lavoro di gruppo V classico B TACITO lavoro di gruppo V classico B
Dialogus de oratoribus Tacito Camilla Quartullo Gloria Valentini Beatrice Losavio Luigi Battistini Federico Minardi V Classico B
Il Dialogus de oratoribus Il “Dialogus de oratoribus” è un trattatello in forma dialogica in cui l’autore riporta una conversazione tra alcuni illustri personaggi di età flavia. Il tema attorno al quale si concentra il discorso è lo stato dell’oratoria contemporanea.
Modelli Rispetto ai due grandi modelli ciceroniani, il De oratore e l’Orator, il Dialogus è diverso perché questi ultimi affrontano la definizione dell’oratore ideale come entità astratta. Il modello di Cicerone è evidentemente ripreso nello stile e nelle tematiche, ma discorda dal Dialogus perché quest’ultimo si propone come problema aperto e manca di un orientamento chiaro.
Destinatario Il Dialogus è destinato a Fabio Giusto, senatore di origine spagnola che fu in rapporti di amicizia con Plinio il giovane e che fu console nel 102 d.C.
Argomento Il dialogo inizia come risposta all’amico Fabio Giusto, che aveva interrogato Tacito sui motivi della decadenza dell’oratoria. Comincia così la rievocazione della conversazione, tenutasi al tempo della gioventù dell’autore (nel 77), in casa di Curiazio Materno. Oltre allo stesso Curiazio, i protagonisti sono Mario Apro, Vipstano Messalla e Giulio Secondo. All’indomani della pubblica lettura del suo Catone, probabilmente una praetexta sulla figura dell’eroe repubblicano Catone Uticense, Curiazio Materno viene rimproverato da Marco Apro, vivace oratore di impronta modernista, per aver trascurato l’eloquenza dedicandosi alla poesia.
Nel dibattito che segue, Apro pronuncia una requisitoria contro la poesia, mentre Materno ne prende le difese. Si inserisce a questo punto l’oratore classicista Vipstano Messalla e il tema si sposta sulle cause che hanno determinato il decadere dell’eloquenza. Secondo Messalla, la ragione è che i giovani non sono educati secondo regole abbastanza severe: si rivolgono alla scuola di retorica senza possedere una preliminare e ampia conoscenza filosofica. Il rimedio proposto da Messalla sta in un ritorno ai metodi educativi esposti da Cicerone nel Brutus. La critica che successivamente Messalla doveva rivolgere all’insegnamento retorico degradato delle scuole contemporanee è presumibilmente caduta nella lacuna che segue il capitolo 35.
Conclusasi la discussione tra Messalla e Apro (che no riconosce un decadimento dell’eloquenza ma solo un’evoluzione secondo le tendenze e i gusti nuovi), segue un discorso da attribuirsi forse a Giulio Secondo, secondo il quale le mutate condizioni politiche hanno sottratto all’oratore la capacità di intervenire attivamente nella politica e nella condizione dello stato. La conclusione è affidata a Materno. È vero, da un lato, che la fine della libertà repubblicane ha sottratto all’oratoria le condizioni necessarie al suo fiorire, privandola delle grandi contese politiche. Ma, d’altro lato, bisogna guardare con favore alla stabilità del tempo presente: se i grandi oratori del passato vi vivessero, anche loro non avrebbero modo di esplicare al meglio i proprio talenti.
Questione sull’autenticità L’autenticità appare nell’insieme ben fondata su diversi ordini di ragioni, tra cui un ruolo rilevante ha la testimonianza di Plinio il Giovane, che in una sua epistola, rivolgendosi a Tacito, gli attribuisce una affermazione che compare con le stesse parole nel Dialogus.
Datazione È difficile stabilire quando il Dialogus sia stato scritto e pubblicato. Oggi sembra più verosimile una datazione tarda perché l’autore afferma che, al tempo della conversazione, era “iuvenis admodum”, perché critica personaggi di età neroniana e flavia e perché il dedicatario è Fabio Giusto.
Personaggi Marco Apro e Giulio Secondo: entrambi di origini galliche e coetanei, rappresentano i ceti emergenti. Vipstano Messalla: aristocratico, illustre senatore e autore di memorie, difende l’ideale ciceroniano, senza concessioni all’epoca moderna. Curiazio Materno: è facile riconoscere in lui il punto di vista dell’autore.
LE HISTORIAE
IL TITOLO: testimonianze da Plinio il Giovane, Tertulliano e Sidonio Apollinare. DATAZIONE: 100-110 D.C., la pubblicazione del primo gruppo avvenne nel 105. LIBRI: suddivisione in 14 libri, sono giunti i libri da I a IV e alcuni capitoli del V. CONTENUTO: periodo che va dal 69 (anno della morte di Nerone)-96(anno della morte di Domiziano). FONTI: Plinio il Vecchio e Cluvio Rufo
I libro: condizioni politiche dopo la morte di Nerone, il nuovo imperatore è Galba che designa come successore Pisone Liciniano. Delude Otone che sfrutta il malcontento dei pretoriani. Egli diventa imperatore e uccide Pisone e Galba. In Germania è eletto Vitellio dall’esercito. Si dirige in Italia. II libro: Vespasiano e Tito sono in Giudea, sostengono Otone. Tuttavia, quest’ultimo è sconfitto a Bedriaco e si suicida. Il nuovo imperatore è Vespasiano.
III libro: Vespasiano si reca in Egitto ed ordina alle truppe di marciare contro Vitellio che, sconfitto, si rifugia a Roma. Qui giunge Vespasiano che sconfigge e uccide Vitellio. IV libro: situazione politica confusa. In Germania si ribellano i Batani. A Roma il potere va a Muciano. V libro: sul fronte orientale Tito conquista Gerusalemme.
IL PROEMIO Tacito dichiara di narrare i fatti in maniera imparziale. Critica tutti quelli autori dediti all’adulazione che riportano i fatti in modo da assecondare la volontà dei sovrani.
I PERSONAGGI Galba:mentalità repubblicana, non si occupa delle necessità del governo. Otone: vicino a Nerone, dedito ai vizi, morte dignitosa che lo avvicina a Catilina. Vitellio: personaggio noto per la sua violenza. Massa: popolo ed esercito, dimensione collettiva e corale.
ANNO 69: valenza significativa, anno della crisi seguita alla morte di Nerone. Studio attento delle cause che portarono ad essa per capire la storia presente. ARCANUM IMPERII:”arcano del potere”, era possibile diventare imperatori fuori da Roma.
Ab excessu divi Augusti (libri) Annales Ab excessu divi Augusti (libri)
Caratteristiche generali dell’opera Composizione e pubblicazione A partire da 113 Pubblicati per piccoli gruppi- opera rimasta incompiuta Piano originario dell’opera Dalla morte di Augusto 14 d.C a quella di Nerone 68 d.C
Argomento Libro I Ascesa di Tiberio rafforzamento del potere Libro II Campagna militare di Germanico Tiberio geloso lo richiama e Roma Libro III Processo contro Pisone sospettato per l’avvelenamento di Germanico
Libro IV Ascesa dell’eques Seiano al potere Libro V Morte di Livia - Seiano perseguita Agrippina Caligola futuro imperatore Libro VI Principato di Tiberio e morte di Agrippina
Libro XI Principato di Claudio, inizia nel 41 Messalina tradisce Claudio Libro XII Ascesa di agrippina minore Futuro imperatore Nerone Libro XIII Il giovane imperatore sotto il controllo della madre del prefetto del pretorio Afronio Burro e del filosofo Seneca
Libro XIV Nerone uccide la madre Si abbandona ad ogni genere di nefandezze Libro XV Campagna in Oriente Incendio a roma la colpa ricade sui Cristiani Libro XVI Nerone uccide la moglie Poppea
Le fonti Plinio il Vecchio i Bella Germaniae Servilio Noniano e Aufidio Basso Tradizioni orali e lettere private Testimonianze e documenti Ufficiali discorsi dell’imperatore Acta diurna populi Romani riunioni del senato Vita politica ed attività giudiziarie
Proemio Nomi significativi: Cinna e Silla Pompeo, Crasso, Antonio e Giulio Cesare Vicende ricostruite in sfogo al timore quando essi erano in vita dal libero sfogo e dall’odio
Paragone con Livio Visione della storia per Tacito: Un tutt’uno continuativo dove è possibile osservare il progressivo concentrarsi delle prerogative assolutistiche Visione della storia per Livio: Trattava l’intera storia di Roma fino all’età Augustea e le simpatie repubblicane potevano aver reso ancora piu evidenti le connotazioni ideologiche
Caratteristiche dell’opera e di alcuni imperatori La divisione in libri non coincide con la fine degli anni Tiberio consolida il suo potere Claudio facile preda Nerone un tipico tiranno
Pensiero storiografico e contesto politico in Tacito
Storia passata e presente politico Pensiero politico e storiografico UNITARIO Storia e oratoria parti integranti della figura del senatore romano Nesso tra il contesto presente e la ricostruzione di un passato tutt’altro che remoto
Colpa, sopravvivenza, storiografia Possibilità di pubbluicare LIBERAMENTE la propria opera SOPRAVVISSUTA alla caduta di Domiziano Storiografia: memoria della tirannide testimonianza della felicità presente
Guerra civile e necessità del principato L’origine del potere assoluto è una ciclica iterazione La storia del principato è il ripetersi delle medesime dinamiche, da ciò derivano gli effetti INVARIATI L’autorità imperiale è l’unico mezzo per impedire la guerra civile Le cause che hanno portato all’imposizione degli imperatori flavi sono l’eliminazione della classe dirigente giulio-claudia e il pericolo della guerra civile
Il pensiero di Tacito nei suoi testi Fine dei valori repubblicani (tono pessimistico) Necessità di stabilire una pace Limitazioni della libertà individuale La RESPUBBLICA deve essere asservita al potere, i grandi generali sono gli unici individui in grado di garantire la sicurezza dello stato attraverso il principio di MODERAZIONE
Nuove forze politiche e continuità ideologica Sottrazione dei valori tradizionali alla dimensione repubblicana e conversione spirito di servizio dello Stato. Nuovi ceti senatori cui Tacito e l imperatore Traiano appartengono, predisposti al ruolo di guida politica. La continuità ideologica con i valori fondamentali della respublica è una difficile conquista per il senatore Tacito. Il principio di “trasmissibilità” trova un preciso riscontro nella soluzione politica elaborata dall’ élite senatoriale del dopo-Domiziano. Il ruolo di Tacito fu quello di sistematizzare un complesso passato e di impadronirsene per offrirlo alla sua epoca.