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PER UN’ESPERIENZA POSITIVA DEL NASCERE

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Presentazione sul tema: "PER UN’ESPERIENZA POSITIVA DEL NASCERE"— Transcript della presentazione:

1 PER UN’ESPERIENZA POSITIVA DEL NASCERE
APGAR 12 PER UN’ESPERIENZA POSITIVA DEL NASCERE

2 IL NEONATO “PATOLOGICO” ...
Neonati prematuri (EG < 37 settimane) Neonati di basso peso o con difetto di crescita intrauterina (peso alla nascita < 2500 grammi) Nati con malformazioni congenite Nati da madre con patologia (diabete, eclampsia, infezioni, ecc.) Neonati che manifestano una sofferenza fetale (acuta o cronica) Neonati che necessitano di rianimazione alla nascita

3 FISIOLOGIA = ASSENZA PATOLOGIA?
= CONDIZIONE DI EQUILIBRIO FISICO E MENTALE NELLA QUALE IL NOSTRO ORGANISMO FUNZIONA IN MODO ADEGUATO, AL PUNTO DI ADATTARSI ALL’AMBIENTE SENZA BISOGNO DI PARTICOLARI SUPPORTI ...possiamo applicare lo stesso concetto al bambino appena nato?

4 La vita prenatale è stata caratterizzata da una condizione simbiotica che ha permesso al feto di mantenere limitate le proprie funzioni vitali Alla nascita questo equilibrio così perfetto viene improvvisamente interrotto: modifiche di funzionamento dell’apparato cardio-circolatorio e respiratorio, inizio del funzionamento degli altri organi, ancora “immaturi” (apparato gastrointestinale, fegato, SNC, ecc.) Passaggio dall’ambiente acquatico del liquido amniotico a quello aereo, inizio del respiro e adattamento al vuoto che lo circonda

5 Per il neonato non è normale nè l’immobilità nè il silenzio, condizioni inconcepibili nella sua esperienza intrauterina Deve quindi percorrere un cammino impegnativo per sostituire il suo equilibrio precedente con uno nuovo completamente diverso Persiste quindi una sorta di simbiosi nei mesi successivi alla nascita (esogestazione)e continua a dipendere per la sopravvivenza da un altro organismo

6 Il neonato a termine sano, che tecnicamente definiamo “fisiologico”, urlante ci sta chiedendo: Che cosa ho? Perchè non sto bene? Cosa mi succede? Perchè non mi spieghi cosa devo fare? E’ inutile che ci sforziamo di interpretare il timbro del suo pianto allo scopo di capire che cosa ci sta dicendo: LUI NON SA COSA COSA VUOLE, E’ LUI CHE STA INTERROGANDO NOI!

7 IL COMPORTAMENTO DEL NEONATO
Il neonato posto in una condizione di benessere (asciugatura con teli tiepidi, manovre tattili non disturbanti, luci ridotte e indirette, contatto pelle a pelle con la mamma) dopo i primi momenti di pianto e vagitipassa i successivi 20 minuti riposando, senza manifestare movimenti particolari, manifestando però parziali aperture degli occhi e tentativi di osservazione attenta di quanto lo circonda. Mette a fuoco il viso della mamma (20-30 cm), ritrova quell’odore e quella voce che lo hanno accompagnato nella sua vita in utero

8 Nella mezz’ora successiva iniziano: - movimenti di apertura della bocca con estrusione della lingua (leccamento del capezzolo) - movimenti attivi di spinta della gambe verso il seno (riflesso di rooting) Se si rispettano i tempi giusti e se l’intimità dei genitori con il bambino è garantita, in queste 2 ore dopo il parta inizia questa danza fra madre e bambino e avvia le prime poppate.

9 DALL’APGAR 10 AL 12... La misurazione classica di Virginia Apgar ci conferma che il neonato che piange, con APGAR 10, ci mostra tutta la sua vitalità, ha completato la sua transizione dalle dipendenza del periodo fetale alla autonomia extrauterina. Il pianto rimane però espressione del disagio che sta sperimentando il neonato, che cerca una spiegazione di quanto gli sta succedendo: perchè l’aria mi brucia nella gola, perchè sono avvolto dal vuoto, dove sto precipitando, dove sto andando, perchè mi sto dilatando, perchè è cambiato tutto così improvvisamente. Perchè ... Perchè...

10 Il riannidarsi fra le braccia della mamma, il riconoscere elementi di continuità con quanto già conosceva, gli permette di ritrovare finalmente il suo mondo interno: attaccato al seno materno non piange più, sembra riappacificato col mondo, sembra aver capito che la tempesta è terminata e che un nuovo equilibrio è possibile: a questo punto, e solo a questo punto, possiamo essere certi che non sta soffrendo, che non è disperato, che non sente più alcuna minaccia. E’ emotivamente con noi.

11 Un punteggio al benessere
Una volta raggiunto il punteggio 10, potremmo prosegiure la nostra valutazione con altri due voti rappresentativi di una sesta voce, di “benessere” o “soddisfazione”: APGAR 11: il neonato smette di piangere, la sua mimica facciale risulta rilassata (cioè priva di smorfie) e i movimenti degli arti appaiono assenti, o lenti ed armonici APGAR 12: il neonato apre gli occhi, ricerca attivamente il seno, ha un’espressione sorridente o “beata”

12 Una sfida per il futuro... creare e organizzare centri nascita dove già a pochi minuti di vita la maggior parte dei neonati siano in grado di manifestare (e mantenere per almeno 5 minuti) il loro APGAR 12 attivare percorsi per facilitare il neonato a raggiungere il suo stato di benessere utilizzare il punteggio di valutazione del benessere del neonato come indice della care della sala parto per promuovere una nuova pratica assistenziale attenta ai bisogni di genitori e bambini


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