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LIBERTA' DI COSCIENZA, PENSIERO E RELIGIONE.
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LIBERTA' DI COSCIENZA: IL CITTADINO, FIN DALLA NASCITA, HA DIRITTO A DECIDERE TUTTO CIO’ CHE RIGUARDA LA SUA VITA, SEGUENDO SOLTANTO LA SUA VOLONTA’. LO STATO E LA SCUOLA, X ESEMPIO, NON POSSONO OBBLIGARE I CITTADINI A CREDERE IN DIO, AD ANDARE A MESSA, AD EFFETTUARE IL SERVIZIO MILITARE. LIBERTA’ DI COSCIENZA SIGNIFICA QUINDI ANCHE LIBERTA’ DI PENSIERO. LIBERTA’ DI SCEGLIERE QUALUNQUE RELIGIONE SI VOGLIA.
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LIBERTA' DI RELIGIONE: GLI STATI DEVONO ESSERE LAICI, OVVERO TOTALMENTE INDIPENDENTI DALLA RELIGONE. CIASCUNO HA LA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE, COME PRECEDENTEMENTE DETTO, LA RELIGIONE CHE PREFERISCE.
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Dal diritto alla libertà di coscienza, di pensiero e di religione deriva il diritto alla libertà di opinione, cioè all'espressione delle proprie idee, e quindi alla libertà di stampa e di comunicazione con ogni altro mezzo del proprio pensiero e, naturalmente, alla libertà della ricerca scientifica e della creazione artistica.
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Fino al secolo XIX pochissimi stati riconoscevano questi diritti (forse soltanto la Gran Bretagna e gli Stati Uniti). Nel nostro paese, per esempio, ci fu la dittatura fascista che condizionava le opinioni anche private di tutti. La stessa libertà di religione, non viene ancora attuata in tutti gli stati del mondo. Negli stati totalitari come la Cina ed altri e negli stati islamici, per esempio, chi è cristiano ha enormi difficoltà a praticare la propria fede; questo è invece possibile negli stati democratici di tutto il mondo, in particolare negli stati del Nord America e in Europa. Per quanto riguarda la libertà di pensiero e comunicazione, invece, i miglioramenti sono stati netti.
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Negli ultimi anni le possibilità di comunicazione del pensiero si sono immensamente ampliate con l'uso degli strumenti informatici. Basti pensare alla rete Internet che consente a milioni di persone un contatto mondiale con possibilità di conoscenza mai prima possibili nella storia dell'umanità. E' anche vero che si tratta di una rete la cui utenza sarà probabilmente riservata, per i suoi costi e per il livello culturale, soltanto a qualche centinaio di milioni di uomini e donne in tutto il mondo. Ciò vedrà un ampliamento delle possibilità di cultura e di comunicazione per una parte dell'umanità; l'altra parte, formata dalle masse dei lavoratori subordinati e dei poveri, largamente maggioritaria, sarà esclusa dall'uso di questi strumenti di comunicazione, meno informata e quindi meno libera, anche perché non sarà in grado di partecipare alla nuova elaborazione culturale. Ne parliamo ampiamente nel capitolo dedicato alla comunicazione. La nostra Costituzione parla di questi problemi agli articoli 19, 20 e 21 e la legislazione italiana, che ad essa si ispira, dà alla stampa una libertà assoluta
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