IL GIORNO della MEMORIA 27 GENNAIO IL GIORNO della MEMORIA
27 GENNAIO : IL GIORNO della MEMORIA Il 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria. E’ una giornata speciale, una giornata dedicata al ricordo della “Shoah”, lo sterminio del popolo ebraico. Una giornata per ricordare che tanti anni fa, durante la seconda guerra mondiale, milioni di uomini, donne e bambini sono stati perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro vita e portati nei lager da dove, solo in pochi sono tornati. E’ un pezzo agghiacciante della nostra storia ed è importante non dimenticarla
PERCHÉ RICORDARE UNA STORIA TANTO TRISTE? Ad Auschwitz, uno dei più terribili campi di concentramento, è stata trovata una pietra anonima, dove con un chiodo uno prigioniero ha lasciato scritto "Chi mai saprà quello che mi è capitato qui?". Non sappiamo chi fosse, sappiamo solo che era una persona che ha sofferto in modo incredibile- Ricordare tutte quelle vittime è quindi molto importante. Le persone che si sono salvate hanno raccontato la loro storia e tutti noi abbiamo il dovere di non dimenticarla. Col passare degli anni le persone che hanno vissuto quella terribile esperienza non potranno più raccontarla e noi potremmo dimenticarla. Invece, la memoria delle terribili storie di tutte quelle persone ci deve aiutare a costruire un futuro migliore. Un futuro in cui quelle atrocità non si ripetano mai più!
PERCHÉ IL 27 GENNAIO? Molti Stati hanno istituito un “Giorno della memoria”. L’Italia, con una legge del 2000, ha scelto questa data perché il 27 gennaio 1945 fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz. In effetti altri ebrei, d’Italia e d’Europa, vennero uccisi nelle settimane seguenti. Ma la data della Liberazione di quel campo è stata scelta a simboleggiare la Shoah e la sua fine.
AUSCHWITZ
LA SHOAH “Shoah" è un termine ebraico che significa "annientamento", "sterminio". Si riferisce ad una delle più vergognose vicende della storia umana avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. In Germania il regime nazista del dittatore Hitler, fin dal 1933, e in Italia il regime fascista del dittatore Mussolini, dal 1938, condussero nei confronti delle persone ebree una vera persecuzione.
DEPORTAZIONE
LE LEGGI RAZZIALI In un primo momento furono create le “leggi razziali” che, rendendo intollerabili le condizioni di vita delle persone ebree, cercarono di spingerle verso un esodo definitivo all'estero. Poi, mentre si svolgeva la seconda guerra mondiale, gli ebrei vennero isolati e concentrati nei ghetti. All’inizio del 1942 venne, infine, varata la “soluzione finale del problema ebraico”. Un piano agghiacciante di sterminio che prevedeva la deportazione degli ebrei di tutti i paesi occupati nei lager e la loro uccisione. In tutto sono stati uccisi circa 6 milioni di ebrei.
LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA In Italia le leggi razziali entrarono in vigore con il documento Il fascismo e i problemi della razza del 14 luglio 1938. Queste leggi stabilivano l’inferiorità della “razza ebraica”e prevedevano tali e tante restrizioni, che la vita delle persone ebree diventò davvero impossibile. In un primo tempo, tutti gli ebrei furono schedati, arrestati e isolati nei ghetti. Dal 1942 in poi, furono deportati nei campi di sterminio.
LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Eccone solo alcune: Espellere gli ebrei dalle scuole (2 settembre 1938) Vietare i matrimoni “razzialmente misti”, cioè fra ebrei e non ebrei Espellere gli ebrei dagli impieghi pubblici e dal Partito nazionale fascista Limitare il loro diritto di proprietà (7-10 novembre 1938), cioè appropriarsi dei loro beni Espellere gli ebrei dall’esercito e dal complesso delle attività culturali (fine 1938) Impedire loro di lavorare (dal 1939 in avanti)
MANIFESTO DI PROPAGANDA FASCISTA SULLE LEGGI RAZZIALI
I LAGER Nei Lager tutti i prigionieri, compresi i bambini, venivano privati dei loro abiti e obbligati ad indossare la zebrata, cioè una casacca e un paio di pantaloni per i maschi e un largo camicione per le femmine a strisce grigio-azzurre.
I LAGER Sulla zebrata venivano cuciti un triangolo e un numero di matricola. Il triangolo era un contrassegno di stoffa che veniva dato a ciascun deportato insieme al numero al momento dell’immatricolazione. Il colore del triangolo indicava la “categoria” con la quale venivano classificati i deportati : triangolo rosso per i politici, triangolo giallo per gli ebrei, triangolo verde per i criminali comuni, triangolo nero per gli asociali, triangolo rosa per gli omosessuali, triangolo viola per i Testimoni di Geova. All’interno del triangolo rosso era stampata la sigla della nazionalità del deportato.
I LAGER Nel lager di Auschwitz il numero di matricola attribuito a ciascun deportato veniva anche tatuato sull’avambraccio sinistro. Tutti i prigionieri dovevano lavorare tutto il giorno e non avevano quasi cibo per nutrirsi. Molti si ammalarono e morirono per le terribili condizioni in cui vivevano, altri furono uccisi nelle camere a gas.
I LAGER
AUSCHWITZ Auschwitz fu uno dei più terribili campi di sterminio. Si trovava a circa 70 km a ovest di Cracovia nella Polonia meridionale. Il lager era molto grande e aveva oltre 40 campi dipendenti.
AUSCHWITZ Le torri di guardia con le mitragliatrici all’entrata del campo e una barriera di filo spinato in cui passava la corrente elettrica impedivano ai prigionieri di scappare. Al solo toccarla si poteva rimanere fulminati. Sul cancello di Auschwitz c’era una scritta “Arbeit macht frei” che in tedesco significa “Il lavoro rende liberi”
AUSCHWITZ Sempre all’entrata si trovavano una betulla ed un’aiuola ben curata, in netto contrasto con le cose terribili che accadevano in quel luogo. Vicino a quella betulla i prigionieri sostavano vestiti per l'ultima volta con le proprie vesti, e qui il guardiano di servizio (Blochführer) controllava, lista alla mano, il loro numero, chiamandoli ancora con il proprio nome. Davanti a questa betulla passarono centinaia di migliaia di uomini e di donne di tutti i paesi europei occupati dai nazisti. Di loro se ne salvò solo qualcuno. Il campo di sterminio di Auschwitz fu liberato dall’Armata Rossa proprio il 27 gennaio1945. In questo lager morirono circa 4 milioni di persone.
AUSCHWITZ
AUSCHWITZ (di Francesco Guccini) Son morto ch'ero bambino son morto con altri cento passato per un camino e ora sono nel vento Ad Auschwitz c'era la neve il fumo saliva lento nei campi tante persone che ora sono nel vento Nei campi tante persone ma un solo grande silenzio Che strano non ho imparato a sorridere qui nel vento Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento. Ancora tuona il cannone ancora non è contenta di sangue la bestia umana e ancora ci porta il vento. Io chiedo quando sarà che un uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà
SPUNTI PER L’ APPROFONDIMENTO LETTURE Ricerca e lettura di testimonianze di sopravvissuti alla Shoah Lettura di alcune pagine del “Diario di Anna Frank” – ed. Einaudi Lettura di alcune pagine di “Il diario di Peter Ginz” di Chava Pressburger - ed.Frassinelli Lettura di alcune pagine di “Anni d’infanzia“ di Jona Oberski - ed. Giuntina Lettura di alcune pagine di “Gioco di sabbia” di Uri Orlev - ed. Salani Lettura di alcune pagine di “I ragazzi di Villa Emma” di Giuseppe Pederiali - ed. Bruno Mondadori Lettura di alcune pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi - ed. Einaudi Lettura di poesie dei bimbi di Terezìn
SPUNTI PER L’APPROFONDIMENTO FILM Jona che visse nella balena – di Roberto Faenza (Tratto dal libro“Anni d’infanzia“ di Jona Oberskj) La vita è bella – di Roberto Benigni Schindlers list – di Steven Spielberg (selezionare solo alcune parti) (Riduzione e adattamento dal sito www.rai.it - sezione junior- IL GIORNO DELLA MEMORIA)