le diverse et artifiziose macchine del capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia... Nelle quali si contengono varii et industriosi movimenti degni di grandissima speculatione, per cavarne beneficio in ogni sorte di operatione, composte in lingua italiana et francese, Parigi, 1588 [Milano, L. Maestri, 1981] A. Ramelli, vaso con uccelli semoventi: la macchina finita

La speculazione e la pratica Nel titolo dell’opera di Ramelli troviamo un indizio importante del nuovo approccio, due termini-chiave: la “speculatione” e la “operatione”. Sono messe in rapporto causale reciproco. L’una serve al progresso e al perfezionamento dell’altra. A. Ramelli, vaso con uccelli semoventi: l’ambiente della macchina

La metallurgia e gli usi della terra Analoga attenzione per la visualità delle téchnai troviamo in area tedesca: Bauer G. (Agricola G.), Georgii Agricolæ Medici Bermannus, Sive De Re Metallica, Basileæ, in ædibus Frobenianis, 1530. Si tratta di un’opera di descrizione delle procedure di estrazione dei metalli in miniera.

La lessicologia tecnica: Harris Nel contesto inglese incontriamo un’opera importante, cui s’ispireranno Diderot e D’Alembert : Harris J., Lexicon technicum, or an Universal English dictionary of arts and sciences, 2 voll., D. Brown, London, 1704 [1708-17102].

La cura di sé e l’economia Chomel Noel (l'abbé), Dictionnaire Œconomique, contenant divers moyens d'augmenter son bien et de conserver sa santé, avec plusieurs remedes assurez et prouvez, pour un très-grand nombre de maladies, & des beaux sécrets pour parvenir à une longue & heureuse vieillesse, 2 voll., Paris, E. Ganeau, 1718 (1705): opera che tratta di questioni di « economia domestica » e di medicina pratica. Un enorme successo editoriale.

Immagini di “economia rustica” Il carattere centrale del Dizionario era proprio nel suo uso delle immagini come veri e propri strumenti cognitivi di spiegazione dei lemmi del dizionario. Un esempio è nelle immagini dell’ “economia rustica” concernenti l’uccellagione.

Il commercio e le arti economiche Altro esempio di dizionario pratico di arti e mestieri, in area francese, è di J. Savary Des Brulons, Dictionnaire universel de commerce, contenant tout ce qui concerne le commerce qui se fait dans les quatre parties du monde... Ouvrage posthume du Sr J. S.D.B.... continué... et donné au public par Philémon-Louis Savary, 3 voll., Paris, J. Estienne, 1723-1730 [con falso titolo: Dictionnaire universel de commerce, d'histoire naturelle et des arts et métiers... Nouvelle édition, 5 voll., Copenhague, C. & A. Philibert, 1759-1765].

La Description des Arts Finalmente, la tradizione delle enciclopedie tecniche trova espressione, in area francese, con il celebre Récueil sulle arti meccaniche dell’Académie des Sciences a cura di R. A. F. de Réaumur (1683-1757), Descriptions des Arts et Métiers faites ou approuvées par MM. de l’Académie Royale des Sciences, 27 voll., Paris, Saillant & Nyon, 1761-1779. Si tratta di un’opera iniziata già verso la fine del ‘600 ma portata a compimento solo dopo la pubblicazione dell’Encyclopédie. Ne divenne la concorrente. Description des arts: la tessitura della lana

L’affaire del plagio Gli editori dell’Encyclopédie dovettero rispondere dell’accusa di plagio nei confronti delle tavole dell’Académie des sciences di Réaumur. Tali accuse erano, in parte, fondate. Il modello iconografico del Récueil des planches era lo stesso. La fonte des mines

La Cyclopaedia di Chambers Ultima tappa del quadro storico sulle téchnai nell’ enciclopedia moderna è l’opera inglese dalla quale ha preso le mosse il progetto di Diderot : E. Chambers, Cyclopædia or an Universal Dictionary of Arts and Sciences, fifth edition in 2 volumes, Dublin, 1742; vol. I: «Art»; vol. II: «Manufacture», «Pin» [London, 17281].

Sorella italiana dell’Encyclopédie E. Chambers, Dizionario Universale delle Arti e delle Scienze, che contiene la spiegazione de’ termini, e la descrizione delle cose significate per essi, nelle Arti Liberali e Meccaniche, e nelle Scienze Umane e Divine: le Figure, le Spezie, le Proprietà, le Produzioni, le Preparazioni e gli Usi delle cose sì naturali come artifiziali... Il tutto indirizzato a servire per un Corso d’Erudizione e di Dottrina antica e moderna, traduzione esatta ed intiera dall’Inglese, 9 voll., Giambattista Pasquali, Venezia, 1748-1749. [Genova, 1770-17753].

Un modello italiano per Diderot Nel Prospectus pubblicitario dell’Encyclopédie, apparso nel novembre del 1750, Diderot fa esplicita menzione del Dizionario tradotto a Venezia, come di un modello di ciò che bisognava ancora fare: correggere e ampliare il Chambers.

L’opera tecnologica inglese Anche il Chambers, dal punto di vista della descrizione delle arti, innova. Le tavole della Cyclopaedia presentano già la tipica struttura bipartita in haut de page e bas de page che s’incontrava nella Description dell’Accademia delle scienze.

Il “disegno” enciclopedico L’ispirazione filosofica del Chambers era intesa a conciliare gli ambiti della pratica e della teoria, della speculazione e dell’operazione. Proposito che ritroveremo in Diderot. Il frontespizio disegna il vasto affresco enciclopedico come l’opera collettiva e divisa di “artisti meccanici” e “filosofi naturali”, Arti e Scienze, riunite in un unico “tempio” comune.

La “manifattura” enciclopedica All’articolo “Enciclopedia” Diderot fornisce lui stesso una chiara definizione di che cos’era, nella sostanza, la sua opera: “Bella e considerevole collezione di macchine”. Il lavoro di descrizione non poteva essere l’opera di un solo uomo, ma di “una società di letterati” uniti dall’ “interesse per il bene del genere umano”. Sorge così l’industria o la vera e propria “manifattura enciclopedica”. Denis Diderot (1713-1784)

Il “Sistema figurato” dei saperi Anche le conoscenze umane più astratte trovarono una loro “figura”. E’ il Système figuré des connaissances humaines, che raccoglie in un albero a tre rami, tutte le discipline contenute nell’opera. L’Intelletto umano si divide in tre facoltà: Memoria, Ragione e Immaginazione

Téchne e storia Lo schema viene da Bacone (Novum Organum, 1620 e 1740), ma, nel ramo “Memoria”, Diderot vi aggiunge il nuovo ramoscello degli “Usi della natura - Arti, mestieri, manifatture”. Nell’arbor scientiarum di Bacon questo ramoscello manca. Ed è il ponte logico che consente il passaggio alla Ragione e alla Filosofia della natura.

Un dizionario “ideologico” L’Encyclopédie è un’opera complessa. Tre dizionari in uno: 1/ il dizionario di lingua (il Dictionnaire raisonné): fornisce usi, definizioni e spiegazioni linguistiche di termini; 2/ il dizionario storico e enciclopedico (l’encyclopédie) dà informazioni sui referenti concettuali o cosali dei termini; 3/ il dizionario “ideologico” o dizionario delle idee: è l’aspetto filosofico dell’opera. Se ho la tale idea (o immagine) come la posso dire o descrivere a parole? Il tragitto è libero.

Il “rizoma” enciclopedico

Onomatologia e sematologia Un dizionario di “scritture” (R. Barthes): l’approccio sematologico del dizionario di lingua va dalla parola al senso (dal significante al significato). L’approccio onomatologico del dizionario d’idee procede all’inverso, dal senso alla cosa: un senso che cerca un proprio supporto materiale. Ecco lo “sguardo filosofico” che l’Encyclopédie getta sul mondo delle arti e dei mestieri. Verso le cose e il loro senso, alla ricerca delle parole.

Una scienza di cose Fedele all’auspicio di Cartesio che nel Discorso sul metodo (1637) esprimeva l’intento di passare dall’erudizione alla vera scienza, dalle parole alle cose, Diderot intende fare una scienza di cose (non di parole o di altri libri). Gi 11 volumi di tavole avevano questo scopo: fornire una logica della téchne (tecno-logia), in grado di far conoscere le cose nella loro realtà La maniffatura dello Spillo

Fucine: lavorazione del ferro battuto Il metodo socratico Si trattava, per le arti meccaniche, di scendere nelle botteghe, andare a vedere come lavoravano gli operai, descrivere le loro macchine, ecc. Diderot, nel lavoro svolto tra il 1747 e il 1751, dichiara di aver seguito l’esempio di Socrate : “Abbiam visto operai che lavoravano da quarant’anni senza conoscere nulla delle loro macchine. È stato necessario esercitare con loro la funzione di cui si vantava Socrate, la funzione penosa e delicata di far partorire gli spiriti, obstetrix animorum [...] in una bottega è il momento che parla e non l’artista”. Fucine: lavorazione del ferro battuto

Il metodo sperimentale Al “so di non sapere” (le cose, le macchine) del filosofo, corrisponde in “non so di sapere” (i concetti, le parole che stanno “sotto” il fare) dell’operaio. Nel gettare le basi del nuovo metodo descrittivo, Diderot fa poi leva sulla stessa metodologia (galileiana) delle scienze sperimentali. Il metodo procede in tre fasi: 1°) osservazione e analisi; 2°) descrizione teorica, formalizzazione quantificatrice; e 3°) ripetizione sperimentale, sotto condizioni date, dei fenomeni osservati e formalizzati — sintesi. Meccanica: le 6 macchine semplici

L’interpretazione della natura E’ questo il metodo che consente, secondo il dettato baconiano, di interpretare i fenomeni della natura, vivente e artificiale (macchine): “Disponiamo di tre mezzi principali: l’osservazione della natura, la riflessione e l’esperimento. L’osservazione raccoglie i fatti, la riflessione li combina e l’esperimento verifica il risultato della combinazione. È necessario che l’osservazione della natura sia assidua, che la riflessione sia profonda e che l’esperimento sia esatto. Raramente si vedono unificati questi tre mezzi. Anche i geni creatori non sono affatto comuni”. (Pensieri sull’interpretazione della natura, XV, 1753). Architettura, Muratura: attrezzi da carpentiere

…in operando…in sciendo… C’è Francesco Bacone (oltre a Galileo) dietro questa che potremmo definire una delle fondazioni genealogiche del pensiero tecnico occidentale: Quod in operando utilissimum, id in sciendo verissimum (Bacone, Novum Organum scientiarum, 1620, II, 4) “Ciò che è di massima utilità nell’operare, è di massima verità nel sapere”. Operari aude! “Osa servirti del tuo proprio saper-fare” è la divisa dell’illuminismo tecnologico enciclopedico. Francesco Bacone (1561-1626)

Un manifesto: la voce “Arte” Diderot procede così ad una riabilitazione sociale e culturale degli artisti/operai, i “manovrieri d’esperienza”, poveri di parole ma ricchi di pratiche. Lo fa nel testo programmatico del macchinismo dell’Encyclopédie: l’articolo “Arte”: “Rendiamo infine agli Artisti la giustizia che è loro dovuta. Le Arti liberali hanno cantato le proprie lodi fin troppo a lungo; ora potrebbero impiegare la voce che resta loro, nell’elogio delle Arti meccaniche. Spetta alle Arti liberali il compito di trar fuori le Arti meccaniche dall’avvilimento in cui il pregiudizio le ha tenute per sì lungo tempo” . Fucine: Laminazione, fabbricazione delle lastre

L’insufficienza del Chambers Il filosofo si fa “operaio” del sapere. Per questo aspetto il Chambers era manchevole: “Tutto è da rifare nelle arti meccaniche. Chambers ha letto libri ma non ha quasi mai visto degli artigiani al lavoro; mentre ci sono molte cose che si apprendono esclusivamente nelle fabbriche. Sicché non si tratta qui di omissioni come in una qualsiasi altra opera: un articolo mancante [...] in un’enciclopedia rompe la concatenazione logica, nuoce alla forma e al contenuto” (Prospectus, 1750). Jean Le Rond D’Alembert (1717-1783) Riunione di enciclopedisti a casa di Diderot incisione di Monzier, da Meissonier

La metodica del Prospectus Ecco la procedura seguita, secondo le tre fasi sperimentali: «Si è trattato: 1°. Della materia, dei luoghi in cui si trova, della maniera in cui la si prepara, delle sue buone o cattive qualità; 2°. Dei principali prodotti che se ne ricavano e della maniera di farli [Parte osservativa dell’indagine ]; 3°. Si è dato il nome, la descrizione e la figura degli utensili e delle macchine, per pezzi smontati e per pezzi assemblati, il profilo degli stampi, ecc. [Parte teorico-descrittiva]; 4°. Si è spiegata e rappresentata la mano d’opera e le principali operazioni in una o più tavole, nelle quali si vedono talora le sole mani dell’artista, talora l’artista intero in azione e mentre lavora il prodotto [...]; 5°. Si è raccolto e definito, nella maniera più esatta possibile, i termini propri dell’arte» [Parte riproduttiva, pratico-sperimentale ]» (Diderot, Prospectus, 1750).

Il lavoro dell’enciclopedista I medesimi passaggi sono esposti negli articoli enciclopedici : 1°) l'enciclopedista osserva l’operaio durante le diverse fasi del lavoro; 2°) l’interroga sulle operazioni e gli apparecchi utilizzati; annota e descrive le diverse fasi dell’attività, gli atti, i gesti e soprattutto i macchinari, con la collaborazione di un disegnatore; 3°) «diventa egli stesso apprendista» al fine di riprodurre l’opera nella prassi - un’opera «malfatta» - per rappresentarla di nuovo, e «rifarla» stavolta in maniera adeguata, nel linguaggio, attraverso il discorso classificativo. Spillaio: interno di un’officina

…cette machine merveilleuse Esempio paradigmatico dell’impegno messo da Diderot nella descrizione in prima persona delle macchine è l’articolo “Calza (Telaio per)”. Diderot si fece aiutare dall’operaio Barrat, il quale gli fece una elencazione di materiali, in un Mémoire visivo dal quale il philosophe ricavò poi il suo lungo articolo, uno dei più ricchi e complessi. Non viene meno l’aspetto estetico dell’analisi. Telaio: interno di bottega del fabbricante

Dal teatro delle macchine… Si assiste così al passaggio da una concezione barocca della macchina come oggetto teatrale, atto a stupire e meravigliare lo spettatore, quale ritroviamo in autori come l’erudito gesuita Athanasius Kircher (1601-1680), che teneva ferma una concezione ancora sapienziale, esoterica ed elitaria del sapere intorno alle macchine (una sorta di magia razionale) avvicinate al divino… A. Kircher, Musurgia universalis (Roma, 1650): Organo idraulico automatico

…alla meccanica industriale …ad una concezione di tipo già industrialista della macchina, come oggetto d’uso, a disposizione dell’uomo per i molteplici servizi che rende, in vista della definizione di un “discorso” (lògos) comune o metodo di lavoro riproducibile e comunicabile, la cui descrizione fornisce le condizioni di applicabilità delle regole del mestiere in diversi contesti. Qui si tratta appunto del mestiere del tessitore meccanico (Métier à bas). Telaio per calze: 1° Assemblaggio

Telaio per calze: settimo assemblaggio Almeno due uomini… Diderot divide la descrizione - attraverso le diverse fasi costruttive della macchina -, in due parti: 1/il telaio e i suoi pezzi (Métier à faire des bas) 2/ la mano d’opera alla macchine (Travail du bas au métier). Ci sono sempre almeno due uomini dietro un prodotto della téchne industriale, l’ingegnere (macchina) e l’operaio (prodotto). L’opera/macchina è sempre un prodotto sociale. Telaio per calze: settimo assemblaggio

Telaio per calze: ultimo assemblaggio Macchina e ragione Diderot, nell’intento di rendere trasparente la meccanica del telaio, afferma: “Il telaio per fare calze è una delle macchine più complicate e più conseguenti di cui disponiamo; possiamo considerarla come un solo ed unico ragionamento di cui la fabbricazione dell’opera è la conclusione; regna pure una cosi grande dipendenza fra le parti che sottrarne una sola o alterare la forma di quelle che si giudicano meno importanti, equivale a nuocere all’intero meccanismo”. Telaio per calze: ultimo assemblaggio

L’autonomia del tecnico La perfezione della macchina è tale da renderla autonoma rispetto al controllo cosciente dell’operaio. Diderot cita C. Perrault, Recueil de plusieurs machines de nouvelle invention, ouvrage posthume de M. P., Paris, J.-B. Coignard, 1700 : “Coloro che sono dotati di genio sufficiente, non tanto ad inventare simili cose, ma anche solo a comprenderle, piombano in un stato di profonda meraviglia alla vista delle componenti quasi infinite di cui è composta la macchina per fare calze, e del gran numero di vari e straordinari movimenti. Quando si vedono tessere calze, s’ammira la delicatezza e l’abilità delle mani dell’operaio, benché egli faccia una sola maglia alla volta; ma cos’è questo al confronto, quando vediamo una macchina che mette in forma centinaia di maglie alla volta, che fa cioè in un attimo tutti i diversi movimenti che le mani riescono a fare solo in molte ore? Quanti piccoli meccanismi a molla (ressorts) tirano a loro la seta, poi la lasciano andare, per riprenderla e farla passare poi da una maglia all’altra in modo inesplicabile? e tutto questo senza che l’operaio al posto macchina s’avveda di nulla, ne sappia nulla e neppure ci pensi minimamente!”. Lavoro della calza: 5a operazione, il colpo di torchio

L’anatra e il flautista, automi di J. de Vaucanson Le “metamacchine” … In questo contesto l’Encyclopédie dà atto di aver compreso la svolta in corso nel mondo produttivo del secolo XVIII: la costruzione di macchine sempre più autonome, in grado: 1/di muoversi da sé (gli “automi” e gli “androidi”) 2/ di costruire altre macchine (le machines-outils). L’anatra e il flautista, automi di J. de Vaucanson

W. Goethe e il telaio per calze Una risonanza autorevole e critica dell’articolo “Bas” la troviamo nel Faust: “Un mare eterno./ Una mobile trama / Una vita rovente / Così al telaio sibilante del tempo / lavoro al divino la veste vivente. FAUST — Tu che scorri il mondo grande,/ operoso Spirito (geschäftiger Geist), quanto a te mi sento simile! LO SPIRITO — Allo spirito somigli che tu stesso concepisci: / non a me!”. Lavoro della calza al telaio: 1a operazione: Cogliere, 2a: Affondare col piede

La “metafisica” del telaio Poco oltre entra in scena Mefistofele che indottrina il suo studente: “In realtà, la fabbrica dei pensieri / va come va un telaio:/ pigi il pedale, mille fili si agitano, / le spole volano di qua e di là, / i fili corrono invisibili, / un colpo lega mille maglie. / A questo punto entra il Filosofo / e le dimostra che così dev’essere. / Il primo sarebbe così, il secondo cosà, / e così quindi il terzo e il quarto. / E se non fossero il primo e il secondo, / il terzo e il quarto non ci sarebbero. / Questo è tenuto in grande onore / dagli studenti di tutto il mondo: / però nessuno è diventato tessitore. / Chi vuol conoscere e descrivere qualcosa di vivente / cerca anzitutto di cacciarne via lo spirito; / così ha in pugno le parti. Mancherà / soltanto il legame vitale; peccato. / Questo metodo, la chimica, / Encheiresis naturae l’ha chiamato. / Prende se stessa in giro e non sa come. STUDENTE. Non riesco a seguirla del tutto. MEFISTOFELE. Fra non molto andrà meglio / quando lei avrà imparato a compendiare / ed adeguatamente classificare”. Mephisto

La critica del macchinismo Il telaio, la «fabbrica dei pensieri», nell’insufficienza della descrizione datane — il riferimento di Goethe al «compendiare» (reduzieren) e al «classificare» (klassifizieren) è chiaro, va all'Encyclopédie — vota l’uomo «a due anime» della moderna società industriale, a rappresentarsi e a metaforizzare il proprio Geist come incessante ricerca del «legame vivente», inafferrabile all’analisi delle «parti». Un documento dunque da mettere agli atti non della sola storia delle tecniche, testimonianza qual è del dibattito intorno al macchinismo industriale e al vitalismo romantico che gli si oppone, e lo prosegue, nel XVIII secolo e oltre. Faust insidia Gretchen (Illustrazione di Peter Cornelius)

Conclusioni. Téchne è arte… La lezione storica dell’Encyclopédie di Diderot è consistita nell’acquisizione fondamentale della dimensione della fabrilità creativa, comune tanto alle cosiddette “arti liberali”, quanto alle “meccaniche”. L’etimologia del termine greco téchne indica l’“arte” come capacità formativa in generale: l’Encyclopédie ne dà senz’altro la migliore, e critica, realizzazione nella sua raccolta di macchine e “metamacchine”.