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di Clotide Pontecorvo Abategiovanni - Iannone
IL DISCORSO IN CLASSE di Clotide Pontecorvo Abategiovanni - Iannone
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Lo studio del discorso in classe si è sviluppato negli anni 60’ a partire da Flanders (1960), proseguita da Amidon e Hunter (1971) con lo studio del sistema di categorie di interazione verbale (SCIV).
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60’ ’ 60’ ’ CAMBIAMENTO introduzione della prospettiva etnografica promossa da Hugh Mehan (1979) e successivamente da Courtney Cazden (1986): > rilievo alle variazioni culturali del parlare e alle conseguenti modalità comunicative; > attenzione a tutti gli aspetti del discorso.
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60’ ’ CAMBIAMENTO introduzione di una prospettiva di psicologia culturale in cui si è sviluppata una concezione dell’apprendimento come attività situata in un contesto socioculturale. Bruner il linguaggio dell’educazione deve esprimere il personale punto di vista e quello contrario (altro) per lasciare spazio alla riflessione e alla metacognizione
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Pontecorvo - Zucchermaglio - Ajello
studio delle condizioni ottimali di discussione tra insegnante - allievi e allievi - allievi per verificare l’efficacia sui processi di apprendimento .
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Discorso come partecipazione
La modalità con cui gli allievi partecipano a una sequenza discorsiva che ha luogo in classe determina l’apprendimento la partecipazione è un indicatore esplicito della motivazione indispensabile affinché vi sia l’apprendimento scolastico
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“LINGUAGGIO DISCORSO”
Strumento fondamentale per la scuola ha la funzione socializzante all’interno di un processo dinamico ed interazionale, permette ai partecipanti l’acquisizione delle conoscenze costruendo e negoziando i significati.
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“LINGUAGGIO DISCORSO”
Ochs lo accosta a quello che lui definisce “discorso pianificato” < potenziale produttivo perché + formale - interattivo
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Discorso per la co-costruzione di conoscenza:
Modalità alternativa di discorso scolastico = discussione in classe!!! Guidata dall’insegnante per realizzare un processo di co-costruzione della conoscenza.
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Discussione in classe Punti di forza: Punti deboli:
> scambio di opinione; > negoziazione di significati; > processi linguistici e sociocognitivi; > acquisizione di strategie e conoscenze più articolate e complesse; collaborazione cognitiva non sempre è una discussione “naturale” e “spontanea”; spesso assume la funzione di “ricapitolare” e “valutare”; diventa strumento di verifica delle conoscenze apprese dagli alunni come gruppo; funzione solo direttiva o trasmissione di informazioni.
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E’ utile distinguere tra:
Interazione verbale che si realizza nel gruppo classe (guidati dall’insegnante) Funzionamento discorsivo di gruppi autonomi di allievi Le sequenze oppositive e contro-oppositive prodotte dai bambini autonomi procedono in modo produttivo senza l’intervento di un adulto Bambino scettico > interventi elaborati e complessi da parte dei bambini (Orsolini – Pontecorvo e Amoni)
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2008 : Ricerca sulla presa di turno (Maroni, Gnisci, Pontecorvo)
Studio delle modalità interattive e partecipative nell’evoluzione della scolarità elementare attraverso l’aumento della presa di turno II III elementare: < strategie morbide < sovrapposizione III elementare: > sovrapposizione > partenze simultanee IV elementare: < sovrapposizione
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