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Il Liceo Classico Statale

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Presentazione sul tema: "Il Liceo Classico Statale"— Transcript della presentazione:

1 Il Liceo Classico Statale
C R A T E con il supporto dell’ Università degli Studi di Bari p r e s e n t a . . .

2 La Danza degli Elettroni

3 …sapevate che la nostra vita è regolata dalla chimica?
Abbiamo scelto una comune famiglia a caso per mostrarvi cosa abbiamo appreso durante questo “ cammino “ universitario … … che reazioni invisibili sono responsabili dei fenomeni che ci circondano… Sintesi, scambi, ossidoriduzioni, spostamento di elettroni insomma, sono la base della nostra vita… Andiamo a Springfield e scopriamo perché!

4 Finalmente le belle giornate arrivano, …sole, serenità e tranquillità
Finalmente le belle giornate arrivano, …sole, serenità e tranquillità. L’ideale per farsi lunghe passeggiate in compagnia di piacevoli cinguettii di uccelli appena risvegliati , magari proprio in bici!

5 Come al solito, i “grandi”
Cos’ è avvenuto? Come al solito, i “grandi” hanno sempre ragione! Perché ? “...copri la bicicletta con un telo impermeabile o cospargila d’olio… potresti non ritrovarla più lucida e splendente alla fine dell’inverno, ma ricoperta di una patina friabile rossiccia! ” SI E' ARRUGGINITA!!!

6 Ma, la ruggine cos’è?

7 L’acqua interviene per “aiutare” il fenomeno.
Ruggine termine comune per indicare un processo di corrosione che ha alla base l’ossidazione del ferro (2Fe2O3) L’acqua interviene per “aiutare” il fenomeno. 2Fe + O2 + 2H2O → 2Fe(OH)2

8 Perché l’acqua e l’ossigeno hanno inciso così fortemente sul ferro??
Siamo in presenza, di un metallo,il ferro, che esposto all’aria,reagisce con l’ossigeno, ma anche con l’acqua, formando un ossido idrato che conserva globalmente le caratteristiche del ferro, ma che è friabile, poroso e fragile, provocando.. La ruggine

9 Riflettendo sulle nostre esperienze e… scavando nelle nostre conoscenze di chimica, abbiamo compreso che il fenomeno che aveva interessato la nostra bici, era senz’altro una reazione chimica, ma precisamente, Di che tipo? E tra quali elementi è avvenuta? E quanto tempo ha impiegato per ridursi in quello stato?

10 Ma.. Cos’è una Reazione Chimica?

11 Una reazione è un processo chimico, rappresentata con un’ equazione, in cui due o più sostanze interagiscono, trasformandosi in sostanze con composizione molecolare diversa da quella di partenza. Le sostanze che interagiscono sono dette reagenti, quelle finali prodotti.

12 Alcune reazioni, sviluppandosi, non portano alla variazione del numero di ossidazione, altre sì: queste sono le reazioni di ossido-riduzione.

13 Le reazioni di ossidoriduzioni o redox sono reazioni nelle quali si ha variazione del numero di ossidazione ( n. o . ) di ioni o atomi. Per numero di ossidazione (o stato di ossidazione) si intende la carica che un atomo avrebbe se gli elettroni di legame non fossero condivisi. Definiamo ossidante il reagente che causa l'ossidazione dell'altro reagente e che, quindi, acquista elettroni. Definiamo riducente il reagente che causa la riduzione dell'altro reagente e che, quindi, cede elettroni.

14 Ma le reazioni chimiche,si possono inquadrare in un’ ottica temporale?
Certo!Ogni reazione ha una propria velocità di reazione!

15 Per dimostrarti questo, ti presento un esperimento, divertente e di facile svolgimento!!

16 L’’inchiostro simpatico
Le reazioni chimiche sulle quali si basa il funzionamento dell’inchiostro simpatico ad orologeria sono le seguenti : (preparazione dell’inchiostro) I2 (aq) +C6H8O6(aq) -> 2HI(aq)+C6H606(aq) (sviluppo dell’inchiostro) 2HI (aq) +H2O2(aq) -> I2(aq) + 2H20 (l)

17 Per la preparazione dell’inchiostro siamo andati avanti come segue :
1) preparazione della soluzione della vitamina C (acido ascorbico) Sciogliamo 1g di vitamina C in 300 ml di acqua in modo da ottenere una soluzione circa di 0.001M

18 2)Preparazione delle soluzioni di iodio
Soluzione A Versiamo in una bottiglietta 5ml di iodio + 5 ml di acqua (diluizione 1:1) Soluzione B Versiamo in una bottiglietta 5ml di iodio+ 10 ml di acqua (diluizione 1:2) Soluzione C Versiamo in una bottiglietta 5ml di soluzione di iodio +20 ml di acqua (diluizione 1:4) Soluzione D Versiamo in una bottiglietta 5ml di soluzione di iodio +40ml di acqua (diluizione 1:8)

19 A seconda del becher in cui intingeremo il pennello la gradazione di colore sarà diversa.
Sarà proprio lo iodio a dare colore all’inchiostro che useremo!

20 3) Preparazione della soluzione trasparente per l’inchiostro
Prendiamo quattro piccoli becker e versiamo in ognuno di essi 10 ml di soluzione di vitamina C, versiamo nei quattro becker progressivamente 5ml delle soluzioni A B C D

21 Utilizziamo i liquidi trasparenti nei quattro becker per scrivere su dei fogli di carta aiutandoci con dei piccoli pennelli o con dei bastoncini cotonati

22 Fare asciugare il foglio dove si è scritto.
Per lo sviluppo dell’inchiostro: versare in una spruzzetta con nebulizzatore un ugual volume di H2o2 (aq) al 3% e di aceto bianco; spruzzare la soluzione di H2O2 (aq) ed aceto ottenuta nel punto 1 sul foglio di carta sul quale si è scritto Osserviamo il colore della scritta,grazie alla reazione che hanno avuto lo iodio e l’ aceto nebulizzato!

23 …è il tempo di velocità di reazione di una trasformazione chimica
…Quindi, il tempo che gli elementi hanno acquistato, per configurarsi, come inchiostro violaceo sul foglio…

24 concentrazioni dei reagenti
Velocità di reazione espressa come Variazione nel tempo delle concentrazioni dei reagenti

25 Ogni reazione ha una sua velocità, e ciò esprime la cinetica della reazione.
La velocità di una reazione chimica aumenta se aumenta la concentrazione dei reagenti; ciò è facilmente spiegabile in base alla teoria degli urti. La concentrazione infatti è direttamente proporzionale al numero di particelle presenti nell’unità di volume.

26 La variazione di concentrazione è data
dalla differenza fra il valore di concentrazione misurato alla fine dell’intervallo di tempo considerato e quello misurato all’inizio. Se la sostanza scelta è un reagente, la sua composizione diminuisce nel tempo e quindi la variazione di concentrazione è negativa. Se la sostanza scelta è un prodotto, la sua concentrazione aumenta nel tempo e quindi la variazione di concentrazione è positiva.

27 La velocità di reazione
è influenzata dalla : natura delle sostanze coinvolte concentrazione dei reagenti temperatura presenza di catalizzatori

28 Natura chimica dei reagenti
reagisce più lentamente con Il ferro zolfo dello l’ossigeno

29 Stato di aggregazione dei reagenti
Maggiore è la superficie di reazione Maggiore è la velocità di reazione Limatura di ferro reagisce con l’ossigeno più velocemente di un pezzo di ferro di uguale massa le sostanze in soluzione reagiscono più velocemente delle sostanze solide

30 Temperatura La temperatura può accelerare una reazione ma anche inibirla o rallentarla a seconda che la reazione sia endotermica esotermica

31 La pressione dei reagenti
Un aumento della pressione può accelerare la reazione tra un gas e un altro gas o un liquido L’anidride carbonica reagisce più velocemente con l’acqua se si aumenta la pressione

32 processi di ossidoriduzione
Parliamo un po’ adesso di quei processi ossidoriduttivi che avvengono quando si colorano abitualmente i capi… I coloranti: vero, Marge? processi di ossidoriduzione nei coloranti organici

33 I colori sono originati dall’interazione della radiazione elettromagnetica con le molecole
MA CHE STA DICENDO?!?!?!

34 Gli elettroni, se sollecitati, possono passare da un orbitale di un certo livello energetico ad un orbitale di diverso livello energetico. Passano cioè dallo Stato Fondamentale (SF) allo Stato Eccitato (SE). Questo passaggio può essere realizzato se si fornisce all’elettrone l’energia necessaria per effettuare il salto. Una volta arrivato allo SE l’elettrone ritorna allo SF restituendo l’energia acquistata. Tale restituzione si realizza con l’emissione di una radiazione con un ben determinato contenuto energetico e una determinata lunghezza d’onda. Natura dell’eccitazione elettronica E (stato eccitato) E (stato fondamentale) E = E(st. fondamentale) – E(st. eccitato) Visibile ad u.v. (190/180): l'assorbimento produce transizioni tra LIVELLI ELETTRONICI DE = h·v [30/150 Kcalmole]

35 La luce visibile è solo una piccola parte dello spettro
elettromagnetico: è costituita da lunghezza d’onda compresa tra 400nm (violetto) e 700nm (rosso)

36 Classificazione tecnica dei coloranti
Al tino (reazioni di ossidoriduzione) Al mordente (coordinazione con metalli) (cotone) Acidi-basi (legami salini)(lana, seta, poliamidi) Sviluppati su fibra (cotone)

37 Coloranti al tino TI PUOI SPIEGARE MEGLIO FRATELLO?????
Si Si un minuto Di ATTENZIONE!!! fermentazione O2

38 MA COSA AVVIENE IN REALTA’ IN LABORATORIO???

39 Dunque... Introduciamo 0.5 g di N2S2O4 una beuta da 100 ml +40 ml di H2O + 4 sferette di NaOH; agitiamo fino alla completa dissoluzione del sodio e introduciamo 0.1 g di indaco; tappiamo la beuta, agitiamo e scaldiamo a bagnomaria a 50-60°C la soluzione diventa gialla ( leucoindaco); introduciamo il tessuto nella beuta e agitiamo finchè il tessuto diventa ben bagnato; dopo 30 secondi estraiamo il tessuto Facciamo asciugare il tutto finché il leucoindaco non si ossidi; Laviamo il tessuto con acqua

40 Coloranti al mordente:
alizarina Alizarina (robbio)

41 Passiamo alla colorazione
…in laboratorio… pesiamo 4.74 g di allume e li inseriamo in un beaker da 250 ml; aggiungiamo 100 ml di H2O e agitiamo fino a completa dissoluzione del solido; manteniamo calda la mordenzatura scaldandola su piastra; immergiamo il tessuto per minuti, lo estraiamo e lo mettiamo a sgocciolare. a)pesiamo 0.1 g di alizarina e 0.1 g di Na2CO3 e li mettiamo in un beaker da 500 ml con 200 ml di H2O calda; b) mettiamo il bagno di tintura a °C scaldando su piastra; c) immergiamo il tessuto mordenzato per minuti, e lo laviamo con H2O. Procediamo con la mordenzatura Passiamo alla colorazione

42 Coloranti acidi e basici :
legami salini LANA, SETA E POLIAMMIDI dotati di gruppi acidi e basici Interazione dell’acido picrico con il tessuto: Le fibre proteiche, come la lana e la seta, sono le più facili da tingere perché contengono gruppi acidi e basici che possono formare sali con i coloranti, legandoli saldamente ai tessuti; il processo di tintura può essere effettuato per semplice immersione del tessuto in una soluzione del colorante.

43 Acido picrico.... Pesiamo 0,5 g di acido picrico in un beaker di 100 ml contenente 60 ml di acqua; Aggiungiamo 2-3 gocce di acido solforico (H2SO4); agitiamo e scaldiamo il tutto a bagnomaria fino a dissoluzione del sodio; immergiamo il filato bagnandolo completamente; dopo due 2 minuti circa, estraiamo il campione e lo laviamo

44 Coloranti sviluppati su fibra (cotone):
rosso para

45 IN LABORATORIO… Coloriamo di rosso!
Prepariamo la Soluzione 1 : a) pesiamo 1,4 g di p-nitroanilina e li poniamo in un beaker da 250ml b) In un altro beaker misuriamo 25 ml di H2O e 10 ml di HCl al 10%; c) agitiamo e riscaldiamo su piastra fino alla dissoluzione della p-nitroanilina e la raffreddiamo in bagno di ghiaccio; d) pesiamo 0,7 g di NaNO2 e li mettiamo in un beaker da 50 ml con 10 ml di H20 agitando fino a completa dissoluzione del solido; e) aggiungiamo l’ultima soluzione nel p-nitroanilina e manteniamola nel ghiaccio. Prepariamo la Soluzione 2: a) pesare 0.5 g di b-naftolo mettendoli in un beaker da 150 ml con 100 ml H2O calda; b) aggiungere goccia a goccia una soluzione di NaOH al 10% fino alla scomparsa del b-naftolo. introduciamo il tessuto nella soluzione 2 e lo lasciamo per 2-3 minuti; b) lo asciughiamo con carta; c) in soluzione mettiamo 100 ml di H2O fredda e vi immergiamo il tessuto d) dopo minuti, lo estraiamo e lo laviamo con H2O.

46 Questo è ciò che sta dietro i colori dei nostri vestiti!!!

47 Ehi bello Guarda che queste so Sciocchezze!!! Prova a spiegarmi una pila!!!!

48 La realizzazione della pila Daniell
La prima pila della storia fu la pila Daniell, formata da due semicelle: la prima costituita da una lamina di Zinco immersa in una soluzione di ZnSO4 0.1 M e la seconda semicella costituita da una lamina di rame immersa in CuSO M. Però è fondamentale la presenza di un ponte salino che unisca le due semicelle perché passi l’elettricità.

49 Collegando le due semicelle con
il ponte salino, e inserendo nel circuito un potenziometro, si osserverà il passaggio della corrente elettrica!

50 Certo che no ciuccellona!! Bart!Hai la minima idea di cosa avviene
All’interno di una pila Daniell? Immaginavo.. Certo che no ciuccellona!! Te lo spiego io.. All'interno di una pila avviene una reazione di ossido-riduzione. Lo zinco subisce una ossidazione cedendo due elettroni che giungono all’elettrodo di rame che ,al contrario, subisce una riduzione acquistandoli. Di conseguenza si avrà un eccesso di ioni Zn2+ nella semicella di sinistra e un eccesso di ioni SO42- nella semicella di destra, ottenendo così uno sbilanciamento di cariche elettriche tra le due soluzioni. Il ponte salino, immettendo ioni, consente il passaggio di elettroni senza che le due soluzioni si mescolino tra loro in modo tale che si ristabilisca il bilancio elettrico.

51 ..e le celle fotovoltaiche..
ELETTROCHIMICA

52 La Simpsons’ production presenta:
“La cella fotovoltaica a base di Cu2O”

53 La cella fotovoltaica è un dispositivo in grado di generare elettricità quando è irradiato di energia luminosa. Le celle solari commerciali sono fatte con semiconduttori come il silicio e sono caratterizzate da una efficienza piuttosto elevata (quelle in silicio monocristallino possono convertire in elettricità fino al 15% dell’energia assorbita sotto forma di luce). Questo dispositivo può funzionare come sensore di luce, ma anche come generatore di elettricità, ad esempio per caricare una batteria.

54 Le celle fotovoltaiche funzionano sulla base dell’effetto fotoelettrico, cioè l’emissione di cariche elettriche negative, dette elettroni, da una superficie, solitamente metallica, quando questa viene colpita da una radiazione elettromagnetica avente una certa frequenza. Elettroni Fascio di luce Piastra metallica Sfruttando questo effetto con un circuito è possibile generare corrente elettrica.

55 Nei semiconduttori il numero di elettroni mobili è piccolo
Nei semiconduttori il numero di elettroni mobili è piccolo. Tale numero può essere incrementato o aumentando la temperatura per promuovere un maggior numero di elettroni dalla banda di valenza a quella di conduzione, o mediante drogaggio con impurezze che forniscano elettroni. Abbiamo verificato la funzione di semiconduttore dell’ossido rameoso. L’ossido di rame Cu2O é anche detto ossido rameoso perché è la forma più ridotta dell’ossido di rame tradizionale ovvero CuO. Esistono vari tipi di ossidi del rame ed ogni tipo ha la sua stechiometria ed il suo colore. L’ossido più ridotto che si può formare è proprio il Cu2O, mentre la forma stabile in condizioni ambiente è il CuO,che è anche la forma più ossidata.

56 E’ stato utilizzato l'ossido rameoso Cu2O perché possiede alcune proprietà che,sulla carta, lo rendono una valida alternativa al silicio. Il problema di questo metallo è dovuto al fatto che si è riusciti a realizzare celle fotovoltaiche che però non garantiscono grandi efficienze perchè si basano sulla giunzione Semiconduttore-Metallo per cui c'è una forte ricombinazione di elettroni e lacune, che porta ad una efficienza massima teorica non superiore al 2%.

57 L'ossido di rame è completamente atossico ed ecocompatibile, ma il principale motivo per cui è oggetto di tanta attenzione è uno: È economico . Il rame è un elemento comune ed abbondante; inoltre la produzione di un ossido di un metallo è molto più semplice che la sinterizzazione di silicio per elettronica.

58 Per la creazione di una cella fotovoltaica a base di Cu2O occorrono:
● una soluzione d’acqua e sale da cucina (2 - 3 spatole) ● delle lamine di rame, ● una muffola (forno con T fino a 700 °C) ● un microamperometro ● degli elettrodi.

59 Fase 1: Preparazione delle piastrine di rame
Prendere 2 piastrine di rame e lavarle con detersivo. 2) Immergerle per 1-2 minuti in acido nitrico 0.2 M. 3) Sciacquare e asciugare le piastrine.

60 Fase 2 : Trattamento delle piastrine di rame
Mettere una delle due piastrine a riscaldare su una piastra alla massima temperatura per 30 min. Lasciar raffreddare per min. Eliminare con un pennello lo strato di ossido rameico formatosi e liberare quello inferiore di ossido rameoso che presenterà un colorazione tendente al rosso.

61 Fase 3 : Creazione del circuito
Prendere un contenitore in PET ricavato da una bottiglia di plastica 2) Inserire i due elettrodi di rame e di ossido rameoso nel contenitore 3) Esporre verso l’esterno il lato a base di Cu2O in modo da poter essere facilmente illuminato 4) Collegare il polo positivo del microamperometro alla piastrina di rame non trattata,quello negativo all’elettrodo di Cu2O 5) Preparare in un becker una soluzione di acqua e NaCl (2-3 spatole) 6) Versarla nel contenitore con i due elettrodi

62 Posizionando i due elettrodi, collegati al microamperometro, sulle due lamine, tra le quali si è formata una differenza di potenziale elettrico, è possibile misurare l’intensità della corrente prodotta che può oscillare da pochissimi μA a qualche centinaio di μA. L’intensità varia a seconda che la misurazione avvenga lontano da una fonte luminosa, o vicino e con la maggior parte della superficie del metallo esposta ad essa, e ancora varia a seconda che la lamina di rame ossidata sia stata riscaldata con la muffola o nel forno elettrico.

63 Esperimento portato a termine con successo!!! Alla prossima!

64 Interessante!! …dunque è così che funzionano le pile!...
ELETTROCHIMICA ELETTROCHIMICA

65 Ma tutti questi processi…
AVVENGONO ANCHE NEI CIBI CHE MANGIAMO????

66 Sì papà, avvengono reazioni indispensabili per la preparazione della birra e del vino, dello yogurt, e responsabili dei mutamenti di colore di alcuni cibi…

67 Nella preparazione del vino o della birra ha luogo quella che comunemente viene definita fermentazione alcolica. Essa viene svolta da particolari microrganismi che sfruttano le molecole di glucosio presenti nel mosto o nel malto d’orzo, ad esempio, per produrre molecole altamente energetiche. Il risultato finale dell’ossidazione del glucosio in difetto d’ossigeno è l’ETANOLO… quello che rende alcoliche le bevande.

68 E’ vero papino! Infatti filtrare, riscaldare, raffreddare lentamente o bruscamente, mescolare, portare all’ebollizione, diluire, aggiungere ghiaccio, mettere in frigorifero sono gesti comuni che spesso implicano reazioni di ossidoriduzione E sono le stesse operazioni che chiunque fa in cucina, dal più famoso degli Chef alla massaia. Non a caso, i chimici in laboratorio parlano scherzosamente di «ricette» quando seguono elaborate procedure per sintetizzare una molecola.

69 Cos'è che dà colore ai cibi che ingeriamo
Cos'è che dà colore ai cibi che ingeriamo? E perché non riusciamo a percepire alcun colore in assenza di luce? La risposta a questi interrogativi risiede tutta nei pigmenti e nella loro capacità di assorbire alcune frequenze dello spettro del visibile e rifletterne altre. I pigmenti contengono gruppi in grado di assorbire radiazioni luminose (cromofori) e particolari strutture (auxocromi) in grado di amplificare l'assorbimento della luce. Un cromoforo può derivare dalla polimerizzazione del benzene attraverso una reazione di coniugazione. In particolare, mentre i polimeri fino a tre anelli benzenici sono incolori, il naftacene ed il pentacene sono rispettivamente di colore giallo e blu.

70 Fra i più importanti pigmenti alimentari ricordiamo:
Le CLOROFILLE, che conferiscono il caratteristico colore verde alle foglie e agli ortaggi I CAROTENOIDI, che conferiscono il caratteristico colore arancione\rosso alle carote, ai crostacei ecc.

71 Gli ANTOCIANI, che conferiscono colorazione viola\blu all'uva, alle melanzane e ad alcuni fiori.

72 Gli BETALAINE che conferiscono il caratteristico colore rosso alla barbabietola.

73 Nella carne invece è presente il gruppo eme, che contiene 4 atomi di Fe++ e le conferisce il caratteristico colore rosso. Il gruppo eme è presente sia nell'emoglobina sia nella mioglobina; quest'ultima essendo la proteina più abbondante nel corpo umano e quella costitutiva della massa muscolare, è anche la proteina che ingeriamo di più quando mangiamo della carne. Ciascun gruppo eme è in grado di legare una molecola di ossigeno molecolare O2. In particolare il gruppo eme in assenza di ossigeno, e dunque all'interno del corpo umano, è di colore porpora. Quando invece reagisce con l'ossigeno atmosferico assume una tonalità brillante di rosso (ossimioglobina), se però a causa del calore o dell’eccesso di ossigeno il ferro si ossida a Fe+++, si forma la metamioglobina di colore bruno, che indica che la carne non è più freschissima emoglobina mioglobina

74 I pigmenti, che contengono spesso vitamine indispensabili per il metabolismo cellulare, sono alla base di altre reazioni interessanti o curiose che spesso accadono sotto i nostri occhi e che talvolta non ci sappiamo spiegare. Di particolare interesse sono i carotenoidi, uno dei quali, l’astacina, è responsabile del mutamento di colore dei carapaci di alcuni crostacei. L'astacina in fondo altro non è che la forma ossidata di un altro carotenoide, l'astaxantina, comunemante presente nei cibi che ingeriamo come le carote ed i peperoni L'astacina nei carapaci si trova generalmente legata a delle proteine che ne impediscono la cristallizzazione e che la fanno apparire di colore scuro, quando però il calore denatura tali sostanze modificandone la struttura spaziale, l'astacina può manifestare la sua peculiare colorazione rossa.

75 I pigmenti presenti nei cibi inoltre posseggono delle caratteristiche interessanti…
Sfruttando le proprietà di semiconduttore del diossido di titanio, e quelle dei pigmenti di assorbire le radiazioni luminose, si può costruire un’ingegnosa cella fotovoltaica, come la cella di Graetzel.

76 La Cella di Graetzel

77 Le normali celle solari solitamente utilizzate per la produzione di energia sfruttano l’effetto fotoelettrico del Silicio. Proprio per gli elevati costi di lavorazione di questi materiali, si sta spostando l’attenzione sulle celle di Graetzel o celle ai coloranti organici. Queste producono energia in modo simile a quello che avviene nella fotosintesi clorofilliana. Infatti queste celle non sono altro che due vetrini su cui è stato fissato un colorante organico (in questo caso dei lamponi) in grado di assorbire la luce del sole e generare un flusso di elettroni (la corrente)!

78 La cella di Grätzel, invece, ha una struttura a sandwich: due vetrini conduttori, che fungono da elettrodi, sono separati da uno strato di TiO2 , dal materiale attivo e dalla soluzione elettrolitica. Il materiale attivo è costituito da un colorante (dye) che trasferisce elettroni al TiO2 in seguito all'assorbimento di un fotone. Per quanto concerne il dye, qualsiasi tipo di frutta va bene, purché abbia i giusti gruppi chimici per legarsi al TiO2. Come dye sono state utilizzate molecole estratte dal succo di more e lamponi.

79 Procediamo ora con l’esperimento che ci mostrerà come funzionano le celle di Graetzel…

80 senza litigare su chi deve iniziare per primo!!!

81 Solvente (acido nitrico) Colorante naturale (antociane) Elettrolita
…ma torniamo a noi!! ora dobbiamo prima di tutto raccogliere l’occorrente per iniziare l’esperimento: Lastre di vetro con un lato conduttivo pretrattati con biossido di stagno Matita di grafite Biossido di titanio Solvente (acido nitrico) Colorante naturale (antociane) Elettrolita Sigillante 2 Mollette

82 La polvere di ossido di titanio mescolata con acido nitrico forma lo strato di semiconduttore che va applicato su un vetrino per formare il primo elettrodo Su di un secondo vetrino si applica la grafite per formare un controelettrodo

83 Ciò che però permette allo strato di titanio di assorbire le radiazioni luminose è il pigmento (gli antociani estratti, nel caso dell’esperimento, da alcuni frutti di bosco) ed applicato sull’elettrodo. La scelta del colorante deve tener conto di alcuni fattori Il colorante deve essere assorbito facilmente dal TiO2 Il pH influenza le modalità con cui il colorante si lega al biossido I due elettrodi con le superfici conduttive vengono tenute ora insieme con delle mollette facendo attenzione a lasciare un po’ di spazio per i contatti:

84 Fra i due vetrini bisogna inoltre introdurre alcune gocce di soluzione elettrolita per favorire il passaggio di cariche elettriche Collegando infine la cella, appositamente illuminata, ad un circuito si ottiene il passaggio di corrente elettrica

85 Focus Esperimento completato!

86 Bene, è tutto! Un ultimo consiglio:
È bene studiare la chimica per capire i processi che fanno vivere le meraviglie naturali.. e applicare la scienza per il progresso ma sempre nel rispetto degli equilibri imposti dal nostro habitat!

87 Prof. Maurizio Castagnolo e la nostra preside e i nostri docenti
GRAZIE! A Prof. Maurizio Castagnolo e tutti gli assistenti, i ricercatori, i dottorandi e i tecnici del Dipartimento di Chimica dell’ Università degli studi di Bari che ci hanno guidato nella realizzazione di questa esperienza E ringraziamo anche la nostra preside e i nostri docenti

88 MARIACRISTINA POLISENO
Hanno partecipato a questo progetto… GRAZIANA BELLINO CLAUDIA BURDI CHRISTEL CARIDDI VALERIA CARONE PAOLA CORCELLI SIMONA DE FRANCESCO FLAVIA DE MAGGIS ALFONSO ELIA ANTONIO FRAPPAMPINA GIOVANNA GORGA VALENTINA LOIACONO DANIELA MAGARELLI ROBERTA PALMISANO MARINA PIRELLI MARIACRISTINA POLISENO


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