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PubblicatoBonfilio Casini Modificato 10 anni fa
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Nuova Oggettività: nasce in Germania, alla fine della prima guerra mondiale
Alcuni artisti disillusi, pieni di cinismo e di rassegnazione ironizzano con toni caricaturali, amari terrificanti, grotteschi sullo sfacelo morale del tragico dopoguerra tedesco. La Nuova oggettività terminò con la presa del potere da parte dei nazisti, che consideravano la Nuova oggettività come arte degenerata: fu allora che numerosi artisti emigrarono, per lo più verso gli Stati Uniti. Soggetti: personaggi tipici della pittura come le modelle, le prostitute, le signore della buona società, in atteggiamenti che mettono in luce le deformità fisiche e morali; borghesi volgarmente soddisfatti dei loro privilegi sociali, uomini d’affari dallo sguardo spietato, generali trionfi; e dall’altra parte reduci spenti e svuotati, mutilati che portano sulla carne i segni dell’esperienza bellica. Temi: il disinteresse della classe dirigente e la dolorosa condizione delle vittime sono i temi preferiti.
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GEORGE GROSZ - pittore Inizia come disegnatore per giornali e riviste satiriche, utilizzando lo stile della caricatura. Nel 1913 soggiorna a Parigi, dove entra in contatto con l’Espressionismo. Nel 1914 Grosz si arruola nell’esercito tedesco, ma viene presto congedato per motivi di salute; sembra però che il vero motivo del congedo fosse uno shock psicologico per il quale fu ricoverato in un ospedale militare. A partire dal 1920 fu più volte denunciato e processato per incitamento all’odio di classe, oltraggio al pudore, vilipendio alla religione e ingiurie contro le forze armate. Soggetti: passa da disegni caricaturali a paesaggi con apocalittiche e violente vedute di città degradate con raffigurazioni di strade, tuguri, salotti, caserme. Il suo stile duro e spigoloso, talvolta infantile e pornografico, è ideale per illustrare persone misere, prostitute, ubriachi, assassini, soldati feriti, con una violenta componente di critica sociale nei confronti della spietata avidità dei ceti dirigenti e di volgari uomini d’affari, nascosta sotto la maschera della rispettabilità. Nel 1933, con l’avvento del Nazismo, Grosz fu considerato un artista degenerato e per questo motivo lasciò la Germania per insegnare a New York. Morì a Berlino nel 1959.
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In "Giornata grigia"il borghese con il colletto duro, la decorazione all'occhiello, la cartella sotto il braccio, l'aria compiaciuta, si dirige verso il luogo di lavoro. L'impeccabile eleganza, l'atteggiamento sicuro, vengono resi quasi comici dalla faccia tonda come una biglia e dallo sguardo strabico dai piccoli occhi. Dietro il borghese in grigio, un muro simboleggia la separazione tra il mondo dell'agiatezza e quello della miseria ove arrancano un mutilato e un lavoratore con la zappa sulla spalla, mentre ciminiere eruttano fumo scuro. La tela è una scena di denuncia fisica e morale, immagine emblematica di approfittatori, di reduci, di personaggi ambigui nel clima torbido di quegli anni ed è anche un esempio dell'instancabile opera dell'artista contro i responsabili della guerra e della tremenda crisi attraversata dalla Germania.
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Otto Dix, nasce in Germania nel 1891. Inizia come ritrattista.
Allo scoppio della 1^ Guerra Mondiale, Dix si arruola entusiasticamente volontario nell’esercito tedesco. Combatte sul fronte occidentale, contro gli eserciti inglese e francese e sul fronte orientale, contro l’esercito russo; nel corso della guerra viene ferito e decorato più volte. L’esperienza della guerra sciocca profondamente Dix, trasformandolo in un convinto pacifista: una parte importante dell’opera di Dix rifletterà proprio quel tragico periodo. Al termine della guerra aderisce al gruppo espressionista. Nel 1925 aderisce alla Nuova Oggettività.. Soggetti: dipinge con un realismo acuto, narrativo e morale, pieno di significati simbolici, mendicanti, mutilati, marinai, prostitute e scene di violenza sessuale, tecnicamente eseguiti tramite una pittura volutamente antiartistica e infantile. Da particolare enfasi al tema della guerra e alla conseguente emarginazione sociale dei reduci. Come modelli usò spesso immagini reali di soldati sfigurati, raffigurando corpi squartati e decomposti in trincee e in campi di battaglia, servendosi di un realismo crudo e tragicamente impietoso per lanciare un violento atto d’accusa antimilitarista. Nel 1933, con la presa di potere nazista, Dix fu considerato un artista degenerato, perse l’incarico di professore all’Accademia di Dresda e alcune sue opere furono poi bruciate.
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la morte è simboleggiata da un teschio nudo, con ancora qualche capello ,qualche baffetto e pochi denti, dalle cui cavità fuoriescono vermi aggrovigliati.
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L’immagine rappresenta tre soldati con le maschere anti-gas che avanzano facendosi spazio tra i rottami e i detriti e del filo spinato, come se avessero appena fatto breccia nelle linee nemiche. Uno di loro tiene in mano una bomba a gas, e dal suolo si elevano fumi.
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E' una monumentale riflessione sull'oggetto dei suoi incubi notturni per vari anni. Rappresenta una giornata intera: la pattuglia di soldati che parte all'alba, il ritorno dei sopravvissuti al tramonto, il riposo nel cunicolo della trincea.
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