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Testo fondamentale del corso:

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1 Testo fondamentale del corso:
Catechismo della Chiesa Cattolica, Città del Vaticano 1992 Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, Città del Vaticano Tutte e due i testi si possono scaricare da internet:

2 Il Catechismo della Chiesa Cattolica [Francese, Inglese, Italiano, Latino, Lettone, Portoghese, Spagnolo, Tedesco] Catechismo della Chiesa Cattolica: Compendio [Francese, Inglese, Italiano, Lituano, Portoghese, Rumeno, Russo, Sloveno, Spagnolo, Svedese, Tedesco, Ungherese]  Altra letteratura verrà indicata durante il corso

3 Premessa Perché fare un corso di introduzione al cristianesimo in un corso di spiritualità? Siamo già cristiani... Siamo anche consacrati… Primo motivo: perché nella vita rimane solo quello che cresce: occorre reimparare quello che già si sa; imparare di nuovo quello che già si è. Secondo motivo: perché conoscendo meglio il cristianesimo lo si può comunicare meglio

4 Premessa Inoltre… terzo motivo
Oggi c’è una certa confusione sulla essenza del cristianesimo dovuto soprattutto al processo di globalizzazione e di diffusione di varie visioni della vita e della religione attraverso i grandi mezzi di comunicazione: giornali, televisione, internet… E’ facile confondere il cristianesimo con altre religioni (come se non ci fossero differenze sostanziali) o con sue degenerazioni (ad esempio le sette).

5 INTRODUZIONE 1) Ci domandiamo che cosa sia il cristianesimo e quale sia la sua essenza? E come si fa a capirlo?  Che cosa è il cristianesimo: E’ una filantropia? E’ una religione? Che tipo di religione? Una religione del “libro”? Quale la sua essenza: una etica, una idea nuova, un sistema di pensiero?

6 Benedetto XVI, Deus Caritas est
1. « Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l'immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell'uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell'esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto ». Abbiamo creduto all'amore di Dio — così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest'avvenimento con le seguenti parole: « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui ... abbia la vita eterna » (3, 16). Con la centralità dell'amore, la fede cristiana ha accolto quello che era il nucleo della fede d'Israele e al contempo ha dato a questo nucleo una nuova profondità e ampiezza.

7 Qualche esempio dalla sacra scrittura
Gv 1: 35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

8 Qualche esempio dalla sacra scrittura
Gv 1: 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

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11 Il cristianesimo si caratterizza non da una dottrina innanzitutto ma da un incontro con un uomo (Gesù) che ci conosce e che ha la capacità di cambiare la vita. L’incontro con Gesù è l’incontro con una Persona che ci rivela Dio e ci rivela a noi stessi Come dice la Gaudium et spes 22: “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro (28) (Rm5,14) e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione.

12 2. Come facciamo a sapere che cosa è il cristianesimo?
Il cristianesimo lo si conosce attraverso l’annuncio/testimonianza. Il Kerigma cristiano: “Non è qui, è risorto” (Mt 28,6) E’ risorto dai morti (Mt 28,7; Rm 6,4) E’ risorto come aveva detto (Mt 28,2) E’ risorto per la nostra giusficazione (Rm4,25)

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14 “E’ stato costituito Signore e Messia” (Atti 2,36)
Gesù è Signore (Rm 10,9) Gesù è il Cristo (Atti 18,5) “L’unigenito figlio di Dio” (Gv 1,18) Alla destra del Padre (Atti 7,55) Il Figlio del Dio vivente (Mt 16,16). Il Verbo era Dio – Il Verbo si è fatto carne (Gv 1, 14) “Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10,9).

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16 3. CREDERE all’amore di Dio manifestatosi in Cristo, morto e risorto
Che cosa vuol dire la parola “credere”, “avere fede”? Una distinzione importante: Fides qua creditur: la fede come atto che il credente compie Ovvero l’atto con il quale si crede Fides quae creditur: la fede come contenuto Ovvero la realtà che viene creduta: il contenuto della fede.

17 4. La fede (atto e contenuto) e la vita spirituale.
In che rapporto sta la spiritualità con la fede? Cosa dice l’esperienza spirituale (dei santi) alla comprensione della fede? San Francesco con la sua vita esprime il mistero dell’umiltà di Dio, dell’incarnazione e della passione e della vita fraterna Il curato d’Ars (Giovanni Maria Vianney) fa capire di più il sacramento del perdono Sant’Ignazio di Loyola ha mostrato la radicalità dell’obbedienza di Cristo Santa Teresa di Lisieux ha mostrato il mistero della sostituzione vicaria di Cristo (che prende su di sé i peccati degli altri) Come cambia nella nostra vita spirituale in relazione agli articoli del credo? Cosa sono, in questa prospettiva, le spiritualità: una sola fede e tante spiritualità Modi di vivere l’unica fede secondo un dono particolare dato dallo Spirito Santo

18 Il senso della formula del credo come “simbolo apostolico”.
 il “credo apostolico” (simbolo di fede) nasce in relazione al rito del battesimo  Il credo niceno costantinopolitano relazione alle eresie che contrastano la fede apostolica Ad esempio: contrasta la negazione della divinità piena o della piena umanità di Gesù

19  Credo niceno – costantinopolitano:
 Credo Apostolico: tradizione orale antica, fissato nei testi nel IV secolo  Credo niceno – costantinopolitano: Dal Concilio di Nicea: 325 Dal Concilio Costantinopolitano I: 381

20 I. PARTE: “IO CREDO”- “NOI CREDIAMO”
Quali sono le obiezioni e le difficoltà più comuni che oggi sono presenti alla fede cristiana? Le grandi obiezioni moderne alla fede cristiana Razionalismo: è vero solo quello che la ragione autonoma dell’uomo può conoscere; il resto è superstizione. E’ la tipica posizione dell’illuminismo che sta al cuore del pensiero moderno: soprattutto si nega il valore della rivelazione da parte di Dio e della fede come forma autentica di conoscenza. Si nega ogni forma di conoscenza soprannaturale, che vada oltre la misura controllabile da parte dell’uomo. Il vero obiettivo del razionalismo è di contestare ogni autorità esterna all’uomo, che si appella ad una conoscenza che vada oltre la ragione. In realtà la fede è un modo di conoscere; senza la fede si riduce tantissimo ai campo di conoscenza da parte dell’uomo

21 I. PARTE: “IO CREDO”- “NOI CREDIAMO”
Ateismo Il pensiero religioso su Dio sarebbe una forma primordiale di pensiero che ora, dopo le conquiste scientifiche, va superata. In realtà, la religione non è diminuita nell’epoca contemporanea. La religione come “giustificazione” e “mantenimento” delle ingiustizie sociali (Marx): religione come “oppio dei popoli”. In realtà, è una strumentalizzazione della religione ma non la sua essenza. Spesso la religione diviene autentica opposizione ai tiranni: contro il nazismo e il comunismo

22 I. PARTE: “IO CREDO”- “NOI CREDIAMO”
La religione come “nevrosi collettiva” (Freud) radicato nel cosiddetto “complesso del padre” In realtà, si trattava di una critica che lui stesso ha rivisto e che è stata superata dai suoi stessi discepoli: ad es. Lacan. Oggi l’argomento è ribaltato a favore dell’esperienza religiosa La scienza sarebbe in grado di spiegare quello che prima veniva riferito a Dio (Darwin: evoluzionismo) Ma la bibbia non dice il “come” Dio ha creato ma “perché” ha creato il mondo Ridicolizzazione delle verità cristiane senza cercare argomenti filosofici (Oddifredi, UAAR) In realtà l’ironia, supportata dai mass-media, supplisce alla mancanza di ragioni ed è segno di posizione preconcetta o emotiva nei confronti della religione, più che razionale

23 Il cristianesimo e le religioni:
Agnosticismo: l’uomo non è in grado di conoscere con le sole forze la verità in modo sicuro. In realtà si tratta di sfiducia nelle capacità di conoscere dell’uomo Relativismo/nichilismo: non esisterebbe la verità: la realtà sarebbe solo materia che l’uomo manipola per soddisfare i propri desideri Il grande potere della tecnica come applicazione delle scoperte scientifiche Il culto dell’apparenza: mass media Invece la realtà esiste… Il cristianesimo e le religioni: Il neo paganesimo e il new age Il relativismo religioso: “tutte le religioni sono uguali” In realtà non è vero che tutte le religioni sono uguali, questo è un pregiudizio e frutto di ignoranza

24 Il problema del male e della sofferenza
Ad esempio la presenza dei campi di concentramento, Auschwitz e in Unione sovietica, le altre sofferenze causate da ingiustizie ma anche da calamità naturali… Dire che Dio non esiste a causa del dolore del mondo non è forse ancora più assurdo? Dio non risponde al problema del male con una teoria ma entrando nel mondo e assumendo su di sé il dolore e la morte nella croce di Gesù

25 La mancata testimonianza dei cristiani …
La controtestimonianza dei cristiani Cosa vuol dire testimonianza? E’ solo la coerenza con i propri valori? Comunicare qualche cosa di cui si è fatto esperienza: cf. 1Gv 1,1-4 e che può cambiare la vita profondamente La testimonianza più vera è far vedere come il cristianesimo dà significato alla vita: fa diventare la vita più umana, fa essere più liberi: la libertà dei figli di Dio Mancanza di conoscenza della fede cristiana, quali siano i reali contenuti del cristianesimo

26 «Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato l'immagine di Dio e ha aperto le porte dell'incredulità. Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all'intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini» BENEDETTO XVI (J. RATZINGER), L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Siena 2005.

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28 L’obiezione più forte sta nel sentire la realtà di Dio come nemica della libertà dell’uomo:
Benedetto XSVI, Verbum Domini: “La Parola di Dio, infatti, non si contrappone all’uomo, non mortifica i suoi desideri autentici, anzi li illumina, purificandoli e portandoli a compimento. Come è importante per il nostro tempo scoprire che solo Dio risponde alla sete che sta nel cuore di ogni uomo! Nella nostra epoca purtroppo si è diffusa, soprattutto in Occidente, l’idea che Dio sia estraneo alla vita ed ai problemi dell’uomo e che, anzi, la sua presenza possa essere una minaccia alla sua autonomia. In realtà, tutta l’economia della salvezza ci mostra che Dio parla ed interviene nella storia a favore dell’uomo e della sua salvezza integrale. Quindi è decisivo, dal punto di vista pastorale, presentare la Parola di Dio nella sua capacità di dialogare con i problemi che l’uomo deve affrontare nella vita quotidiana. Proprio Gesù si presenta a noi come colui che è venuto perché possiamo avere la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10)”.

29 San Bonaventura afferma nel Breviloquium: « Il frutto della sacra Scrittura non è uno qualsiasi, ma addirittura la pienezza della felicità eterna. Infatti la sacra Scrittura è appunto il libro nel quale sono scritte parole di vita eterna perché, non solo crediamo, ma anche possediamo la vita eterna, in cui vedremo, ameremo e saranno realizzati tutti i nostri desideri ».

30 LE POSSIBILI RIDUZIONI DELLA FEDE
- Fideismo: la fede come atteggiamento cieco e irrazionale che non sa rendere ragione del perché si crede in Dio: si espone alle obiezioni del razionalismo. Moralismo: la fede non è considerata come una forma di conoscenza, ma solo come ispiratrice dei grandi valori morali che devono guidare la società e che si impongono alla coscienza autonoma dell’uomo. Sentimentalismo/Romanticismo: la fede come sentimento di dipendenza da un Essere Supremo Intimismo: la fede come atto privato della coscienza che non ha alcuna rilevanza pubblica nella vita sociale degli uomini Ma la fede è 1) un dono soprannaturale (grazia), 2) un atto ragionevole, 3) libero Quindi: la cosa più importante è scoprire il valore profondamente umano della fede e la sua bellezza

31 Benedetto XVI: “E’ proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui” (24 aprile 2005).

32 I.1. CONSIDERAZIONI ANTROPOLOGICHE RIGUARDANTI LA FEDE
a) L’uomo è “capace” di Dio: l’uomo come essere religioso (CCC 27-43) L’uomo è “desiderio” di Dio Dio ha creato l’uomo perché entrasse in comunione con lui e per la felicità (27) L’uomo come essere religioso (28): come dice san Paolo (Atti 17,27), Dio ha creato gli uomini perché “perché lo cerchino”. Ma l’uomo può tradire questa ricerca per molti motivi, tuttavia, Dio continua ad offrire all’uomo la salvezza e la felicità eterna (29-30)

33 b) Le vie che portano l’uomo a conoscere Dio:
La facoltà che l’uomo ha di conoscere è la ragione, tuttavia l’uomo può non volere conoscere la verità, a causa del peccato, ed è per questo che può usare male la propria ragione (37) Con l’indagine della sola ragione l’uomo può arrivare ad una conoscenza “naturale” di Dio: cioè a sapere che c’è Dio, ma non chi è Dio (Trinità d’Amore) A partire dal mondo e dall’uomo: l’uomo si accorge che esistere è essere fatto da un Altro: io non posso essere il fondamento di me stesso.

34 c) Cosa vuol dire in definitiva che l’uomo è un essere religioso?
Il “senso religioso” non è un bisogno particolare in fianco ad altri bisogni. Infatti il “senso religioso” è l’esigenza radicale dell’uomo di avere un senso ultimo per propria vita. Questo senso religioso si documenta in tutte le esperienza religiose (religioni) come desiderio di rapporto con il Divino

35 Ma si documenta in tutti gli uomini nelle esperienze in cui l’uomo sperimenta in particolare la bellezza o il dolore di cui si cerca la spiegazione e il senso. Tutte le spiegazioni che l’uomo si può dare da solo non bastano mai: torna sempre la domanda sul senso ultimo della vita. Per questo, la ragione dell’uomo, quando è se stessa, culmina nel senso religioso, cioè nel riconoscimento che la propria vita è legata ad un Mistero che supera la nostra capacità di conoscerlo e per questo mendica (cioè domanda) a Dio che si riveli. La domanda a Dio che si riveli è il culmine della razionalità

36 In definitiva: L’uomo è un essere religioso
Perché inevitabilmente cerca un “dio”, qualche cosa di incondizionato, per il quale vivere Se non cerca il Dio vero finirà per identificare il suo “dio” in qualche cosa di finito, cui darà un valore infinito, ossia vivrà, come dice la bibbia, di idoli. L’idolo è qualche cosa di finito a cui si dà un valore infinito: I tre “idoli fondamentali”: il potere; il piacere; il denaro

37 Osservazione: il nostro linguaggio su Dio (39-43):
L’uomo religioso parla di Dio e a Dio: La differenza tra l’uomo e Dio è infinita. Per questo… il silenzio dell’uomo su Dio (apofatismo) parlare di Dio solo per via di negazione: in-finito, im-mortale, in-commensurabile (teologia negativa) Ma la Chiesa ci ricorda che l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio Linguaggio analogico dell’uomo su Dio: Bellezza, bontà, verità Ma ci sorprende un annuncio: Dio si rivela, il Verbo di Dio si è fatto carne (Gv 1,14): la Parola di Dio si comunica in parole umane.

38 I.2: Dio viene incontro all’uomo DIO - RIVELAZIONE RELIGIONE GESÙ CRISTO

39 Dio si rivela: si mostra, si dona e si dice liberamente all’uomo comunicando il suo disegno prestabilito dall’eternità e realizzandolo in Cristo, a favore di tutti gli uomini

40 1. LA RIVELAZIONE DI DIO (CCC 50-95)
1.1. Dio rivela il suo disegno di Benevolenza Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo “con eventi e parole” che sono “intimamente connessi tra loro” [Dei Verbum, 2] e si chiariscono a vicenda. Esso comporta una “pedagogia divina” particolare: Dio si comunica gradualmente all'uomo, lo prepara per tappe a ricevere la Rivelazione soprannaturale che egli fa di se stesso e che culmina nella persona e nella missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo.

41 I.2: Dio viene incontro all’uomo
1.2. Le tappe della Rivelazione Nella creazione Dio da una perenne testimonianza di sé (DV 3); cf. anche la dimensione cosmica della Parola di Dio (VD 8) Fin dall’inizio l’uomo è creato da Dio e invitato alla comunione con lui La rivelazione non si interrompe con il peccato dell’uomo: “Quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte... Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza” [Messale Romano, Preghiera eucaristica IV].

42 I.2: Dio viene incontro all’uomo. Quali le tappe?
- L’Alleanza con Noè (Gn 9,9) L’elezione di Abramo (Gn 12) Da qui l’importanza dei Patriarchi Dio forma Israele come suo popolo Liberazione dalla schiavitù dell’Egitto L’alleanza sul Monte Sinai per mezzo di Mosé La funzione profetica: richiamare all’Alleanza tradita e accendere l’attesa di una Alleanza nuova ed eterna

43 I.2: Dio viene incontro all’uomo
Gesù Cristo mediazione e pienezza (DV 2) di tutta la rivelazione: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). “Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella”. (CCC 65)

44 Dei Verbum, 4 “Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna.”

45 San Giovanni della Croce (mistico spagnolo, ), Salita al monte Carmelo, 2, 22 “Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola e non ha più nulla da dire. . . Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità”

46 Importantissimo: Gesù non può essere in nessun modo considerato un fondatore di religione come Budda, Confucio, Maometto… Tutti questi hanno indicato vie verso la divinità; Gesù si è presentato se stesso come “la via” e si è dichiarato identico a Dio: “io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Questo è anche il senso dell’espressione dal credo: “generato non creato, della stessa sostanza del Padre” Egli è la Parola definitiva di Dio agli uomini.

47 Nota bene dal Catechismo:
1. La rivelazione è compiuta ma non ancora totalmente esplicitata: “L'Economia cristiana, in quanto è Alleanza Nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo” [Dei Verbum, 4]. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana, allo studio e ai carismi, coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli. 2. Quale il senso delle cosiddette rivelazioni private? Alcune vengono riconosciute dalla Chiesa non come “nuove rivelazioni” ma come aiuto per vivere l’unica rivelazione cristiana Non possono essere accettate “pretese” nuove rivelazioni che vadano “oltre” quella di Cristo.

48 Verbum Domini, 14 “Il valore delle rivelazioni private è essenzialmente diverso dall’unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede... Il criterio per la verità di una rivelazione privata è il suo orientamento a Cristo stesso. Quando essa ci allontana da Lui, allora essa non viene certamente dallo Spirito Santo. La rivelazione privata è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché rimanda all’unica rivelazione pubblica”.

49 “l’approvazione ecclesiastica di una rivelazione privata indica essenzialmente che il relativo messaggio non contiene nulla che contrasti la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico, ed i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione. Una rivelazione privata può introdurre nuovi accenti, fare emergere nuove forme di pietà o approfondirne di antiche. Essa può avere un certo carattere profetico (cfr 1 Tess 5,19-21) e può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso”.

50 I.2: Dio viene incontro all’uomo
2. LA TRASMISSIONE DELLA RIVELAZIONE DIVINA (CCC 74-95) Abbiamo detto che Dio si è comunicato definitivamente nella storia (tempo e spazio) nella persona di Cristo (vita, morte, risurrezione, ascensione, invio dello Spirito Santo) Si impone una nuova domanda: come può questa rivelazione di Dio raggiungere tutti i popoli in tutti i tempi?

51 I.2: Dio viene incontro all’uomo
Quanto il Signore ha rivelato viene fedelmente trasmesso lungo i secoli: la rivelazione rimane nella Chiesa come realtà viva non come dottrina morta I. La Tradizione apostolica (ccc 75-79) “La Tradizione Apostolica è la trasmissione del messaggio di Cristo, compiuta, sin dalle origini del cristianesimo, mediante la predicazione, la testimonianza, le istituzioni, il culto, gli scritti ispirati. Gli Apostoli hanno trasmesso ai loro successori, i Vescovi, e, attraverso questi, a tutte le generazioni fino alla fine dei tempi, quanto hanno ricevuto da Cristo e appreso dallo Spirito Santo” (cccc 12).

52 I.2: Dio viene incontro all’uomo
II. Il rapporto tra la Tradizione e la Sacra Scrittura (ccc 80-83) Due modalità differenti e inseparabili di trasmissione, con cui la Parola di Dio si trasmette nel tempo: la sacra Scrittura e la Tradizione: insieme formano il sacro deposito della fede. Attenzione: distinguere la Tradizione apostolica e le tradizioni ecclesiali

53 I.2: Dio viene incontro all’uomo
III. L’interpretazione del deposito della fede (ccc 84-95) Il deposito della fede(1Tm 6,20): È quanto ci è stato comunicato per la nostra salvezza e che è contenuto nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione. Il deposito della fede è affidato dagli Apostoli alla Chiesa tutta Il compito del Magistero: al Successore di Pietro: il Vescovo di Roma, ai Vescovi in comunione con lui spetta l’interpretazione autentica del deposito della fede. Al Magistero, che nel servire la Parola di Dio gode del carisma certo della verità, spetta anche definire i dogmi, che sono formulazioni delle verità contenute nella Rivelazione divina. Tale autorità si estende anche alle verità necessariamente collegate con la Rivelazione (cccc 16).

54 RIVELAZIONE TRASMISSIONE ALLA CHIESA …lungo tutti i secoli… PAROLA DI DIO -> Sacra Scrittura – Tradizione viva – il Magistero

55 Il senso soprannaturale della fede (ccc 91-93)
“Tutti i fedeli sono partecipi della comprensione e della trasmissione della verità rivelata”. “La totalità dei fedeli... non può sbagliarsi nel credere… quando "dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici" esprime l'universale suo consenso in materia di fede e di costumi” [Lumen gentium, 12]. NB: Non confondere il “senso della fede” e “opinione pubblica”

56 LA CRESCITA DELLA COMPRENSIONE DELLA TRADIZIONE (DV 8) Attraverso la riflessione e lo studio Attraverso l’esperienza spirituale Attraverso la predicazione dei successori degli apostoli “Le parole divine crescono insieme a coloro che le leggono” (san Gregorio magno)

57 I.2: Dio viene incontro all’uomo
3. LA SACRA SCRITTURA L’analogia o “sinfonia” della Parola Cristo è la Parola di Dio contenuta nelle scritture La ispirazione della scrittura e la verità Lo Spirito Santo è l’autore della Scrittura attraverso l’ispirazione data all’autore umano La Scrittura contiene tutte le verità di cui abbiamo bisogno per la nostra salvezza Lo Spirito Santo è ispiratore e interprete della Sacra Scrittura: essa deve essere interpretata nello stesso Spirito in cui è stata scritta (DV 12) Il canone della Scrittura (46 AT e 27 NT); La sacra Scrittura nella vita della Chiesa: cf. Verbum Domini (soprattutto la 2a parte)  

58 III. LA RISPOSTA DELL’UOMO ALLA DIVINA RIVELAZIONE
L’uomo risponde alla rivelazione con la fede IO CREDO La fede “Significa aderire a Dio stesso, affidandosi a Lui e dando l'assenso a tutte le verità da Lui rivelate, perché Dio è la Verità. Significa credere in un solo Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo” (cccc 27)

59 III. LA RISPOSTA DELL’UOMO ALLA DIVINA RIVELAZIONE
Le caratteristiche della fede: -1)La fede, dono gratuito di Dio e accessibile a quanti la chiedono umilmente, 2) è la virtù soprannaturale necessaria per essere salvati, 3) La fede, inoltre, è certa, perché fondata sulla Parola di Dio; 4) è operosa « per mezzo della carità» (Gal 5,6); 5) è in continua crescita, grazie all'ascolto della Parola di Dio e alla preghiera, 6) Ci fa pregustare la gioia celeste.

60 Seconda Parte: La professione della fede cristiana
“IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE” Dio si è rivelato nella storia come unico “Ascolta Israele, il Signore è uno solo” (Dt 6,4) Dio è “l’unico Signore” (Mc 12,29) Si oppone al politeismo idolatra Dio è uno e trino (mistero centrale della nostra fede)


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