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PubblicatoRaffaello Cappelli Modificato 5 anni fa
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IL METODO GENTLECARE NELL’ASSISTENZA UNA MIGLIORE QUALITA’ DI VITA
ALLA DEMENZA: UNA MIGLIORE QUALITA’ DI VITA PER LE PERSONE a cura di Ottima Senior 4° Forum sulla non autosufficienza BARI 19 aprile 2012
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Il Gruppo Ottima Senior è nato 2005 dall’incontro tra
l’Architetto Enzo Angiolini, la Referente italiana per il modello Gentlecare dott.ssa Elena Bortolomiol e la Coop. Soc. Itaca _dott.ssa Laura Lionetti Nel 2011 il gruppo ha ottenuto la licenza esclusiva del marchio per l’Europa dalla società Moyra Jones Resources LTD
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1- IL METODO GENTLECARE Spazio Persone Programmi verso una protesi alla persona Elena Bortolomiol Referente Italiana Modello Gentlecare
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Principi fondamentali per iniziare il GENTLECARE
CHI E’ LA PERSONA? ABILITA’ / DEFICIT DOVE VIVEVA? STATO FISICO/SOCIALE/CULTURALE 3. COSA POSSIAMO FARE PER AIUTARLA? ADL /IADL 4. QUAL’E’ LA STRATEGIA DI CURA PIU EFFICACE? PROTESI DI CURA – 3 P
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Definizione di PROTESI:
Strumento o struttura artificiale, esterna o impiantata che sostituisce o supporta una parte perduta o deficitaria
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NELLE ATTIVITA’: “ Si studiano programmi che evitano di stimolare le persone in modo inadatto , ma che sostengano le potenzialità che la persona ancora ha”
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NELLO SPAZIO FISICO: “Non è l’anziano che deve adeguarsi alla struttura, ma la struttura all’anziano.”
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Alcuni risultati riscontrati
Una maggior partecipazione nelle attività di cura ( Adl ) Un incremento della spontaneità della socializzazione e della comunicazione Una riduzione dei comportamenti aggressivi Una diminuzione del wandering Una maggior partecipazione della famiglia nella cura del proprio caro Un coinvolgimento più mirato per i volontari e per la comunità Tendenza ad un risparmio sui costi
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2 – L’ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SECONDO IL METODO GENTLECARE Laura Lionetti Progettista servizi per anziani
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Perché il modello Gentlecare
Perché il modello Gentlecare ? perché applicabile nei diversi contesti, perché è realizzabile con modalità diversificate a secondo delle risorse, perché si basa su fondamenti semplici: Stanno bene gli anziani che ci sono affidati? Qual è la qualità della vita della loro esistenza quotidiana? Come se la cavano le loro famiglie? Come se la cavano gli operatori?
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COME ? Assistenza Domiciliare Servizi Residenziali Centri diurni
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Caregiver professionali
procedure di selezione che valutino le competenze di partenza e le caratteristiche individuali; percorsi di inserimento/formazione prima dell’inserimento nel servizio; percorsi di formazione e aggiornamento che coinvolgano tutte le figure professionali operanti nel servizio; definizione dei progetto di cura per ciascuna persona affetta da demenza, elaborati con una modalità interdisciplinare; un sistema di consegne / documentazione che permetta una conoscenza condivisa tra tutte le professionalità della situazione delle persone con demenza.
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Il Percorso di ingresso
Il programma di inserimento deve prevedere alcuni momenti fondamentali: la raccolta della storia della persona con i familiari; la visita domiciliare; la presentazione del nuovo cliente all’équipe e la lettura della biografia da parte di tutto il personale che interagirà con l’anziano; la cura del momento dell’avvio del servizio; la comunicazione con i familiari e la disponibilità ad un raccordo continuo; il periodo di osservazione del cliente; il colloquio con i familiari dopo un mese dall’accesso; l’elaborazione del PAI in équipe dopo 30 gg. dall’ingresso.
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L’osservazione C’è sempre un motivo del comportamento, la difficoltà sta nel comprenderlo e la strada è che tutti coloro che vivono accanto alla persona si chiedano il perché del comportamento e condividano le riflessioni, i tentativi, le strategie adottate. Per ogni comportamento è indispensabile analizzare: antecedenti (tutto ciò che può aver scatenato il comportamento disturbante); comportamento (dove, come e quando è iniziato); conseguenze (risultato del comportamento sulla persona).
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Il Progetto Individuale
La struttura base del progetto individuale dovrà prevedere: La sintesi dell’assessment multidimensionale e multiprofessionale; L’indicazione degli obiettivi; L’identificazione delle figure responsabili; La definizione del piano degli interventi; Il piano di monitoraggio e verifica del progetto di cura; Il patto terapeutico con il cliente e il caregiver.
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3 – LO SPAZIO COME PROTESI PER LE PERSONE CON DEMENZA Enzo Angiolini Architetto
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per persone con demenza
L’avvio di un servizio per persone con demenza Analisi del contesto socio economico e geografico La progettazione del servizio Il servizio nella rete La selezione per personale La formazione L’avvio
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